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Adattamento e censura degli anime

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"I contenuti degli anime, le animazioni giapponesi, sono frequentemente soggetti a processi di adattamento e censura durante la distribuzione, sia in Giappone che nelle successive localizzazioni internazionali. Questi adattamenti possono derivare da indicazioni fornite da enti regolatori o essere implementati autonomamente dai distributori prima della messa in onda..[1]

I motivi dell'adattamento

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In molti paesi, i cartoni animati sono considerati un prodotto destinato esclusivamente ai bambini in età scolare e, come tale, devono rispettare certi canoni di linguaggio e di contenuto.[2]

Una buona parte dei cartoni animati trasmessi è importata dal Giappone, un mercato molto vasto e competitivo, che si rivolge invece a un pubblico eterogeneo e di tutte le età. Proprio per questo motivo, in Giappone vengono prodotti diversi tipi di anime. Per ogni fascia d'età esiste un adeguato orario di programmazione, dalla mattina fino a notte fonda, in base ai contenuti del prodotto.[2]

Il motivo principale per cui alcuni anime al di fuori del Giappone vengono trasmessi in fascia non protetta è legato al merchandising, ossia alla promozione degli oggetti associati ai cartoni animati in questione. La trasmissione nel primo pomeriggio porta notevole pubblicità e relativa commercializzazione, a dispetto della reale tipologia di opera: si pensi, ad esempio, a un cartone animato come I Simpson, chiaramente non ideato per un pubblico infantile.[2]

Da notare che anche alcune sit-com animate di produzione americana, come I Griffin, South Park e Drawn Together, hanno subito delle censure, specialmente durante la loro trasmissione sulle reti in chiaro. Tuttavia, generalmente tali opere sono identificate più facilmente dai programmatori come destinate a un pubblico più maturo, al contrario di quanto accade per la produzione giapponese.[2]

Scene di sesso, nudo e semi-nudo

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In molti anime giapponesi destinati a un pubblico al di sopra dei 14 anni non è raro trovare scene vagamente erotiche.[3] Anche se sono molto rare le scene di sesso esplicito in un anime, si trovano spesso episodi in cui si vedono nudi o seminudi di personaggi femminili o in cui i personaggi si scambiano semplici effusioni. Queste sequenze negli anime sottoposti a censura sono generalmente tagliate dove è possibile, anche allungando o ripetendo sequenze contigue. Esempi di censure di questo tipo si trovano in alcuni episodi di Occhi di gatto, Il mistero della pietra azzurra, Georgie e Dragon Ball, e nell'edizione CRC degli episodi di Ranma ½.[3] Un caso eclatante è forse quello della serie È quasi magia Johnny, in cui è stata censurata la scena di un'effusione tra i protagonisti Johnny/Kyosuke e Sabrina/Madoka, nonostante questa sequenza sia la scena finale della sigla italiana dell'anime.

Le scene di nudo maschile sono invece lasciate intatte, anche perché la visione è già limitata al posteriore nella versione originale, tranne che per i bambini, dove si possono trovare casi di nudità integrali, a volte mantenute anche nella versione italiana (esempio le tre serie di Dragon Ball).

Scene di violenza

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In molti anime sono state censurate anche scene in cui i personaggi muoiono o si feriscono vistosamente, oltre a scene in cui subiscono graffi o ricevono schiaffi. Questi tagli, molto diffusi negli anni novanta e nei primi anni 2000, sono stati in seguito ridotti; tuttavia, rimangono delle eccezioni: ad esempio, in One Piece spesso viene cambiato il colore del sangue per renderlo più scuro,[N 1] mentre in Naruto, talvolta, su alcune scene particolarmente violente è stato applicato l'effetto negativo per sovvertire i colori. In una recente trasmissione in chiaro de I Cavalieri dello zodiaco vi sono innumerevoli inquadrature decolorate per cambiare il colore del sangue.

Un'altra pratica molto utilizzata per circa un decennio, a partire dalla seconda metà degli anni novanta, per i cartoni trasmessi sulle reti Mediaset, fu quella di sostituire in sede di doppiaggio parole come morte, cadavere, suicidio e i verbi morire, uccidere e ammazzare con termini più blandi come «eliminare», «fare fuori», «sparire» o «andare all'altro mondo», «corpo» e «perdere/togliere la vita», o semplicemente usando «omicidio» e «assassinato». Esempi possono essere considerate le serie Dragon Ball Z e GT, la serie americana Batman of the Future, dove la "Setta degli assassini" divenne "la Setta dei criminali", e le prime stagioni degli anime One Piece e Detective Conan. Proprio quest'ultimo fu una delle prime serie ad aver nuovamente "legittimato" questi concetti, esportati in seguito in altri cartoni trasmessi dall'editore milanese, come One Piece e Naruto.

Modifiche alla trama

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Adattamento dei termini originali

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Vi sono casi in cui l'adattamento dei nomi usati per attacchi, oggetti oppure alcuni termini tecnici nei doppiaggi italiani non rispecchia la reale traduzione del termine, mentre trovano in genere una più stretta affinità negli adattamenti anglosassoni (spesso tali termini sono espressi nella versione originale in lingua inglese piuttosto che in giapponese).

Tale abitudine risale all'epoca della messa in onda dei primi cartoni di genere "mecha" negli anni settanta, dovuta[N 2] alla consapevolezza da parte degli adattatori dell'importanza che tali nomi avevano all'interno dell'opera[4]: esempi famosi possono considerarsi l'Alabarda Spaziale[N 3] di Goldrake e l'Onda Energetica[N 4] in Dragon Ball. In altri casi, l'adattamento italiano ha preferito tradurre letteralmente il termine inglese presente in originale (si veda l'espressione "tesoruccio" usata da Lamù nell'anime omonimo[N 5], che sostituisce l'inglese darling usato nella versione originale).

