Plantaginaceae Juss., 1789 è una famiglia di piante spermatofite dicotiledoni in maggioranza erbacee prevalentemente terricole, ma anche acquatiche, con fiori disposti a spiga o a capolino, zigomorfi (tipicamente labiati) o attinomorfi.[1]

Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Plantaginaceae
Piantaggine lanciuola (Plantago lanceolata)
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Euasteridi I
OrdineLamiales
FamigliaPlantaginaceae
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdinePlantaginales
FamigliaPlantaginaceae
Juss., 1789
Generi
(Vedi testo)

Etimologia

modifica

Il nome della famiglia di queste piante deriva dal genere tipo Plantago L. la cui etimologia deriva dalla parola latina "planta" che significa "pianta del piede" e fa riferimento alle piatte foglie basali di questa pianta simili a "piante di un piede".[2][3]

Il nome scientifico della famiglia è stato definito dal botanico francese Antoine-Laurent de Jussieu (Lione, 12 aprile 1748 – La Plata, 17 settembre 1836) nella pubblicazione Genera Plantarum - 89. 1789 del 1789.[4]

Descrizione

modifica
  • Il portamento delle specie di questa famiglia è sia erbaceo (annuale, bienne o perenne) che arbustivo (come Veronica o Aragoa); sono presenti anche piccoli alberi. Occasionalmente può essere anche acquatico o subemergente (Hippuris, Callitriche), solo le infiorescenze sono fuori dall'acqua (sottofamiglia Gratioloideae). Nelle specie acquatiche la forma biologica prevalente è idrofita natante (I nat), sono piante le cui gemme si trovano sommerse o natanti; non presentano radici ancoranti e galleggiano sulla superficie dell'acqua. In altre specie il portamento è rosulato o suffrutescente oppure pulvinato (sottofamiglia Digitalidoideae). I fusti in genere hanno forme da ascendenti o prostrate a erette (anche rampicanti); in alcuni generi gli steli sono quadrangolari a causa della presenza di fasci di collenchima posti nei quattro vertici, mentre le quattro facce sono concave. L'indumento varia da glabro o ghiandolare-pubescente a densamente villoso (in Callitriche i peli sono stellati). Nella tribù Callitricheae alcune specie sono monoiche. In Russelieae sono presenti specie epifite. Non sono presenti specie parassite (o semiparassite).[5][6][7][8][9][10][11]
  • Le foglie sono sia basali (formano una rosetta basale - tribù Plantagineae) che cauline con disposizione opposta (raramente sono a disposizione alternata, spiralata o verticillata). Possono essere sia sessili che picciolate. La forma della lamina è intera, lineare oppure da lanceolato-lineare (o oblungo-lanceolata) a ovoide, orbicolare o reniforme con apice acuminato o ottuso. Sono presenti anche forme astate, sagittate o trifogliate. Raramente i bordi sono dentati o crenati o revoluti. Le foglie subemerse della tribù Callitricheae hanno forme lineari e spesso sono bifide all'apice; quelle galleggianti o aeree sono lineari, ellittiche, oblunghe o spatolate. Le venature in genere sono longitudinali e più o meno parallele (Plantago).
  • Le infiorescenze di tipo tirsoide, solitarie o ascellari, sono delle spighe o teste capitate, oppure sono racemose. In alcuni casi sono sorrette da uno scapo nudo (senza foglie). Le bratteole sono presenti o raramente sono assenti. I fiori, piccoli o grandi e vistosi, sono sessili o distintamente pedicellati. In alcune infiorescenze il portamento dei fiori è unilaterale a seguito della torsione dei pedicelli, ed hanno una posizione pendula per difendere il nettare e il polline dalla pioggia (sottofamiglia Digitalidoideae). Nelle specie acquatiche l'infiorescenza consiste in un solo fiore sessile e fertile sotteso da due foglie galleggianti sull'acqua e alcuni fiori cleistogami subemersi al livello delle rosette basali (sottofamiglia Gratioloideae). Le infiorescenze della tribù Callitricheae sono formate da fiori unisessuali. Nelle Globularieae i fiori sono molto piccoli e sono inseriti in un ricettacolo scaglioso.
