Via Giovan Battista de Rossi

strada di Roma

Via Giovan Battista de Rossi è un viale carrabile di Roma compreso tra Via Alessandro Torlonia e Largo XXI Aprile. Si trova nel Quartiere V Nomentano, inclusa nel Municipio II di Roma, in un'area signorile nota come Triangolo Verde, di eccezionale pregio architettonico, urbanistico ed ambientale, per la presenza di edifici di qualità - palazzine e villini - inseriti in parchi pubblici e giardini privati.

Via Giovan Battista de Rossi
Nomi precedentiVia di Pietralata
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
CittàRoma
CircoscrizioneMunicipio Roma II
QuartiereNomentano
Codice postale00161
Informazioni generali
TipoStrada carrabile
Lunghezza630m
PavimentazioneAsfalto
IntitolazioneGiovan Battista de Rossi
Collegamenti
InizioVia Alessandro Torlonia
FineLargo XXI Aprile
IntersezioniVia Alessandro Torlonia, Via Giuseppe Tomassetti, Via Antonio Bosio, Via Giuseppe Antonio Guattani, Via Antonio Nybby, Via di Villa Ricotti, Via di Villa Massimo, Largo di Villa Massimo
Luoghi d'interesseVilla Torlonia
Mappa
Map

La strada parte dalla via Alessandro Torlonia, dove ha per sfondo il Tempio di Saturno e i pini di villa Torlonia, ed è costeggiata da numerose palazzine d'autore, oltre che dall'Accademia Tedesca di Villa Massimo.

Tracciato

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Pianta della Congregazione del Censo, 1832

La strada corrisponde ad una antica via di campagna, già indicata nella pianta di G.B. Nolli, denominata Via o Vicolo di Pietralata, che corrisponde al tracciato delle attuali via Alessandro Torlonia, G.B. de Rossi, Famiano Nardini, Oreste Tommasini. La strada costeggiava Villa Massimo; vi si apriva il grande cancello d’ingresso a Villa Ricotti, il cui viale d’accesso è oggi l’attuale via di Villa Ricotti; incrociava il vicolo di Sant’Agnese e proseguiva verso il Fosso della Maranella, (dove oggi corre la linea ferroviaria Roma-Firenze) per oltrepassarlo e raggiungere la tenuta di Pietralata (oggi quartiere Pietralata).

Intitolazione

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La via fu intitolata il 21 luglio 1920 all'archeologo romano Giovan Battista de Rossi, scopritore delle Catacombe di San Callisto, nell'ambito di una serie di strade tutte dedicate ad archeologi.

Sviluppo urbano

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Ingresso della Villa Ricotti sul vicolo di Pietralata, 1910 circa

Via Giovanni Battista de Rossi insiste in un quartiere morfologicamente uniforme con un tessuto composto prevalentemente da villini e palazzine del primo Novecento. Tuttavia nel corso degli anni vi sono stati interventi di demolizione e ricostruzione con inserti più moderni che ne hanno reso meno omogeneo l'aspetto.

Scriveva il grande ambientalista Antonio Cederna ne "Il Mondo" del 28 giugno del 1955:

"Dovunque ci giriamo, il verde di Roma scompare. Nuove costruzioni vanno rapidamente snaturando il carattere di Montesacro, sorto ai suoi tempi come una specie di città giardino, e lo stesso capita alla zona di villini sulla destra di via Nomentana: in via dei Villini, in via Cornelio Celso, in via Alessandro Torlonia, in via Guattani, in via Giovan Battista de Rossi, in viale di villa Massimo dovunque i vecchi villini e i loro giardini vengono distrutti a decine, per cedere il posto alle solite turpi «palazzine»."

L'inserzione della massiccia Chiesa di Nostra Signora del Santissimo Sacramento e dei Santi Martiri Canadesi nel delicato ordito urbano della strada fu duramente criticata dal Cederna:

Ultimo lembo di Villa Massimo la villa ex Marini comprendeva un parco a grandi alberi, chiuso da un basso muro sulla via de Rossi, classificato come «parco privato» nel piano regolatore del 1931: gli abitanti delle case di fronte avevano una bella vista, ed erano andati ad abitare lì proprio per questo. Una notte del novembre 1952 un squadra di taglialegna entra nel parco e abbatte gli alberi: gli abitanti delle case di fronte si svegliano allarmati (per prontezza di intervento si segnala lo scrittore Mario Soldati), quindi protestano presso le varie autorità, ottengono la sospensione dei lavori che però riprendono. La distruzione dell'ex parco Marini e la costruzione del «Tempio» canadese sono fatti illegali. Il Consiglio di Stato, il 16 dicembre 1955, accogliendo i ricorsi dei frontisti ha dimostrato che la nuova chiesa è sorta per violazione dell'articolo 6 delle «norme generali e prescrizioni tecniche» del piano regolatore del 1931 e per violazione e falsa applicazione dell'articolo 18 (ultimo comma) del Regolamento edilizio. Il Consiglio di Stato ha quindi annullato la licenza di costruzione rilasciata dal Comune ai «sacramentini» il 16 agosto 1952, ed ha insieme annullato, come illegittimo, l'ultimo comma dell'articolo 18 del Regolamento edilizio. Il «Tempio» resta.

Da "Le ville Distrutte", in I Vandali in Casa, Cederna - Erbani, 2014

Emergenze architettoniche

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Palazzo dell' Ordine dei Medici - Sartogo

Tra le architetture di pregio della strada si notano:

Nelle traverse

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Abitanti illustri

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Istituzioni culturali

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Sedi diplomatiche

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Bibliografia

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  • Roberto Quintavalle, Alessandro Torlonia e Via Nomentana nell'Ottocento, Roma, Edilazio, 2008, ISBN 8887485755.
  • Bollettino di Italia Nostra, Numeri 57-70, 1968
  • Cederna, Antonio, Erbani, Francesco. I vandali in casa: Cinquant'anni dopo. Italia, Editori Laterza, 2014, ISBN 9788858117866
  • Nicita, Stefano. Palazzine in cerca d'autore: la bellezza inosservata di Roma moderna, Italia, 2023, ISBN 9798394095337
  • AA.VV. Roma: architetture, biografie: 1870-1970. Italia: Prospettive, 2010. ISBN 9788889400944

Voci correlate

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