Stazione di Napoli Centrale
La stazione di Napoli Centrale è il principale scalo ferroviario della città di Napoli e del Mezzogiorno ed è la settima stazione italiana per flusso di passeggeri.[1] È composta da 23 binari ed è la più grande del Mezzogiorno, quarta nell'intero Stato.[2]
Napoli Centrale stazione ferroviaria | |
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Scorcio del fabbricato viaggiatori | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Località | Napoli |
Coordinate | 40°51′08.29″N 14°16′19.53″E |
Linee | Roma-Cassino-Napoli Roma-Formia-Napoli Napoli-Foggia Napoli-Salerno Roma-Napoli (AV) Napoli-Salerno (LMV) |
Storia | |
Stato attuale | in uso |
Attivazione | 1867 |
Caratteristiche | |
Tipo | Stazione in superficie, di testa |
Binari | 23 |
Gestori | Grandi Stazioni Rete Ferroviaria Italiana |
Operatori | |
Interscambi | Garibaldi Stazione di Napoli Piazza Garibaldi Ferrovia Circumvesuviana Autobus urbani e interurbani Filobus urbani e suburbani Tram urbani |
Dintorni | Centro direzionale, Porta Capuana, Porta Nolana |
Statistiche viaggiatori | |
al giorno | 137 000 |
all'anno | 50 000 000 |
Fonte | GrandiStazioni.it |
È la stazione principale della città, seguita da Napoli Afragola e da Napoli Campi Flegrei. Sotto di essa si trova l'omonima stazione della Ferrovia Circumvesuviana. La stazione è collegata anche con la stazione Garibaldi della linea 1 della metropolitana di Napoli e con la fermata della linea 2.
Storia
modificaAll'Unità d'Italia (1861) la città di Napoli era servita da due stazioni ferroviarie, poste una a fianco dell'altra lungo la via dei Fossi (l'attuale corso Garibaldi). Si trattava della stazione della società Bayard, capolinea della ferrovia per Salerno, che all'epoca raggiungeva solo Vietri sul Mare, e della stazione della società Regia, capolinea della ferrovia per Capua e Tora, che all'epoca era un tratto di quella che sarebbe stata poi la linea per Roma via Cassino.
In seguito all'aumento del traffico e alle mutate necessità, si decise di concentrare i traffici in un'unica stazione centrale, di testa anch'essa, posta a nord delle due precedenti.[3] La nuova stazione, che si riteneva un tempo progettata in stile neorinascimentale dall'architetto Errico Alvino, o meglio Enrico Alvino, è stata inizialmente progettata dall'ingegnere francese Paul Amilhau a partire dal 1860 e poi da Nicola Breglia, allievo di Alvino, dal 1862.[4]
Come è stato appurato da un saggio critico,[5] sulla formulazione della paternità pesa l'equivoco nato dalla presenza di un ingegnere Ettore Alvino nel cantiere della stazione, che in base ad accurate ricerche d'archivio è risultato essere ingegnere delle ferrovie che si firmava E. Alvino e che collaborò al progetto fino al gennaio 1862, facendo così nascere l'equivoco.
La stazione era collocata in posizione più avanzata rispetto all'attuale, occupando gran parte dell'odierna piazza Garibaldi.[6] Aperta al traffico il 7 maggio 1867, nel 1869 vi fu realizzata la copertura a tettoia triangolare in ferro e vetro progettata nel 1865 da Alfredo Cottrau. La sua forma era ad U, ad unico livello, con porticati lungo i lati e due corpi di fabbrica alle estremità della facciata.
La stazione conteneva sei binari di testa e la facciata dava, come detto, su Piazza Garibaldi, che illo tempore era di dimensioni molto inferiori all'attuale, dove furono realizzati dei giardini. Al loro interno vi fu collocata la fontana della Sirena, inaugurata nel 1869 su disegno di Onofrio Buccino con l'aiuto di Francesco Jerace; fu spostata e ricollocata in piazza Sannazaro nel 1924. Nel frattempo, fu posto di fronte alla stazione nel 1904 il monumento a Garibaldi.
Con il passare degli anni la capacità della vecchia stazione divenne insufficiente a gestire l'enorme aumento del traffico ferroviario passante per la città. Per questo si decise, nel 1925, di traslare la zona dei binari di testa della stazione alcune centinaia di metri verso est, dove il maggior spazio disponibile permise di ottenere un piazzale interno molto più ampio, il che consentì di avere un numero più che doppio di binari. La zona della vecchia stazione fu usata per la realizzazione della metropolitana FS;[7] il fabbricato viaggiatori originario fu adibito a stazione della metropolitana, indicata dal 1927 con il nome di Piazza Garibaldi,[8][9] dotata di quattro binari il cui piano delle rotaie era stato abbassato di alcuni metri in una trincea che proseguiva oltre la testata della stazione in due nuove gallerie sotterranee sotto Piazza Garibaldi e il centro di Napoli. Questo permise di avere un nuovo collegamento ferroviario diretto verso le zone di Mergellina e dei Campi Flegrei. Di fatto la stazione di Piazza Garibaldi venne utilizzata per tutto il secolo XX, oltre che per la metropolitana, anche come stazione sussidiaria di Napoli Centrale per treni a lunga percorrenza (che così evitavano di dover fare l'inversione di marcia nella stazione centrale) e per treni in partenza/arrivo da Napoli Mergellina e Napoli Campi Flegrei (per esempio i locali e rapidi con destinazione Taranto).