  • I fiori ermafroditi sono sottesi da alcune brattee (oppure no); sono inoltre tetraciclici (ossia formati da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo), tetrameri (i verticilli del perianzio hanno più o meno 4 elementi ognuno) e possono essere protogini. Se i fiori sono unisessuali allora quelli maschili sono isolati e sorretti da un peduncolo flessuoso, quelli femminili sono sessili alla base di quelli maschili.
  • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
X o * K (4-5), [C (4) o (2 3), A 2 2 o 2], G (2), capsula.[6]
  • Il calice, tuboloso, campanulato, urceolato o imbutiforme è quasi sempre gamosepalo formato da (3) 4 (5) sepali embricati terminante con dei lobi più o meno uguali (calice attinomorfo); in altre specie il calice si presenta bilabiato (calice zigomorfo). Se i sepali sono 4, allora sono riuniti 2 a 2. I lobi hanno delle forme più o meno lanceolate; in alcune specie sono spinuloso-dentati.
  • La corolla, composta da (4) 5 petali, è gamopetala con forme tubolari (da cilindriche a campanulate, ma anche strettamente imbutiformi). Il tubo, che talvolta ha una gibbosità e uno sperone da conico a lineare o filiforme (o anche ridotto ad un sacco) nella parte basale-adassiale (sottofamiglia Antirrhinoideae), può essere corto o allungato e i lobi più o meno uguali e disposti in modo patente (corolla attinomorfa). Sono presenti anche forme bilabiate con struttura 2/3 (corolla zigomorfa). La parte interna inferiore delle fauci è lanosa oppure glabra a seconda della specie. In alcune specie la forma terminale della corolla è personata. In questo caso il labbro superiore è bilobo ed eretto a volte con la forma di un casco; quello inferiore con tre lobi (quello mediano in genere è più piccolo di quelli laterali), i lobi possono essere riflessi (sottofamiglia Gratioloideae). La corolla può essere subruotata. Il colore della corolla è bianco, blu, rosso, rosa, crema con palato giallo. In Callitricheae la corolla è assente.
  • L'androceo è formato da 4 stami didinami (raramente uno o due; fino a 8 nella sottofamiglia Digitalidoideae). Un quinto stame, quello mediano, è ridotto ad un minuto staminoide (sottofamiglia Antirrhinoideae). I filamenti sonoadanati alla corolla e opposti ai lobi della corolla (epipetali). In alcune specie i filamenti sono genicolati (piegati a ginocchio o simili ad una Z - sottofamiglia Gratioloideae). Le antere (sagittate), sporgenti dalla corolla oppure incluse o poco sporgenti rispetto al tubo corollino, ad inserzione centrale, sono formate da due teche uguali e separate, ma confluenti all'apice. Le teche sono introrse e deiscenti attraverso una fenditura longitudinale. In alcune specie le antere maturano prima dello stigma. La base dei filamenti può essere ricoperta da tricomi nettariferi. L'androceo nei fiori staminali delle Callitricheae è formato da un singolo stame con uno snello filamento terminante in una antera reniforme con due loculi. I granuli pollinici sono tricolporati. Sono presenti specie monoteche.
  • I frutti, delle capsule con varie deiscenze (loculicide, setticide o porocide specialmente in Antirrhinoideae), sono delle nucule monosperme o capsule circumscissili. In alcuni generi i frutti sono indeiscenti con pericarpo legnoso; in altre sono delle bacche (sottofamiglia Digitalidoideae). I semi, da numerosi a pochi (almeno uno per loculo), hanno delle forme da ellissoidi a reniformi oppure piatte e possono essere distintamente alati. Le teste dei semi sono reticolato-alveolate oppure crestate o tubercolate o del tutto lisce. Sulla superficie dei semi possono inoltre essere presenti delle coste longitudinali. L'endosperma è abbondante e in genere non è alveolato.

Riproduzione

modifica

Distribuzione e habitat

modifica

Per questa famiglia le varie tribù sono distribuite come indicato dalla tabella sottostante:[5]