Età dei personaggi

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A volte viene variata l'età dei personaggi della serie, in genere aumentandola di qualche anno e cambiandone anche il livello scolastico frequentato, ad esempio dalle scuole medie alle superiori. Questo è dovuto al fatto che spesso i personaggi, durante la storia, intraprendono relazioni sentimentali e amorose con altre persone e si imbattono in situazioni più mature e difficili, legate al mondo degli adulti. Si preferisce quindi alzare l'età media per adattare meglio l'anime a un pubblico di adolescenti. Esempi di questo fenomeno si possono riscontrare negli adattamenti animati della trasposizione di Card Captor Sakura[N 6] e in I Cavalieri dello zodiaco, in cui i protagonisti nel manga e nell'anime giapponese sono ragazzi di età compresa fra i 13 e i 15 anni, ma nella versione italiana, seppur non espressamente dichiarato, si intuisce abbiano almeno 18 anni.[N 7]

Diversamente dall'anime Rossana, l'adattamento Mediaset non ha ritenuto di dover invecchiare la protagonista rispetto agli 11 anni dell'originale. La ragazza, infatti, ama Rei (Robbie in Italia) alla stregua di un fidanzato, benché egli sia decisamente più grande; tuttavia, l'adattamento italiano riduce il sentimento di Rossana a una semplice amicizia. Da notare che, invece, nella serie degli anni '80 Juny peperina inventatutto, anch'essa trasmessa sulle reti Mediaset, l'amore della piccola protagonista per un ragazzo più maturo non è stato soggetto a censure, né sarebbe stato possibile, poiché i tentativi di Juny di conquistarlo e i suoi atteggiamenti da innamorata sono parte essenziale della trama.

Dialoghi aggiuntivi o modificati

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Un esempio celebre di dialoghi aggiuntivi si trova nella serie I Cavalieri dello zodiaco, dove i dialoghi, oltre a essere rimaneggiati, sono stati anche aggiunti quando i personaggi restano in silenzio.[N 8][5] Un altro esempio è riscontrabile in Lady Oscar, dove nella versione giapponese Rosalie, per trovare il denaro per la madre malata, vuole prostituirsi a Oscar; mentre nella versione italiana chiede semplicemente del denaro. Durante il processo di Jeanne, quest'ultima nella versione giapponese dice di avere un rapporto lesbico con la Regina insieme a Oscar e alla Contessa di Polignac. Un altro caso famoso è Dragon Ball: in genere la voce narrante dovrebbe commentare solamente all'inizio e alla fine dell'episodio, mentre i personaggi avversari durante un combattimento dovrebbero studiarsi in silenzio al fine di aumentare la tensione; invece, nell'adattamento italiano vengono aggiunte riflessioni puramente inventate.Nell'adattamento italiano di Kiss Me Licia, il gatto Giuliano parla, mentre nell'originale giapponese si limita solo a fare versi. Ciò accade anche quando ad alcune scene sono legati eventi culminanti, come un rapporto sentimentale o un avvenimento tragico o violento. Queste sono manovre che alterano, in modo a volte non marginale, quanto voluto trasmettere dall'autore. Ad esempio, nell'anime Re Artù, durante una scena silenziosa di otto secondi, c'è una panoramica che mostra un villaggio tranquillo immerso nel silenzio. Nella versione italiana, invece, tale silenzio viene coperto dalla voce del narratore, che evidenzia come la calma del luogo porti a percepire persino il debole fruscio del vento. Tuttavia, questo non viene percepito dallo spettatore a causa della voce commentata.[2]

Soprattutto a partire dagli anni 2000, l'impiego dei dialoghi aggiuntivi è praticamente scomparso.

Tagli per programmazione

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Nelle trasmissioni sulle reti italiane è stato spesso eliminato lo stacco, chiamato eyecatch, che in Giappone introduce la pubblicità a metà episodio,[N 9] visto che in Italia si è soliti trasmettere gli episodi senza interruzioni pubblicitarie, grazie al codice di autoregolamentazione televisivo per i minori, che stabilisce che in qualsiasi serie animata non debba esserci alcuna pausa pubblicitaria. Vi sono stati però casi in cui tali scenette sono state mantenute. Il primo riguarda la trasmissione dei primi episodi di Ranma ½ su TMC nel contenitore Zap-Zap TV, dove furono usati per separare la puntata dalle anticipazioni della puntata successiva, mentre nelle repliche sulle tv locali furono mantenuti, specialmente dalla terza stagione in poi. Altro caso dove gli eyecatch sono mantenuti è quello di Keroro, dovuto al fatto che ogni puntata dell'anime comprende spesso due episodi, per lo più autoconclusivi da 10 minuti circa l'uno. Di conseguenza viene usato un solo eycatch come intermezzo fra le due metà della puntata.

Riferimenti al Giappone

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Cambiamento dei nomi dei personaggi

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Soprattutto i nomi propri giapponesi, in passato venivano cambiati in nomi italiani, americani o in altri scaturiti dall'immaginazione degli adattatori.[3]

Storicamente in Italia ciò avvenne in modo massivo nella serie, UFO Robot Goldrake: gli adattatori francesi, diversamente, ad esempio da quelli dei paesi arabi, ritennero di sostituire i nomi propri giapponesi con altri inventati, ispirati a nomi di stelle, vedi per esempio quelli di Alcor o di Mizar, e l'Italia mantenne sostanzialmente i nomi dell'adattamento francese. Questa pratica avrebbe avuto lo scopo di rendere più comprensibili e familiari i nomi giapponesi, trasformati appunto, in nomi più aderenti all'immaginario occidentale. In questo caso viene contestato il fatto che così facendo, si stia operando una "semplificazione" culturale che, invece di proteggere i bambini, li isola in un mondo omologato da cui è bandita qualunque diversità, in realtà un mondo inesistente.[1] È comunque controverso il motivo stesso di queste "censure", che non sembrano essere usate per alterare il programma, quanto per concedere una compartecipazione emotiva dei bambini, altrimenti per il mondo occidentale, molto più complessa.

