Antonio della Scala
Antonio della Scala | |
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Signore di Verona | |
In carica | 1381 – 1387 |
Predecessore | Bartolomeo II della Scala |
Successore | Ducato di Milano |
Nascita | Verona, 1363 |
Morte | Tredozio, 5 agosto 1388 |
Casa reale | Della Scala |
Padre | Cansignorio della Scala |
Madre | Margherita dei Pittati |
Consorte | Samaritana da Polenta |
Figli | Canfrancesco Polissena |
Religione | Cattolicesimo |
Antonio della Scala (Verona, 1363 – Tredozio, 5 agosto 1388) è stato un politico e militare italiano, signore di Verona dal 1375 al 1387, inizialmente insieme al fratello Bartolomeo II.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Figlio naturale di Cansignorio della Scala e di una tale Margherita dei Pittati, ebbe un'ottima educazione sotto la guida dell'umanista Marzagaia il quale, pur riconoscendone le notevoli doti, non riuscì a correggere le sue inclinazioni violente. Nell'ottobre 1375, alla morte del padre, divenne signore di Verona assieme al fratello Bartolomeo II; alla nomina fece seguito la legittimazione della paternità, avvenuta l'11 dicembre 1375 mediante dispensa pontificia[1].
Nel 1378 sposò Samaritana da Polenta, figlia di Guido III, signore di Ravenna.
Antonio regnò da solo dal 1381 al 1387, quando fu deposto, anche per volontà dei cittadini che per colpa sua si erano impoveriti, da Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano.
Dopo questi eventi fu assorbito dalla ricerca di alleati che potessero affiancarlo nella riconquista della Signoria. Chiese l'aiuto della Serenissima, della Repubblica di Firenze e infine di papa Urbano VI, ma non ottenne alcun risultato. Tornato in Toscana, mise in piedi un'armata e si diresse verso Verona ma morì mentre si trovava a Tredozio, sull'Appennino tosco-romagnolo. Sulle circostanze della sua morte non si sa molto, a partire dalla data precisa che solo gli Annales Forolivienses riportano come il 5 agosto. Si disse che fu avvelenato e non trova conferma nemmeno il luogo di sepoltura, che secondo alcuni fu Ravenna[1].
A lui si deve il restauro, nel 1383, del Castello Scaligero di Torri del Benaco, sul Lago di Garda.
Discendenza
[modifica | modifica wikitesto]Lasciò due figli legittimi:
- Canfrancesco, morto avvelenato nel 1391 o nel 1399
- Polissena, sposata nel 1410 a Lancillotto Anguissola
- Cleofe, sposata nel 1385 a Gianmastino Visconti, figlio del signore di Milano Bernabò Visconti
- Tassea
Alcune fonti assegnano quattro figlie naturali[1].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Gigliola Soldi Rondinini, Antonio Della Scala, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 37, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1989. URL consultato l'11 febbraio 2015.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- M. Carrara, Gli Scaligeri, Varese, Dell'Oglio, 1966.
- G. M. Varanini, Gli Scaligeri 1277-1387, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1988.
- A. Castagnetti e G. M. Varanini, Il veneto nel medioevo: Dai Comuni cittadini al predominio scaligero nella Marca, Verona, Banca Popolare di Verona, 1991.
- A. Castagnetti e G. M. Varanini, Il Veneto nel medioevo: Le signorie trecentesche, Verona, Banca Popolare di Verona, 1995.
- Pompeo Litta, Famiglie celebri d'Italia. Scaligeri di Verona, Torino, 1835.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Della Scala, Antonio, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Gigliola Soldi Rondinini, DELLA SCALA, Antonio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 37, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1989.
- Portale sugli Scaligeri, su scaligeri.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 77474263 · ISNI (EN) 0000 0000 5019 8706 · BAV 495/163725 · CERL cnp01092825 · LCCN (EN) no2006121464 · GND (DE) 13240902X |
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