Sottofamiglia Tribù Distribuzione/habitat
Antirrhinoideae Antirrhineae Distribuzione prevalentemente mediterranea (con un centro di distribuzione secondario nel Nord America) con climi più o meno temperati.
Cheloneae Distribuzione relativa all'America del Nord con habitat vari (subtropicali, temperati, alpini e altro).
Gratioloideae Angelonieae Distribuzione relativa all'America Latina con habitat più o meno tropicali.
Gratioleae Distribuzione asiatica e africana per la sottotribù Dopatriinae, mentre è prevalentemente americana per la sottotribù Gratiolinae con habitat che variano da quello tropicale a quello temperato.
Stemodieae Distribuzione prevalentemente americana con habitat tropicali.
Digitalidoideae Digitalideae Distribuzione eurasiatica con habitat dei climi più o meno temperati.
Hemiphragma Distribuzione dall'Himalaya alla Cina con habitat tipico dei pascoli alpini e delle fessure nelle rocce.
Sibthorpieae Distribuzione: America, Africa e Asia orientale con habitat relativi alle aree tropicali (perlopiù a quote alte).
Veroniceae Distribuzione cosmopolita (habitat variabili).
Callitricheae Distribuzione fondamentalmente cosmopolita con una certa prevalenza nelle zone temperate.
Globularieae L'habitat è mediterraneo o subtropicale con una distribuzione dal Sud Europa alla Somalia e Socotra (Poskea).
Plantagineae Distribuzione cosmopolita. Nel Sud America (Ande) per le specie di Aragoa e Bougueria.
Russelieae Distribuzione soprattutto Centro-Americana con habitat più o meno subtropicali.

Tassonomia

modifica

Questa famiglia comprende 113 generi con 1 800 specie[6] (oppure secondo altri Autori 114 generi e 2 400 specie[7], o anche 117 generi e 1904 specie[14] o 90 generi e 1 900 specie[15]) ed è suddivisa in tre sottofamiglie con 9 tribù; altre 4 tribù attualmente non hanno una collocazione precisa nell'ambito della famiglia.[5][11][14]

Nelle vecchie classificazioni questa famiglia comprendeva tradizionalmente solamente tre generi (Bougueria, Littorella, e Plantago) con poco più di 200 specie. La posizione sistematica di questa famiglia è sempre stata molto discussa, ed è tuttora in via di sistemazione tassonomica.

All'inizio del secolo scorso, il botanico tedesco Heinrich Gustav Adolf Engler (1844 – 1930), famoso per i suoi lavori sulla tassonomia delle piante, aveva isolato questa famiglia in un ordine apposito Plantaginales. In contrapposizione Richard von Wettstein (1863 – 1931), botanico austriaco, il primo ad aver introdotto un sistema di classificazione filogenetico delle piante, l'aveva sistemata nell'ordine delle Tubiflorae. Mentre il botanico americano Charles Bessey (1845 – 1915), il meno conosciuto fra i tre, l'aveva posta fra le Primulales. In tempi più moderni (anni ottanta) il botanico americano Arthur Cronquist (1919-1992) pubblica alcuni testi nei quali propone una sua classificazione della famiglia delle Plantaginaceae agganciandola all'ordine delle Plantaginales; ma è di questi ultimi anni una proposta ancora più innovativa del Angiosperm Phylogeny Group che oltre ad assegnare la famiglia all'ordine delle Lamiales trasferisce in essa anche diversi generi da altre famiglie (soprattutto Scrophulariaceae).

La seguente tabella riassume brevemente la storia di questi ultimi anni delle varie classificazioni della famiglia di questa voce.

WETTSTEIN CRONQUIST STRASBURGER APG II Altre classificazioni
Classe/Clade Dicotiledoni Magnoliopsida Rosopsida Eudicotiledoni Magnoliopsida
Sottoclasse/Clade Sympetalae Asteridae Asteridae Eudicotiledoni centrali Lamiidae
Clade Asteridi
Superordine/Clade Euasteridi I Lamianae
Ordine/Clade Tubiflorae Plantaginales Lamiales Lamiales Scrophulariales
Famiglia Plantaginaceae Plantaginaceae Plantaginaceae Plantaginaceae Plantaginaceae

Il termine Clade si riferisce solamente alla classificazione APG II; la colonna “Altre classificazioni” propone delle classificazioni intermedie[16] tra quella del Sistema Cronquist e quella della Classificazione APG II.
Nella nuova sistemazione della famiglia sono stati inclusi diversi generi appartenenti alla famiglia delle Scrophulariaceae, questo perché i vari studi filogenetici hanno dimostrato che questa categoria andava inclusa nell'Ordine delle Lamiales; inoltre sono stati inclusi anche diversi generi delle Globulariaceae, delle Hippuridaceae, e altri ancora che sono stati riscontrati più vicini filogeneticamente alla famiglia delle Plantaginaceae.
Per concludere questo paragrafo dedicato alla nuova sistemazione della famiglia è da segnalare che alcuni ricercatori, vista la rivoluzionaria ristrutturazione di questa categoria, hanno proposto nomi alternativi come Veronicaceae oppure Antirrhinaceae; la comunità scientifica comunque ha mantenuto quello delle Plantaginaceae (accettato anche dal APG).

