Presezzo

comune italiano

Presezzo [pɾeˈzeʦːo] (Presèz[5] o Presèss[6] [pɾɛˈzɛs] in dialetto bergamasco) è un comune italiano della provincia di Bergamo.

Presezzo
comune
Presezzo – Stemma
Presezzo – Bandiera
Presezzo – Veduta
Presezzo – Veduta
Veduta del centro
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Lombardia
Provincia Bergamo
Amministrazione
SindacoLuca Arzuffi (lista civica) dal 10-6-2024
Territorio
Coordinate45°41′29″N 9°33′59″E
Altitudine236 m s.l.m.
Superficie2,28 km²
Abitanti4 779[2] (31-5-2021)
Densità2 096,05 ab./km²
FrazioniGhiaie[1]
Comuni confinantiBonate Sopra, Mapello, Ponte San Pietro
Altre informazioni
Cod. postale24030
Prefisso035
Fuso orarioUTC 1
Codice ISTAT016176
Cod. catastaleH046
TargaBG
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[3]
Cl. climaticazona E, 2 515 GG[4]
Nome abitantipresezzesi o presezzini
Patronosanti Fermo e Rustico
Giorno festivo9 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Presezzo
Presezzo
Presezzo – Mappa
Presezzo – Mappa
Posizione del comune di Presezzo nella provincia di Bergamo
Sito istituzionale

Il paese è attraversato dalla strada provinciale 166, che praticamente taglia il paese da ovest a est e ospita anche la sede del municipio.

Geografia fisica

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Il paese dista circa 8 km da Bergamo ed è attraversato dal torrente Lesina, che nasce ad Almenno San Bartolomeo, presso Carosso. Il regime del torrente è irregolare, e a causa di ciò sono frequenti le piene e le esondazioni.

Presezzo ha una storia abbastanza lunga: si sa della sua esistenza fin dai tempi dei Romani. A quell'epoca il nome del paese derivava dalla parola latina praesidium. Il nome fu mutato solo nel 1263. L'origine romana del comune è rimarcata dalla presenza della scritta SPQR nello stemma comunale. L'attuale territorio comunale è il risultato dell'unione di due comuni, Capersegno e Presezzo, che si sono uniti nel XIII secolo. Capersegno rappresenta la parte più antica del comune; in quel territorio sorgeva un castello, di cui ora rimangono alcuni resti. Sull'origine del nome di Capersegno vi sono alcune ipotesi. La prima è che indicasse la strada per Trezzo, e il torione del castello rappresentava un punto di riferimento per i viaggianti. Un altro possibile significato di Capersegno è una variazione di "capra" e "segno", in quanto pare che la famiglia più importante del borgo avesse nel proprio stemma una capra.

La storia di Presezzo durante in Medioevo è molto simile e legata a quella del capoluogo della provincia. Come gran parte della Lombardia, il comune fu invaso dai Longobardi e dai Franchi, che si sono alternati nel dominio della zona.

Verso il XVI secolo la zona si impoverì fortemente a causa delle numerose guerre che coinvolsero gli Stati confinanti all'Italia nonché milanesi e veneziani. Una svolta verso la normalità si ebbe sotto il governo dei veneziani, anche se il potere della Serenissima si fece sempre meno sentire. Ciò causò la crescita del potere dei Signori e della borghesia locale.

Un'altra piaga per il territorio fu l'epidemia di peste che si ebbe nel 1630 e che fu notata per la prima volta da Giovanni Maria Mazzi.

Successivamente il territorio presezzese e quello limitrofo fu ceduto all'Austria dal Regno d'Italia, in seguito al Trattato di Campoformio. Durante il fascismo il territorio era ancora piuttosto rurale e uno sviluppo del territorio si ebbe solo alcuni anni dopo la fine della seconda guerra mondiale.

Simboli

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Lo stemma e il gonfalone del comune di Presezzo sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 19 novembre 2020.[7]

Ol Galèt de Presèss è il Simbolo ufficiale della squadra di calcio e nasce nel 1954 insieme alla squadra

Stemma

«D'azzurro, alla fascia di rosso, caricata dalla cinta tondeggiante, provvista di cammino di ronda, unita ai lati a due torri, il tutto d'argento, murato di nero, merlato alla guelfa, le torri aperte di nero, detta cinta accompagnata in capo dal capro d'oro, nascente dalla fascia e in punta dall'acronimo in lettere maiuscole d'oro S.P.Q.R. Ornamenti esteriori da Comune.»

La cinta muraria sostenuta da due torri merlate alla guelfa rappresenta il castello di Presezzo, di cui rimangono solo pochi resti. La capra saliente è ripresa dal stemma dei nobili Facheris di Caversegno[8], poi comune unito a Presezzo. La sigla S.P.Q.R. rievoca le radici romane del Comune.[9]

Gonfalone

«Un drappo, di forma allungata, di tela rossa bordata d'oro, disteso, nella larghezza del suo lato minore, su un pennone nichelato, appeso orizzontalmente a un'asta verticale, sormontata dallo stemma in ottone della Repubblica Italiana. I cinque passanti, in cui è inserito il pennone trasversale, sono strisce rettangolari, orlate d'oro, ritagliate nel telo, distanziate e disposte a merlatura guelfa ad ornamento della parte superiore del drappo; la parte inferiore di questo è ripartita in sette lingue di fuoco, scalate ad angolo convesso, orlate e fioccate d'oro; lungo i lati maggiori del drappo pende, fissato all'asta portante e agli estremi del pennone, un cordone dorato, infioccato ai capi. Al centro del gonfalone è ricamato lo stemma.»

