La zonazione ittica è la suddivisione di un corso d'acqua in più parti ecologicamente uniformi in base alla popolazione di pesci ospitata.

Zonazione centroeuropea e zonazione italiana

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La zonazione utilizzata nell'Europa Centrale[1] è la seguente (partiamo dalla zona più a monte, scendendo verso il mare):

 
Zona dei Salmonidi:
il fiume Isonzo nei pressi di Caporetto in Slovenia

Questo modello non è applicabile in Italia, dato che l'Abramis brama non è presente naturalmente, il temolo è molto raro e diffuso solo in parte del Paese e, in generale, i nostri fiumi sono troppo brevi per poter ospitare tutte queste zone. Per l'Italia è stata proposta una nuova zonazione[2][3]:

Spesso ci si riferisce (soprattutto nell'ambito della pesca sportiva) alla Zona dei Salmonidi come Acque a Salmonidi, mentre ad entrambe le zone dei ciprinidi come ad Acque a Ciprinidi ed alla Zona dei Mugilidi come Acque salmastre.

Specie guida

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Zona dei Ciprinidi fitofili: il fiume Leine in Germania

Le specie guida sono quelle specie, la cui presenza basta ad identificare la zona ittica in cui si trova. Per la zona a Salmonidi le specie guida sono:

Per la zona dei Ciprinidi a deposizione litofila le specie guida sono:

Per la zona dei Ciprinidi a deposizione fitofila le specie guida sono:

Per la zona dei Mugilidi, infine, le specie guida sono:

  • Tutte le specie di Mugilidi (cefali o muggini).

Comunità ittiche di riferimento

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Zona dei ciprinidi a deposizione litofila (distretto tosco-laziale)

Le comunità ittiche italiane di ogni zona non sono uguali in tutto il paese, ma dipendono dal distretto ittio-geografico considerato[4]. Al nord, nella pianura padana e nei fiumi adriatici delle Marche, si trova il distretto padano-veneto, caratterizzato da un maggior numero di specie. Più a sud, si distinguono un distretto tosco-laziale o etrusco sul versante tirrenico centrale (Liguria di levante, Toscana, Umbria e Lazio fino al Tevere) e un distretto apulo-campano che comprende entrambi i versanti (dal Liri-Garigliano all'Alento e dal Fortore all'Ofanto). Abruzzo e Molise costituiscono un'area di transizione tra i tre distretti, mentre Basilicata ionica e Calabria sono caratterizzate da un'ittiofauna nativa estremamente ridotta.

  1. ^ Huet M. (1949), Aperçu des relations entre la pente et les populations piscicoles des eaux courantes. Schweitz Z. Hydrol., 11:333-351
  2. ^ Zerunian S. (1982), Una proposta di classificazione della zonazione longitudinale dei corsi d'acqua dell'Italia Centromeridionale. Atti XLIX Conv. UZI /Boll.Zool., 49(suppl.):200
  3. ^ Zerunian S., Condannati all'estinzione? Biodiversità, biologia, minacce e strategie di conservazione dei Pesci d'acqua dolce indigeni in Italia, Edagricole 2002: pagg.5-10
  4. ^ Linee guida per la proposta di comunità ittiche di riferimento relative ad una zonazione di dettaglio per l'applicazione dell'indice NISECI (PDF), su isprambiente.gov.it.