Maurizio Valenzi
Maurizio Valenzi | |
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Sindaco di Napoli | |
Durata mandato | 27 settembre 1975 – 18 agosto 1983 |
Predecessore | Bruno Milanesi |
Successore | Giuseppe Conti (commissario prefettizio) |
Senatore della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 25 giugno 1953 – 4 giugno 1968 |
Legislatura | II, III, IV |
Gruppo parlamentare | Comunista |
Circoscrizione | Napoli |
Sito istituzionale | |
Europarlamentare | |
Durata mandato | 1984 – 1989 |
Gruppo parlamentare | Gruppo Comunista |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Comunista Italiano |
Professione | pittore, pubblicista |
Maurizio Valenzi, nato Valensi (Tunisi, 16 novembre 1909 – Acerra, 23 giugno 2009), è stato un politico italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Di famiglia ebraica di origine livornese[1], da più generazioni insediata in Tunisia, è stato protagonista della Resistenza antifascista in Europa.
Il suo cognome era in realtà Valensi, fu storpiato per errore in "Valenzi" da un impiegato del comune di Napoli nel 1944, come da lui stesso raccontato in C'è Togliatti![2].
Nel dicembre del 1939 si sposò con Litza Cittanova (1917-2006) da cui ebbe due figli: Marco, nato nel 1941, e Lucia, nata nel 1952.
La militanza antifascista
[modifica | modifica wikitesto]Tra il 1935 e il 1936 aderì con un gruppo di italiani al Partito Comunista Tunisino. Con l'amico Loris Gallico redasse il settimanale "L'Italiano di Tunisi" e fu tra gli antifascisti che, la sera del 13 febbraio 1937, si recarono al cinema Midi-Minuit con l'intento di fischiare Ciano di cui si proiettano le imprese in un filmato a cura dell'Istituto Luce.[3]
Nel 1937, all'epoca del governo del Fronte Popolare, era a Parigi per collegare il gruppo dei comunisti tunisini al Centro Estero del Partito Comunista Italiano e lavorò nella redazione della “Voce degli Italiani” diretta da Giuseppe Di Vittorio. Nel 1939 raggiunsero Tunisi Giorgio Amendola e Velio Spano.
Nel novembre 1941, venne arrestato e torturato con l'elettricità: resistette agli interrogatori, venne condannato all'ergastolo ed ai lavori forzati dal regime fascista di Vichy e internato per un anno a Lambèse in Algeria. Dal luglio al novembre 1942 fu in carcere anche la moglie Litza. Liberato dagli alleati nel marzo 1943, venne inviato dal PCI a Napoli, per preparare l'arrivo di Palmiro Togliatti dall'Unione Sovietica. Raggiunse la città nel gennaio 1944.
In via Broggia venne organizzato un appartamento per i comunisti che arrivano da varie località; là venne ospitato Togliatti e Maurizio Valenzi visse da vicino quella che verrà chiamata la svolta di Salerno[4]. Rimase a Napoli anche dopo questo periodo lavorando sempre come funzionario di partito. Al suo fianco lavoravano leader del PCI come Mario Palermo e Giorgio Napolitano.
L'attività politica nel dopoguerra
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1952 venne eletto consigliere provinciale.
Fu senatore eletto nel PCI per tre legislature dal 1953 al 1968; in particolare venne nominato segretario alla Presidenza del Senato e in altra occasione vicepresidente della Commissione Esteri.
In quegli stessi anni ricoprì diversi altri ruoli istituzionali e di partito, diventando vicepresidente della Commissione di Vigilanza sulla RAI, segretario del Gruppo Comunista al Senato e membro della Commissione Centrale di Controllo del PCI.
Consigliere comunale a Napoli dal 1970 al 1975, venne eletto sindaco con una maggioranza relativa. La giunta rimase in piedi per anni grazie al consenso della cittadinanza[5] ed al voto "tecnico" in occasione del bilancio da parte della Democrazia Cristiana. Venne confermato sindaco di Napoli fino al 1983, guidando la città nel periodo del terrorismo e del terremoto.