Per quanto riguarda la stazione principale, il piano regolatore generale del 1939 prevedeva in prospettiva l'eliminazione della stazione (che fino ad allora aveva praticamente solo i binari con installazioni provvisorie), sostituita da un nuovo impianto passante, in direzione nord-sud, posto alla periferia orientale della città.[10] Tuttavia, la seconda guerra mondiale impedì la realizzazione di un piano così ambizioso, ed anzi causò ingenti danni alla vecchia stazione (ora della metropolitana), in primis la totale scomparsa della copertura in ferro e vetro, che fu utilizzata per ricavarne materiale ferroso per le esigenze della guerra.[11] Nel dopoguerra si decise allora, per minimizzare i costi, di mantenere la stazione centrale nella posizione esistente, completandola però con la costruzione di un nuovo fabbricato viaggiatori, che in seguito a un concorso fu progettato nel 1954 da Corrado Cameli, Pierluigi Nervi, Carlo Cocchia, Massimo Battaglini, Bruno Zevi, Giulio De Luca, Luigi Piccinato e Giuseppe Vaccaro.
I lavori terminarono nel 1960, con la demolizione di tutte le strutture della vecchia stazione. Per non interrompere il traffico ferroviario, dapprima si provvide a costruire la nuova stazione demolendo la parte più vicina al piano binari, poi si demolì la parte centrale dell'edificio, ed infine il vecchio ingresso prospiciente la piazza, che in un primo momento si provò a preservare ma invano, in quanto creava non pochi problemi alla viabilità della nuova piazza. Con la completa eliminazione delle strutture sopra il terreno, venne deciso di coprire il «trincerone» della stazione di Piazza Garibaldi, consentendo così di ampliare notevolmente la piazza soprastante ed eliminando di conseguenza le due strade (praticamente incorporate e facenti parte integrante della nuova piazza) che costeggiavano ai lati la stazione, e cioè via Indipendenza, situata sul lato nord e dunque verso il Vasto, e via Libertà, che costeggiava la parte sud del vecchio fabbricato della stazione.
Dopo il 1960, furono realizzati il grattacielo su corso Novara nonché la cosiddetta proboscide, la pensilina del nuovo capolinea degli autobus che, nascendo dalla nuova copertura, si proiettava verso il centro della piazza, e che verrà poi rimossa e totalmente eliminata nell'anno 2000.
Alcune delle colonne che costituivano i porticati della vecchia stazione furono riutilizzate in vari luoghi della città: due furono adibite a supporto di statue della Madonna nei pressi del Museo Nazionale e a piazza Immacolata, altre furono collocate presso la basilica del Buon Consiglio, a Capodimonte.
La riqualificazione
modificaNegli ultimi anni la stazione è stata sottoposta a un lavoro di ristrutturazione che ha consentito la realizzazione di una struttura più moderna, con il rifacimento delle coperture superiori, la ristrutturazione della zona sotterranea dedicata alla metropolitana cittadina e regionale, la costruzione di diversi ascensori, l'installazione di scale mobili e una serie di spazi dedicati ai servizi di accoglienza dei clienti Trenitalia, di biglietterie, ristoranti e negozi.
Gli interventi nel dettaglio:
- Nell'atrio sono state demolite le vecchie strutture che ospitavano la biglietteria, il deposito bagagli e la banca; è stato costruito un corpo - denominato “diamante” - che ospita i principali servizi per il viaggio. Una consistente parte delle vetrate è stata sostituita con quasi 2.500 m² di nuovi vetri montati con una struttura a “ragno”, che conferiscono continuità e maggior luce naturale. I pavimenti in gomma nera sono stati sostituiti con nuove pavimentazioni chiare che contribuiscono ad aumentare la luminosità e la spazialità di tutto l'ambiente. Sono state costruite tre nuove scale circolari per l'accesso ai mezzanini: qui si trovano nuove strutture in acciaio e cristallo che ospitano servizi e attività commerciali.
- Nuova illuminazione, nuovi impianti, pavimentazione, spazi commerciali, segnaletica e sicurezza, hanno profondamente trasformato la galleria di accesso alla stazione di Piazza Garibaldi e alla Stazione della Circumvesuviana. È stata migliorata l'accessibilità a questi spazi, interessati da notevoli flussi di passaggio, grazie alla creazione di due nuovi gruppi scale.
- Aumento del numero di sedute, sostituzione delle pensiline di copertura di testata binari con una nuova struttura in acciaio inox e vetro e posa in opera di un nuovo sistema di illuminazione.