In alcuni casi, come per Dragon Ball o Saint Seiya, si è dato lo stesso nome a più personaggi secondari della storia. In City Hunter il protagonista, in origine Ryo Saeba, ha preso il nome stesso della serie animata, abbreviato in genere nel semplice Hunter, mentre la protagonista femminile, Kaori Makimura, è stata rinominata con un cognome italiano, divenendo Kreta Mancinelli.

Da notare che questa tecnica, molto usata tra gli anni ottanta e novanta sulle reti Mediaset, sia iniziata lentamente a sparire tra la fine degli anni 90 e l'inizio degli anni 2000[N 10], fino a non essere più utilizzata, in quanto oggi l'utilizzo di nomi giapponesi non è più ritenuto anomalo, e non è più quindi soggetto a semplificazioni culturali. È bene comunque specificare che moltissimi anime, soprattutto non editi da Mediaset, già dagli anni '80, conservavano i nomi originali, basti pensare a serie come L'uomo tigre. Singolare è stato il caso di Shin Chan; la serie fu trasmessa sulla televisione italiana usando la versione censurata britannica, ma utilizzando i nomi originali. Un altro esempio è la serie Doraemon: il piccolo protagonista Nobita nelle prime edizioni italiane si chiama Guglielmo, detto Guglia[N 11]; solo in seguito venne riproposto con il nome originale.

Sorte invece diversa ebbe il protagonista di One Piece Monkey D. Rufy, il cui nome è stato modificato nell'edizione italiana in "Rubber", senza subire modifiche, così come i cosiddetti frutti del diavolo, sempre appartenenti all'universo di One Piece trasformati in "frutti del mare". La modifica del nome del protagonista è molto significativa in quanto la "D" nel nome avrà una importanza di primo piano nell'anime, mentre nella versione italiana tutti i dialoghi riguardo a tale caratteristica sono stati stravolti, finché, nell'episodio 400, il personaggio viene chiamato "Monkey D. Rubber", lasciando integro il discorso sulla D che avviene nello stesso episodio. Inoltre in seguito il nome originale è stato ripristinato e Rubber è diventato il soprannome del personaggio. Inoltre la maggioranza dei personaggi di questo anime conservavano, e conservano tuttora, i nomi originali.

In Sailor Moon, edito in un periodo in cui la semplificazione culturale sui nomi era largamente diffusa, la protagonista Usagi viene ribattezzata col nome Bunny, che richiama il significato del nome giapponese. Il cambiamento non ha conseguenze fino alla seconda serie quando arriva una bambina che si fa chiamare Usagi e che poi, per non essere confusa con l'Usagi grande, viene chiamata dai personaggi Chibiusa[N 12]. Incomprensibile in Italia il passaggio dal nome Bunny a Chibiusa, mentre almeno nell'edizione americana si è passato da Serena, nome inglese di Usagi, a Rini, che in questo caso è un'abbreviazione.

L'abitudine di rinominare i personaggi con un nome, spesso anglofono, richiamante il significato di quello originale è stata utilizzata anche per il personaggio Ichigo Momomiya di Mew Mew - Amiche vincenti, ribattezzata nell'edizione italiana Strawberry, o con Hikaru, Umi e Fu, protagoniste di Magic Knight Rayearth, diventate nella versione italiana Luce, Marina e Anemone[N 13]. Infine con il personaggio di Senritsu[N 14] di Hunter × Hunter, ribattezzata Melody nella versione americana dell'anime, mentre in quella italiana è rimasto il nome originale.

Eliminazione dei riferimenti al Giappone

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Bandiere, carte geografiche, scritte, come per la maggior parte delle censure alla cultura di riferimento per motivi di comprensibilità, in passato venivano spesso eliminati con fermi-immagine o tagli. In alcuni casi, nonostante la trama di un anime si svolgesse a Tokyo, si preferisce dare alla città un nome di fantasia e non nominare mai la parola Giappone o giapponese. Questi fatti, come il cambio dei nomi, sono un altro evidente caso di semplificazione culturale, con inevitabile impoverimento dell'opera e, paradossalmente, con conseguenze sulla sua stessa comprensibilità.[1] Spesso, ad esempio, se in una scena erano presenti ideogrammi, anziché tradurli o sottotitolarli, si preferiva cancellarli o tagliare addirittura l'intera scena, senza badare a quanto ciò fosse importante per la comprensione della storia.

Un esempio limite è F - Motori in pista, dove ogni qualvolta appariva una scritta in caratteri giapponesi, per esempio su un giornale, una vetrina o sui cartelloni pubblicitari a bordo pista, la scena veniva completamente eliminata, rendendo incomprensibile la trama dell'episodio. Anche i prezzi vengono tradotti, ma si sceglie spesso un cambio immaginario, che addirittura varia spesso più volte nel corso di un singolo episodio. Un grande passo avanti è stato fatto a partire dagli anni 2000, dove i kanji appaiono sempre, e negli adattamenti viene anche indicato che l'anime si svolge in Giappone[N 15]. Erano inoltre eliminati riferimenti alle religioni, sia a quelle più diffuse in Giappone, shintoista e buddhista, sia a quella cristiana.[1]

