PU-Sarruma
PU-Sarruma, (PU-LUGAL-ma, mPU-Šàr-(rù)-ma, che potrebbe leggersi Hišmi-Šarruma) (Kuššara, ... – Kuššara, 1680 a.C.), è stato un re ittita.
PU-Sarruma | |
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Sovrano Antico Impero ittita | |
In carica | 1710 a.C. - 1680 a.C. |
Predecessore | Kantuzzili 0 o Tudhaliya di Kussara |
Successore | Labarna I |
Nascita | Kuššara |
Morte | Kuššara, 1680 a.C. |
Luogo di sepoltura | Kuššara |
Padre | Tudhaliya biologico, Kantuzzili 0 adottivo. |
Figli | Papahdilmah; Hakkarpili; figlia ignota, moglie di Peruwa di Zalpa; Tawananna, moglie di Labarna I; Labarna I, adottivo. |
PU-Sarruma forse originario della città di Kuššara nonostante il nome hurrita lasci aperto il campo delle ipotesi, potrebbe essere stato un sovrano ittita che regnò dal 1710 a.C. al 1680 a.C. circa, prima della nascita dell'Antico Regno.[1] La "lista delle offerte C"[2] lascerebbe pochi dubbi, secondo alcuni, sulla sua esistenza e sulla sua condizione regale.
Il "Nonno del Re"
modificaPoco si sa della vita di PU-Šarruma, e ciò che forse lo riguarda viene dal Testo di Zalpa[3] e dagli Annali di Ḫattušili I. In entrambi i testi tuttavia il nome di questo re non è espressamente indicato ma si fa genericamente riferimento ad un "Nonno del Re". Alcuni studiosi, basandosi soprattutto sulla "Lista delle offerte C", suppongono che PU-Sarruma fosse il nonno di Hattušili indicato in tali testi[4][5]. Nonostante la scarsità di notizie dirette, la storia dinastica della monarchia ittita, potrebbe cominciare proprio con PU-Sarruma[6].
Ittiti e Nesiti
modificaSecondo un'ipotesi accreditata oggigiorno, sviluppata da Beal dopo un'intuizione di Forlanini[7], Pu-Šarruma potrebbe essere stato il figlio naturale di un nobile di stirpe regale nesita, Tudhaliya di Kussara[8], a cui sarebbe stata data in sposa la principessa Tawananna[9], figlia di uno dei primi sovrani ittiti, forse Kantuzzili 0[10].
Una conferma ipotetica delle origini nesite di PU-Sarruma (e quindi di suo padre Tudhaliya) ci giungerebbe da alcuni testi immediatamente posteriori: dal "Testamento" di Hattušili I (il presunto nipote di PU-Sarruma) sappiamo che questi morì nel proprio palazzo di Kuššara[11], patria ancestrale e sede regale nesita, città evidentemente in quel periodo in mano ittita; dal "Testo di Zalpa "[3], inoltre, apprendiamo che il cosiddetto "Nonno del Re" ( alias forse PU-Sarruma) nominò nuovi governatori nelle città di Zalpa (conquistata da Anitta pochi decenni prima) e di Hurma.
Tali città (Kuššara, Hurma e Zalpa), che troviamo passate in mano ittita solo alcuni decenni dopo la loro conquista da parte del re nesita Anitta, la caduta di Kanesh avvenuta in quegli anni (1700 a.C. circa) con destino ignoto per la sua casa reale e l'etimologia del nome PU-Sarruma, forse hurrita[12]: questi tre fattori farebbero ritenere che, caduto il regno nesita, i suoi territori fossero passati in mano degli Ittiti in quanto forse governati da un ramo collaterale della famiglia reale di Kanesh. Il nome PU-Sarruma, di origine hurrita/nesita, avvalora l'ipotesi che il punto di contatto tra le famiglie reali dei due stati potesse essere stato tale Tudhaliya, e che quindi quello citato nella lista delle offerte "C" degli ittiti fosse lo stesso citato nei testi nesiti come Capo Coppiere del re Zuzu di Kanesh[13].
