Vai al contenuto

Arcidiocesi di Acerenza

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Arcidiocesi di Acerenza
Archidioecesis Acheruntina
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo
Regione ecclesiasticaBasilicata
 
Mappa della diocesi
 
ArcivescovoFrancesco Sirufo
Vicario generaleDomenico Baccelliere
Presbiteri35, tutti secolari
1.131 battezzati per presbitero
Religiosi37 donne
Diaconi1 permanente
 
Abitanti39.722
Battezzati39.610 (99,7% del totale)
StatoItalia
Superficie1.278 km²
Parrocchie21
 
ErezioneIV secolo
Ritoromano
CattedraleSanta Maria Assunta e San Canio
IndirizzoLargo Consigliere Gala 14, 85011 Acerenza (Potenza), Italia
Sito webwww.diocesiacerenza.it
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia

L'arcidiocesi di Acerenza (in latino Archidioecesis Acheruntina) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo appartenente alla regione ecclesiastica Basilicata. Nel 2022 contava 39.610 battezzati su 39.722 abitanti. È retta dall'arcivescovo Francesco Sirufo.

L'arcidiocesi comprende la città di Acerenza e altri 16 comuni della provincia di Potenza: Laurenzana, Cancellara, Calvello, Genzano di Lucania, Anzi, Pietrapertosa, Pietragalla, Banzi, Castelmezzano, Palazzo San Gervasio, San Chirico Nuovo, Tolve, Brindisi Montagna, Trivigno, Vaglio Basilicata, Oppido Lucano.

Sede arcivescovile è la città di Acerenza, dove si trova la cattedrale di Santa Maria Assunta e San Canio Vescovo.

Il territorio è suddiviso in 21 parrocchie.

La tradizione vuole che già nel 300 inizi la serie dei vescovi di Acerenza con Romano, che resse la chiesa di Acerenza dal 300 al 329, sotto il pontificato di san Marcellino papa; nell'elenco seguono altri vescovi fino al 441. Tuttavia quest'elenco è ritenuto un falso, poiché la maggior parte dei nomi è di origine longobarda e perché è chiaro il tentativo di colmare la lacuna nella cronotassi e portare le origini del vescovado acheruntino al IV secolo.

Primo vescovo storicamente documentato è Giusto, che partecipò al sinodo di Roma del 499 convocato da papa Simmaco.

Dopo Giusto non si conoscono altri vescovi, fino al 776 anno in cui sedeva sulla cattedra episcopale Leone II. Da questa data la serie dei vescovi è ininterrotta, a parte brevi periodi, e permette di conoscere anche lo sviluppo della diocesi.

Nel 799 il vescovo Leone II fece trasportare dall'antica città di Atella, in Campania, ad Acerenza il corpo di san Canio; nell'872 fu il vescovo Pietro II a far trasferire ad Acerenza le reliquie di un altro santo, san Laverio, prelevato dalla chiesa di Grumentum.

Alla fine del X secolo il vescovado diventò suffraganeo dell'arcidiocesi di Otranto. Infatti, nel 968, in seguito ad una decisione dell'imperatore di Costantinopoli, l'arcivescovo di Otranto ricevette l'autorizzazione per consacrare vescovi ad Acerenza. In risposta a questo fatto, per limitare l'influenza delle chiese di rito bizantino, venne istituita la provincia ecclesiastica di Salerno.

Acerenza divenne uno dei centri del conflitto tra la Chiesa d'Oriente e quella romana. Contesa fra le due metropoli ecclesiastiche di Otranto e di Salerno, Acerenza, fedele alla chiesa di Roma, nel 989 si sottrasse alla giurisdizione metropolitica di Otranto e divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Salerno, anche se continuò ad essere influenzata da Otranto per posizione geografica, per frequenti rapporti culturali, per il monachesimo.

Il 4 maggio 1041 il vescovo di Acerenza Stefano (1029-1041), che appoggiava il catapano di Bari, morì combattendo sulle rive dell'Ofanto contro i primi Normanni che avevano conquistato la zona intorno a Melfi. In seguito a questa battaglia Acerenza fu conquistata dai Normanni e nel 1061 Roberto il Guiscardo ne fece una roccaforte, rendendola un centro di difesa da rappresaglie bizantine.

Nel 1059 il vescovo Godano o Gelaldo partecipò al concilio di Melfi nel quale si distinse; per questo ottiene il titolo di arcivescovo. Questa notizia comunque non è confermata; infatti secondo altre fonti Acerenza divenne arcivescovado sotto papa Leone IX o sotto papa Niccolò II.

Il 13 aprile 1068 papa Alessandro II emanò una bolla, diretta ad Arnaldo, arcivescovo di Acerenza, con la quale istituì una nuova provincia ecclesiastica comprendente, fra le altre, le città di Venosa, Potenza, Tricarico, Montepeloso, Gravina, Matera, Tursi, Latiniano, San Chirico, Oriolo, lasciando sotto il controllo diretto della Santa Sede Montemurro e Armento.

