Amore e Psiche (van Dyck)
Amore e Psiche | |
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Autore | Antoon van Dyck |
Data | 1638 - 1640 |
Tecnica | olio su tela |
Dimensioni | 199,4×191,8 cm |
Ubicazione | Palazzo di Kensington, Londra |
Amore e Psiche è uno degli ultimi dipinti eseguiti da Antoon van Dyck e rappresenta la scena di Amore e Psiche tratta dal capolavoro di Apuleio Le metamorfosi. Fa parte della collezione reale inglese e oggi è conservato al palazzo di Kensington, a Londra.[1]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Quest'opera, che è una delle ultime del repertorio vandichiano, mostra i segni dell'influenza di Tiziano e si data al suo periodo come artista di corte presso Carlo I d'Inghilterra.[1] Si tratta del suo unico dipinto mitologico di quel periodo a essere sopravvissuto e forse faceva parte di una serie di quadri sul tema di Amore e Psiche, commissionati per la Queen's House ("casa della regina") a Greenwich.[2] Il progetto, al quale avrebbero partecipato anche Jacob Jordaens e il vecchio tutore di van Dyck, Pietro Paolo Rubens, non venne completato, e forse è per questo che l'opera non è del tutto finita e manca della cornice.[2] Una seconda ipotesi ne vedrebbe la creazione per le celebrazioni del matrimonio tra la principessa Maria e Guglielmo II d'Orange nel 1641.[3]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Il quadro ritrae il momento esatto nel quale Amore (o Cupido) giunge in tempo per salvare Psiche, che dopo aver aperto un cofanetto proveniente dall'Ade è stata avvolta dal sonno della morte. La scena è ambientata sotto due alberi, uno rigoglioso e l'altro spoglio, che simboleggiano lo stato di Psiche, in bilico tra la vita e la morte.[3] La corsa di Amore per raggiungere la sua amata è stata associata al concetto platonico dell'amore come desiderio mosso dalla bellezza.[4] Psiche richiama la Venere di Urbino tizianesca e si pensa che possa avere le fattezze dell'amante di van Dyck, Margaret Lemon.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) Anthony van Dyck (1599-1641) - Cupid and Psyche, su www.rct.uk. URL consultato il 27 ottobre 2022.
- ^ a b c (EN) Anthony van Dyck e Peter Russell, Delphi Complete Paintings of Anthony van Dyck (Illustrated), Delphi Classics, 20 giugno 2019, ISBN 978-1-78877-969-2. URL consultato il 27 ottobre 2022.
- ^ a b Amore e morte secondo Van Dyck, su La disillusione, 18 aprile 2018. URL consultato il 27 ottobre 2022.
- ^ (EN) Walter Melion, Michael Zell e Joanna Woodall, Ut pictura amor: The Reflexive Imagery of Love in Artistic Theory and Practice, 1500-1700, BRILL, 6 novembre 2017, ISBN 978-90-04-34646-8. URL consultato il 27 ottobre 2022.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Gian Pietro Bellori, Le vite de' pittori, scultori et architetti moderni, Torino, Einaudi, 1976.
- Didier Bodart, Van Dyck, Prato, Giunti, 1997.
- Christopher Brown, Van Dyck 1599-1641, Milano, RCS Libri, 1999, ISBN 88-17-86060-3.
- Justus Müller Hofstede, Van Dyck, Milano, Rizzoli/Skira, 2004.
- Stefano Zuffi, Il Barocco, Verona, Mondadori, 2004.
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