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Armando Corona

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Armando Corona

Presidente del Consiglio regionale della Sardegna
Durata mandato1979 –
1981
PredecessoreAndrea Raggio
SuccessoreAlessandro Ghinami

Dati generali
Partito politicoPSd'Az (fino al 1964)
PRI (1964-1997; 2001-2009)
UR (1997-2001)
Titolo di studioLaurea in Medicina
ProfessioneMedico condotto; Imprenditore

Armando Corona, noto anche come Armandino (Villaputzu, 3 aprile 1921Cagliari, 3 aprile 2009), è stato un medico, imprenditore e politico italiano, presidente del Consiglio regionale della Sardegna. Massone, è stato gran maestro del Grande Oriente d'Italia (GOI).

Laureatosi in medicina all'Università di Cagliari, dopo aver lasciato il suo paese natale, svolge inizialmente l'attività di medico condotto. Tuttavia ben presto abbandona questa attività, diventando imprenditore, sia nel settore edile che in quello della sanità privata.

Esponente fino al 1964 del Partito Sardo d'Azione, aderì poi al Partito Repubblicano Italiano, divenendone in seguito consigliere regionale in Sardegna dal 1969 al 1984. Nel 1979 diventa presidente del consiglio regionale della Sardegna. Negli anni ottanta è vice segretario del Partito Repubblicano Italiano.

Iscritto dal 23 ottobre 1969 alla loggia massonica "Giovanni Mori", appartenente al Grande Oriente d'Italia. Dal 1982 al 1990 è gran maestro del Grande Oriente d'Italia, all'interno della quale attività si cita per la rilevanza storica dell'evento l'espulsione di Licio Gelli dal consesso massonico, per aver fondato la loggia segreta P2, con sentenza della Corte centrale del Grande Oriente d'Italia del 31 ottobre 1981.[1] Corona più tardi dedicò a questo evento un libro: Dal bisturi alla squadra - La Massoneria italiana senza cappuccio, edito da Bompiani nel 1987.

Nel 1997, assieme ad altri esponenti del PRI contrari all'adesione del partito al centrosinistra e alla coalizione dell'Ulivo, fonda il movimento Unità Repubblicana, vicino agli ambienti laici e liberali di Forza Italia.[2] Il simbolo del movimento erano tre foglie d'edera coi colori del tricolore. Il movimento nel 1998 aderirà per breve tempo al progetto dell'Unione Democratica per la Repubblica (UDR) di Francesco Cossiga, ma se ne distaccherà dopo la scelta dell'UDR per il centro-sinistra, con il voto a favore del Governo D'Alema I. Unità Repubblicana rimase fedele al centrodestra. Nel 2001, dopo la svolta del Partito Repubblicano Italiano a favore del centrodestra, il movimento si sciolse e riconfluì nel PRI.

Nel 2003 ha fondato una Federazione delle Grandi Logge Regolari.

Muore a Cagliari il 3 aprile 2009; ed è sepolto nel cimitero del capoluogo sardo.

  • Dal bisturi alla squadra - La Massoneria italiana senza cappuccio, Milano, Bompiani, 1987
  • Parliamo di massoneria, a cura e con note di Luigi Troisi; premessa di Aldo A. Mola, Foggia, Bastogi, 1993
  1. ^ Augusto Comba, "I volti della Massoneria nel secondo dopoguerra", in: La Massoneria. La storia, gli uomini, le idee, a cura di Zeffiro Ciuffoletti e Sergio Moravia, Mondadori, Milano, 2019, p. 247.
  2. ^ UDR: ADERISCE 'UNITA' REPUBBLICANA' DI CORONA, su www1.adnkronos.com. URL consultato il 19 maggio 2016.
  • Morto Corona, gran maestro della politica, in La Nuova Sardegna, 3 aprile 2009. URL consultato il 13 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2009).
  • Fulvio Conti, Dopo la P2. Armando Corona gran maestro del Grande Oriente d’Italia (1992-1990), in: Massoneria e cultura laica in Sardegna dal Settecento ai giorni nostri, a cura di Fulvio Conti, Roma, Viella, 2014, pp. 377-441.
  • Gianfranco Murtas, Armando Corona. Profilo di un leader, in Annali della Fondazione Ugo La Malfa , Vol. XXIX (2014), pp. 256-267
  • Gran maestri d'Italia 1805-2020 : il diritto e il rovescio della storia del GOI attraverso i suoi massimi esponenti, a cura di Giovanni Greco; presentazione del G. M. Stefano Bisi, Milano; Udine: Mimesis, 2020, ISBN 978-88-575-6951-2

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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Predecessore Gran maestro del Grande Oriente d'Italia Successore
Ennio Battelli 28 marzo 1982 - 10 marzo 1990 Giuliano Di Bernardo
Controllo di autoritàVIAF (EN311227698 · GND (DE1219007897