Se l'identificazione fosse corretta, probabilmente Tudhaliya non sarebbe mai stato re, ma solo padre biologico di PU-Sarruma, il quale entrò per matrimonio o adozione nella linea reale ittita. Tuttavia non è escluso che Tudhaliya potesse essere stato prima nominato "governatore di Hatti" dal re di Kanesh e poi, dopo la distruzione della città-madre, avesse avviato una propria dinastia "Ittita"[14].
Alcuni storici ritengono fosse costume nel regno ittita antico che il re, in mancanza di un erede maschio, adottasse il proprio successore dandogli in sposa la figlia principale per garantire la consanguineità[15]; anche se in realtà i pareri sono discordi[16] sulle modalità di trasmissione del potere, pur riconoscendo unanimemente nel mondo accademico una certa autonomia di scelta al sovrano, peraltro spesso non accettata pacificamente dal clan regale[17].
PU-Šarruma re
modificaComunque fosse, PU-Sarruma si sarebbe insediato sul trono di Hatti. Non è chiaro dove il sovrano potesse avere la propria corte: forse non a Hattuš, che secondo la visione tradizionale non era ancora stata riedificata[18]. Alcuni propongono come capitale Sanahuitta[19].
Ciò che è rimarchevole è che il nuovo re, se la deduzione degli storici è corretta, col matrimonio avrebbe fuso la dinastia regale Nesita di Kanesh con quella ittita del fondatore Huzziya 0, gettando le basi della futura dinastia imperiale ittita.
Per quanto oggi noto, PU-Sarruma ebbe quattro figli: due maschi, Papahdilmah e Hakkarpili[20], e due femmine: una fu regina di Zalpa, uccisa in una congiura di palazzo; l'altra, presumibilmente la maggiore, Tawananna, sposò Labarna I e divenne regina. Il nome tawananna divenne sinonimo di appellativo regale e divenne anche un titolo politico-religioso[21].
La guerra con Zalpuwa
modificaL'impresa militare più importante di PU-Sarruma giunta a noi è la conquista dei territori di Zalpuwa, nel Nord anatolico sul mar Nero.
La città era stata alleata degli Hatti di Hattuš fino a quando pochi decenni prima Anitta di Kanesh l'aveva sottomessa deportandone il re Huzziya[22], sostituito col proprio fratello Peruwa[23]. Per rinsaldare i buoni rapporti con Zalpuwa, PU-Sarruma[24] organizzò un matrimonio politico, dando in sposa al re una propria figlia[25]. Ma[26], in una congiura di palazzo il cancelliere Alluwa, sostenuto dai nobili, assassinò la coppia reale usurpandone il trono. PU-Sarruma marciò su Zalpuwa[27] e la città fu riconquistata. Alluwa perì in battaglia, e sessanta casate ribelli furono deportate[28].
Nel susseguente trattato Zalpuwa tornò formalmente tributaria ittita, ed i nobili della città chiesero al re un nuovo governatore di sangue reale. PU-Sarruma inviò uno dei propri figli, il principe Hakkarpili[29]. La lealtà di Hakkarpili fu tuttavia di breve durata: questi presto reclamò la propria indipendenza dal potere centrale del padre, ribellandosi[30]. PU-Sarruma sali' nuovamente a Nord e sconfisse definitivamente i rivoltosi.
Il territorio controllato dal presunto "Nonno di Hattusili I", PU-Sarruma, si sarebbe dunque assai esteso e avrebbe compreso larga parte della zona a Nord del fiume Marassantiya (odierno Kızılırmak): da Zalpa sul Mar Nero fino alle città di Sanahuitta, Hattuša, Tawainiya e Hurma; e, forse, alla fine del proprio regno, PU-Sarruma avrebbe controllato anche Kuššara, probabile luogo d'origine della sua casata (il cui ramo principale, regnante a Kanesh, era scomparso con la distruzione di questa città).
