Massacro di Pidjiguiti

Il massacro di Pidjiguiti è stata una strage di lavoratori portuali di Bissau, nell'allora colonia portoghese della Guinea perpetrata il 3 agosto 1959, dalla PIDE, la polizia politica del regime di Salazar. L'episodio segnò simbolicamente l'inizio della lotta per l'indipendenza della Guinea-Bissau dal dominio portoghese.

Massacro di Pidjiguiti
strage
Veduta aerea di Bissau, al centro il molo di Pidjiguiti.
Data3 agosto 1959
LuogoBissau
StatoGuinea-Bissau (bandiera) Guinea-Bissau
Coordinate11°51′27.21″N 15°34′47.08″W
ResponsabiliPIDE
MotivazioneRepressione di proteste sindacali.
Conseguenze
Morti50 circa
Feriti50 circa

Verso le 15:00 del 3 agosto 1959 i portuali di Bissau, dipendenti della Casa Gouvieia, scesero in sciopero per chiedere migliori condizioni salariali. Mentre una delegazione si recò a trattare con il titolare dell'impresa, gli scioperanti si riunirono nei pressi dei cancelli del molo di Pidjiguiti. Poco dopo le trattative tra le due parti si arenarono; a quel punto i manifestanti bloccarono l'accesso al molo innalzando delle rudimentali barricate. La Casa Gouveia chiamò allora in soccorso la PIDE che, come giunse sul posto, iniziò a sparare sui manifestanti. Durante la strage persero la vita circa cinquanta persone mentre altrettante furono ferite[1].

Conseguenze

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L'episodio spinse definitivamente il PAIGC, il movimento indipendentista guineense fondato da Amílcar Cabral nel 1956, ad abbandonare la forma della lotta pacifica e ad imbracciare le armi contro la dominazione coloniale portoghese.

Oggi in Guinea-Bissau il 3 agosto è un giorno di solenne commemorazione nazionale, definito spesso anche Giorno dei Martiri.

  1. ^ Peter Abbott, Manuel Rodrigues, Philip Botham, Le guerre africane d'indipendenza 1961-1980, RBA Italia/Osprey Publishing, 2011, p. 16, ISSN 2039-1161.

Voci correlate

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