Lepidozamia peroffskyana
Lepidozamia peroffskyana Regel, 1857 è una cicade della famiglia delle Zamiaceae, endemica dell'Australia.
Lepidozamia peroffskyana | |
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Stato di conservazione | |
Rischio minimo[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Phylum | Cycadophyta |
Classe | Cycadopsida |
Ordine | Cycadales |
Famiglia | Zamiaceae |
Genere | Lepidozamia |
Specie | L. peroffskyana |
Nomenclatura binomiale | |
Lepidozamia peroffskyana Regel, 1857 | |
Sinonimi | |
Macrozamia peroffskyana |
La descrizione della specie fu fatta dal botanico tedesco Eduard August von Regel nel 1857, basandosi su un esemplare conservato presso l'orto botanico di San Pietroburgo. L'epiteto specifico è un omaggio a Lev Alekseevič Perovskij (1792-1856), direttore dell'orto all'epoca della messa a dimora dell'esemplare.[2]
Descrizione
modificaÈ una specie con portamento arborescente, con fusti alti sino a 7 m, con un diametro di 80 cm.
Le foglie lunghe 150–300 cm, pennate, di colore verde brillante, sono disposte a corona sulla sommità del fusto. Ogni foglia è composta da 150-250 foglioline lanceolate, lunghe 20-40 cm, che si inseriscono alterne sul rachide centrale; le foglie sono caratteristicamente prive di venatura centrale e presentano da 7 a 13 venature parallele.
È una specie dioica. Il cono maschile è di forma grossolanamente cilindrica, di colore grigio-bruno, lungo 45–75 cm, con un diametro di 12–19 cm. I coni femminili sono anch'essi cilindrici, lunghi 40–90 cm, con diametro di 12–25 cm.
I semi sono ovoidali, lunghi 40–60 mm, ricoperti da un tegumento di colore rosso.[3]
Biologia
modificaÈ una specie dioica che si riproduce per impollinazione entomofila ad opera del coleottero curculionide Tranes lyterioides.[4][5] Tali insetti compiono il loro intero ciclo vitale all'interno dei coni di diverse Zamiaceae: gli adulti si nutrono del polline e depongono le loro uova nei tessuti del cono, di cui si nutrono le larve. Lo stretto rapporto di interdipendenza tra insetto e pianta è un tipico esempio di coevoluzione.
Distribuzione e habitat
modificaL'areale di questa specie è ristretto all'estremità sud-orientale del Queensland e a quella nord-orientale del Nuovo Galles del Sud.
Cresce in piccole popolazioni ai margini della foresta pluviale o nella foresta umida sclerofilla, dal livello del mare sino a 1.000 m di altitudine.[1]
Conservazione
modificaNonostante l'areale relativamente limitato, L. peroffskyana può vantare una popolazione stimata di oltre 20.000 esemplari, e paertanto la IUCN Red List la classifica come specie a basso rischio (Least Concern).[1] La specie è inserita nell'Appendice II della CITES.[6]
Note
modifica- ^ a b c (EN) Hill, K.D. 2010, Lepidozamia peroffskyana, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
- ^ Whitelock 2002, p.246.
- ^ Withelock 2002, p.246.
- ^ Hall J., Walter G., Bergstrom D. and Machin P, Pollination ecology of the Australian cycad Lepidozamia peroffskyana (Zamiaceae) (PDF), in Australian Journal of Botany 2004; 52: 333–343.
- ^ Williams G., Adam P., The Flowering of Australia's Rainforests: A Plant and Pollination Miscellany, Csiro Publishing, 2010, p. 11, ISBN 978-0-643-10187-6.
- ^ Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora - Appendices I, II and III (PDF), su cites.org (archiviato dall'url originale il 20 giugno 2013).
Bibliografia
modifica- Whitelock, Loran M., The Cycads, Timber press, 2002, ISBN 0-88192-522-5.
- Haynes J.L, World List of Cycads: A Historical Review (PDF), su cycadsg.org, IUCN/SSC Cycad Specialist Group, 2011 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Lepidozamia peroffskyana
- Wikispecies contiene informazioni su Lepidozamia peroffskyana
Collegamenti esterni
modifica- Lepidozamia peroffskyana, su The Cycad pages. URL consultato il 19 novembre 2007 (archiviato dall'url originale il 18 luglio 2005).
- Weevil Pollination of the Australian Cycad Lepidozamia peroffskyana (PDF), su ecolsoc.org.au. URL consultato il 9 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 20 marzo 2012).