L'arcivescovo Arnaldo verso negli ultimi anni dell'XI secolo fece iniziare i lavori per la costruzione della cattedrale durante i quali furono ritrovate le reliquie di san Canio. Nel mese di maggio 1102 fu eletto arcivescovo Pietro al quale furono confermati i privilegi concessi ad Arnaldo.

Nel 1106 papa Pasquale II scrisse all'arcivescovo Pietro per conferirgli i diritti metropolitici, assegnandogli come suffraganee le diocesi di Venosa, Gravina, Tricarico, Tursi e Potenza e l'uso del pallio nelle festività.

Nel 1203 con bolla di papa Innocenzo III Matera fu elevata a chiesa cattedrale. La bolla si espresse nel seguente modo: «Abbiamo ritenuto di stabilire una chiesa cattedrale presso Matera in modo che sia unita alla primitiva cattedra». L'unione aeque principaliter con Matera non ebbe vita facile; infatti la storia di queste due chiese è un susseguirsi di dissidi e contrasti.

Nei primi anni del Quattrocento, quando era vescovo Manfredi di Aversa (1414-1444), i materani, con l'aiuto di Giannantonio Orsini, principe di Taranto e conte di Matera, tentarono di separarsi da Acerenza, costringendo l'arcivescovo ad allontanarsi dalla sua sede, nominando vescovo un certo Marsio, frate francescano; papa Eugenio IV dapprima lasciò alla chiesa di Matera un amministratore separato, e dopo la morte di Manfredi nel 1444 ripristinò l'unione tra le due Chiese, nominando Marino De Paulis arcivescovo di Acerenza e Matera.

Nel 1471 papa Sisto IV decretò che l'arcivescovo assumesse il titolo di Acerenza e Matera quando dimorava in Acerenza, e viceversa il titolo di Matera e Acerenza quando dimorava in Matera. I contrasti continuarono tanto che papa Clemente VIII stabilì che la precedenza del titolo spettava ad Acerenza, diocesi più antica, e il soggiorno dell'arcivescovo fosse a Matera, a causa della sua maggiore comodità. Il 5 novembre 1751 papa Benedetto XIV, con una bolla diretta all'arcivescovo Francesco Lanfreschi, ribadì i possessi e i diritti e dell'arcidiocesi, confermando che la residenza abituale dell'arcivescovo acheruntino e materano dovesse essere Acerenza.

Tra il 1844 e il 1845 il vescovo Antonio Di Macco celebrò il sinodo diocesano nella cattedrale di Acerenza e ne pubblicò le Constitutiones Sinodales[1].

Il 5 agosto 1910 agli arcivescovi di Acerenza e Matera fu concesso di aggiungere il titolo di abati di Sant'Angelo di Montescaglioso[2]. Dal 1954 questo titolo sarà appannaggio degli arcivescovi di Matera.

L'11 agosto 1945 il decreto Excellentissimus della Congregazione Concistoriale modificò i confini delle due arcidiocesi, attribuendo alla giurisdizione di Matera dieci parrocchie nei comuni di Bernalda, Ferrandina, Ginosa, Grottole, Laterza, Metaponto, Miglionico, Montescaglioso, Pisticci e Pomarico, fino a quel momento appartenute ad Acerenza.[3]

Il 2 luglio 1954 con la bolla Acherontia di papa Pio XII le due chiese di Acerenza e Matera furono definitivamente separate e furono costituite due province ecclesiastiche: alla chiesa metropolitana di Acerenza furono assegnate le sedi suffraganee di Potenza, Venosa, Marsico Nuovo e Muro Lucano.

Il 21 agosto 1976 con la bolla Quo aptius di papa Paolo VI furono soppresse le due province ecclesiastiche, e Acerenza, assieme a Matera, divenne una sede vescovile suffraganea dell'arcidiocesi di Potenza e Marsico Nuovo, contestualmente elevata a sede metropolitana.

Con la lettera della Congregazione per i vescovi del 28 novembre 1977, alla sede di Acerenza è stato restituito il titolo di arcidiocesi.

Molti arcivescovi di Acerenza sono stati elevati alla porpora cardinalizia.

Papa Urbano VI fu arcivescovo di Acerenza e Matera dal 1363 al 1377.

Cronotassi dei vescovi

[modifica | modifica wikitesto]

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Sede di Acerenza

[modifica | modifica wikitesto]
  • Romano † (inizio IV secolo)
  • Monocollo †
  • Pietro I †
  • Silvio †
  • Teodosio †
  • Aloris †
  • Stefano I †
  • Araldo †
  • Berto †
  • Leone I †
  • Lupo †
  • Evalanio †
  • Azo †
  • Asedeo †
  • Giuseppe †
  • San Giusto † (menzionato nel 499)
  • Leone II † (776 - 799 deceduto)
  • Pietro II † (menzionato nell'833)
  • Rodolfo † (869 - 874)
  • Leone III † (874 - circa 909 deceduto)
  • Andrea † (906 - 935)
  • Giovanni I † (936 - 972)
  • Giovanni II † (993 - 996)
  • Stefano II † (996 - 1024)
  • Stefano III † (1029 - 4 maggio 1041 deceduto)
  • Stefano IV † (1041 - 1048)
  • Goderio † (1048 - 1058)
  • Goderio II † (1058 - 1059)
  • Godano o Gelardo † (1059 - 1066)
  • Arnaldo † (1066 - 1101 deceduto)
  • Pietro † (1102 - circa 1142 deceduto)
  • Durando † (1142 - 1151)
  • Roberto † (1151 - 1178)
  • Riccardo † (1178 - 1184 deceduto)
  • Pietro IV † (1184 - 1194)
  • Pietro V † (1194 - 1197)
  • Rainaldo † (marzo 1198 - 1199 deceduto)