Strutture e impianti
modificaFra gli elementi architettonici che contraddistinguono la stazione è da notare il tetto «a piramidi» reso famoso anche da un carosello interpretato da Mina, in cui la cantante passeggiava vestita da enormi cavi telefonici tra le piramidi del tetto stesso (riprese utilizzate anche per il video della canzone "Se telefonando", la cui musica fu composta da Ennio Morricone). Arditi e innovativi furono anche i pilastri piramidali rovesciati (tripodi rovesci) che sorreggono le tettoie poste all'ingresso della stazione e alla testa dei binari.
Dal piano inferiore della stazione di Napoli Centrale si accede alla stazione di Piazza Garibaldi (linea 2), alla stazione della Circumvesuviana e alla stazione della linea 1. La stazione di Napoli Centrale dispone di 23 binari, numerati da 2 a 24. Presso la testa del binario 12 una targa commemora le vittime dell'attentato al Rapido 904 del 23 dicembre 1984.[12]
L'intera piazza Garibaldi antistante la stazione è inoltre stata oggetto di ristrutturazione e riqualificazione in accordo con i lavori della linea 1 della metropolitana, su disegno di Dominique Perrault,[13] tramite la costruzione di una galleria commerciale ipogea, di ampi giardini e di un parcheggio multipiano sotterraneo.
Movimento
modificaLa stazione, avendo una media di 150 000 frequentatori giornalieri (50 milioni l'anno) ed una frequenza di circa 390 treni al giorno, è la settima maggiore d’Italia.[14] Tuttavia, se si considera anche il capolinea degli autobus in area Metropark e quello della Circumvesuviana la frequenza giornaliera sale a 200 000 utenze, pari a 73 000 000 di passeggeri annui.[15]
Servizi
modificaLa stazione dispone di:
- Bar
- Biglietteria a sportello
- Biglietteria automatica
- Deposito bagagli con personale
- Posto di Polizia Ferroviaria
- Ristorante
- Sala d'attesa
- Servizi igienici
Interscambi
modificaLa stazione dispone di:
- Stazione ferroviaria (Napoli Garibaldi, ferrovia Circumvesuviana)
- Fermata ferroviaria (Napoli Piazza Garibaldi, linea 2)
- Fermata metropolitana (Garibaldi, linea 1)
- Stazione taxi
- Fermata e capolinea autobus e Alibus (collegamento veloce Stazione Marittima - Stazione Napoli Centrale - Aeroporto di Capodichino)
- Fermata tram (linee 1 e 2)
- Fermata filobus (linee 202 e 254)
Note
modifica- ^ Dati di grandistazioni.it (luglio 2007)
- ^ Le 7 STAZIONI più GRANDI d’Italia, su milanocittastato.it. URL consultato il 1º ottobre 2023.
- ^ Pianta dell'epoca
- ^ Italo Ferraro, Napoli: Quartieri bassi e il "Risanamento", CLEAN, 2003
- ^ Antonella Marciano, Architettura e dibattito critico sulla Stazione Centrale di Napoli fra Otto e Novecento, in Costruttori di opifici/ Millwrights di G.E. Rubino (a cura di) Napoli, Giannini Editore 2005
- ^ Immagine storica dell'esterno
- ^ Pianta dell'epoca
- ^ Ordine di Servizio 63 - 1927
- ^ Immagine dell'epoca dell'interno
- ^ Pianta (JPG), su rapu.it.
- ^ Incidentalmente, la stessa sorte toccò ad altre stazioni di testa italiane caratterizzate da una copertura in ferro, come per esempio le coperture delle stazioni di Genova Principe e Savona Letimbro
- ^ Napoli ricorda le vittime del Rapido 904 fatto esplodere dalla mafia, su NapoliToday. URL consultato il 5 ottobre 2021.
- ^ Dominique Perrault: Piazza Garibaldi a Napoli, su archinfo.it. URL consultato l'8 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2012).
- ^ grandistazioni.it. URL consultato il 19 luglio 2011 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2017).
- ^ Fsnews.it
Bibliografia
modifica- Cettina Lenza (a cura di), La stazione centrale di Napoli. Storia e architettura di un palinsesto urbano, Milano, Mondadori Electa, 2010, ISBN 978-88-370-7473-9.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di Napoli Centrale
- Wikivoyage contiene informazioni turistiche su stazione di Napoli Centrale
Collegamenti esterni
modifica- Sito ufficiale, su napolicentrale.it.
- (EN) Naples Central Station, su Structurae.
- Nodo Napoli Centrale (PDF), su rfi.it. URL consultato il 18 novembre 2006 (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2007).
- Cronologia del trasporto su rotaie a Napoli, su uniurb.it.
- Le stazioni ferroviarie e metropolitane di Napoli, su stazionidelmondo.it. URL consultato il 10 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 30 marzo 2009).
- La stazione su Grandistazioni.it, su grandistazioni.it. URL consultato l'8 luglio 2010 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2017).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 57144782991556663062 · LCCN (EN) sh2010013481 · J9U (EN, HE) 987007599837005171 |
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