In quel periodo è stato anche membro del Comitato Centrale del PCI.
Dopo il terremoto del 1980, in qualità di sindaco, venne nominato commissario straordinario per la Ricostruzione[6].
Nel 1984 venne eletto al Parlamento europeo, nel quale restò in carica fino al 1989.
Attività pittorica
[modifica | modifica wikitesto]Pittore e pubblicista, non smise mai di disegnare; con un'intensificazione della sua attività artistica dal 1968. Dal 1930 al 1931 ebbe uno studio a Roma con l'amico Antonio Corpora.
In occasione dei suoi novanta anni, nel 1999 è stata organizzata una sua mostra antologica a Napoli, nelle sale del Maschio Angioino.
Nel maggio del 2009 i figli Marco e Lucia hanno dato vita alla Fondazione Valenzi, dedicata al padre Maurizio ed alla madre Litza. La Fondazione è stata presentata il 13 giugno a Napoli al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano[7].
Morte
[modifica | modifica wikitesto]È morto ad Acerra, nella clinica "Villa dei Fiori" dove era ricoverato, il 23 giugno 2009, all'età di 99 anni[8]. I funerali si sono svolti il 25 giugno in un Maschio Angioino gremito.
Il 15 novembre 2009, in occasione dell'apertura delle celebrazioni per il centenario dalla nascita, migliaia di persone hanno affollato il Maschio Angioino per la commemorazione, organizzata dalla Fondazione Valenzi, a cui hanno partecipato tra gli altri il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta. In quella stessa mattinata Napolitano e Letta hanno inaugurato anche la prestigiosa sede della Fondazione al Maschio Angioino.
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- Maurizio Valenzi, Confesso che mi sono divertito, a cura di Gargano P, Pironti, 2007, pp. Pag.143, ISBN 88-7937-416-8.
- Maurizio Valenzi, Cerchia Gianni, la vita avventurosa di un uomo mite, prefazione a cura di Antonio Bassolino, introduzione a cura di Giuseppe Galasso, a cura di Maurizio Valenzi, L'Articolo, 2005, pp. 110.
- Maurizio Valenzi, Il segno racconta, prefazione di Giorgio Napolitano, Associazione Culturale "Il Corvo", 2006, pp. 61.
- Maurizio Valenzi, C'è Togliatti! Napoli 1944. I primi mesi di Togliatti in Italia', a cura di Gargano Pietro, Palermo, Sellerio editore, 1995, pp. 171.
- Maurizio Valenzi, Sindaco a Napoli, intervista di Massimo Ghiara, Editori Riuniti, 1978.
- Maurizio Valenzi, Une mèmoire locale. Naples et son maire, Parigi, PUF - Presses Universitaires de France, 1980.
- Maurizio Valenzi, Ebrei italiani di fronte al razzismo, a cura di Nico Pirozzi, Napoli, Edizioni Cento Autori, 2010.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ La Vita, su fondazionevalenzi.it. URL consultato il 10 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2020).
- ^ Valenzi Maurizio, Gargano Pietro (a cura di) C'è Togliatti! Napoli 1944. I primi mesi di Togliatti in Italia, Sellerio editore, Palermo, 1995, pp. 37-38.
- ^ Italiani di Tunisia, su italianiditunisia.com. URL consultato il 4 agosto 2023.
- ^ Tale esperienza fu pure essa raccontata nel libro C'è Togliatti, edito da Sellerio nel 1995.
- ^ «Si fa carico dei problemi della città ma anche di un’azione di pedagogia politica e civile, svolta insieme alla sua giunta e al suo partito; è insomma un lavoro collettivo, di cui la figura del sindaco rappresenta l’elemento più visibile ma non l’unico»: Alexander Höbel, "La Giunta" di Alessandro Scippa, L'indice dei libri del mese, n. 1/2023, p. 15.