Due rami della stessa famiglia: lo scontro per la successione
modificaSecondo tradizione, anche Pu-Sarruma diede in sposa una figlia a colui che aveva scelto come successore, Labarna I[31],che poi adottò. Tuttavia il primogenito naturale del re, il principe Papahdilmah, sostenuto da una parte della nobiltà, tentò di usurpare il trono del padre e si arrivò allo scontro armato, come narra Hattušili nei propri Annali:
«"Mio nonno (di Hattušili I) aveva fatto proclamare Labarna (come) suo figlio nella città di Sanahuitta, ma poi i servi ed i nobili sovvertirono il suo volere e posero sul trono Papahdilmah"[32]»
È stato ipotizzato che alla base del conflitto per il potere vi fosse anche una differenza di tradizioni tra la componente di Kanesh/Kuššara della famiglia reale (abituata a tramandare il potere per via maschile ereditaria) e quella ittita, nella quale, come detto, sarebbe stata consuetudine che fosse il re a scegliere il proprio successore tramite il matrimonio tra una figlia e l'erede prescelto e successivamente adottato[33].
Nonostante gli appoggi della nobiltà di Sanahuitta, nella guerra civile che ne seguì Papahdilmah fu sconfitto[34] e Labarna I ascese al trono.
Genealogia
modificaLa genealogia dei re ittiti seguita in queste pagine è la seguente[35]:
Kantuzzili 0? Tudhaliya di Kussara ? | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
PU-Sarruma | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Labarna I | Tawananna | Papahdilmah | Hakkarpili | Moglie di Peruwa di Zalpa | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Hattušili I | Ammuna | Pimpira | la serpe | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Note
modifica- ^ La sua esistenza fu ipotizzata per primo da Emil Forrer, ed è oggi accettata da molti studiosi
- ^ Nome ufficiale del reperto Kub XXVII 77.
- ^ a b Nome ufficiale del reperto CTH 3.
- ^ Per questa linea di pensiero si veda R. Beal: The predecessors of Hattusili I, pp. 20-35, che rilancia e dettaglia un'idea già avanzata da Forrer e oggi condivisa tra gli altri da Gilan. Contra Forlanini che, basandosi sul Sigillo Cruciforme, "salta" PU-Sarruma, Kantuzzili e Tudhaliya ed identifica direttamente in Huzziya 0 il "Nonno del Re",cioè di Hattušili I.
- ^ Essa infatti recita:
«PU-Sarruma figlio dì Tudhaliya, padre di Papahdilmah il/e padre dí Labarna»
- ^ Un riferimento a un monarca con questo nome lo si ritrova nel testo CTH 417.1 (KBo 49.28 e KUB 7. 61) in cui viene descritto un rito propiziatorio eseguito da funzionari reali in favore di un re di nome PU-Sarruma (venivano costruite due statuette, una d'argilla con il nome del re e una di legno con il nome del nemico che poi venivano gettate nel fuoco, naturalmente una bruciava, l'altra s'induriva).
F. Fuscagni, CTH 417.1 (TRit 24.06.2011), su Beschwörungsrituale der Hethiter, hethiter.net. URL consultato il 14 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 14 febbraio 2015).«§2: Abbiamo fatto due statuette:[abbiamo fatto] una statuetta d[i legno di cedro], una (altra) statuetta invece di argilla abbiamo fatto. [Sulla statuetta di] legno di cedro abbiamo po[sto] il nome del nemico della Maestà, sulla statuetta d'argilla invece [abbiamo posto] il nome di PU-[Šarruma]. Sulla/Alla statuetta di PU-Šarruma [ … ] [ … ] … [ … ] Lacuna di ampiezza incerta.»
