Philipp Bouhler

politico tedesco

Philipp Bouhler (Monaco di Baviera, 11 settembre 1899Dachau, 19 maggio 1945) è stato un politico e generale tedesco del periodo nazionalsocialista. In qualità di capo della Kanzlei des Führers (KdF, Cancelleria del Führer) egli fu uno dei principali esecutori del programma di «eutanasia» nazista, la cosiddetta Aktion T4 che condusse alla morte di circa 70.000 disabili. Fu anche un alto membro delle SS.

Philipp Bouhler
Bouhler in abiti civili

Vice-direttore del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori
Durata mandatosettembre 1922 –
novembre 1925

Direttore degli affari del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori
Geschäftsführer
Durata mandato1925 –
novembre 1934

Reichsleiter
Durata mandatogiugno 1933 –
8 maggio 1945

Capo della Cancelleria del Führer
Durata mandato17 novembre 1934 –
8 maggio 1945

Dati generali
Partito politicoPartito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori
Philipp Bouhler
Bouhler in uniforme delle SS col grado di Gruppenführer nel 1936
NascitaMonaco di Baviera, 11 settembre 1899
MorteEmmerich, 19 maggio 1945 (45 anni)
Cause della mortesuicidio
Dati militari
Paese servitoGermania (bandiera) Impero tedesco
Germania (bandiera) Germania nazista
Forza armata Deutsches Heer
Schutzstaffel
Unità1. Bayer. Fußartillerie-Regiment
Anni di servizio1916 - 1917
1933 - 1945
GradoLeutnant
SS-Obergruppenführer
GuerrePrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
Comandante diAktion T4
DecorazioniCroce di Ferro di II Classe
"fonti nel corpo del testo"
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Biografia

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Il padre di Bouhler era un colonnello in pensione ed egli, in gioventù, passò cinque anni presso il Corpo Reale dei cadetti della Baviera. Bouhler prese parte al primo conflitto mondiale servendo nel 1. Bayer. Fußartillerie-Regiment (1º reggimento di artiglieria appiedata bavarese) a partire dal 6 luglio 1916. Promosso al grado di tenente il 17 luglio 1917 Bouhler venne però ferito gravemente il mese successivo (a causa di questo incidente rimase zoppo a vita) e dovette ritirarsi dal servizio, pur ottenendo la Croce di Ferro di seconda classe per il coraggio dimostrato sul campo di battaglia.[1]

Terminato il conflitto, tra il 1919 ed il 1920, Bouhler studiò per quattro semestri filosofia e nel 1921 divenne collaboratore della casa editrice proprietaria del Völkischer Beobachter, l'organo di stampa ufficiale dello NSDAP del quale egli divenne uno dei primissimi membri con la tessera numero 12.[2] La sua carriera all'interno del Partito fu molto rapida e già nell'autunno 1922 egli era Secondo segretario dello NSDAP. Dopo il fallito Putsch della Birreria (8-9 novembre 1923), organizzato da Adolf Hitler con l'appoggio dei nazionalisti tedeschi, lo NSDAP venne dichiarato fuorilegge e rifondato solo nel 1925; in quest'occasione Bouhler venne promosso Segretario del Reich dello NSDAP. Dopo l'ascesa al potere del Partito nazionalsocialista avvenuta il 30 gennaio 1933 egli venne ulteriormente promosso al ruolo di Reichsleiter e membro del Reichstag (il parlamento tedesco) per il distretto della Vestfalia.

Il 20 aprile 1933 Bouhler entrò a far parte delle SS di Heinrich Himmler (n. tessera 54.932) ottenendo il grado onorifico di SS-Gruppenführer (generale di divisione); il 30 gennaio 1936 fu promosso SS-Obergruppenführer (generale di corpo d'armata).[3]

L'anno successivo Bouhler venne nominato Comandante della polizia di Monaco e, poco dopo, capo della Cancelleria del Führer (KdF). Questo organismo, fondato il 17 novembre 1934, aveva lo scopo ufficiale, e chiaramente propagandistico, di mantenere un contatto diretto tra il Führer ed il popolo tedesco. In effetti la KdF era un articolato ufficio di segreteria privato di Hitler che svolse molti ruoli nel corso degli anni: dallo smistamento della posta in arrivo, all'accoglimento di appelli da parte dei cittadini, fino alla gestione diretta di programmi che facevano direttamente capo ad Hitler senza nessuna intermediazione statale o di partito. Contemporaneamente Bouhler ottenne la carica di Presidente della Commissione ufficiale di controllo del Partito per la protezione della letteratura nazionalsocialista, ente che determinava la letteratura in linea con l'ideologia nazionalsocialista escludendo quegli autori considerati pericolosi per il popolo tedesco.