Adattamenti e censure per Paese

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Nel Regno Unito, la legge sulle registrazioni video del 1984 (Video Recordings Act 1984) e successivamente, la legge sulle registrazioni video del 2010 (Video Recordings Act 2010) richiedono che tutti i media home video siano certificati dal British Board of Film Classification. La vendita o noleggio di materiale non classificato è vietata, ma i media importati sono ammessi per uso personale a patto che il contenuto non infranga la legge britannica[6]. Il BBFC è responsabile nell'assegnare le classificazioni per età ai contenuti video e se necessario, nel richiedere dei tagli e rifiutare il visto censura se il contenuto non soddisfa le linee guida. Degli esempi di contenuto considerato inaccettabile includono violenza grafica e scene di natura sessuale come il sesso tra minorenni e la violenza sessuale[7]. Un numero di uscite vennero sostanzialmente censurate per avere il visto censura tra cui la serie Urotsukidōji e Adventure Kid (rinominato Adventure Duo nel Regno Unito)[8][9]. Il capitolo Infernal Road della serie Urotsukidōji ebbe la sua uscita ritardata dal BBFC per tre anni, includendo due casi di rifiuto del visto di censura fino a quando l'episodio finale venne rilasciato, con i copioni per gli altri capitoli inclusi come contenuto extra nell'edizione DVD[10][11]. Anche La Blue Girl venne rifiutata la classificazione[10]. La Blue Girl Returns venne rilasciato come vietato ai minori di 18 anni dopo essere stato sottoposto a molti tagli obbligatori di 35 minuti in 4 episodi[12][13]. Agli inizi degli anni '90, gli anime in Gran Bretagna furono soggetti a una campagna mediatica negativa da parte di alcuni giornali come reazione alla violenza e al contenuto sessualizzato in molti dei titoli disponibili[14]. I distributori ne trassero vantaggio attraverso le poche licenze di anime spinti per fare colpo sul mercato scelto[10]. Nel 1995, il 25% degli anime usciti in Gran Bretagna a quel punto erano vietati ai minori di 18 anni e il 36% erano vietati ai minori di 15 anni[15]. Nel 2006, l'opera media arrivò senza tagli e classifcata come vietata ai minori di 12 anni[7]. In alcuni casi, una classificazione per età più pesante del BBFC era desiderata dai distributori in presenza di un eccessivo linguaggio scurrile deliberatamente inserito per ottenere una classificazione per età più alta, un processo noto come fifteening[10]. Un esempio dato dal BBFC fu Patlabor, che venne classificato vietato ai minori di 15 anni a causa del linguaggio usato, mentre sarebbe altrimenti uscito come "adatto a minori accompagnati dai genitori" (PG)[15].

La psicoterapeuta Liliane Lurçat, nel suo saggio Il bambino e la televisione. A cinque anni solo con Goldrake (Seul avec Goldorak) del 1981, condusse un breve studio psicosociologico sugli anime in rapporto alla percezione che di essi avevano i piccoli telespettatori, pervenendo a risultati tranquillizzanti circa i presunti effetti negativi.[3] Ciò nonostante, in seguito serie come Ken le survivant (Ken il guerriero) e Mon cher frère (Caro fratello) sono state interrotte, la prima per eccessiva violenza, la seconda per le atmosfere torbide. Un conflitto di diritti d'autore è invece all'origine del cambio di titolo di Lupin III in Edgar de la Cambriole, Edgar, le détéctive cambrioleur (Edgar, il ladro detective), fatto per evitare un contenzioso con gli eredi di Maurice Leblanc, creatore di Arsenio Lupin, fino a quando i diritti d'autore scaddero nel gennaio 2012, aprendo la strada all'utilizzo del nome originale dell'anime all'estero[16].

La censura degli anime colpisce, anche se in misura minore rispetto ad altri paesi, anche il Giappone, il luogo in cui essi vengono prodotti. Ai sensi dell'articolo 175 del Codice penale giapponese, i materiali contenenti immagini considerate indecenti sono proibiti. Tuttavia le leggi risalivano al 1907 e rimasero invariate durante il processo di aggiornamento della costituzione giapponese avvenuto nel 1947. Con il tempo, gli standard considerati accettabili divennero meno chiari.[17] La raffigurazione di peli pubici fu vietata fino al 1991, portando serie, tra cui Lolita Anime e Cream Lemon, a sfruttare la sessualizzazione di ragazze prepubescenti come una scappatoia. L'uso di tentacoli in serie hentai come Urotsukidōji, permise ai creatori di evitare la censura sulla raffigurazione di genitali. In altri casi, il contenuto è stato autocensurato attraverso l'uso dello sfocamento e dei cerchi neri. Quando la censura è rimossa per l'uscita all'estero, l'animazione originale, priva censura viene rivelata, portando a preoccupazioni sulla sessualizzazione delle minorenni.[18]

Cowboy Bebop e Gantz sono esempi di titoli messi in onda in versione rimaneggiata, poi usciti senza censura nel mercato del home video.[19][20] Episodi di serie come Osomatsu-san sono stati rimaneggiati nelle repliche e negli home video.[21]

Negli ultimi tempi infatti le reti televisive giapponesi, in seguito a proteste di genitori o spettatori occasionali, hanno deciso di autocensurare anime troppo violenti od erotici, rimuovendo le scene "incriminate". La censura degli anime in Giappone avviene soprattutto nelle scene violente e di sesso esplicito.

Un esempio di questa nuova politica del manga, Gantz, trasmesso in una versione particolarmente adattata da Fuji TV nell'estate 2004, dove vennero rimosse tutte le scene violente. La seconda stagione di Gantz venne poi trasmessa in versione integrale sul canale satellitare WOWOW. Sempre nel 2004 la sigla iniziale di Area 88 venne criticata per le scene erotiche in essa contenute, e dovettero quindi essere rimosse tutte le scene di nudo.

Un altro anime in cui vennero censurate nudità fu Girls Bravo, trasmessa da Fuji TV in versione censurata. Fuji censurò soprattutto le scene di nudo nei bagni, oscurando le parti intime con del vapore digitale. Per questa censura le protagoniste dell'anime furono soprannominate steamgirls ("ragazze vapore").

Talvolta in trasposizioni da manga ad anime, alcune scene vengono rese meno violente, oppure sono tagliate, un esempio è One Piece dove nel primo capitolo, Rufy bambino, si ferisce con un coltello la guancia per mostrare a Shanks il rosso il suo coraggio: questa scena nella versione animata non è stata inclusa.[22] Inoltre nel flashback di Sanji, Zeff mangia la sua gamba per non morire di fame, mentre nell'anime la perde perché rimane incastrata in una catena. Molte altre scene sono state rese meno violente e la presenza di sangue attenuata.