Sedi di Acerenza e Matera

[modifica | modifica wikitesto]

Sede di Acerenza

[modifica | modifica wikitesto]

L'arcidiocesi nel 2022 su una popolazione di 39.722 persone contava 39.610 battezzati, corrispondenti al 99,7% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
arcidiocesi di Acerenza e Matera
1950 168.932 169.271 99,8 103 93 10 1.640 9 140 38
arcidiocesi di Acerenza
1959 69.438 69.508 99,9 48 44 4 1.446 6 86 20
1969 60.098 60.374 99,5 34 31 3 1.767 4 81 22
1980 59.800 60.718 98,5 41 35 6 1.458 7 68 21
1990 61.000 62.500 97,6 45 39 6 1.355 8 73 21
1999 60.150 60.300 99,8 43 37 6 1.398 6 61 21
2000 60.150 60.300 99,8 46 38 8 1.307 8 62 21
2001 59.950 60.100 99,8 43 37 6 1.394 6 63 21
2002 59.950 60.120 99,7 44 38 6 1.362 6 62 21
2003 60.000 60.200 99,7 42 37 5 1.428 5 62 21
2004 60.000 60.200 99,7 37 35 2 1.621 2 58 21
2005 53.000 55.000 96,4 38 36 2 1.394 2 57 21
2006 53.000 53.215 99,6 42 40 2 1.261 2 67 21
2011 42.382 42.815 99 40 38 2 1.059 2 61 21
2012 42.600 43.000 99,1 42 39 3 1.014 3 60 21
2015 40.368 40.595 99,4 42 39 3 961 6 50 21
2018 40.490 40.650 99,6 39 39 1.038 1 45 21
2020 39.836 39.940 99,7 38 38 1.048 1 31 21
2022 39.610 39.722 99,7 35 35 1.131 1 37 21
  1. ^ Giuseppe Lettini, Acerenza e i suoi vescovi, Acerenza, Curia Arcivescovile Acerenza, 2001.
  2. ^ Vedi AAS 2 (1910) (PDF)., p. 649
  3. ^ (LA) Decreto Excellentissus (PDF)., AAS 38 (1946), p. 438
  4. ^ Sui processi papali contro Andrea, si vedano: Francesco Panarelli, "Le origini del monastero femminile di Santa Maria La Nova tra storia e storiografia", in Da Accon a Matera. Santa Maria la Nova, un monastero femminile tra dimensione mediterranea e identità urbana (XIII-XIV secolo), a cura di Id., Münster, Lit Verlag, 2012, pp. 1-57, alla p. 44 ; Cristina Andenna, "Da moniales novarum penitentium a sorores ordinis Sancte Marie de Valle Viridi. Una forma di vita religiosa femminile tra Oriente e Occidente”, ibid., pp. 59-130, alle pp. 79-81 ; Julien Théry, « Non pas "voie de vie", mais "cause de mort par ses 'enormia'". L'enquête pontificale contre Niccolò Lercari, évêque de Vintimille, et sa déposition (1236-1244) »., in « "Honos alit artes". Studi per il settantesimo compleanno di Mario Ascheri », I, « La formazione del diritto comune. Giuristi et diritti in Europa (secoli XII-XVIII) », Firenze University Press, 2014., pp. 427-438, alla p. 431 ; Julien Théry, "Luxure cléricale, gouvernement de l'Église et royauté capétienne au temps de la 'Bible de saint Louis'"., in Revue Mabillon, 25, 2014, pp. 165-194, alle pp. 173, 178-179 ; Francesco Panarelli, "Il ruolo di vescovi e monasteri nella ascesa di una nuova realtà urbana : Matera, XI-XIII secolo", in Monasticum regnum. Religione e politica nelle pratiche di governo tra Medioevo ed Età Moderna, a cura di Giancarlo Andenna, Laura Gaffuri, Elisabetta Filippini, Münster, Lit Verlag, 2015, pp. 119-138, alle pp. 130-132 ; e Julien Théry-Astruc, "'Excès' et 'affaires d'enquête'. Les procédures criminelles de la papauté contre les prélats, de la mi-XIIe à la mi-XIVe siècle. Première approche"., in La pathologie du pouvoir : vices, crimes et délits des gouvernants, a cura di P. Gilli, Leyden, Brill, 2016, pp. 164-236, alle pp. 193-194 e n. 100, 212, 214.
  5. ^ Il 30 settembre 1899 fu nominato arcivescovo titolare di Larissa.
  6. ^ Nominato arcivescovo titolare di Soteropoli.
  7. ^ Già amministratore apostolico dal 28 giugno 1966.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  Portale Diocesi: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di diocesi