La Sacra Famiglia

saggio di Friedrich Engels e Karl Marx
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La Sacra Famiglia, ossia Critica della critica critica. Contro Bruno Bauer e consorti (in tedesco Die heilige Familie, oder Kritik der kritischen Kritik. Gegen Bruno Bauer & Consorten), spesso chiamata anche come La Sacra Famiglia ovvero Critica della critica critica. Contro Bruno Bauer e soci, o semplicemente La Sacra Famiglia o Critica della critica critica, è la prima opera scritta congiuntamente da Friedrich Engels e Karl Marx tra settembre e novembre 1844, pubblicata in prima edizione nel febbraio 1845 e dedicata alla filosofia del marxismo. L'opera critica la filosofia dei giovani hegeliani da una posizione materialista; evidenzia la lotta tra materialismo e idealismo in filosofia, sottolinea la connessione tra le idee del materialismo e le idee del socialismo utopico e lo sviluppo delle scienze naturali, analizza i fenomeni sociali dal punto di vista della dialettica materialista, e svela le radici epistemologiche dell'idealismo.

La Sacra Famiglia
Titolo originaleDie heilige Familie, oder Kritik der kritischen Kritik. Gegen Bruno Bauer und Consorten
Copertina dell'edizione originale
AutoreKarl Marx e Friedrich Engels
1ª ed. originale1845
1ª ed. italiana1954
Generesaggio
Sottogenerefilosofia
Lingua originaletedesco

Si tratta principalmente di una critica alle tesi dei fratelli Bauer, Bruno e Edgar, e dei "giovani hegeliani", e si presenta pertanto sotto forma di un pamphlet.

Più in generale le critiche di Marx ed Engels si rivolgono agli articoli pubblicati dai fratelli Bauer sulla "Allgemeine Literatur-Zeitung" ("Gazzetta universale di letteratura"), un periodico tedesco che uscì fra il dicembre 1843 e l'estate 1844[1], di cui i fratelli Bauer erano i principali redattori.

Engels e Marx denunciano il carattere speculativo della filosofia dei giovani hegeliani e ne stigmatizzano le contraddizioni, contrapponendo ogni volta, al punto di vista sedicente "critico" dei neohegeliani, il proprio punto di vista "reale", ossia materialistico. La critica promossa da Marx ed Engels pone le premesse del metodo che essi svilupperanno nelle opere della maturità.

Annoverata fra gli scritti giovanili dei due autori, ne "La sacra famiglia" appare la forte influenza esercitata all'epoca su Engels e Marx da Ludwig Feuerbach. La critica dell'idealismo hegeliano sarà continuata ne "L'ideologia tedesca". Marx ed Engels si mostrano d'altronde consapevoli del carattere occasionale del loro pamphlet:

(DE)

«Wir setzen [...] diese Polemik auf die eigenständigen Schriften voraus, in denen wir – offensichtlich jeder für sich – unsere positive Einstellung und damit unser positives Verhältnis zu modernen philosophischen und sozialen Lehren erläutern werden.»

(IT)

«Noi premettiamo [...] questa polemica agli scritti a sé stanti, nei quali esporremo - evidentemente ciascuno di noi per conto proprio – la nostra considerazione positiva e quindi il nostro rapporto positivo verso le dottrine filosofiche e sociali moderne[2]

Storia dell'opera

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L'intento degli autori era quello di prendere le distanze dallo sviluppo teorico di Bruno Bauer, ex mentore di Marx, e di professare il "vero umanesimo" di Ludwig Feuerbach[3].

Il contenuto principale è la contraddizione tra la visione idealistica della dialettica di Hegel e quella materialistica di Marx e in particolare una critica dei giovani hegeliani Bruno Bauer e suo fratello Edgar Bauer, nonché di un certo numero di autori meno noti della cerchia dei "liberi" berlinesi. Colpisce il fatto che Marx non annoveri Max Stirner, che apparteneva alla cerchia ristretta di Bauer, come uno dei "consorti" e lo escluda dalla sua critica.