In molti anime le parole oscene furono censurate con bip e in alcuni casi venne cambiato il colore del sangue, per esempio nell'episodio finale di School Days. Comunque il livello di censura varia da rete a rete. Per esempio, l'episodio 6 di Moetan non venne mai trasmesso sulla rete nazionale mentre venne trasmessa in versione censurata, su Chiba TV. Solitamente i canali satellitari tendono a censurare di meno gli anime trasmesse dai canali terrestri.

In alcuni casi sono stati fatti di cronaca nera a spingere le emittenti giapponesi a trasmettere degli anime in versione censurata. Per esempio, in seguito all'omicidio di un uomo quarantacinquenne commesso dalla figlia sedicenne, avvenuto il 18 settembre 2007, le emittenti hanno deciso di autocensurarsi tagliando da alcuni anime alcune scene violente. Alcuni esempi di anime censurati anche in Giappone: Shigofumi, School Days, Moetan, Kodomo no Jikan, The Qwaser of Stigmata, Highschool of the Dead, Hetalia, To Love-Ru Darkness.

Durante la messa in onda dell'adattamento animato di Le bizzarre avventure di JoJo, alcune scene vengono oscurate in modo da renderle meno violente, inoltre, nella terza stagione, ogni scena in cui il protagonista Jotaro Kujo è mostrato fumando una sigaretta, il suo volto viene oscurato[23], in quanto suddetto personaggio ha 17 anni[24].

Storia della censura degli anime in Italia

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I primi anime trasmessi in Italia sulle reti private non furono quasi mai censurati, anche quando contenevano scene vagamente erotiche come in Lady Oscar e in Georgie[25]), mentre sulla televisione pubblica vennero tagliate solo alcune scene ritenute troppo violente nei cartoni robotici e fantascientifici.[26]

Il primo anime ad essere sistematicamente censurato probabilmente fu Alpen Rose, trasmesso in Italia tra il 1985 e il 1986, ambientato nella seconda guerra mondiale. Si arrivò anche a tagliare 9-10 minuti a episodio, praticamente quasi la metà dell'episodio originale, per evitare ogni riferimento alla guerra.[3] Anche il cartone della stessa casa di produzione e di simile ambientazione bellica, Julie rosa di bosco, fu censurato tagliando ogni riferimento all'Italia: l'aereo che uccideva i genitori della protagonista era italiano.

Il periodo dalla fine anni ottanta agli anni novanta

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In seguito, nella seconda metà degli anni ottanta, venne applicato un tipo diverso di censura degli originali, tentando di eliminare dai cartoni giapponesi ogni riferimento al Giappone e rendendo l'ambientazione della storia più generica: un esempio in tal senso è F - Motori in pista: al protagonista fu cambiato il nome in Patrick, la Formula J, campionato automobilistico giapponese, divenne l'europea Formula 3000, e se durante la gara appariva un cartellone pubblicitario con lo sponsor giapponese questa scena veniva tagliata.

Un'altra serie degli anni ottanta, È quasi magia Johnny, costituendo uno degli anime più censurati insieme a Rossana e Piccoli problemi di cuore, è l'anime che per primo ha reso macroscopicamente evidente il problema delle censure agli appassionati[senza fonte]. Oltre a tagliare numerose scene, Mediaset non trasmise due episodi perché ritenuti non adatti ai bambini.[27] Uno dei responsabili della programmazione di Italia 1 in un'intervista attribuisce i "tagli" effettuati a Piccoli problemi di cuore all'esigenza di trasmettere il cartone in orario protetto senza incorrere nelle proteste del Moige.[28] Non indenne da censure anche l'anime, Che famiglia è questa Family!, dove i dialoghi sono stati modificati appositamente allo scopo di nascondere alcune relazioni bisessuali dei protagonisti.

Negli anni novanta, in cui il ritmo d'importazione delle serie si era ridotto, anime come Ken il guerriero e Sailor Moon, trasmesso su reti Mediaset, scatenarono molte polemiche.[3] Nell'autunno 1996 dei ragazzi lanciarono un enorme sasso da un cavalcavia uccidendo una persona. Nelle perquisizioni condotte nelle case dei colpevoli la polizia rinvenne un poster di X-Files, fumetti di Dylan Dog, e dei manga di Ken il guerriero, ritenuto violento e quindi accusato di aver incitato a simili comportamenti. Numerose trasmissioni furono dedicate all'argomento e un giornalista affermò che "Ken è un guerriero che lancia i sassi contro le persone".[29]

L'anno successivo, la psicologa Vera Slepoj sostenne che la quinta serie di Sailor Moon sarebbe stata in grado di compromettere seriamente l'identità sessuale dei bambini. L'accusa della Slepoj era basata sulla segnalazione di alcuni genitori, i cui bambini maschi, appassionati del cartone, giungevano a identificarsi con la protagonista.[3] Successivamente la polemica riguardò anche la presenza nella quinta serie delle Sailor Starlights, guerriere che quando non combattono sono dei ragazzi in tutto e per tutto. In conseguenza alle polemiche, la serie di Sailor Moon, già riadattata, fu ancor più modificata: in video, con vistosi fermi immagine e rimontaggi delle scene, e ancora di più nei dialoghi, sui quali il responsabile del doppiaggio, Nicola Bartolini Carrassi, operò in modo tanto esteso da stravolgere in diverse occasioni la trama originale[senza fonte]. Nella terza serie le guerriere Heles e Milena, Sailor Uranus e Sailor Neptune, formano una coppia lesbica, ma il loro amore viene completamente censurato da Mediaset, che descrive le due ragazze come due semplici amiche. Nell'ultimo episodio della serie, inoltre, Sailor Moon, coinvolta in una battaglia particolarmente violenta, si mostra alla fine in video completamente nuda: sebbene tale nudo fosse inteso come simbolico, venne censurato.

