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Antoine Le Pautre

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Ritratto di Antoine Le Pautre eseguito da Robert Nanteuil, nel 1652

Antoine Le Pautre, oppure Lepautre, o Le Paultre (Parigi, 15 gennaio 1621Parigi, 1691), è stato un architetto, decoratore e incisore francese, considerato tra i più creativi dei primi anni del regno di Luigi XIV di Francia[1]. Era fratello minore dell'incisore Jean Le Pautre.

Design per una decorazione a parete con mensola del camino e due figure, 1650-1670, Metropolitan Museum of Art
Esemplare di alcuni ornati, Metropolitan Museum of Art
Esemplare di alcuni ornati, Metropolitan Museum of Art
Castello di Saint-Cloud, la Grande Cascata, 1662-1664

Le Pautre nacque in una famiglia di architetti, scultori e decoratori, e lavorò come architetto seguendo lo stile dei maestri François Mansart e Louis Le Vau, creatori del classicismo barocco francese, ossia lo Stile Luigi XIV.[2][3]

Le Pautre fu nominato architetto degli edifici del re nel 1644 e accademico nel 1671.[2][3]

Progettò poi nel 1646 la chapelle del monastero di Port-Royal, un edificio caratterizzato dallo stile austero in linea con la sobrietà giansenista,[2] e subito dopo l'Hôtel de Fontenay-Mareuil.[3][4]

Le Pautre pubblicò Desseins de plusieurs palais (Disegni per diversi palazzi) nel 1653, dedicato al cardinale Giulio Mazzarino, un volume di incisioni che include un famoso progetto per un immenso castello.[2]

Fu incaricato nel 1654 di progettare l'Hôtel de Beauvais a Parigi,[5] costruito per Pierre de Beauvais e sua moglie Catherine Henriette Bellier, che è considerato il suo capolavoro per la sua ingegnosa costruzione irregolare, con una distribuzione planimetrica originale e interessante, in cui nessun lato dell'edificio è parallelo all'altro.[2][3][4]

Tra gli altri suoi progetti si ricorda l'Hôtel des Garden a Versailles.[4]

Nel 1659 Le Pautre fu nominato direttore dei lavori di costruzione del duca d'Orléans, fratello del re.[2]

La sua grande cascata barocca al castello di Saint-Cloud (circa 1662-1664) è stata una delle sue creazioni più belle.[6]

Le Pautre passò gli ultimi anni a restaurare il teatro e le altre stanze del Palais-Royal.[2]

Tra le attribuzioni si possono menzionare la chiesa dei Giacobini a Lione, le ali del castello di Saint Cloud, alcuni hôtel particuliers parigini e attorno alla capitale.[3][4]

Il suo stile costruttivo ha alternato per tutta la sua carriera tra disegni barocchi drammatici e fantasiosi influenzati da modelli italiani e strutture più semplici e più sobrie, come si può apprezzare nel libro Les Oeuvres d'Architecture d'Antoine Le Pautre, pubblicato nel 1652,[5] che comprende disegni di case, talvolta non realizzate per la grande imponenza e creatività;[2][3] alcune di queste evidenziarono un'anticipazione dello stile Rococò.[6]

Le sue pubblicazioni sembrano aver influenzato l'architetto inglese Christopher Wren e l'architetto tedesco Andreas Schlüter.[6]

Il fratello Jean Le Pautre (1618-1682), apprendista presso l'ebanista Adam Philippon, si dimostrò uno dei più autorevoli incisori d'ornati del XVII secolo;[5] i suoi più importanti lavori furono raccolti nel libro Oeuvres d'Architecture de Jean Le Pautre (1751).[4]

Il nipote Pierre Le Pautre (1660-1744) fu un eccellente scultore, architetto ed incisore, soggiornò e approfondì la sua formazione a Roma: scolpì gruppi mitologici alle Tuileries, tra i quali Enea e Anchise, Arria e Peto, Il fauno e la cerva;[5] lavorò anche alla reggia di Versailles.[4]

  1. ^ (FR) Stéphane Loire, Antoine Lepautre, Jacques Lepautre et Jean Lepautre, in The Burlington Magazine, vol. 138, n. 1116, 1996, p. 198.
  2. ^ a b c d e f g h (EN) Antoine Le Pautre, su britannica.com. URL consultato il 17 novembre 2018.
  3. ^ a b c d e f le muse, VI, Novara, De Agostini, 1964, p. 442.
  4. ^ a b c d e f (EN) Russell Sturgis e Francis A. Davis, Sturgis' Illustrated Dictionary of Architecture and Building: An Unabridged ..., su books.google.it. URL consultato il 17 novembre 2018.
  5. ^ a b c d Antoine Le Pautre, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 17 novembre 2018.
  6. ^ a b c (EN) Pautre, Antoine Le, su encyclopedia.com. URL consultato il 17 novembre 2018.
  • (EN) R. W. Berger, Antoine Le Pautre. A French Architect of the Era of Louis XIV, New York, New York University Press, 1969.
  • (EN) Reginald Blomfield, A history of French architecture, New York, Hacker Art Books, 1973.
  • (FR) Stéphane Loire, Antoine Lepautre, Jacques Lepautre et Jean Lepautre, in The Burlington Magazine, vol. 138, n. 1116, 1996, p. 198.
  • C. Norberg-Schulz, Architettura Barocca, Milano, Electa, 1998.
  • C. Norberg-Schulz, Architettura Tardobarocca, Milano, 1980.
  • (FR) David de Pénanrun, Les architectes élèves de l'école des beaux-arts (1793-1907), Librairie de la construction moderne, 1907.
  • Nikolaus Pevsner, Storia dell'architettura europea, Bari, Laterza, 1998.
  • Nikolaus Pevsner, J. Fleming e H. Honour, Dizionario di architettura, Torino, 1981.
  • (FR) M. Préaud, Inventaire du fonds français, Graveurs du XVIIe siècle, Antoine Lepautre, Jacques Lepautre et Jean Lepautre, Parigi, Bibliothèque nationale, 1933.
  • (FR) Maxime Préaud, Antoine Lepautre, Jacques Lepautre, Jean Lepautre, in Graveurs du XVIIe siècle. Inventaire du fonds français, IX, Parigi, BnF éditions, 1993.
  • (FR) J.-M. Thiveaud, Antoine le Paultre (1621-1679), Parigi, École Nationale des Chartes, 1970.
  • (FR) J.-M. Thiveaud, Antoine Lepautre 1621-1691, Architecte de la chapelle de Port-Royal de Paris, in Chroniques de Port Royal, 1974, pp. 22-23.
  • David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Bologna, 1990.

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