Monumenti e luoghi d'interesse

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San Fermo e San Rustico
 
Presezzo nella neve

In ambito religioso molto importante è la parrocchiale di San Fermo e Rustico. Edificata nel 1875 in luogo di un precedente edificio di culto (oratorio), presenta numerose opere dedicate ai due santi protettori ricavate dalla precedente parrocchiale. La chiesa possiede un organo modificato dai fratelli Serassi intorno al 1801. L'organo è stato completamente restaurato nel 1984.[10] Il sagrato è stato recentemente ristrutturato, lastricato e adornato da due olivi

Altre importanti costruzioni sono il Palazzo Furietti-Carrara, che si affaccia sulla via principale ed è di costruzione seicentesca, restaurato tra il 1997 e il 1999. Il palazzo conteneva un ciclo di pregevoli affreschi di Gian Paolo Cavagna che, nonostante fossero sotto tutela del ministero competente, furono strappati tra il 1939 e il 1942 dagli ultimi proprietari del palazzo e tuttora dispersi. Degli affreschi rimangono solo delle fotografie in bianco e nero.[11]

Di origine medievale sono invece i resti del castello di Capersegno ancora circondato da abitazioni coeve, utilizzate dai coloni.

Presezzo fu inoltre casa Natale del celebre tenore italiano Giacomo David (1750-1830), artista punto di riferimento di una vera e propria scuola tenoristica bergamasca.

Cultura

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A Presezzo è situato un importante polo scolastico formato da due diversi istituti: l'ISISS "Giovanni Maironi da Ponte" e l'ISISS "Betty Ambiveri". Il primo si estende solo sul territorio presezzese, con un liceo scientifico e con un istituto tecnico commerciale; il secondo, invece, ha nel territorio di Presezzo tre scuole: il liceo socio-psicopedagogico e due scuole professionali, un IPSIA meccanico e uno elettrico-elettronico; a Ponte San Pietro, invece, ha sede la scuola aziendale turistica, facente parte sempre del "Betty Ambiveri". Con la presenza di numerosi istituti superiori, Presezzo risulta un punto di riferimento per i comuni del Consorzio dell'Isola bergamasca.

Amministrazione

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Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
14 giugno 2004 7 giugno 2009 Guido Bonacina lista civica Sindaco
8 giugno 2009 24 maggio 2014 Giovanni Bernardo Paganessi centro-destra (PDL - Lega Nord) Sindaco
25 maggio 2014 9 giugno 2024 Paolo Alessio lista civica Sindaco
10 giugno 2024 in carica Luca Arzuffi lista civica Sindaco

Consolati

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Presezzo è sede del seguente consolato onorario:

Società

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[13]

Etnie e minoranze straniere

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Secondo le rilevazioni ISTAT, gli stranieri residenti nel comune[14] sono 484, ovvero il 9,84 % della popolazione. Di seguito, un elenco delle comunità straniere più consistenti presenti con il numero di abitanti:

  1. ^ Comune di Presezzo - Statuto
  2. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 maggio 2021 (dato provvisorio).
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 521, ISBN 88-11-30500-4.
  6. ^ Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario di Carmelo Francia, Emanuele Gambarini (a cura di), Dizionario italiano-bergamasco, Torre Boldone, Grafital, 2001, ISBN 88-87353-12-3.
  7. ^ Presezzo (Bergamo) D.P.R. 19.11.2020 concessione di stemma e gonfalone, su presidenza.governo.it. URL consultato il 31 luglio 2022.
  8. ^ Lo stemma della famiglia Facheris di Bergamo era troncato: nel primo di rosso al castello d'argento, aperto e finestrato di nero; nel secondo d'oro, alla capra di nero, rampante e tenente un ramo fogliato di verde.
  9. ^ Presezzo, su Stemmi dei comuni bergamaschi. URL consultato il 31 luglio 2022.
  10. ^ Comunità parrocchiale di Presezzo, La chiesa e il suo organo.
  11. ^ Enrico De Pascale, Palazzo Furietti Carrara a Presezzo, Azzano San Paolo, Bolis Edizioni, 2003, ISBN 88-7827-120-9.
  12. ^ Consolato Onorario di Haiti[collegamento interrotto]
  13. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  14. ^ dato aggiornato al 1º gennaio 2019

Bibliografia

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  • Luigi Pagnoni, Chiese parrocchiali bergamasche: appunti di storia e arte, Bergamo 1992, 324.
  • S. Langè, G. Pacciarotti, Barocco Alpino. Arte e architettura religiosa del Seicento: spazio e figuratività, Milano 1994, 220.
  • Paolo Mazzariol, I Camuzio di Montagnola. Stuccatori a Bergamo e nel Bergamasco, in Giorgio Mollisi (a cura di), Svizzeri a Bergamo nella storia, nell'arte, nella cultura, nell'economia dal '500 ad oggi. Campionesi a Bergamo nel Medioevo, Arte&Storia, anno 10, numero 44, settembre-ottobre 2009, 236-245 (con ampia bibliografia).

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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