Caratteri distintivi della famiglia

modifica

I caratteri morfologici più distintivi per questa famiglia sono:[6]

  • portamento di tipo erbaceo o più raramente arbustivo;
  • lo stipite dei peli ghiandolari è composto da 2 o più cellule, mentre la testa è più o meno globulare o ellissoide;
  • la testa dei peli è priva di divisioni verticali; (1)
  • la disposizione delle foglie è alterna, spiralata o opposta;
  • stipole assenti;
  • sepali in genere 4 o 5 connati;
  • petali di solito 5 (oppure 4 per la fusione di 2 petali superiori);
  • corolla connata e bilabiata;
  • stami usualmente 4 didinami;
  • filamenti adnati alla corolla;
  • le antere sono biloculari con teche distinte ad apertura longitudinale;
  • precoce sviluppo dell'androceo rispetto al gineceo; (1)
  • carpelli 2 connati in un ovario supero;
  • placentazione assile con placente grandi e indivise;
  • ovuli numerosi per loculo;
  • frutto a capsula setticida (o poricida o circumscissile).

Note 1: queste caratteristiche sono considerate sinapomorfie morfologiche.

Filogenesi

modifica
 
Cladogramma della famiglia

La famiglia Plantaginaceae così come ora è circoscritta risulta monofiletica[6] anche se il suo "gruppo fratello" non è stato ancora ben individuato. La conoscenza della struttura filogenetica interna della famiglia non è ancora ben definita. Le tre sottofamiglie come sono attualmente descritte non risultano monofiletiche. Inoltre un gruppo di generi principalmente del Nuovo Mondo è parafiletico rispetto ai cladi dei generi del Vecchio Mondo.[11] Mentre molti gruppi sono stati trasferiti dalla famiglia Scrophulariaceae in questa famiglia, i generi Scrophularia e Verbascun a ragione sono stati esclusi da questi trasferimenti. Le analisi di tipo molecolare sul DNA suggeriscono una forte inclusione di questi due generi nel clado del genere Selago. Scrophularia, Verbascun e Selago condividono logge delle antere confluenti con deiscenza per singola fessura distale, le antere inoltre sono claviformi (non sagittate). Infine la testa dei peli ghiandolari è discoidale, appiattita formata da cellule separate da partizioni verticali. Da questa famiglia sono state inoltre escluse diverse erbe parassite (ora descritte all'interno delle Orobanchaceae). Sono state incluse le famiglie Callitrichaceae e Hippuridaceae formate da erbe acquatiche con fiori ridotti. Il collegamento filogenetico tra il genere Plantago e altri membri entomogami della famiglia è confermato anche dalla chimica per la presenza comune di aucubina, mannitolo, acido linoleico e acido oleico. Altri collegamenti filogenetici si possono individuare tra la corolla tetralobata (per fusione dei due lobi superiori) del genere Plantago con alcune specie di Veronica.[6]

La famiglia Plantaginaceae nell'ambito dell'ordine delle Lamiales occupa, da un punto di vista filogeneico, una posizione abbastanza centrale: prima delle Scrophulariaceae e dopo il gruppo Peltantheraceae, Calceolariaceae e Gesneriaceae. La separazione della famiglia dal nucleo principale delle Lamiales è avvenuta circa 70/60 milioni di anni fa, mentre i cadi interni risultano tutti più giovani di 40 milioni di anni fa.[15] Il cladogramma tratto dallo studio citato[11] mostra una possibile (e provvisoria) configurazione filogenetica della famiglia in base alle attuali conoscenze.

