SM UB-55
L'SM UB-55 fu un sommergibile costiero appartenente al tipo UB III in servizio alla Kaiserliche Marine tedesca durante la prima guerra mondiale. Era uno dei 329 sottomarini che servirono l'impero tedesco e prese parte nella guerra navale nella prima battaglia dell'Atlantico.
SM UB-55 | |
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Modello di un sommergibile classe UB III | |
Descrizione generale | |
Tipo | sommergibile costiero |
Classe | U-Boot Tipo UB III |
Proprietà | Kaiserliche Marine |
Ordine | 20 maggio 1916[1] |
Cantiere | AG Weser, Brema |
Impostazione | 5 settembre 1916 |
Varo | 9 maggio 1917 |
Entrata in servizio | 1 luglio 1917 |
Destino finale | affondato il 22 aprile 1918 |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento in immersione | 646 t |
Dislocamento in emersione | 516 t |
Lunghezza | 55,85 m |
Larghezza | 5,8 m |
Pescaggio | 3,72 m |
Profondità operativa | 50 m |
Propulsione |
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Velocità in immersione | 7,5 nodi |
Velocità in emersione | 13,9 nodi |
Autonomia |
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Equipaggio | 3 ufficiali, 31 marinai |
Armamento | |
Artiglieria |
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Siluri |
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Altro | |
dati tratti da UB-55[2] | |
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Storia
modificaIl sommergibile UB-57, appartenente alla classe UB-III, fu impostato presso il cantiere navale AG Weser di Brema (numero costruzione 267) il 5 settembre 1916, varato il 9 maggio 1917 ed entrato in servizio il 1 luglio dello stesso anno.[3] Il sommergibile UB-55 era lungo 55,85 m largo 5,8 m e con un pescaggio di 3,7 m.[4] Aveva due alberi di trasmissione e a ciascuno di essi erano accoppiati un motore diesel Körting a 6 cilindri erogante 550 CV (405 kW) e un motore elettrico Siemens-Schuckert da 394 CV (290 kW).[4] I due serbatoi di olio combustibile (35 36 t di olio combustibile) consentivano un'autonomia di 9.020 nm (16.710 km) a 6 nodi (11,1 km/h) in superficie. Con una carica delle batterie aveva una autonomia massima in immersione di 55 nm (102 km) a 4 nodi (7 km/h). La velocità massima raggiungibile era di 13,6 nodi (25,2 km/h) in superficie e 8 nodi (14,8 km/h) in immersione.[4] L'armamento si componeva di un cannone SK L/30 da 88 mm e 5 tubi lanciasiluri (4 a prua e uno a poppa) da 500 mm (10 siluri).[4] L'equipaggio era composto da 3 ufficiali e 31 tra sottufficiali e marinai. La profondità massima raggiungibile era pari a 50 metri che veniva raggiunta in 30 secondi.[5] Il costo del sommergibile fu di 3.276.000 papiermark.
Il 30 agosto 1917 l'unità, al comando dell'oberleutnant zur see Rudolf Wenninger, fu assegnata alla 1ª Flottiglia sommergibili delle Fiandre e iniziò le operazioni belliche.[2] Lo UB-55 affondò per urto contro una mina il 22 aprile 1918 con la morte di tutti i 30 membri dell'equipaggio.[2]
All'epoca il sommergibile aveva al suo attivo, in 7 missioni di pattugliamento, 21 affondamenti (20 navi mercantili e una nave ausiliaria da guerra) per un totale di 26.598 tonnellate di stazza e danneggiato altre 2 navi per un totale di 12.809 tonnellate.[2]
L'ultima missione
modificaIl 21 aprile 1918 lo UB-55 lasciò la base di Zeebrugge, in Belgio, per la sua ultima missione di pattugliamento.[6] A bordo vi erano il comandante Wenninger e 35 uomini, di 28 membri dell'equipaggio e 7 tirocinanti.[6] Nelle prime ore del giorno il sommergibile raggiunse lo sbarramento di Dover, immergendosi per evitare di essere inquadrato dai proiettori.[6] Poco dopo essersi immerso a quota periscopio, alle 05:05 si verificò un'esplosione sul lato di dritta tra la sala macchine e la poppa.[6] Due compartimenti si allagarono immediatamente e il sottomarino si adagiò a circa 33 metri di profondità su un fondale sabbioso.[6] Uno degli ingegneri tentò di chiudere la porta stagna tra la sala macchine e la sala siluri, ma la cosa era impossibile.[6] Ogni volta che si tentava di chiudere la porta, l'acqua entrata impediva la cosa entrando a fiotti nello scompartimento mentre gli uomini venivano gettati a terra.[6] Poiché le cisterne di zavorra di tribordo erano rotte il comandante non poteva portare lo UB-55 in superficie.[6] L'equipaggio nelle sezioni di poppa e nella sala macchine era già morto annegato, mentre i sopravvissuti si trovavano vicino ai portelli a metà della nave e a prua.[6] Dodici uomini nella parte anteriore e otto nel posto di comando centrale.[6] Quando le luci si spensero i sopravvissuti furono costretti a usare le lampade frontali e mentre si innalzava il livello dell'acqua ed aumentava la pressione dell'aria interna, avvertirono grandi mal di testa.[6] La respirazione divenne difficile e dolorosa mentre la penetrazione dell'acqua di mare nei vani delle batterie provocò la fuoriuscita di gas cloro.[6] Ne seguì il panico con due membri dell'equipaggio che tentarono il suicidio usando una pistola, senza successo perché le cartucce erano umide.[6]
