Papa Adriano III

109° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Adriano III (Roma, ... – Spilamberto o San Cesario sul Panaro, agosto/settembre 885) è stato il 109º papa della Chiesa cattolica dal 17 maggio 884 fino alla sua morte ed è venerato come santo dalla Chiesa cattolica.

Papa Adriano III
109º papa della Chiesa cattolica
Elezione17 maggio 884
Insediamento17 maggio 884
Fine pontificatoagosto/settembre 885
Predecessorepapa Marino I
Successorepapa Stefano V
 
NascitaRoma, ?
MorteSpilamberto oppure San Cesario sul Panaro, agosto/settembre 885
SepolturaAntica basilica di San Pietro poi Abbazia di Nonantola
Sant'Adriano III
 

Papa

 
NascitaRoma, ?
MorteSpilamberto oppure San Cesario sul Panaro, agosto/settembre 885
Venerato daChiesa cattolica
Canonizzazione1891 da Leone XIII
Ricorrenza8 luglio

Biografia

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Le presunte origini

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Nacque a Roma da una famiglia che alcuni genealogisti vogliono imparentata coi conti di Tuscolo: figlio di Benedetto magnus tusculanus dux et comes, figlio a sua volta di quell'Alberico marchio et consul tusculanus princeps potentissimus che fu fratello di Papa Adriano I (772-795) e antenato dei conti di Tuscolo. Pertanto Adriano I sarebbe stato suo prozio, e Adriano III sarebbe stato il fratello maggiore di Sergio dei conti di Tuscolo, ovvero Papa Sergio III (904-911). Si è certi, comunque, che Adriano fu romano di Via Lata[1] e figlio di un tale Benedetto[1][2], come attestato dal Liber Pontificalis.[3] Della sua carriera ecclesiastica non è giunta nessuna notizia, salvo la sua nomina a cardinale da parte di papa Marino I[4].

Pontificato

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Le lotte intestine e la gestione della Chiesa

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Eletto il 17 maggio dell'884[1][5][6], il suo breve pontificato ebbe luogo in un periodo travagliato. Dopo la morte di Giovanni VIII (di cui era stato nemico in quanto filo-germanico[5]), Roma era infatti insanguinata dai contrasti tra i sostenitori della politica del defunto pontefice e quelli legati invece al partito filo-germanico.

Ad Adriano sono stati attribuiti dal cronista Martino Polono due decreti (la cui autenticità è però dubbia), fortemente applicativi della stessa idea di supremazia del potere temporale della Chiesa su quello secolare già affermata nelle "Decretali pseudoisidoriane"[7]; questi decreti avrebbero sancito l'esclusione della presenza dei messi imperiali all'atto dell'elezione del nuovo papa, e, soprattutto, il passaggio della corona imperiale ad un principe italiano al momento della morte di Carlo il Grosso che non aveva eredi. Autentici o meno i decreti, la debolezza e inettitudine dell'imperatore avevano effettivamente fatto nascere simili speranze in più di un principe italiano[8].

I rapporti con gli Stati europei

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Come rileva la biografia dell'Enciclopedia dei Papi la brevità del pontificato non permise di mettere chiaramente in luce l'orientamento di Adriano nei confronti di Fozio, il patriarca di Costantinopoli già scomunicato da papa Niccolò I e poi da Giovanni VIII, anche se Ottorino Bertolini ipotizza che la tendenza del nuovo pontefice fosse sulla linea (inizialmente) conciliante di papa Giovanni VIII, piuttosto che su quella severa dimostrata dall'immediato predecessore Marino I[9].

Per quanto riguarda l'impero franco, morto Carlomanno II, l'imperatore Carlo il Grosso convocò per l'estate dell'885[10] una dieta a Worms, alla quale invitò anche il papa in quanto l'imperatore voleva avere il suo parere sul riordino dell'impero[8], sulla legittimazione del figlio naturale Bernardo[10] e per discutere della minacciosa presenza dei Saraceni nella penisola italiana.

Morte e sepoltura

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Il pontificato di Adriano fu assai breve: mentre era in viaggio per partecipare alla dieta convocata da Carlo il Grosso, fu colto da improvviso malore nei pressi di San Cesario sul Panaro, e morì l'8 luglio (secondo il Vetus Martyrologium Romanum e l'erudito del XIX secolo Gaetano Moroni[11]) o in una data compresa tra la metà d'agosto e la metà di settembre dell'885 (secondo studiosi più recenti[5][6][8]). Il Vetus Martyrologium Romanum cita inoltre Spilamberto (centro abitato limitrofo a San Cesario) come luogo della morte[12].
Il suo corpo fu inumato dapprima nell'antica basilica di San Pietro presso l'oratorio dove era stato sepolto già Gregorio III e poi traslato nell'Abbazia di Nonantola, dov'è tuttora sepolto e venerato[5].

I motivi della sua venerazione come santo sono praticamente sconosciuti, ma divenne noto per aver aiutato la popolazione di Roma durante una carestia.

A Spilamberto (Mo) esiste una chiesa parrocchiale dedicata a Sant'Adriano III.

Il suo culto venne confermato nel 1891 da papa Leone XIII[3]. La sua memoria liturgica ricorre l'8 luglio[3].

  1. ^ a b c Rendina, p. 295.
  2. ^ Kelly, p. 196.
  3. ^ a b c Sant'Adriano III, su santiebeati.it, Santiebeati. URL consultato il 29 ottobre 2015.
  4. ^ (EN) Salvador Miranda, Adriano, su fiu.edu – The Cardinals of the Holy Roman Church, Florida International University.
  5. ^ a b c d Bertolini.
  6. ^ a b Adriano III, su w2.vatican.va, vatican.va. URL consultato il 29 ottobre 2015.
  7. ^ Cfr. Papa Niccolò I.
  8. ^ a b c Rendina, p. 296.
  9. ^ Bertolini:

    «I propositi di Giovanni VIII condivideva invece, probabilmente, A[driano]; ma non ebbe tempo bastante per concretarli in atti positivi che fossero più del semplice invio a Costantinopoli della comunicazione ufficiale del proprio avvento...»

  10. ^ a b Kelly, p. 197.
  11. ^ Moroni, p. 101.
  12. ^ Si riporta il Vetus Martyrologium Romanum, p. 10, 8 luglio:
    (LA)

    «Spinae Lamberti, in Aemilia, sancti Hadriani Papae Tertii, studio conciliandi Romanae Ecclesias Orientales insignis, ac miraculis clari; cujus corpus in monasterium Nonantulense fuit delatum, et in aede sancti Silvestri honorifice conditum.»

    (IT)

    «A Spilamberto, in Emilia, [la memoria] di sant'Adriano III Papa, insigne nel cercare di riconciliare le Chiese Orientali con Roma, e famoso per i miracoli; il cui corpo fu trasportato al monastero di Nonantola, e riposto onorevolmente nella cappella di san Silvestro.»

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN73381896 · ISNI (EN0000 0000 7821 2442 · BAV 495/45936 · CERL cnp00166043 · LCCN (ENnb2007020659 · GND (DE100945201 · J9U (ENHE987007397569705171