Il tenore del testo, che deriva per circa il 90% da Marx[4], è polemico fino al beffardo, cosa che non è solo indicata dal sottotitolo: "Contro Bruno Bauer e soci". Già il titolo principale prende in giro la filosofia di Bruno Bauer con il termine inventato "critica critica"[5]. Perché Bauer naturalmente non chiamò la sua teoria critica, che sviluppò principalmente negli articoli dell'anno 1844 dell'Allgemeine Literatur-Zeitung, "critica critica", ma "critica pura"[6].

I giovani hegeliani, seguendo Hegel, presumevano che la storia fosse solo un'espressione dell'ulteriore sviluppo della ragione umana e quindi rifiutavano ogni impegno politico. Marx ed Engels hanno criticato questo punto di vista in "La sacra famiglia" come irrealistico[7][8]:

(DE)

«Wie bei Hegel ist das Resultat der wirklichen Entwickelung nichts anderes als die bewiesene, d. h. zum Bewußtsein gebrachte Wahrheit. [...] Die absolute Kritik spricht von ‚Wahrheiten, die sich von vornherein von selbst verstehen‘. [...] Eine Wahrheit, die sich von selber versteht, hat für die absolute Kritik, wie für die göttliche Dialektik, ihr Salz, ihren Sinn, ihren Wert verloren. Sie ist fad geworden wie abgestandnes Wasser. Die absolute Kritik beweist daher einerseits alles, was sich von selbst versteht, und außerdem viele Dinge, die das Glück haben, unverständig zu sein, sich also niemals von selbst verstehen werden. Andrerseits versteht sich ihr alles das von selbst, was einer Entwickelung bedarf. Warum? Weil es sich bei wirklichen Aufgaben von selber versteht, daß sie sich nicht von selber verstehn.»

(IT)

«Come con Hegel, il risultato dello sviluppo effettivo non è altro che ciò che è stato dimostrato, cioè verità portata alla coscienza. [...] La critica assoluta parla di 'verità che sono evidenti fin dall'inizio'. [...] Una verità che è evidente ha perso il suo sale, il suo significato, il suo valore per la critica assoluta così come per la dialettica divina. È diventato piatto come acqua stagnante. La critica assoluta dimostra quindi, da un lato, tutto ciò che è evidente e, dall'altro, molte cose che hanno la fortuna di essere incomprensibili e quindi non saranno mai evidenti. D'altra parte, capisci tutto ciò che richiede lo sviluppo come una cosa ovvia. Perché? Perché quando si tratta di compiti reali, è ovvio che non vengono svolti da soli.»

Nelle stesse parole di Friedrich Engels, ha contribuito "quasi nulla" all'opera, motivo per cui considera "curioso" il fatto di essere nominato autore accanto a Marx. Per il resto giudica l'opera "fantastica", "scritta magnificamente e fa ridere", ma nel complesso "troppo grande" e nel complesso "incomprensibile al grande pubblico"[9].

Storia della pubblicazione

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In una lettera non datata a Heinrich Börnstein dell'autunno 1844, Marx chiese se A. Frank potesse pubblicare il libro a Bruxelles[10]. Marx inviò un'altra richiesta a Julius Campe ad Amburgo[11]. Infine, Marx iniziò a scambiare lettere con l'Istituto letterario (J. Rütten), fondato solo il 1º luglio 1844[11]. Il 3 dicembre 1844 i due editori Joseph Rütten e Zacharias Loewenthal scrissero a Marx che la composizione era quasi completa e inviarono una cambiale di 1000 franchi[10][12]. Il 9 dicembre 1844, il confidente di Metternich, Hermann Ebner, riferì che Marx avrebbe fatto stampare da Rütten un opuscolo contro Bruno Bauer[10][12]. Il 27 dicembre 1844 Loewenthal suggerì a Marx il titolo definitivo dell'opera: "La sacra famiglia, o Critica della critica critica". Contro Bruno Bauer e soci Il 15 gennaio 1845 Loewenthal apportò le ultime correzioni richieste da Marx. Il libro fu poi consegnato il 24 febbraio 1845[13]. Le società di libri e litografie di Francoforte Streng[14] e Schneider[15] si occupano della stampa.