Un'altra serie che subì pesanti censure fu Slayers a cominciare dal titolo stesso, cambiato da Mediaset in Un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo per Rina. Vennero eliminati i cognomi dei personaggi e cambiati anche alcuni nomi. Furono eliminati i nomi degli incantesimi e stravolte completamente le formule. Gli ultimi tre episodi della seconda serie vennero fusi in uno solo con oltre 40 minuti di taglio delle scene, inoltre le mestruazioni che impedivano a Lina Inverse di lanciare gli incantesimi divennero nella versione Mediaset una non meglio specificata "malattia".

Il periodo MOIGE e ADAM Italia

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Nel 2000 scoppiò il caso Dragon Ball: una madre sfogliando un numero di Dragon Ball comprato dal figlio lesse la parte in cui Bulma fa vedere le mutandine al maestro Muten ignara del fatto che Goku gliele aveva tolte la sera prima e, considerandola non adatta ai bambini, si rivolse all'associazione Cittadinanzattiva, che presentò un esposto alla Procura della Repubblica di Roma nei confronti dell'editore Star Comics. La scena incriminata fu accusata di favorire la pedofilia perché leggendo quella scena un bambino avrebbe potuto pensare che mostrare le mutandine a un vecchio fosse una cosa normale. Malgrado ciò, la vicenda si è sgonfiata in poco tempo senza alcuna conseguenza, se non che nelle due ristampe successive la Star Comics, per evitare ulteriori polemiche e azioni legali, ha deciso di censurare la scena incriminata[N 16] e nella pagina iniziale di tutti i manga pubblicati dalla casa editrice è stata inserita un'avvertenza in cui si specificava che tutti i personaggi, sebbene siano soltanto delle rappresentazioni grafiche, sono maggiorenni, nonostante Goku stesso, protagonista della serie, fosse ancora un bambino.[30]

Negli ultimi anni[quando?] si aggiungono alla liste delle censure One Piece e Naruto. Nel primo anime vengono tagliate scene di violenza e sbiadito il colore del sangue, in alcuni casi i dialoghi. In Naruto le scene di sangue sono state tagliate già a partire dal primo episodio, in altri episodi si è ricorso all'oscuramento dell'immagine oppure allo sbiadimento del colore del sangue (diventato nero ed opaco). Alcuni dialoghi sono stati rivisitati mentre alcune parole sono state edulcorate con termini più infantili: "idiota" (nell'originale baka, che vuol dire anche 'scemo') è stato sostituito da "testa quadra" quando è riferito a Naruto, e termini come "uccidere", "ammazzare" e "morire" sono stati spesso rimpiazzati con sinonimi come "togliere di mezzo", "eliminare", "fare fuori" o "perdere la vita"[31] (fenomeno poi ridotto e quasi estinto, in particolare con le ultime stagioni di Naruto Shippuden). Inoltre nella serie si discuteva molto dell'umanità dei ninja, ma questo aspetto è stato reso meno evidente nelle prime stagioni dell'edizione italiana, rendendoli meno umani e più "supereroi".

Dal luglio 1997 esiste un'associazione che si batte contro la censura negli anime: l'ADAM Italia (Associazione Difesa Anime e Manga), attiva soprattutto in internet, mantiene contatti con esperti del settore fumettistico o dell'animazione come il giornalista Luca Raffaelli, i Kappa Boys ed anche il doppiatore/direttore di doppiaggio Fabrizio Mazzotta.

A partire dai primi anni 2000, salvo la parentesi dei Pokémon, dei 3 Dragon Ball, Naruto e One Piece, le emittenti sembrano accontentare i loro fan trasmettendo anime non censurati la sera. La Yamato Video risulta essere tra gli sponsor del PA2, un progetto per la messa in onda degli anime in fascia serale, da un'idea di Nicola Bartolini Carrassi, successivamente al quale furono trasmessi su Mediaset, dopo le 23, le serie Berserk e Wedding Peach. MTV seguì la scia, trasmettendo in orario non protetto, previo avviso al pubblico, iniziando dalla trasmissione di Cowboy Bebop e, successivamente, dei vari Evangelion, Inuyasha, Ranma ½, Trigun senza censure. Tuttavia, proprio l'emittente musicale non ha potuto mandare in onda l'episodio conclusivo di Excel Saga, caratterizzato soprattutto da scene parodistiche del genere hentai.

Esistono alcuni casi in cui l'anime è stato messo in onda prima in versione originale, poi in versione adattata. Uno di questi è I Cavalieri dello zodiaco, che, pur comprato da Fininvest, fu trasmesso tra fine anni ottanta e inizio anni novanta da circuiti di TV locali come Odeon TV e Italia 7 senza tagli. Dal 2000, Mediaset torna a trasmetterlo, ma in versione molto adattata. Infine, con le successive repliche del 2008 e la nuova serie Hades, la serie è stata ulteriormente censurata: tutte le scene con riferimenti al sangue sono state sbiadite e inoltre, nella sigla, è stato offuscato il rivolo di sangue che cola dalla fronte del personaggio di Phoenix.

In Dragon Ball, che fu uno dei cartoni di punta di Junior TV nel 1996: dopo un primo adattamento, che comprendeva censure nel parlato per nascondere alcune gag a sfondo sessuale, ma anche tagli di scene fatti in sede di doppiaggio[N 17], l'arrivo a Mediaset nel 98 comportò una serie ancora più lunga di censure video (solo per la trasmissione TV), alcune delle quali l'eliminazione dei caratteri katakana nelle sette sfere della sigla iniziale. Destino diverso subì Dragon Ball Z che fu prima distribuito in VHS da DeAgostini nel 1998, edito sempre da Mediaset, privo di censure video, ma solo con lievi censure nel parlato (stesso discorso per Dragon Ball GT). Quando arrivò su Italia 1 nel 2000, rispetto alla prima serie furono applicate solo pochissime censure video, questo perlomeno solo nelle prime trasmissioni. Infatti nella replica andata in onda nel 2011-2012 tre episodi (79, 80 e 85) sono stati interamente saltati per la prima volta, su richiesta del MOIGE poiché considerate troppo cruente.[32] In quest'ultima trasmissione inoltre, rispetto alle precedenti, sono state effettuate pesanti censure video in quasi tutti gli episodi in cui vi è presenza di sangue, ed è stata tagliata interamente la scena dell'episodio 253 in cui due killer uccidono due vecchietti per divertimento, che nella precedente replica era costata alla rete una multa di 100.000 euro.[33] Altro caso sono la prima e la seconda serie di Lupin III, inizialmente trasmesse in versione integrale sulle reti regionali, quindi censurate sia a livello di dialoghi che nella parte video.