- ^ Tra questi Otten, Beal e Blasweiler (cfr. Blasweiler 2019, pp. 5-13). (Contrario, per ragioni linguistiche legate all'etimologia di PU-Sarruma, proprio Forlanini che reputa l'inserimento di questo nome nella parte della lista "C" relativa agli albori della storia ittita un errore degli scribi del 13^ sec.; secondo costui il "nonno del re" indicato nel Testo di Zalpa sarebbe non PU-Sarruma bensì Huzziya 0, il fondatore della dinastia. Si veda The branches of the hittite royal family of the early kingdom period. Pp. 116-118.) basata anche su quanto riportato dalla sopracitata lista delle offerte "C"(Nome ufficiale del reperto Kub 36.121 Kub 36.122 Kub 11.7), che appunto recita testualmente
«PU-Sarruma, figlio dì Tudhaliya»
- ^ Il capo dei coppieri del re Zuzu di Kanesh (cfr. Forlanini 2010). È possibile che fosse fratello o zio del sovrano, in tal caso fratello o figlio del Gran Re Anitta di Kanesh
- ^ Da non confondere con l'omonima principessa babilonese del XIV secolo a.C., andata in sposa a Šuppiluliuma I
- ^ L'unico riferimento a questa figura ci arriva dalla Lista delle offerte "C", nome ufficiale del reperto KUB XXXVI 121, decifrata da Beal, ove compare nell'elenco dei re alla riga precedente di PU-Sarruma.
- ^ R. Beal: The predecessors of Hattusili I, pp. 26-28.
- ^ R. Beal: The predecessors of Hattusili I, pp. 17-20
- ^ M. Forlanini: The kings of Kanesh, pp. 129-130.
- ^ M. Forlanini: The kings of Kanesh, p. 130.
- ^ Blasweiler 2017, pp. 4-5.
- ^ C'è chi parla addirittura di "matriarcato" come Riemschneider; si veda anche più recentemente J. Blasweier: The Tawananna and The royal succession, pag 4-5. Contra Beckman e altri, soprattutto Beal: "non esiste nulla su matriarcato o matrilinearita' in tutta la storia ittita ad eccezione del riferimento di Hattusili I alla zia Tawananna. La successione passa per linea femminile al marito solo quando i discendenti maschi siano carenti". Si veda R. Beal: The predecessors of Hattusili I, p. 14 e relative note 4 e 5.
- ^ Si veda T. Bryce: The kingdom of the Hittites, pp. 88-89.
- ^ Tale considerazione si fonda sull'idea che la città sia stata ricostruita dal successore di Labarna, desunta dal suo nome proprio, Hattusili, che significa appunto uomo di Hattuša; tuttavia qualcuno ipotizza il contrario, che cioè Hattušili fosse il nome proprio di questo re già alla nascita, a cui avrebbe poi aggiunto l'altro proprio nome, Labarna, mutuato dal suo predecessore come appellativo regale. In realtà si fa riferimento ad Hattuša già nel "Testo di Zalpa", con PU-Sarruma sovrano. Si veda R. Beal: The predecessors of Hattusili I. Pag. 25-26.
- ^ J. Blasweiler: Purushanda and the old kingdom of Hattusa, pag.9. Oppure un centro più a nord: Nerik o Hakpis. Tuttavia Beal e Neve, direttore degli scavi del sito, ritengono che già ai tempi di PU-Sarruma la capitale fosse Hattuš. Del medesimo parere anche M. Forlanini: The branches of the Hittites royal family of the early kingdom period; pag.117 ed in particolare la nota 17.
- ^ Beal.
- ^ Bryce 2005, pp. 66-67.
- ^ Blasweiler 2019, p. 13.
- ^ Blasweiler 2012, p. 2.
- ^ Nel cosiddetto "Zalpa text", nome ufficiale del reperto CTH 3, si parla del "Nonno di Hattusili (I)" che si ipotizza fosse PU-Sarruma (cfr. Blasweiler 2019, p. 13).
- ^ Va ricordato come sia PU-Sarruma che Peruwa appartenessero probabilmente alla medesima famiglia reale e che quindi il matrimonio formalizzasse un'alleanza già esistente, rinsaldando il potere dell'entourage di Anitta su tutta l'Anatolia centrale
- ^ la nobiltà cittadina non dovette gradire il matrimonio o forse non gradiva più Peruwa, membro di quella famiglia reale nesita che dopo la caduta di Kanesh aveva perduto importanza e prestigio; cfr. A. Gilan: How many princes can the land bear? Pag. 313, dove si traduce e commenta KBo 3.38 obv. 21-22.
- ^ :Si veda K.Bo 3.38, obv. 7-17.
- ^ Blasweiler 2019, p. 14.