Al termine del 1938 Bouhler, in qualità di Capo della KdF venne coinvolto direttamente da Hitler nell'attuazione del programma di eutanasia chiamato in codice Aktion T4 che condusse ufficialmente alla morte di circa 5.000 bambini e 70.000[4] adulti affetti da diverse forme di disabilità psichica e fisica. Hitler affidò segretamente il programma alla supervisione amministrativa di Bouhler (che a sua volta ne affidò la gestione operativa al suo sottoposto Viktor Brack) quella medica al dottor Karl Brandt, suo medico personale, per paura delle proteste che si sarebbero sollevate da membri dell’amministrazione statale e della popolazione - ovviamente le radicali posizioni eugeniche e di igiene razziale nazionalsocialiste non erano ben viste da una larga parte dei tedeschi. L'intera Aktion T4 si svolse basandosi esclusivamente su di una lettera, senza alcun valore legale, che Hitler inviò a Bouhler e Brandt nell'ottobre 1939 (ma retrodatata al 1º settembre per farla coincidere con lo scoppio della seconda guerra mondiale):

«Al capo [della Cancelleria] del Reich Bouhler e al dottor Brandt viene affidata la responsabilità di espandere l'autorità dei medici, che devono essere designati per nome, perché ai pazienti considerati incurabili secondo il miglior giudizio umano disponibile del loro stato di salute possa essere concessa una morte pietosa.[5][6]»

L'Aktion T4 raggiunse il suo culmine nel 1940 e nella prima metà del 1941, quando, in agosto, venne ufficialmente bloccata a causa delle numerose proteste da parte della popolazione, soprattutto quella appartenente alle confessioni cattolica e protestante. Nonostante la segretezza imposta a tutti i livelli, infatti, le voci di disabili mandati a morte in appositi centri muniti di camere a gas e forni crematori si erano rapidamente propagate per tutta la Germania. Nondimeno gli specialisti della morte che si formarono nel corso di questo programma (sotto la supervisione dell'efficiente Bouhler) vennero estesamente utilizzati nella successiva soluzione finale della questione ebraica e nell'Operazione Reinhard.[senza fonte]

Nel 1942 Bouhler pubblicò Napoleon – Kometenpfad eines Genies (Napoleone - La traiettoria stellare di un genio) che divenne una delle letture preferite di Hitler.

Bouhler, seppure molto influente presso Hitler, che amava circondarsi di vecchi compagni di Partito, continuò ad operare nell'ombra e senza esporsi fino al termine del conflitto. Arrestato dagli statunitensi, sulla strada per essere condotto al campo di concentramento di Dachau (riorganizzato come campo per prigionieri di guerra), Bouhler si suicidò con una capsula di cianuro il 19 maggio 1945.[7]

Onorificenze

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Per gli estremi completi delle opere citate vedi alla sezione Bibliografia.

  1. ^ (EN) Interventi in SS-Ogruf. Philipp Bouhler in the 1914/18 War dal forum web «Axis History Forum». Riportato il 5 febbraio 2007.
  2. ^ (EN) Interventi in Holders of NSDAP Numbers 1 to 100 dal forum web Axis History Forum. Riportato il 6 febbraio 2007.
  3. ^ (EN) BOUHLER, Dr. Philipp in Reichsleiter der NSDAP, su geocities.com. URL consultato il 6 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 21 settembre 2008). dal sito web Axis Biographical Research. Riportato il 6 febbraio 2007.
  4. ^ Il numero di 70.000 è basato su parziali dati ufficiali dell'epoca. Molti studiosi propendono per un numero superiore (150.000-200.000).
  5. ^ Lifton, Medici, p. 91
  6. ^ L'immagine digitale della lettera originale è disponibile a questo indirizzo Hitler's Euthanasia Decree
  7. ^ Secondo altre fonti Bouhler si suicidò ad Alt Aussee con la moglie il 10 maggio 1945 prima di cadere in mano agli americani. Per approfondire si veda: (EN) Interventi in Conflicting deaths of Philipp Bouhler dal forum web Axis History Forum. Riportato il 6 febbraio 2007.

Bibliografia

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  • Robert J. Lifton. I medici nazisti. La psicologia del genocidio. Milano: BUR - Biblioteca Universale Rizzoli, 2003, ISBN 88-17-10103-6
  • B.P.Boschesi - Il chi è della Seconda Guerra Mondiale - Mondadori Editore, 1975, Vol. I, p. 63

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