Dopo un'ora e mezza, quando l'acqua fredda raggiunse un'altezza di 1 metro, consentendo di equalizzare la pressione per aprire i portelli di fuga della torre anteriore e di collegamento. Wenninger sapeva che vi erano solo quattro apparecchi Dräger e divise i sopravvissuti in due gruppi.[6] Sei uomini presso il portello della torre di comando e dodici uomini sotto il portello nella sala siluri.[6] Quando i portelli furono aperti, la maggior parte dell'equipaggio riuscì ad uscire all'esterno, favoriti dell'enorme bolla d'aria. Tuttavia, la maggior parte di essi ebbe embolie e sovraespansione polmonare e furono trovati morti in superficie.[6] Otto sopravvissuti furono trovati a galleggiare in superficie, uno di essi era Wenninger, che fu raccolto e salvato dal peschereccio britannico Mate e uno che morì senza riprendere conoscenza durante il viaggio di ritorno a Dover.[6] Degli altri, due sopravvissuti vomitavano sangue e olio, mentre gli altri non smettevano di urlare.[6] I sopravvissuti erano Ralph Wenninger, Friedrich Dietrich, Fritz Jahnke, Alex Neumann, Ewald Kestner e Peter Hammel.[6] Dopo la guerra, Wenninger rimase in marina e si arruolò nella Luftwaffe il 1º marzo 1935 e morì in Italia in circostanze sconosciute il 13 marzo 1945.[6] Dietrich morì sette mesi dopo l'affondamento di influenza spagnola presso il campo per ufficiali di Shipton.[6]
Lista affondamenti
modificaData | Nome | Nazionalità | Tonnellaggio[N 1] | Destino[7] |
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5 novembre 1917 | Clan Cumming | Gran Bretagna | 4.808 | danneggiato |
7 dicembre 1917 | Proba | Gran Bretagna | 105 | affondato |
8 dicembre 1917 | Corinto | Norvegia | 999 | affondato |
11 dicembre 1917 | Argus | Portogallo | 100 | Sunk |
11 dicembre 1917 | Ligeiro | Portogallo | 25 | affondato |
11 dicembre 1917 | A Portuguesa | Portogallo | 107 | affondato |
11 dicembre 1917 | Vigneira | Portogallo | 25 | affondato |
16 dicembre 1917 | Foylemore | Gran bretagna | 3.831 | affondato |
25 gennaio 1918 | Eastlands | Gran Bretagna | 3.113 | affondato |
26 gennaio 1918 | Manhattan | Gran Bretagna | 8.001 | danneggiato |
29 gennaio 1918 | Addax | Gran Bretagna | 40 | affondato |
29 gennaio 1918 | General Leman | Gran Bretagna | 57 | affondato |
29 gennaio 1918 | Ibex | Gran Bretagna | 42 | affondato |
29 gennaio 1918 | Perriton | Gran Bretagna | 90 | affondato |
29 gennaio 1918 | Perseverance | Gran Bretagna | 51 | affondato |
30 gennaio 1918 | HMS Wellholme | Royal Navy | 113 | affondato |
14 marzo 1918 | A. A. Raven | Stati Uniti d'America | 2.459 | affondato |
21 marzo 1918 | Begonia | Gran Bretagna | 3.070 | affondato |
23 marzo 1918 | Chattahoochee | Stati Uniti d'America | 8.007 | affondato |
23 marzo 1918 | Madame Midas | Gran Bretagna | 1.203 | affondato |
23 marzo 1918 | Mar Baltico | Spagna | 2.023 | affondato |
23 marzo 1918 | Venborg | Norvegia | 1.065 | affondato |
24 marzo 1918 | Fileur | Francia | 73 | affondato |
Note
modificaAnnotazioni
modifica- ^ I tonnellaggi sono espressi in tonnellate di stazza
Fonti
modificaBibliografia
modifica- (DE) Harald Bendert, Die UB-Boote der Kaiserlichen Marine, 1914-1918. Einsätze, Erfolge, Schicksal, Hamburg, Verlag E.S. Mittler & Sohn GmbH, 2000, ISBN 3-8132-0713-7.
- (EN) Erich Gröner, Dieter Jung e Martin Maass, German Warships 1815–1945, U-boats and Mine Warfare Vessels. Vol. 2, London, Conway Maritime Press, 1991, ISBN 0-85177-593-4.
- (DE) Bodo Herzog, Deutsche U-Boote 1906–1966, Munich, Karl Müller, 1993, ISBN 3-86070-036-7.
- (DE) Eberhard Rössler, Die deutschen U-Boote und ihre Werften: eine Bilddokumentation über den deutschen U-Bootbau; in zwei Bänden. Vol.1, Munich, 1979, ISBN 3-7637-5213-7.
- (DE) Eberhard Rössler, Geschichte des deutschen U-Bootbaus Band 1, Munich, Bernard & Graefe, 1996, ISBN 3-86047-153-8.
Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
modifica- (EN) Guðmundur Helgason, UB-55, su Uboat. URL consultato il 4 aprile 2024.
- (EN) Guðmundur Helgason, Ship It by UB-55, su Uboat. URL consultato il 4 aprile 2024.
- (EN) Oberleutnant Z Ralph Wenninger – The Fate Of UB-55, su Scuba. URL consultato l'8 novembre 2022.
- (EN) UB-55, su Heritage Gateway. URL consultato l'8 novembre 2022.