Pietragalla

comune italiano

Pietragalla (Ptraadd in dialetto lucano)[senza fonte] è un comune italiano di 3 858 abitanti[1] della provincia di Potenza in Basilicata, il cui centro è costruito su un breve ripiano terrazzato, a 839 m s.l.m., sul versante sinistro del torrente Cancellara[4].

Pietragalla
comune
Pietragalla – Stemma
Pietragalla – Bandiera
Pietragalla – Veduta
Pietragalla – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Basilicata
Provincia Potenza
Amministrazione
SindacoPaolo Cillis (lista civica Pietragalla bene comune) dal 27-5-2019 (2º mandato dal 9-6-2024)
Territorio
Coordinate40°45′N 15°53′E
Altitudine839 m s.l.m.
Superficie66,1 km²
Abitanti3 858[1] (31-12-2021)
Densità58,37 ab./km²
FrazioniSan Giorgio
Comuni confinantiAcerenza, Avigliano, Cancellara, Forenza, Potenza, Vaglio Basilicata
Altre informazioni
Cod. postale85016, 85020
Prefisso0971
Fuso orarioUTC 1
Codice ISTAT076060
Cod. catastaleG616
TargaPZ
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona E, 2 435 GG[3]
Nome abitantipietragallesi
Patronosan Teodosio
Giorno festivo10 maggio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Pietragalla
Pietragalla
Pietragalla – Mappa
Pietragalla – Mappa
Posizione del comune di Pietragalla all'interno della provincia di Potenza
Sito istituzionale

Il nome del paese sembra aver avuto origine intorno al X secolo dal termine medievale. Lo stemma di Pietragalla è un gallo su tre monti e nei monti tre torri incluse. I tre monti rappresentano "Terra", "Serra" e "San Michele". Le tre torri indicano i tre principali accessi al centro storico: "Arco Melazzi", "Arco Settanni" e "Arco Via fratelli Bandiera".

1861 – Brigantaggio. La lunga scorreria iniziata nei primi giorni del novembre 1861 da parte delle grosse formazioni capitanate da Carmine Crocco e José Borjes interessò il 16 novembre anche il paese di Pietragalla che fu in parte saccheggiato. Popolazione e guardie nazionali opposero una resistenza accanita arrecando numerose perdite agli assalitori.[5] Giunti i soccorsi, i briganti furono costretti a ritirarsi. Il Consiglio Provinciale della Basilicata dell'11 gennaio 1862, nel considerare eroica la resistenza di Pietragalla, dichiarò: «Benemeriti della patria [...] anche i cittadini di Pietragalla [...] che con tanto coraggio e tanto patriottismo seppero difendere le mura dei padri loro».[6] Raccolto il bottino, le formazioni brigantesche, inseguite da reparti di truppa e da contingenti di guardie nazionali, si ritirarono su Castel Lagopesole, dove cercarono di riordinarsi.

Monumenti e luoghi d'interesse

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  • Chiesa madre
  • Palmenti
  • Palazzo Ducale
 
I palmenti di Pietragalla

I palmenti sono un complesso di strutture ipogee, che hanno origine nella prima metà del XIX secolo. L'etimologia del termine "palmento" ha diverse ipotesi: alcuni studiosi sostengono che derivi dal latino pavimentum, ad indicare il piano pavimentale dove si pigiavano le uve; altri sostengono derivi da pavire, ossia l'atto del pigiare, battere. Il palmento è un manufatto che rappresenta una singolare realizzazione di architettura rurale, unica nel suo genere. Il contesto paesaggistico originato deriva da un'aggregazione di manufatti perfettamente in armonia con il contesto territoriale. Qui avveniva la pigiatura delle uve e la fermentazione del mosto. L'interno del palmento presenta due o tre vasche differenziate a seconda delle necessità produttive. L'uva raccolta nei vigneti circostanti e trasportata tramite asini e bigonce, veniva versata nella vasca di dimensioni inferiori e pigiata a piedi nudi. Il mosto, attraverso un apposito foro, fuoriusciva nella vasca sottostante in cui si adagiavano anche i raspi. Al di sopra dell'ingresso di ogni palmento, una feritoia consentiva la fuoriuscita dell'anidride carbonica che si generava all'atto della pigiatura. Dopo circa 20 giorni di fermentazione, il vino spillato veniva depositato in botti di legno di fattura artigianale e conservato nelle caratteristiche cantine (rutt) ubicate a nord del centro storico.[7]

Società

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[8]

Tradizioni e folclore

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San Teodosio Martire, patrono di Pietragalla
  • Festa di San Teodosio martire, santo patrono: sebbene la festa del santo sia in ottobre, la festa è stata spostata al 10 maggio. Tutte le mattine a partire dalla settimana precedente alla festa, si tengono spettacoli di fuochi pirotecnici e tra l'8 e il 10 maggio la banda musicale passa per le strade; sia nel pomeriggio del giorno precedente, sia nel pomeriggio della festa la statua del santo viene portata in processione. La festa termina con uno spettacolo musicale e con un ultimo spettacolo pirotecnico verso la mezzanotte.

La principale squadra di calcio della città è la S.C. Pietragalla, nata nel 1999. Milita nella Promozione lucana.[9]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2021 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Turismo - Area Metropolitana Archiviato il 10 agosto 2009 in Internet Archive.
  5. ^ Da Frà Diavolo a Borjès, in La Sicilia, Edizioni del Grifo, p. 212.
  6. ^ Basilide del Zio, Il brigante Crocco e la sua autobiografia, ristampa anastatica, Arnaldo Forni Editore, p. 31.
  7. ^ Vincenzo D'Angelo, Pietragalla e i palmenti. Patrimonio di archeologia rurale, Firenze, Edizioni Paideia.
  8. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  9. ^ Calendario Eccellenza Basilicata [collegamento interrotto], su calciobasilicata.it.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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