Marino Masi

militare ed aviatore italiano, medaglia d'oro al valor militare

Marino Masi (Imola, 28 maggio 1911Spagna, 25 gennaio 1939) è stato un militare e aviatore italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della guerra civile spagnola[2].

Marino Masi
NascitaImola, 28 maggio 1911
MorteSpagna, 25 gennaio 1939
Cause della morteMorto in prigionia
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegia Aeronautica
CorpoAviazione Legionaria
SpecialitàRicognizione
Anni di servizio1939-1939
GradoTenente a.a.r.n. in servizio permanente effettivo
GuerreGuerra civile spagnola
BattaglieBattaglia di Catalogna
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Biografia

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Nacque a Imola, in Romagna, il 28 maggio 1911.[3] Diplomatosi alla Scuola industriale della sua città, fu assunto come capotecnico collaudatore alla Società Italiana Ernesto Breda, e all'età di 18 anni si arruolò volontario nella Regia Aeronautica. Nel settembre 1929 ottenne il brevetto di pilota di idrovolante, di pilota militare ed il grado di sergente.[1]

Ammesso nel novembre 1933 per concorso alla Regia Accademia Aeronautica di Caserta, fu nominato sottotenente in servizio permanente effettivo e nel luglio 1935 venne assegnato al 21º Stormo Ricognizione Terrestre.[1] Nel maggio 1936 fu trasferito al Reparto Alta Velocità di Desenzano del Garda. Con la promozione a tenente, nel giugno 1936 passò in servizio alla Scuola di alta acrobazia aerea.[1]
Assegnato all'Aviazione Legionaria nel novembre 1938 fu mandato a combattere nella guerra di Spagna.[1] Fu dato come disperso il 25 gennaio 1939, giorno in cui, dopo una missione di guerra, non fece più ritorno alla base.[1]
Fu decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Onorificenze

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«Pilota da caccia volontario in missione di guerra per l’affermazione degli ideali fascisti, dava, in ogni istante, il contributo delle sue alte qualità morali e militari e della sua giovinezza esuberante, partecipando a numerose azioni di guerra. In vari combattimenti durissimi, sia per la superiorità numerica che per l’accanimento del nemico, attaccava sempre per primo, alla testa della propria patta glia e con impeto travolgente, mitra gliava ed inseguiva l’ala rossa in fuga fin nelle sue basi, contribuendo così in collaborazione dei piloti del gruppo, all’abbattimento di quarantadue apparecchi nemici. In un combattimento particolarmente aspro, molto addentro nel territorio avversario, si lanciava nella mischia, con grande sprezzo del pericolo. Colpito l’apparecchio, che cadeva in fiamme, veniva costretto ad affidarsi al paracadute. Catturato da orde nemiche, sebbene ferito, anziché arrendersi, confermava i suoi principi ideali per i quali aveva combattuto, immolando, eroicamente la sua esistenza alla vigilia della grande vittoria nazionale. Fulgido esempio delle più alte virtù militari. Cielo di Spagna, gennaio 1939.[4]»
— Regio Decreto 20 novembre 1939.[3]

Bibliografia

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  • Ruggero Bonomi, Viva la Muerte. Diario dell'"Aviacion del El Tercio", Roma, Ufficio Editoriale Aeronautico, 1941.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1924-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 362.
  • Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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  • Masi, Marino, su Combattenti Liberazione. URL consultato il 2 gennaio 2022.