Elenco delle sottofamiglie-tribù-sottotribù

modifica

La famiglia è suddivisa in 4 sottofamiglie, 13 tribù, 4 sottotribù, 108 generi e circa 1 900 specie:[5][14][15]

Sottofamiglia Tribù Sottotribù
Antirrhinoideae Cheloneae
Antirrhineae
--
Gratioloideae Angelonieae --
Gratioleae Dopatriinae
Gratiolinae
Stemodieae --
Digitalidoideae Digitalideae --
Sibthorpieae --
Hemiphragmeae --
Veroniceae Veroniciinae
Wulfeniinae
-- Callitricheae --
-- Globularieae --
-- Plantagineae --
-- Russelieae --

Elenco dei generi della famiglia

modifica

Per ogni sottofamiglia sono indicati i generi, con il numero delle specie, suddivisi per tribù e sottotribù.[5][14][15]

Sottofamiglia Antirrhinoideae

modifica

La sottofamiglia Antirrhinoideae Hartl & Betsche, 1984 comprende 2 tribù, 37 generi e circa 585 specie:

Tribù Antirrhineae
La tribù Antirrhineae Dumort., 1827 comprende 28 generi e circa 295 specie:
Tribù Cheloneae
La tribù Cheloneae Benth., 1846 comprende 9 generi e circa 290 specie:

Sottofamiglia Digitalidoideae

modifica

La sottofamiglia Digitalidoideae (Dumort.) Luerss., 1882 comprende 4 tribù, 2 sottotribù, 26 generi e circa 500 specie:

Tribù Digitalideae
La tribù Digitalideae (Dumort.) Dumort., 1829 comprende 3 generi e 29 specie:
Tribù Hemiphragmeae
La tribù Hemiphragmeae Rouy, 1927 comprende un genere e una specie:
Tribù Sibthorpieae
La tribù Sibthorpieae Berth., 1846 comprende 2 generi e 6 specie:
Tribù Veroniceae
La tribù Veroniceae Duby, 1828 comprende 2 sottotribù, 20 generi e circa 460 specie:
Sottotribù Veroniciinae
La sottotribù si compone di 15 generi e circa 450 specie:
Sottotribù Wulfeniinae
La sottotribù si compone di 5 generi e 9 specie:

Sottofamiglia Gratioloideae

modifica

La sottofamiglia comprende 3 tribù, 2 sottotribù, 34 generi e circa 366 specie:

Tribù Angelonieae
La tribù Angelonieae Pennell, 1920 comprende 6 generi e 75 specie:
Tribù Gratioleae
La tribù Gratioleae Benth., 1835 comprende 2 sottotribù, 15 generi e circa 180 specie:
Sottotribù Dopatriinae
La sottotribù Dopatriinae comprende 5 generi e 57 specie:
Sottotribù Gratiolinae
La sottotribù Gratiolinae Benth., 1846 comprende 10 generi e circa 120 specie:
Tribù Stemodieae
La tribù Stemodieae Benth. & Hook.f., 1876 comprende 13 generi e 111 specie:

(Senza sottofamiglia)

Tribù Callitricheae

modifica

La tribù Callitricheae (Dumort.) Dumort., 1827 comprende 2 generi e circa 40 - 50 specie:

Tribù Globularieae

modifica

La tribù Globularieae Rchb., 1837 comprende 3 generi e circa 40 specie:

Tribù Plantagineae

modifica

La tribù Plantagineae Barthélemy Charles Joseph Dumortier, 1829 comprende 4 generi e 297 specie:

Tribù Russelieae

modifica

La tribù Russelieae Pennell, 1920 comprende 2 generi e 60 specie:

Incertae sedis e note varie

modifica

1) La tribù Russelieae Pennell, 1920 con 2 generi e 60 specie, potrebbe essere un "gruppo fratello" della tribù Cheloneae.[11][14]

2) All'interno della sottofamiglia Gratioloideae non è più descritta la tribù Limoselleae Dum., 1827 (con il genere Limosella L., 1753) ora inserita nella famiglia Scrophulariaceae e la tribù Lindernieae Rchb., 1831 (con 14 generi) ora inserita nella famiglia Linderniaceae.[15]

3) Anche il genere Zenkerina (con la sola specie Zenkerina kamerunensis Engl.), da alcuni Autori descritto all'interno della sottofamiglia Gratioloideae, attualmente è considerato un sinonimo di Staurogyne ed è incluso nella famiglia Acanthaceae.[18]

4) La tabella seguente elenca un gruppo di generi tradizionalmente descritti nelle famiglie Phrymaceae e Trapellaceae o Pedaliaceae (genere Trapella) la cui collocazione nella sottofamiglia Gratioloideae è ancora da definire (Incertae sedis):[14][15]

