Lelio Silva
Lelio Silva (Venaria Reale, 23 gennaio 1915 – Cielo del Mediterraneo centrale, 15 giugno 1942) è stato un militare e aviatore italiano, decorato con una medaglia d'oro al valor militare alla memoria durante il corso della seconda guerra mondiale.
Lelio Silva | |
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Nascita | Venaria Reale, 23 gennaio 1915 |
Morte | Mar Mediterraneo, 15 giugno 1942 |
Cause della morte | caduto in combattimento |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regia Aeronautica |
Specialità | Bombardamento Aerosiluranti |
Reparto | 2º Nucleo Addestramento Aerosiluranti |
Anni di servizio | 1936-1942 |
Grado | tenente pilota |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Battaglie | Operazione Halberd Battaglia di mezzo giugno |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare[1] | |
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Biografia
modificaNacque a Venaria Reale, provincia di Torino, il 23 gennaio 1915.[1] Dopo aver frequentato il Liceo di Cuneo nel novembre 1935 si arruolò nella Regia Aeronautica in qualità di allievo ufficiale pilota di complemento, e nel 1936 fu nominato sottotenente e conseguì il brevetto di pilota militare.[2] Nel gennaio 1937 fu trasferito in forza all'Aeronautica dell'Africa Orientale Italiana in forza all'11ª Squadriglia da bombardamento, equipaggiata con i bombardieri trimotori Caproni Ca.133. Prese parte alle grandi operazioni di polizia coloniale fino al luglio 1938, ricevendo un encomio solenne e il passaggio in servizio permanente effettivo per meriti straordinari.[2] All'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, il 10 giugno 1940, fu assegnato al 34º Gruppo Bombardamento Terrestre e trasferito all'Aeronautica dell'Egeo partecipò ai bombardamenti su Alessandria d'Egitto e Haifa.[2] Nel settembre 1940 chiese, ed ottenne, il trasferimento alla nuova specialità aerosiluranti operando con la 278ª Squadriglia in Egeo, Africa Settentrionale Italiana e Sicilia.[2] Si distinse particolarmente, accreditato dell'affondamento di due navi nemiche, e venendo decorato con due Medaglie d'argento e una di bronzo al valor militare sul campo.[2]
Nel corso dell'operazione Halberd nel tardo pomeriggio del 17 settembre 1941 decollò dal campo d'aviazione di Morgana, a Pantelleria, con un velivolo Savoia-Marchetti S.79 Sparviero per attaccare, insieme al velivolo del capitano pilota Dante Magagnoli, un convoglio navale britannico a nord-est di Tunisi.[3] I due aerei andarono all'attacco dell'incrociatore leggero Sheffield e del cacciatorpediniere Oribi che riuscirono ad evitare i siluri con manovre spericolate.[3] Uno dei siluri[N 1] lanciati colpì il piroscafo Imperial Star da 12 427 tonnellate di stazza, che trasportava 300 soldati inglesi e 8.000 tonnellate di rifornimenti bellici.[3] altri due mercantili, lo City of Calcutta e il Rowallan Castle, entrarono in collisione nel tentativo di evitare gli ordigni rimanendo seriamente danneggiati.[4] Gravemente danneggiata la nave inglese venne poi affondata, su ordine dell'ammiraglio James Somerville, con il lancio di alcuni siluri dal cacciatorpediniere di scorta Oribi.[3][4]
Rimasto gravemente ferito in un atterraggio di emergenza in Tunisia, riprese servizio nel marzo 1942 trasferito al 2º Nucleo Addestramento Aerosiluranti.[2] In seguito chiese, ed ottenne, di ritornare in combattimento e il 14 giugno fu assegnato all'Aeronautica della Sardegna.[2] Cadde in combattimento il giorno successivo, nel corso della battaglia di mezzo giugno,[5] quando il suo aereo venne abbattuto da due caccia Hawker Hurricane del No.801 NAS mentre stava per attaccare, insieme ad altri due aerei, il già danneggiato incrociatore pesante Liverpool.[6] Per il coraggio dimostrato in questo frangente venne insignito della Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[7] Una via di Fiumicino, una di Desenzano del Garda e una di Venaria Reale portano il suo nome.
Onorificenze
modifica— Regio Decreto 23 novembre 1942.[8]
Note
modificaAnnotazioni
modifica- ^ Lo storico Marco Mattioli nel suo libro Savoia-Marchetti S.79 Sparviero Torpedo-Bomber Units assegna il colpo a segno al siluro lanciato dall'aereo del capitano Dante Magagnoli.
Fonti
modifica- ^ a b Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1969, p. 265.
- ^ a b c d e f g Combattenti Liberazione.
- ^ a b c d Il giornale di Pantelleria.
- ^ a b Mattoli 2014, p. 25.
- ^ Mattoli 2014, p. 49.
- ^ Mattoli 2014, p. 50.
- ^ a b Quirinale, sito istituzionale, voce Onorificenze, dettagli decorato
- ^ Bollettino Ufficiale 1942, disp.50, pag.2720 e Bollettino Ufficiale 1943 disp.6, pag.357.
Bibliografia
modifica- Emilio Brotzu, Michele Caso e Gherardo Cosolo (a cura di), Dimensione Cielo, Aerei Italiani nella 2ª Guerra Mondiale Vol.4, Bombardieri-Ricognitori, Roma, Edizioni Bizzarri, luglio 1972.
- Cesare Gori, Ali d'Italia n.11. SIAI S.79 pt.2, Torino, La Bancarella Aeronautica, 2010.
- (EN) Chris Dunning, Combat Units of the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-871187-01-X.
- I Reparti dell'Aeronautica Militare Italiana, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1977.
- Giulio Lazzati, Stormi d'Italia - Storia dell'aviazione militare italiana, Milano, Ugo Mursia Editore, 1975, ISBN 978-88-425-4079-3.
- (EN) Marco Mattioli, Savoia-Marchetti S.79 Sparviero Torpedo-Bomber Units, Botley, Osprey Publishing Company, 2014, ISBN 1-78200-809-8.
- Gianni Rocca, I disperati - La tragedia dell'aeronautica italiana nella seconda guerra mondiale, Milano, A. Mondadori, 1993, ISBN 88-04-44940-3.
- Franco Pagliano, Aviatori italiani: 1940-1945, Milano, Ugo Mursia Editore, 2004, ISBN 88-425-3237-1.
- Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.
Collegamenti esterni
modifica- Silva, Lelio, su Combattenti Liberazione, http://www.combattentiliberazione.it. URL consultato il 12 febbraio 2021.
- Orazio Ferrara, Pantelleria, aerosiluranti a Margana. Eroe del 27 settembre 1941, il tenente pilota Lelio Silva, su Il giornale di Pantelleria, https://www.ilgiornaledipantelleria.it. URL consultato il 12 febbraio 2021.