Stati Uniti d'America

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Negli USA vengono solitamente censurati negli anime nudità, parolacce, scene di violenza e riferimenti a religioni o al Giappone. La censura statunitense è più sofisticata di quella italiana in quanto la computer grafica permette ai censori statunitensi di tagliare scene o a modificare alcune immagini in modo talmente perfetto che molte censure non sono affatto evidenti per lo spettatore.

Negli USA sono state censurate serie molto famose come Dragon Ball Z, Pokémon, Yu-Gi-Oh! e One Piece. A censurare maggiormente gli anime negli Stati Uniti è la 4Kids Entertainment, che ha stravolto completamente serie come One Piece, Yu-Gi-Oh! e Pokémon, rimuovendo i riferimenti al Giappone, traducendo in inglese o rimuovendo completamente con l'ausilio della computer grafica gli ideogrammi e soprattutto non trasmettendo alcuni episodi perché troppo violenti o inadeguati per un pubblico infantile.

Inoltre la 4Kids ha trasmesso One Piece in versione pesantemente censurata in modo da adattarlo per un pubblico infantile: oltre a non trasmettere molti episodi la 4Kids eliminò da questo anime molte scene violente e modificò sempre con la grafica computerizzata le immagini sostituendo le pistole vere con pistole ad acqua o spara tappi oppure trasformando le sigarette in lecca lecca e il vino in aranciata.[34] Ora la FUNimation ha ridoppiato l'anime censurandolo, leggermente, solo per la trasmissione televisiva.

Yu-Gi-Oh! venne completamente stravolto: vennero introdotti concetti che non esistevano nella versione originale ma onnipresenti nella versione censurata (il Cuore delle Carte e il Regno delle Ombre), vennero tagliate scene violente, sostituite le musiche originali con altre scelte dalla 4Kids, modificate molte immagini e inoltre reinventata quasi completamente la trama con interi dialoghi stravolti.

Dragon Ball Z, quando venne trasmesso per la prima volta negli Stati Uniti, venne pesantemente censurato con numerose scene violente tagliate. A causa di ciò i 291 episodi divennero 276. Inoltre, vennero rimossi riferimenti alla morte dei personaggi e Mr. Satan viene ribattezzato Hercule per evitare ogni riferimento al diavolo. Inoltre quando Goku cade dal serpentone nella versione originale finisce all'Inferno mentre nella versione censurata finisce nell'HFIL (Home For Infinite Losers, un luogo di pena per perdenti).

Corea del Sud

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L'importazione di ogni media e prodotto culturale dal Giappone era proibita in Corea del Sud dall'indipendenza nel 1948 fino al 1998. Come conseguenza, molti anime vennero doppiati illegalmente per aggirare il divieto, rimuovendo ogni riferimento al Giappone dal doppiaggio. All'epoca, il pubblico sudcoreano non era consapevole che queste serie fossero prodotte in Giappone. Un esempio di questo tipo di censura fu il doppiaggio coreano di Sailor Moon in cui tutti i nomi giapponesi dei personaggi furono cambiati.

In Pokémon, l'episodio La sfida del samurai non venne mandato in onda perché era presente un ragazzino vestito da samurai (in Corea sono vietati i riferimenti a tutto ciò che ricorda i difficili rapporti tra Corea e Giappone - includendo anche le raffigurazioni dei samurai - nella cultura popolare), mentre altri tre episodi furono tagliati perché erano presenti elementi della cultura giapponese, risultando in alcuni errori di continuità tra episodi.

Durante la messa in onda di One Piece su KBS 2, le censure consistevano nella rimozione degli elementi culturali giapponesi, la traduzione di tutte le scritte giapponesi in lingua coreana, mentre il resto dei contenuti censurati sono quasi gli stessi che furono modificati graficamente nella versione 4Kids (ad esempio: la sigaretta di Sanji sostituita da un leccalecca, gli abiti di alcuni personaggi femminili ridisegnati per sembrare meno succinti), l'aggiunta delle stelle su uno sfondo nero durante la connessione delle scene che mostrano quando un personaggio colpisce l'altro al di fuori dalle scene da combattimento e le lame delle varie armi da taglio vennero colorate di nero, grigio o bianco e rese opache. Inoltre, le sigle e canzoni della versione originale vennero sostituite da una versione strumentale. Dalla settima stagione in poi, quando la serie venne trasmessa da Tooniverse, la censura era meno presente. Una versione senza tagli venne trasmessa nel canale Champ Tv (maggio 2003- maggio 2007) per sei "stagioni" (ciascuna compresa da 30-52 puntate) fino alla puntata 219.

Australia e Nuova Zelanda

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Nel 2020, lo streaming di Ishuzoku Reviewers su AnimeLab in Australia e Nuova Zelanda venne trasmesso in ritardo dovuto alla "regolazione del reperimento di materiale"[35].