Genere Numero specie Distribuzione
Bryodes
Benth., 1846[19]
1 - 3 Mediterraneo e isole Mascarene
Bythophyton
Hooker f., 1884
Una specie:
Bythophyton indicum (Hook. f. & Thomson) Hook. f.
Indomalesia
Dintera Stapf, 1900 Una specie:
Dintera pterocaulis Stampf
Africa meridionale
Encopella Pennell, 1920 Una specie:
Encopella tenuifolia (Griseb.) Pennell
Cuba
Hemianthus Nutt., 1817 3 - 4 America Centrale
Micranthemum Michx., 1803 17 America
Psammetes Hepper, 1962[19] Una specie:
Psammetes madagascariensis (Bonati) Eb. Fischer & Hepper
Nigeria
Trapella Oliv., 1887 1 - 2 Asia orientale

5) Secondo alcune ricerche[20] il piccolo genere Uroskinnera (quattro specie distribuite in Messico e America Centrale), che deve ancora essere incluso in uno studio sistematico molecolare, condivide alcuni caratteri morfologici con la tribù Russelieae e potrebbe essere integrato in essa. Attualmente è descritto all'interno della tribù Cheloneae.

Chiave per i generi della flora italiana

modifica

Per meglio comprendere ed individuare i vari generi della famiglia (solamente per i generi delle specie spontanee della flora italiana) l'elenco seguente utilizza in parte il sistema delle chiavi analitiche.[21] Per ogni genere è indicata anche la famiglia di appartenenza nelle precedenti classificazioni . I vari generi sono inoltre raggruppati per tribù secondo le nuove direttive di classificazione[22]. Il primo numero, tra parentesi quadre, indica le specie presenti in tutto il mondo[14], il secondo numero indica le specie spontanee presenti sul territorio italiano).[23]

