Ponte di Hermann
Il ponte di Hermann (o legge di Hermann) è un fenomeno prosodico che prende il nome dal filologo tedesco Johann Gottfried Jakob Hermann (1772-1848), che lo enunciò nel 1805, e riguarda la metrica dell'esametro dattilico in greco antico.
Enunciazione
modificaHermann osservò i fenomeni riguardanti le cesure dell'esametro durante la preparazione della sua edizione dei testi orfici (in particolare degli Inni), e nella sua edizione scrisse:[1]
«Sed in magna illa caesurarum varietate, quam habet versus heroicus, una praecipue incisio est, quae quia vim et robur numerorum debilitat, a melioribus poetis improbata est. Eam dico, quae habet trochaeum in pede quarto:
«Πηλεὺς δήν μοι ἔπειτα γυναῖκα γαμέσσεται αὐτός»
Hanc igitur non nisi rarissime admiserunt.»
«Ma in quella grande varietà di cesure che ha il verso eroico c'è soprattutto una cesura che, poiché indebolisce la forza e la robustezza dei versi, viene evitata dai migliori poeti. Parlo di quella che cade dopo il trocheo nel quarto piede:
«Πηλεὺς δήν μοι ἔπειτα γυναῖκα γαμέσσεται αὐτός»
Dunque non ammisero questa cesura, se non molto di rado.»
Il ponte di Hermann proibisce quindi la fine di parola tra il primo e il secondo elemento breve del quarto piede dattilico:[2]
Applicazione
modificaIl ponte di Hermann presenta rarissime eccezioni in Omero (secondo uno studio di Mario Cantilena si tratta di 66 casi, pari allo 0,24% del totale).[3] Un esempio di violazione:
- πολλὰ δ᾽ ἄρ᾽ ἔνθα καὶ ἔνθ᾽ ἴθυσε μάχη πεδίοιο (Iliade, VI, 2).
Esso, inoltre, viene generalmente rispettato anche dai poeti ellenistici, in particolare da Callimaco, che lo applica molto rigorosamente,[4] così come, più di cinque secoli dopo, Nonno di Panopoli.[5]
Note
modifica- ^ Il verso citato da Hermann exempli gratia è Omero, Iliade, IX, 393.
- ^ Martinelli, pp. 66-67.
- ^ Martinelli, p. 66.
- ^ Martinelli, p. 69.
- ^ Martinelli, p. 74.
Bibliografia
modifica- Maria Chiara Martinelli, Gli strumenti del poeta. Elementi di Metrica greca, Bologna, Cappelli, 1997, ISBN 9788837907426.