- ^ http://legislature.camera.it/_dati/leg10/lavori/stenografici/sed0637/sed0637.pdf
- ^ Incontro al Quirinale, su quirinale.it.
- ^ Il Mattino - Napoli, addio a Maurizio Valenzi, primo sindaco comunista dal '75 all'83, su ilmattino.it. URL consultato il 24 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Roberto Race, Lucia Valenzi, Testimonianze per una vita straordinaria, con prefazione di Giorgio Napolitano, a cura di Maurizio Valenzi., Tullio Pironti Editore, 2009.[1]
- Achille della Ragione, Il primo (ed ultimo) sindaco rosso di Napoli - Napoli 2013(in Quei napoletani da ricordare, tomo I)
- Attilio Wanderlingh, Maurizio Valenzi. Un romanzo civile, presentazione di Nilde Iotti, Edizioni Sintesi, 1988.
- Lucia Valenzi, Italiani e antifascisti in Tunisia negli anni Trenta. Percorsi di una difficile identità, Napoli, Liguori Editore, 2008.
- Paul Sebag, Communistes de Tunisie. 1939-1943, Parigi, L'Harmattan, 2001.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Maurizio Valenzi
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Domenica La Banca, VALENZI, Maurizio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 97, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2020.
- Maurizio Valenzi, in Donne e Uomini della Resistenza, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia.
- Maurizio Valenzi, su europarl.europa.eu, Parlamento europeo.
- Maurizio Valenzi (II legislatura della Repubblica Italiana) / III legislatura / IV legislatura, su Senato.it, Parlamento italiano.
- [1] Intervento di Napolitano alla commemorazione per i cento anni dalla nascita
- [2] Archiviato il 4 giugno 2015 in Internet Archive. Il Libro per i cento anni
- Fondazione Valenzi, su fondazionevalenzi.it.
- Biografia, su cgilcampania.it. URL consultato il 12 settembre 2006 (archiviato dall'url originale il 3 giugno 2006).
- Il Mattino, su ilmattino.it. URL consultato il 18 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- Libero [collegamento interrotto], su libero-news.it.
- Comunicato del Quirinale, su quirinale.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 90778555 · ISNI (EN) 0000 0001 2213 3611 · SBN CFIV056824 · BAV 495/137734 · LCCN (EN) n78013003 · GND (DE) 122958179 · BNF (FR) cb119370187 (data) · J9U (EN, HE) 987007596984705171 |
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- ^ Il testo raccoglie cinquantaquattro testimonianze, tra cui quelle di Abdon Alinovi, Ferdinando Bologna, Francesco Paolo Casavola, Giovanni Cerchia, Bice Chiaromonte Foà, Roberto Ciuni, Gaetano Cola, Ermanno Corsi, Pier Virgilio Dastoli, Vezio De Lucia, Roberto De Simone, Antonio Del Guercio, Gianfranco Dioguardi, Inge Feltrinelli, Giuseppe Galasso, Pietro Gargano, Andrea Geremicca, Massimo Ghiara, Ezio Ghidini Citro, Antonio Ghirelli, Enzo Giustino, José Goñi Carrasco, Ugo Gregoretti, Marina Guardati, Nemer Hammad, Franco Iacono, Jack Lang, Giuseppe Antonello Leone, Amedeo Lepore, Gianni Letta, Luigi M. Lombardi Satriani, Emanuele Macaluso, Nicola Mancino, Titti Marrone, Gilberto Antonio Marselli, Aldo Masullo, Enzo Mattina, Gustavo Minervini, Diego Novelli, Antonio Parlato, Eleonora Puntillo, Umberto Ranieri, Ermanno Rea, Francesco Rosi, Tato Russo, Eirene Sbriziolo, Oscar Luigi Scalfaro, Vincenzo Scotti, Lucien Sfez, Vincenzo Maria Siniscalchi, Nicola Spinosa, Sandro Temin, Enrico Vinci e Elio Waschimps.
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