  • Tribù Antirrhineae Dumort., 1827: le piante hanno tutte delle foglie sviluppate e verdi (non sono parassite senza clorofilla); gli stami sono 4 – 5; la corolla è chiaramente bilabiata, mentre nella parte posteriore è presente uno sperone a sacco oppure un ingrossamento a gozzo;
    • Gruppo 1A : la corolla è del tipo personata (le fauci sono chiuse da un rigonfiamento del labbro superiore);
      • Gruppo 2A : la parte posteriore della corolla è chiusa da un gozzo ingrossato;
Genere Misopates Rafin., 1840 [7/2] (dalla famiglia Scrophulariaceae) – Gallinetta: il ciclo biologico di queste piante è annuo; il lobi del calice sono stretti e più lunghi della corolla.
Genere Antirrhinum L., 1753 [20/3] (dalla famiglia Scrophulariaceae) – Bocca di Leone: il ciclo biologico di queste piante è perenne; il lobi del calice hanno una lunghezza minore della corolla.
  • Gruppo 2B : la parte posteriore della corolla termina in uno sperone o sacco;
Genere Linaria Miller, 1754 [150/23] (dalla famiglia Scrophulariaceae) – Linajola: le foglie sono strettamente lineari e sono prive di picciolo; la capsula è deiscente attraverso delle valve.
Genere Cymbalaria Hill, 1756 [9/6] (dalla famiglia Scrophulariaceae) – Ciombolino: le foglie sono palmate ed hanno un lungo picciolo; la capsula è deiscente attraverso delle valve.
Genere Kickxia Dumort., 1827 [9/5] (dalla famiglia Scrophulariaceae) – Cencio: le foglie hanno una forma ovata con breve picciolo; la capsula è del tipo porocida.
  • Gruppo 1B : le fauci della corolla sono libere ed aperte;
Genere Anarrhinum Desf., 1798 [8/1] (da Scrophulariaceae) – Muffolaria: le foglie inferiori formano una rosetta basale; l'infiorescenza è composta da racemi apicali con fiori sub-sessili; il frutto è più grande dei denti del calice; i semi sono tubercolati.
Genere Chaenorhinum (DC.) Rchb., 1828 [21/3] (dalla famiglia Scrophulariaceae) – Linajola: non c'è distinzione fra foglie basali e cauline; l'infiorescenza è formata da fiori disposti all'ascella delle foglie superiori; la superficie dei semi è liscia.
Genere Callitriche L., 1748 [50/12] (dalla famiglia Callitrichaceae) – Gamberaja: sono piante acquatiche; le foglie sono a disposizione opposta senza stipole; i fiori sono isolati, unisessuali e sono molto piccoli (i maschili sono ridotti ad uno stame, quelli femminili ad un ovario supero con 2 stili e 2 stimmi); la fecondazione avviene per idrogamia.
Genere Hippuris L., 1735 [1/1] (dalla famiglia Hippuridaceae) – Coda di Cavallo: i fiori sono poligami (ossia le piante possono avere sia fiori ermafroditi sia maschili che femminili); hanno uno stame e un ovario infero uniloculare con uno stilo; i frutti sono del tipo a nucula.
Genere Digitalis L., 1753 [23/5] (dalla famiglia Scrophulariaceae) – Digitale: i fusti sono semplici o ramificati alla base; il margine delle foglie è intero o dentato; la corolla è lunga da 9 a 40 mm e termina a campana con lobi embricati; le fauci sono oblique rispetto al tubo corollino.
Genere Erinus L., 1753 [2/1] (dalla famiglia Scrophulariaceae) – Erinus: il tubo della corolla è cilindrico e terminante con 5 lobi lunghi quanto il tubo stesso.
Genere Globularia L., 1753 [23/8] (dalla famiglia Globulariaceae) – Vedovelle: le foglie sono spiralate; l'infiorescenza è del tipo a capolino; i fiori sono ermafroditi, zigomorfi, tetraciclici (composti da quattro parti: calicecorollaandroceo - gineceo) e pentameri (calice e corolla divisi in 5 parti); il calice ha 5 denti; la corolla ha 5 lacinie; gli stami sono 4; l'ovario è supero formato da 2 carpelli con uno stilo a stimma bilobo.
Genere Gratiola L., 1753 [20/1] (dalla famiglia Scrophulariaceae) – Graziella: il ciclo biologico delle piante di questo genere è perenne; le foglie sono disposte in modo opposto; l'infiorescenza è formata da fiori solitari disposti all'ascella delle foglie; il calice è pentamero e possiede due bratteole alla sua base; la corolla è bilabiata con labbra più o meno uguali.
Genere Limnophila R. Br., 1810 [36/1] (dalla famiglia Scrophulariaceae) – Limnofila: le piante di questo genere sono acquatiche con foglie ridotte a lacinie filiformi; la corolla è bilabiata e comunque senza sperone o sacco posteriore.
Genere Plantago L., 1753 [274/27] - Piantaggine: l'infiorescenza è formata da spighe con molti fiori tutti ermafroditi; il peduncolo (ossia lo scapo) è molto robusto; i frutti sono del tipo a capsula.
Genere Littorella P.J.Bergius, 1768 [3/1] – Littorella: (secondo le ultime direttive di classificazione questo genere dovrebbe essere incluso nel genere Plantago) le piante di questo genere sono acquatiche; i fiori sono unisessuali e quelli maschili sono isolati su un peduncolo flessibile; i fiori femminili sono sessili; il frutto è un achenio.
  • Tribù Veroniceae Duby, 1828: le piante hanno tutte delle foglie sviluppate e verdi (non sono parassite senza clorofilla); gli stami sono 2;
    • Gruppo 1A : la corolla è formata da 4 lobi tutti uguali; il tubo corollino è più largo che lungo; le piante sono legnose alla base;
Genere Veronica L., 1753 [250/30] (dalla famiglia Scrophulariaceae) – Veronica: le piante di questo genere sono aromatiche; la corolla (pentamera) apparentemente si presenta a 4 lobi in quanto i due petali superiori sono fusi insieme; gli stami sono 2 adnati (ossia saldati alla corolla); lo stilo è persistente; la capsula è compressa lateralmente e contiene da 2 a 50 semi.
Genere Pseudolysimachion Opiz., 1852 [15/4] (dalla famiglia Scrophulariaceae) – Veronica: il portamento è erbaceo; il ciclo biologico di queste piante è perenne; la corolla è ruotata e debolmente bilabiata con un tubo lungo quanto largo; i fiori sono raccolti in racemi apicali allungati molto densi.
Genere Paederota L., 1758 [2/2] (dalla famiglia Scrophulariaceae) – Bonarota: le foglie lungo il fusto sono disposte in modo opposto; l'infiorescenza è formata da racemi apicali densi.
Genere Wulfenia Jacq., 1781 [4/1] (dalla famiglia Scrophulariaceae) – Wulfenia: le foglie inferiori formano una rosetta basale; le foglie cauline sono disposte lungo il fusto in modo alterno.

