Seconda zecca imperiale
La seconda zecca imperiale romana fu creata nel 15 a.C. a Lugdunum (l'attuale Lione) quando l'imperatore Augusto riorganizzò la monetazione imperiale con la sua riforma monetaria. La zecca divenne una delle più grandi dell'Impero romano e batté numerosi tipi di monete romane.
Storia
modificaUna zecca fu creata a Lugdunum nel 43 a.C., anno di fondazione della città romana da parte di Lucio Munazio Planco. Si conosce un quinario coniato da Marco Antonio nel 43 a.C. ed un dupondio con i busti addossati di Cesare e d'Ottaviano nel 36 a.C.[1]. Questa prima zecca fu promossa al rango di zecca imperiale nel 15 a.C.
La zecca non ha lasciato che poche tracce, è comunque probabile che si trovasse sulla collina di Fourvière, nel quartiere lionese di Saint-Just. La grotte Bérelle, la grande cisterna sotterranea (16 × 15 × 3,6 metri, per ca. 440 m3 di volume) che si trova vicino al liceo Saint-Just, potrebbe essere la riserva d'acqua della caserme della coorte urbana addetta alla guardia della zecca.[2]
In effetti, l'iscrizione epigrafica della tombe di un legionario ha rivelato che questi aveva prestato servizio alla cohors XVII lugdunensis ad monetam[3]; questa dizione mostra il ruolo particolare della cohorte, che era addetta alla sicurezza della zecca.
Le prime emissioni furono battute sotto i generali romani Lucio Munazio Planco, Marco Antonio e Ottaviano Augusto. Quando Ottaviano divenne l'imperatore Augusto, dal 27 a.C., la zecca cambia dimensioni per rifornire il soldo ai militari acquartierati in Gallia e nella regione del Reno, evitando che ingenti quantità di denaro debbano essere trasferite direttamente dalla zecca di Roma.[4]
La zecca chiude nel 78[1], per riaprire, ma solo temporaneamente, nel 197, sotto Clodio Albino. Bisognerà attendere la fine del III secolo sotto Aureliano, probabilmente nel 274, perché la zecca riprenda realmente il suo servizio, di produrre le monete necessarie a pagare le legioni in questi periodi travagliati.
La zecca gioca nuovamente un ruolo fondamentale per la produzione di monete ufficiali dell'Impero. Ma dal 294 il potere imperiale decide di creare una zecca a Treviri, e quella di Lione viene così ad assumere il rango di zecca complementare. Le attività di produzione proseguono durante il IV secolo e fino agli inizi del V secolo, verso il 413.
Inventario delle coniazioni
modificaSegue un inventario delle più importanti coniazioni della zecca di Lugdunum dalla sua fondazione nel 43 a.C. e dopo la sua trasformazione in zecca imperiale nel 15 a.C. fino alla sua chiusura, avvenuta nel 413.
Aureo di Augusto | |
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AVGVSTVS DIVI • F, testa laureata volta a destra | IMP • XII nel campo, ACT in esergo, Apollo citaredo di Azio, con lira |
Denario di Augusto | |
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CAESAR AVGVSTVS DIVI F PATER PATRIAE, testa laureata volta a destra | AVGVSTI F COS DESIG PRINC IVVENT Principes iuventutis stanti, con scudi e lance; simpulum e lituo sopra, C L CAESARES in esergo |
- quinario di Marco Antonio del 43 a.C. [1], [2]
- dupondio con i busti addossati di Cesare ed Ottaviano circa 36 a.C. ([3], [4], [5], [6])
- aureo di Augusto con l'Apollo di Azio (15 a.C.)
- denario di Augusto con l'Apollo di Azio (15 a.C.)
- aureo di Augusto con i principes iuventutis (2 a.C. – 12 d.C. ?)
- denario di Augusto con i principes iuventutis (2 a.C. – 12 d.C. ?)
- sesterzio di Augusto con santuario federale delle Tre Gallie, detto dell'"altare di Lione" (10 – 14)
- dupondio di Augusto con santuario federale delle Tre Gallie, detto dell'"altare di Lione" (10 – 14)
- asse di Augusto con santuario federale delle Tre Gallie, detto dell'"altare di Lione" (10 – 14)
- semisse di Augusto con santuario federale delle Tre Gallie, detto dell'"altare di Lione" (10 – 14)
- quadrante di rame di Augusto con santuario federale delle Tre Gallie, detto dell'"altare di Lione" (10 – 14)
- asse di Tiberio detto dell'"altare di Lione" (10)
- denario di Tiberio del tipo Pontefice Massimo (durante tutto il periodo 14 – 37)
- quinario aureo di Tiberio del 28
- denario di Caligola con la testa radiata del Divo Augusto, ca. 37
- quadrante di Claudio, ca. 45
- aureo di Nerone e d'Agrippina, nel 55
- sesterzio di Nerone, nel 65.
- asse di Nerone con l'Ara Pacis, nel 66
- denario di Vitellio con Marte nel 69
- aureo di Vespasiano, nel 73
- asse di Vespasiano del tipo dell'equità (77 – 78);
- denario di Clodio Albino con due diversi rovesci 196 – 197;
- …
Note
modifica- ^ a b Anne-Catherine Le Mer, Claire Chomer, Carte archéologique de la Gaule, Lyon 69/2, p. 225
- ^ CIL XIII, 1499.
- ^ C. Germain de Montauzan:Les aqueducs antiques de Lyon: étude comparée d'archéologie romaine. Leroux, Lyon 1909
- ^ (EN) Richard Duncan-Jones, Coinage and currency: an overview, in Money and government in the Roman Empire, Cambridge University Press, 1994, p. 99. URL consultato il 16 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 30 giugno 2016).
Bibliografia
modifica- Pierre Bastien: Le monnayage de l'atelier de Lyon:
- Dioclétien et ses corégents avant la réforme monétaire, Wetteren, Edition numismatique romaine, 1972
- De la réouverture de l'atelier par Aurélien à la mort de Carin (fin 274 – mi-285), Wetteren, Edition numismatique romaine, 1976
- De la réforme monétaire de Dioclétien à la fermeture temporaire de l'atelier en 316 (294 – 316), Wetteren, Edition numismatique romaine, 1980
- De la réouverture de l'atelier en 318 à la mort de Constantin (318 – 337), Wetteren, Edition numismatique romaine, 1982
- De la mort de Constantin à la mort de Julien (337 – 363), Wetteren, Edition numismatique romaine, 1985
- Du règne de Jovien à la mort de Jovien (363 – 413), Wetteren, Edition numismatique romaine, 1987
Voci correlate
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