Alberto Rizzoli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Alberto Rizzoli nel suo ufficio in casa editrice (metà anni 1970).

Alberto Rizzoli (Como, 18 febbraio 1945Pavia, 22 febbraio 2019) è stato un imprenditore e editore italiano.

Figlio secondogenito di Andrea Rizzoli e Lucia Solmi, fu amministratore delegato dell'omonima casa editrice, creata dal nonno Angelo, negli anni settanta il primo gruppo editoriale italiano.

Lo stesso argomento in dettaglio: Rizzoli Editore.

Iniziò a diciannove anni la sua attività nella casa editrice Rizzoli. Dopo avere svolto compiti di crescente responsabilità, nel 1974 ne divenne amministratore delegato; nello stesso periodo fu anche presidente della cartiera di Marzabotto.

Nel 1979 abbandonò la società, in disaccordo con la gestione espansiva del fratello Angelo e di Bruno Tassan Din[1]. Nel 1980 fondò la casa editrice Quadratum, che rilanciò riviste come La Cucina Italiana, Successo e Weekend.

Nel 1983, entrata in amministrazione controllata la RCS, venne arrestato e dopo 21 giorni rilasciato, infine fu prosciolto in istruttoria.

Lasciata l'attività editoriale, passò a gestire la sua azienda agricola alle porte di Milano[2].

Si è suicidato il 22 febbraio 2019 con un colpo di pistola mentre si trovava nella sua oasi naturale di Garzaia della Cascina Villarasca a Rognano[3][4]. È stato trovato da un guardiacaccia e trasportato immediatamente all'ospedale di Pavia, dove è deceduto un'ora dopo.[5]. È stato tumulato nella cappella di famiglia del Cimitero Monumentale di Milano[6].

Legami familiari

[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1970, Alberto Rizzoli si era sposato con Stellina Fabbri, figlia unica di Giovanni Fabbri,[7] uno dei tre fratelli proprietari della Fabbri Editore.

Dal matrimonio due figlie, Eleonora e Giovanna. La coppia ha divorziato nel 1976.

Alberto era cugino di Nicola Carraro[4] ed aveva una sorella, Annina. Nel 1987 un'altra sorella, Isabella, figlia di Andrea e Ljuba, seconda moglie di Andrea, morì suicida a Montecarlo[1].

  1. ^ a b Dino Messina, L’amore per i cani, i ricordi di nonno Angelo e quell’addio al gruppo di famiglia: la vita di Alberto Rizzoli, su corriere.it, 23 febbraio 2019. URL consultato il 24 febbraio 2019 (archiviato il 24 febbraio 2019).
  2. ^ Nicola Carraro e Alberto Rizzoli, Rizzoli - La vera storia di una grande famiglia italiana, Mondadori, 2015
  3. ^ Morto Alberto Rizzoli, nipote del fondatore della casa editrice, su lastampa.it, 22 febbraio 2019. URL consultato il 22 febbraio 2019.
  4. ^ a b Si è ucciso Alberto Rizzoli, nipote del fondatore della casa editrice, su milano.repubblica.it, 22 febbraio 2019. URL consultato il 22 febbraio 2019.
  5. ^ Morto Alberto Rizzoli è morto. Sì è suicidato sparandosi con la sua pistola, su topicnews.it, 23 febbraio 2019. URL consultato il 23 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 23 febbraio 2019).
  6. ^ Comune di Milano, applicazione di ricerca defunti '”Not2 4get”.
  7. ^ Alberto Mazzuca, La erre verde, op-cit. pp.258-259
  • Nicola Carraro e Alberto Rizzoli, Rizzoli - La vera storia di una grande famiglia italiana, Milano, Mondadori, 2015
  • Alberto Mazzuca, La erre verde. Ascesa e declino dell'impero Rizzoli, Milano, Longanesi & C, 1991 ISBN 88-304-0999-5

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN315997259 · ISNI (EN0000 0004 4958 4297 · LCCN (ENno2015066437 · GND (DE1073611531