Sinonimi

modifica

La famiglia Plantaginaceae ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[24]:

  • Antirrhinaceae Pers.
  • Aragoaceae D. Don
  • Callitrichaceae Link
  • Chelonaceae Martinov
  • Digitalaceae Martinov
  • Ellisiophyllaceae Honda
  • Globulariaceae DC.
  • Gratiolaceae Martinov
  • Hippuridaceae Vest.
  • Littorellaceae Gray
  • Psylliaceae Horan.
  • Sibthorpiaceae D. Don
  • Veronicaceae Cassel
  Lo stesso argomento in dettaglio: Generi di Plantaginaceae.

Usi medici

modifica
  Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

L'interesse di questa famiglia nell'economia umana è molto limitato se ci eccettua qualche specie ornamentale e qualche altra usata nella farmacopea popolare. Altre specie (come quelle del genere Plantago) a volte sono addirittura infestanti. Di un certo interesse sono alcune specie che producono i cosiddetti “semi di psillio” (Plantago afra e Plantago indica), semi che vengono usati nella medicina naturale in quanto contengono delle mucillagini che favoriscono l'evacuazione intestinale.[25]

Più importanti sono le piante del genere Digitalis. Contengono delle sostanze (glicosidi) che hanno un potente effetto sul cuore, quali la digitossina e il lanatoside C, che sono digitalici naturali[26]. Pertanto risulta molto utile nella terapia dell'insufficienza cardiaca, come cardiotonico e nello scompenso cardiaco congestizio[26]; tuttavia le stesse sostanze, se assorbite in dosi eccessive, la rendono una pianta notevolmente velenosa o addirittura mortale. In erboristeria vengono usate le foglie, i fiori e i semi.

Alcune specie

modifica

Tribù Antirrhineae

modifica

Tribù Cheloneae

modifica

Tribù Digitalidea

modifica

Tribù Sibthorpieae

modifica

Tribù Veronicinae

modifica

Sottotribù Veroniciinae

modifica

Sottotribù Wulfeniinae

modifica

Tribù Angelonieae

modifica

Tribù Gratioleae

modifica

Sottotribù Dopatriinae

Sottotribù Gratiolinae

Tribù Stemodieae

modifica

Tribù Callitricheae

modifica

Tribù Globularieae

modifica

Tribù Plantagineae

modifica

Tribù Russelieae

modifica
  1. ^ Plantaginaceae, su The Plant List. URL consultato il 20 luglio 2017.
  2. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 26 dicembre 2015.
  3. ^ David Gledhill 2008, pag. 305.
  4. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 17 ottobre 2017.
  5. ^ a b c d e f Kadereit 2004, pag. 327.
  6. ^ a b c d e f Judd et al 2007, pag. 493.
  7. ^ a b Strasburger 2007, pag. 852.
  8. ^ Motta 1960, Vol. 3 - pag. 359.
  9. ^ Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 627.
  10. ^ Pasqua et al 2015, pag. 458.
  11. ^ a b c d e Albach et al 2005.
  12. ^ a b Musmarra 1996.
  13. ^ Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 522.
  14. ^ a b c d e f g Olmstead 2012.
  15. ^ a b c d e f Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 28 giugno 2017.
  16. ^ ZipCodeZoo, su zipcodezoo.com. URL consultato il 19 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 23 luglio 2010).
  17. ^ Copia archiviata, su The Plant List. URL consultato il 2 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 5 settembre 2017).
  18. ^ The Plant List, http://www.theplantlist.org/tpl1.1/record/tro-103015. URL consultato il 28 marzo 2017.
  19. ^ a b Fischer et al. 2013, pag. 217.
  20. ^ Tank et al 2006.
  21. ^ Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 523.
  22. ^ American Journal of BOTANY (Tabella 1) [collegamento interrotto], su amjbot.org. URL consultato il 20 novembre 2008.
  23. ^ Conti et al. 2005.
  24. ^ USDA - United States Department of Agriculture, su ars-grin.gov. URL consultato il 21 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2008).
  25. ^ Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta, Milano, Federico Motta Editore, 1960.
  26. ^ a b "Le piante medicinali", di Roberto Michele Suozzi, Newton&Compton, Roma, 1994, pag.70

Bibliografia

modifica

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica
Controllo di autoritàThesaurus BNCF 65026 · LCCN (ENsh88023004 · BNF (FRcb12271100r (data) · J9U (ENHE987007532283905171
  Portale Botanica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di botanica