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Antonio Orlandi Cardini

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Antonio Orlandi Cardini
Da sinistra: Ten. Col. Peppino Garibaldi, Magg. Antonio Orlandi Cardini e Cap. Finzi
Nome completoAntonio Felice Salvatore Orlandi Cardini
NascitaFucecchio, 23 luglio 1850
Morte4 maggio 1920
DinastiaOrlandi
PadreGiuseppe Orlandi Cardini
MadreMaria Brigida Sturlini
FigliAda
Adele
Anita
Alda
ReligioneCattolicesimo
Antonio Orlandi Cardini
NascitaFucecchio, 23 luglio 1850
Morte4 maggio 1920
Cause della morteSuicidio
Etniaitaliana
ReligioneCattolicesimo
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Francia (bandiera) Francia
Forza armataLegione straniera francese
Regio Esercito
UnitàLegione Garibaldina
Brigata Alpi
Reparto1º Reggimento della Legione Straniera
51º Reggimento fanteria Alpi
GradoMaggiore
ComandantiGiuseppe Garibaldi, Peppino Garibaldi
GuerreGuerra franco-prussiana
Prima guerra mondiale
CampagneCampagna dell'Agro romano per la liberazione di Roma
Fronte italiano
Fronte occidentale
BattaglieBattaglia di Mentana
Battaglia di Digione
Battaglia delle Argonne
DecorazioniMedaglia ai Benemeriti della Liberazione di Roma e altre onorificenze
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Antonio Orlandi Cardini (Fucecchio, 23 luglio 18504 maggio 1920) è stato un patriota, politico, militare e editore italiano.

Antonio Orlandi Cardini nacque nel 1850 in Toscana.

Nonostante facesse parte della nobiltà, si schierò fin da giovane con i repubblicani; condividendo ideali come l'uguaglianza degli individui e l'indipendenza dei popoli.

Nel luglio del 1867, presenziò al discorso tenuto da Giuseppe Garibaldi presso Villa Sismondi a Pescia assieme all'amico fraterno Carlo Anzilotti. Dopo tale evento Carlo e Antonio decisero di seguire Garibaldi in battaglia.

La prima battaglia a cui Antonio prese parte fu quella di Mentana, con il grado di sergente. Successivamente, nel 1870, prese parte alla battaglia di Digione, con il grado di luogotenente. Ferito in tal circostanza, fu costretto a tornare a casa, dove proseguì la sua lotta politico-militare fondando il periodico Il Lume a Mano e dirigendo il giornale La Risveglia; ciò gli valse un mese di carcere.[1]

Nel novembre del 1871, Giuseppe Garibaldi scrisse ad Antonio della prematura scomparsa del suo amico Carlo.

«Mio caro Orlandi, io raccolsi l’Anzilotti sul campo di battaglia ferito; egli posò accanto a me nella mia vettura, e quando giunto davanti ad una casa, residenza di un'angelica signora a cui lo raccomandava caldamente, il nostro valoroso amico, egli non era più che un cadavere.»

Nel 1888, diresse il giornale Il Delfino, organo ufficiale del partito democratico della Valdinievole.

Nel 1900, dedicò al suo amico Felice Cavallotti una targa commemorativa in via Ruga degli Orlandi presso Pescia. Il 16 settembre dello stesso anno Antonio pronunciò un discorso davanti alla folla, a tale evento prese parte anche il deputato Ettore Socci, suo amico e compagno d'armi.

Negli anni successivi Antonio intraprese numerosi viaggi in America del Sud con l'incarico di delegato commerciale sotto la Regia Legazione d'Italia. Tra i paesi visitati figurano: il Brasile, l'Uruguay, il Messico e l'Argentina.

Nel 1914, alla veneranda età di 64 anni, Antonio era ormai considerato il maggior esponente del repubblicanesimo nella Valdinievole; conscio di ciò tornò sul campo di battaglia come chef de bataillon al fianco prima dei francesi (nel 1914-1915) e poi come tenente di fanteria al fianco degli italiani (1915-1917). Sul fronte ebbe modo di conoscere varie personalità come Curzio Malaparte, Antonio Cippico e Peppino Garibaldi.

Nel gennaio del 1917 a causa dell'età avanzata fu costretto alla smobilitazione, tre anni dopo si tolse la vita con un colpo di pistola alla tempia.

In età postuma, venne pubblicato il saggio Battibecco. (1953-1957) di Curzio Malaparte il quale riporta alcune gesta di Antonio.

  1. ^ A causa dei toni democratici e anticlericali.
  • Carlo Stiavelli, Saggio di una bibliografia pesciatina, Pescia, 1900.
  • Ministero dell'agricoltura, dell'industria e del commercio, Annuario, Roma, 1902.
  • Ministero della guerra, Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli uffiziali dell'esercito italiano e nel personale dell'amministrazione militare, Roma, 1915.
  • Camillo Marabini, Les Garibaldiens de l'Argonne, Parigi, 1917.
  • Archivio storico per la Dalmazia - Pubblicazione mensile, 1934.
  • Curzio Malaparte, Battibecco. (1953-1957), 1967.
  • Giulio Cesare Lensi Orlandi Cardini, Storia della famiglia, Firenze, 1968.
  • Giulio Cesare Lensi Orlandi Cardini, Giorgione. Tre capolavori alchemici, Carmagnola, Edizioni Arktos, 1986.
  • Mauro Pallini, Quaderni di Farestoria Anno XVIII – N. 3, Pistoia, 2016.

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