- ^ Mentre, secondo il "Testo di Zalpa", al "padre del Vecchio Re" (quindi al padre del futuro Labarna I, visto che chi narra è Hattušili I) venne dato il governatorato di Hurma, roccaforte ittita ad Est. R. Beal: The predecessors of Hattušili I, pp.20-22.</. Sembrerebbe significativo che ad intervenire contro i rivoltosi di Zalpuwa non fosse stata la casa reale Nesita di Kanesh, a cui Peruwa apparteneva, e che era stata la forza egemone dell'area negli ultimi 50 anni, ma gli Ittiti: forse l'episodio di Zalpuwa si colloca dopo la caduta di Kanesh, 1710-1700 a.C., e proverebbe che la casata reale nesita non fosse più potente come prima, ma che il regno di riferimento dell'area anatolica fosse ora divenuto quello degli Ittiti
- ^ Si veda A. Gilan: How many princes can the land bear? p. 313, dove si traduce e commenta KBo 3.38 obv. 21-22 e 28
- ^ Blasweiler senza grande seguito ipotizza che si tratti di Kaddusi, ritenuta invece comunemente la moglie di Hattušili I (tra gli altri da Bryce e Otten), con cui condivise il ruolo di regnante (cfr. Blasweiler 2017, pp. 4-5).
- ^ Annali di Ḫattušili I, 20, III, 41-4.
- ^ Blasweiler 2019, p. 13, nota 35.
- ^ Early Empire, su hittites.info. URL consultato il 26 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 1º agosto 2012).
- ^ Esistono varie possibili interpretazioni della genealogia degli antichi re ittiti, quella seguita in queste pagina corrisponde alla ricostruzione A a pagina 17 nel testo di Beal 2003 su cui in parte concordano Beckman 2000 e Bryce 2005
Bibliografia
modifica- Massimo Forlanini, The branches of the Hittite Royale Family of the Early Kingdom Period, in Pax Hethitica, 2010, pp. 115-135.
- Joost Blasweiler, The rabi simmiltim of the kings of Kanesh and the connection with the Old Kingdom of Hattusa, Arnhem, Bronze Age, 2012.
- Joost Blasweiler, The Tawananna and the royal succession, 10th Congress of Hittitology August 2017 in Chicago, 2017.
- Joost Blasweiler, Who ruled before the grandfather of Hattusili I?, in Arnhem, vol. 2, 2019.
- Trevor Robert Bryce, The Kingdom of the Hittites, Oxford University Press, 2005, ISBN 978-0-19-927908-1.
- (EN) Harry A. Hoffner, Gary M. Beckman, Richard Henry Beal e John Gregory McMahon, The Predecessors of Hattussili I, by Richard Henry Beal, in Hittite Studies in Honor of Harry A. Hoffner, Jr: On the Occasion of His Birthday, Chicago, Eisenbrauns, 2003, pp. 13-36, ISBN 1-57506-079-5.
- Franca Pecchioli Daddi, Note di storia politica antico-ittita, ISBN 88-18-88007-1.
- Stefano de Martino, Gli Ittiti, Roma, Carocci (collana Le bussole), 2003, ISBN 9788843026791.
- (EN) C.W. Ceram, Secret of the Hittites: The Discovery of an Ancient Empire, New York, Dorset Press (Paperback), 1990, ISBN 9780880295932.
- (EN) O. R. Gurney, The Hittites, London, Penguin Books (Paperback), 1952, ISBN 9780140202595.
- (FR) A. Archi, L'umanité des Hitliles: Florìlegium Anatolicum. Mélangcs offerts à E. Laroche, Paris, 1979.
- (EN) Trevor Bryce, The Kingdom of the Hittites, Oxford, Oxford University Press, 2005, ISBN 978-0-19-927908-1.
- (EN) Karlene Jones-Bley, Martin E. Huld e Angela Della Volpe, Proceedings of the eleventh annual UCLA Indo-European Conference, Los Angeles, June 4–5, 1999.
- (EN) G. Beckman, Hittite Chronology, in Akkadica, n. 119-120, Fondation assyriologique Georges Dossin, 2000, pp. 19-32.