Monte Pulchiana

monte della Sardegna

Il monte Pulchiana (IPA : [ˈmonte pulkjaːna] in gallurese monti Pulchiana, in sardo mont'e Pulciana) è il più grande monolite granitico della Sardegna ed ha avuto origine dal disfacimento della roccia per un processo di idrolisi. È ubicato nel territorio comunale di Tempio Pausania, nella Gallura settentrionale, e raggiunge quota 591 metri sul livello del mare. Il monte è stato sottoposto a tutela con decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare n. 19 del 18 gennaio 1994[1].

Monte Pulchiana
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Sardegna
Provincia  Sassari
Comune Tempio Pausania
Altezza591 m s.l.m.
Coordinate40°59′29.91″N 9°05′47.88″E
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Italia
Monte Pulchiana
Monte Pulchiana

Etimologia e significato

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Il significato di Pulchiana sarebbe "monte del porchetto", ma un’altra interpretazione lo riconduce al termine gallurese pul'tseddu, che significa polso, per la sua somiglianza ad una zampa.

Descrizione

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Trattasi di un inselberg originato dallo sgretolamento della roccia per un processo di idrolisi. Ha una caratteristica forma tondeggiante e la roccia ha un colore rosato dovuto a processi di ossidazione. Il monte è situato in un paesaggio granitico ricco di: tafoni, thor, cataste di blocchi, cupole. La vegetazione è caratterizzata da macchia e sugherete. Caratteristico del monte Pulchiana è il pianoro di Lu Parisi, coperto da fiori di cisto.[2]

  1. ^ Approvazione dello schema aggiornato relativo al VI Elenco ufficiale delle aree protette, ai sensi del combinato disposto dell’articolo 3, comma 4, lettera c), della legge 6 dicembre 1994, n. 394 e dall’articolo 7, comma 1, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 (PDF), su minambiente.it, Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. URL consultato il 5 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2016).
  2. ^ Sardegna Foreste - Foreste e Parchi - Aree naturali protette - Monumenti naturali, su sardegnaambiente.it. URL consultato il 22 agosto 2016.