  1. ^ Vengono eliminate inoltre diverse scene del combattimento fra i personaggi di Monkey D. Rufy e Rob Lucci.
  2. ^ Secondo quanto affermato dall'allora doppiatore del personaggio di Actarus, Romano Malaspina.
  3. ^ In originale Double Harken.
  4. ^ In originale Kamehameha.
  5. ^ Successivamente ripreso anche nell'edizione italiana del manga edita da Star Comics.
  6. ^ L'età della protagonista venne innalzata dai 10 ai 14 anni.
  7. ^ Nel secondo episodio della serie, il protagonista Pegasus afferma di essere stato in Grecia per sei anni e di essere partito a dieci, facendo di lui un sedicenne. Nella versione animata sono inoltre presenti scene in cui i protagonisti guidano veicoli.
  8. ^ Da notare che l'adattatore dei dialoghi, Stefano Cerioni, spiegò che molti "stravolgimenti" erano dovuti al fatto che i copioni su cui lavoravano erano molto lacunosi.
  9. ^ In genere consistente in un paio di immagini o in due scenette spiritose.
  10. ^ Basti pensare a Dragon Ball in cui erano cambiati solo alcuni nomi, e ai seguiti lo Z e il GT in cui erano mantenuti quasi tutti i nomi originali, o a Naruto che non ha subito alcun cambio in merito.
  11. ^ Italiani sono i nomi di tutti i bambini nel primo doppiaggio.
  12. ^ Si tratta infatti dell'unione tra "chibi" cioè piccolo/a in giapponese e di "usa" che l'abbreviazione di Usagi. Quindi la traduzione del nome è "piccola Usagi"
  13. ^ I nomi originali dei personaggi significano rispettivamente luce, mare e vento. Il nome Anemone deriva da "άνεμος", vento in greco antico.
  14. ^ Melodia in giapponese.
  15. ^ Ne sono un esempio Keroro o Detective Conan.
  16. ^ Ripristinata integralmente solo a partire dalla quarta ristampa, chiamata Evergreen Edition, del 2011.
  17. ^ Queste scene mai doppiate sono state ripristinate dall'edizione DVD di Yamato Video con l'audio originale e i sottotitoli.
  1. ^ a b c d Eleonora Benecchi, Anime - Cartoni con l'anima, Cinema e comunicazione, Bologna, Airplane, 2005, pp. 101 e segg., SBN IT\ICCU\UBO\2707449.
  2. ^ a b c d e Il perché delle censure, da Il Bazar di Mari.
  3. ^ a b c d e f g Pellitteri 2002, p. 270 e ss.
  4. ^ Anni '90 – 7ª parte.
  5. ^ Intervista a Stefano Cerioni, su cdzmillennium.altervista.org.
  6. ^ bbfc.co.uk, https://www.bbfc.co.uk/about-bbfc/faqs.
  7. ^ a b bbfc.co.uk, https://www.bbfc.co.uk/education-resources/education-news/drawing-comparisons-history-manga-and-classification.
  8. ^ bbfc.co.uk, https://www.bbfc.co.uk/releases/urotsukidoji-iv-episode-3-quests-end.
  9. ^ bbfc.co.uk, https://www.bbfc.co.uk/releases/adventure-duo-volume-3-1970.
  10. ^ a b c d Johnathan Clements e Helen McCarthy, The Anime Encyclopedia 3rd Revised Edition, Stone Bridge Press, 2015, p. p. 884, ISBN 978-1-61172-018-1.
  11. ^ bbfc.co.uk, https://www.bbfc.co.uk/releases/urotsukidoji-iv-infernal-road-episode-one-secret-garden-2000.
  12. ^ bbfc.co.uk, https://www.bbfc.co.uk/releases/la-blue-girl-returns-episodes-1-2-2005.
  13. ^ bbfc.co.uk, https://www.bbfc.co.uk/releases/la-blue-girl-returns-episodes-3-4-2005.
  14. ^ Manga mania 13, pp. 70.
  15. ^ a b Manga Mania 30, gennaio 1996, p. 120.
  16. ^ (FR) Arsène Lupin dans le domaine public, su jacobavocats.com, 30 gennaio 2012. URL consultato il 23 marzo 2018.
  17. ^ Justin Sevakis, Why Don't Anime Characters Have Pubic Hair?, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 28 dicembre 2015. URL consultato il 13 marzo 2016.
  18. ^ Clements e McCarthy 2015, p. 125.
  19. ^ Clements e McCarthy 2015, p. 154.
  20. ^ Clements e McCarthy 2015, p. 1285.
  21. ^ Mr. Osomatsu Anime's 3rd Episode to be Partially Altered for Home Video, Streaming, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 20 novembre 2015. URL consultato il 13 marzo 2015.
  22. ^ Capitolo 1 ed episodio 4.
  23. ^ (EN) Anime Censorship Reaches New Levels of Stupid, su Kotaku, 23 marzo 2015. URL consultato il 17 settembre 2022.
  24. ^ Redazione, La bizzarra censura dell'anime di Jojo, su Fumettologica, 24 marzo 2015. URL consultato il 17 settembre 2022.
  25. ^ Storia della censura degli anime in Italia Parte 1, su ilbazardimari.net. URL consultato il 23 marzo 2018.
  26. ^ La "Mondo Home Entertainment" racconta... (Intervista a Gian Claudio Galatoli), su goldrake.info, 31 gennaio 2003. URL consultato il 21 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 4 aprile 2008).
  27. ^ Il Bazar di Mari Storia della censura degli anime in Italia Parte 2.
  28. ^ L'intervista è comparsa sulla rivista Sorrisi e Canzoni TV (16 febbraio 2005) e l'articolo è presente in rete (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2007).
  29. ^ Il Bazar di Mari Storia della censura degli anime in Italia Parte 6.
  30. ^ Paolo Buscaglino Strambio, Pericolo Giallo, ADAM-Lulu.com, 2008, p. 57 e ss.
  31. ^ Il Bazar di Mari censure generali Naruto (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2007).
  32. ^ Le censure di Dragon Ball Z su Italia1: perché?.
  33. ^ Rai 4: il MoIGE, Margaria, ADAM e Raffaelli su censure Anime, su animeclick.it, AnimeClick.it, 17 marzo 2010.
  34. ^ opguide.bravehost.com (archiviato dall'url originale il 3 ottobre 2007).
  35. ^ Wakanim, AnimeLab Continue to Stream Interspecies Reviewers Anime in Select Regions (Update), su Anime News Network, 24 settembre 2023.

Voci correlate

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