Salvatore Venere (Fasano, 1901Homoljanscki-Klanac, 2 gennaio 1942) è stato un militare italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Salvatore Venere
NascitaFasano, 1901
MorteHomoljanscki-Klanac, 2 gennaio 1942
Cause della morteMorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegio Esercito
Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale
ArmaCarabinieri
Fanteria
RepartoLXI battaglione CC.NN. (Camicie Nere) da montagna
Anni di servizio1917-1942
GradoCapomanipolo
GuerreSeconda guerra mondiale
BattaglieInvasione della Jugoslavia
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume secondo (1942-1959)[1]
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Biografia

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Nacque a Fasano, provincia di Brindisi, nel 1901, figlio di Sante.[2] Arruolatosi volontario come allievo carabiniere a piedi nel luglio 1920, si congedò con il grado di vicebrigadiere nel luglio 1923. Stabilitosi a Fiume venne assunto presso la Società R.O.M.S.A. (Raffineria Olii Minerali per azioni) in qualità di impiegato, nel gennaio 1937 ottenne la nomina a sottotenente di complemento dell'arma di fanteria del Regio Esercito assegnato al 74º Reggimento fanteria "Lombardia".[2] Già iscritto come milite nella 6ª Legione CC.NN. "Carnaro" della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale, fin dal suo congedo, vi ottenne la promozione a sottocapomanipolo istruttore premilitare.[2] Nel 1938, venne incaricato di accompagnare i ventimila coloni destinati ad emigrare in Libia ottenendo un elogio per il servizio compiuto dal Commissariato per l'emigrazione e colonizzazione.[2] Promosso capomanipolo, nel dicembre 1940 ottenne di essere mobilitato presso il LXI Battaglione CC.NN. da montagna con il quale partecipò prima, alle operazioni di guerra svoltesi contro la Jugoslavia dal 12 al 18 aprile 1941 e, in seguito, alle operazioni nei Balcani.[2] Cadde in combattimento il 2 gennaio 1942, e venne insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Onorificenze

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«Comandante di plotone fucilieri, attaccato da soverchianti forze ribelli, contrattaccava arditamente all’arma bianca, infliggendo al nemico sensibili perdite. Sistematosi a difesa e sfruttando le poche risorse del terreno coperto da alta neve, fronteggiava ripetuti, violentissimi attacchi dell’avversario che già aveva prodotto numerose perdite nel reparto. Ferito, rifiutava ogni soccorso, continuando intrepidamente nella lotta, incitando ed incoraggiando i legionari con lo esempio animatore. Ridotto il manipolo a pochi superstiti, dei quali alcuni feriti, continuava a combattere con estrema decisione votandosi al sacrificio per dare possibilità, al grosso della colonna, di sfuggire all’accerchiamento e di raggiungere posizioni più favorevoli. Ferito una seconda volta e gravemente, continuava nell’impari lotta fino a quando, stremato di forze e morente, si abbatteva lanciando un ultimo incitamento alle sue camicie nere. Homoljanscki-Klanac (Balcania), 1-2 gennaio 1942.[3]»
— Decreto del Presidente della Repubblica 9 giugno 1948.[4]
  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p.8.
  2. ^ a b c d e f Combattenti Liberazione.
  3. ^ Quirinale - scheda - visto 3 marzo 2023
  4. ^ Registrato alla Corte dei Conti il 22 giugno 1948, registro 14, foglio 19.

Bibliografia

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  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume secondo (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 8.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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