Umberto Rouselle
Umberto Rouselle (La Spezia, 28 febbraio 1898 – Roma, 20 maggio 1969) è stato un ammiraglio italiano, già distintosi come ufficiale nel corso della prima guerra mondiale e nella guerra di Spagna. Nel corso della seconda guerra mondiale fu comandante dell'incrociatore pesante Trieste da 7 luglio 1940 al novembre 1942, partecipando alla battaglia di capo Teulada, a quella di Capo Matapan, alla battaglia del convoglio Duisburg e alla battaglia di mezzo agosto 1942. Insignito della Croce di Cavaliere dell'Ordine militare d'Italia, di due medaglie d'argento e due di bronzo e della croce di guerra al valor militare.
Umberto Rouselle | |
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Nascita | La Spezia, 28 febbraio 1898 |
Morte | Roma, 20 maggio 1969 |
Dati militari | |
Paese servito | Italia Italia |
Forza armata | Regia Marina |
Specialità | sommergibilista |
Grado | Ammiraglio di squadra |
Guerre | Prima guerra mondiale Guerra di Spagna Seconda guerra mondiale |
Campagne | Mediterraneo |
Battaglie | Battaglia di capo Teulada Battaglia di Capo Matapan Battaglia del convoglio Duisburg Battaglia di mezzo agosto |
Decorazioni | vedi qui |
Studi militari | Regia Accademia Navale di Livorno |
dati tratti da Uomini della Marina, 1861-1946[1] | |
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Biografia
modificaNacque a La Spezia il 28 febbraio 1898, figlio di Filippo e Carlotta Bignasco.[1] Arruolato nella Regia Marina nel 1913, iniziò a frequentare la Regia Accademia Navale di Livorno conseguendo la nomina a guardiamarina nel 1917.[1] Partecipò alla prima guerra mondiale imbarcato dapprima sulla nave scuola Flavio Gioia e poi sulla nave da battaglia Dante Alighieri. Divenuto sottotenente di vascello, nel 1920 si trovava imbarcato sull'ariete-torpediniere Etna, al comando di Gustavo Ponza di San Martino, nel corso del tentativo di sequestro messo in atto dalle autorità sovietiche nel porto di Novorossijsk.[1] Per coadiuvare il comandante nel tentativo di uscire dal porto si espose a violento fuoco nemico, e per questo fatto fu insignito della prima medaglia d'argento al valor militare.[1] Promosso tenente di vascello, nel 1922 si trovava imbarcato sull'esploratore Venezia, operante in Levante, e ricevette un elogio dal Ministero della marina per essersi distinto nel corso delle operazioni di soccorso alle popolazioni seguenti all'incendio di Smirne appiccato dai turchi (9-14 settembre 1922).[1] Successivamente si imbarcò su altre unità, tra le quali la nave da battaglia Caio Duilio (1923-1925) e, promosso capitano di corvetta, il comando di torpediniere (1929-1930).[1]
Nel 1932 prese parte alle operazioni di supporto alla Crociera aerea del Decennale[N 1] imbarcato come comandante sulla vedetta Giuseppe Biglieri, che assieme alla Pellegrino Matteucci scortò la formazione della 2ª Squadra aerea al comando di Italo Balbo.[1] Imbarcato su sommergibile si spinse fino alle estreme latitudini, e per questo ricevette un elogio dal Ministero e dal Ministro dell'Aeronautica.[1] Comandò poi il cacciatorpediniere Aquilone, e promosso capitano di fregata, ricoprì l'incarico di sottocapo di stato maggiore della 2ª Squadra navale (1936-1937), comandante del cacciatorpediniere Scirocco (1937-1938) con il quale prese parte alle operazioni navali nel corso della guerra di Spagna.[1] Tra il 1938 e il 1939 fu comandante della 12ª e 13ª Squadriglia torpediniere, alzando la sua insegna rispettivamente sulla Altair e sulla Circe.[1] Promosso capitano di vascello nel 1940, il 7 luglio di quell'anno, a guerra con la Francia e la Gran Bretagna già iniziata, assunse il comando dell'incrociatore pesante Trieste, che mantenne sino al novembre 1942, passando quindi a quello della Flottiglia torpediniere fino al'8 gennaio 1943.[1] Partecipò alla guerra dei convogli diretti verso la Tunisia, e entrò poi in servizio presso l'Alto comando della Regia Marina (Supermarina) a Roma, dove si trovava all'atto dell'armistizio dell'8 settembre 1943.[2] Evitò di collaborare con la neocostituita Repubblica Sociale Italiana e con le autorità di occupazione germaniche, rimanendo in clandestinità sino alla liberazione della Capitale, avvenuta il 4 giugno 1944.[2] Si presentò subito al centro di raccolta della Capitale, e nel 1945 divenne vicecomandante dell'arsenale di Taranto.[2] Promosso contrammiraglio nel 1947, ammiraglio di divisione nel 1949, comandante dell'arsenale di Taranto (1947-1949), coadiutore del Comitato direttivo del Centro Alti Studi Militari (1949-1951), comandante della 2ª Divisione navale (1951-1952).[2]
Tra il 1952 e il 1955 fu direttore generale degli ufficiali e dei servizi militari e scientifici, venendo promosso ammiraglio di squadra nel 1954.[2] Fu nominato presidente della Commissione permanente per l'illuminazione e il segnalamento delle coste.[2] Lasciò il servizio attivo nel 1961 per raggiunti limiti d'età, e si spense a Roma il 20 maggio 1969.[2]
Onorificenze
modifica— Decreto Presidenziale del 13 maggio 1948.[3]
— Regio Decreto 27 aprile 1942.
— Regio Decreto 18 dicembre 1940.
— Regio Decreto 30 novembre 1942.
— Determinazione del 28 novembre 1942.
Note
modificaAnnotazioni
modifica- ^ Che come è noto ebbe il supporto di due battelli sommergibili, il Balilla e il Domenico Millelire.
Fonti
modificaBibliografia
modifica- Paolo Alberini e Franco Prosperini, Uomini della Marina, 1861-1946, Roma, Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Marina Militare, 2016, ISBN 978-8-89848-595-6.
- Ottorino Ottone Miozzi, Ordine Militare d'Italia, Roma, Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Marina Militare, 1991.