Contesto storico

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In una lettera a Ludwig Feuerbach dell'11 agosto 1844, Marx annunciava il proposito di pubblicare un «opuscoletto» contro la rivista di Bruno Bauer, e ne anticipava i contenuti:

(DE)

«Der Charakter dieser „Literatur-Zeitung“ kann darauf hinauslaufen: „Kritik“ wird in eine transzendente Essenz verwandelt. Jene Berliner betrachten sich nicht als „Männer“, die „kritisieren“, sondern als „Kritiker“, die nicht nur „Kritiker sind“, sondern auch das Unglück haben, Männer zu sein [...]. Diese Kritik mündet schließlich in einen schäbigen und prätentiösen Spiritualismus. „Gewissen“ oder „Selbstbewusstsein“ gilt als die „einzige“ menschliche Eigenschaft [...]. Diese Kritik versteht sich daher als das einzig „aktive“ Element der Geschichte. Die gesamte Menschheit steht ihr als „Masse“ gegenüber, als träge Masse, die nur im Gegensatz zum Geist einen Wert hat.»

(IT)

«Il carattere di questa "Literatur-Zeitung" può ridursi a questo: la "critica" viene trasformata in un'essenza trascendente. Quei berlinesi non ritengono di essere degli uomini che criticano, ma dei critici che, oltre ad essere dei critici, hanno la sfortuna di essere degli uomini [...]. Questa critica finisce [...] col tramutarsi in uno spiritualismo squallido e pretenzioso. La coscienza o autocoscienza viene considerata come l'unica qualità umana [...]. Questa critica si reputa quindi l'unico elemento attivo della storia. Di fronte ad essa sta l'intera umanità come massa, come massa inerte che ha valore solo nella contrapposizione allo spirito[16]»

Alla fine di agosto 1844 Engels, in viaggio da Manchester per la Germania, si fermò una decina di giorni a Parigi, dove abitava Marx. Durante lo stesso soggiorno parigino i due filosofi riscontrarono il proprio totale accordo su tutte le questioni teoriche; Engels si associò alla stesura del libro contro Bauer, redigendo un contributo che ammonta a un foglio di stampa e mezzo sui ventidue fogli di stampa totali dell'opera (pari a 18 pagine su un totale di 211 della prima edizione). Il resto del libro fu scritto da Marx, che vi lavorò anche dopo la partenza di Engels, fino a tutto novembre[17]. Forse Marx ampliò di parecchio l'opera anche allo scopo di sfuggire alla censura prussiana, la quale lasciava passare i libri che superavano i venti fogli a stampa, in quanto li considerava non suscettibili di avere una diffusione popolare[18].

Il libro fu pubblicato alla fine di febbraio del 1845 dalla "Literarische Anstalt", una casa editrice di Francoforte sul Meno. La dicitura "Die heilige Familie" (La sacra famiglia) fu suggerita dall'editore a scopo commerciale (e accettata da Marx); il titolo originale proposto dai due autori era soltanto "Kritik der kritischen Kritik" (Critica della critica critica)[19].

Contenuto

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Bruno Bauer. Fotografia di Leopold Haase (1831-1901)

I primi due capitoli, scritti da Engels, mettono in ridicolo (evidenziandone gli errori fattuali) una serie di articoli usciti sulla rivista dei Bauer, aventi ad oggetto la storia e l'attualità dell'Inghilterra industriale. Il terzo capitolo, sempre di Engels, schernisce i seguaci di Bruno Bauer per aver attribuito esagerata importanza al licenziamento di quest'ultimo dall'Università di Berlino[20].

Il quarto capitolo, scritto quasi per intero da Marx, contesta l'interpretazione del pensiero di Proudhon proposta da Edgar Bauer: secondo Marx, Bauer ha travisato il programma socialista di Proudhon, dandone una lettura esclusivamente idealistico-speculativa[20].

Il quinto capitolo è interamente di Marx e polemizza contro una lunga recensione, uscita sulla rivista dei Bauer, del romanzo "Les Mystères de Paris" di Eugène Sue. Questo capitolo contiene anche un importante paragrafo in cui Marx espone la sua prima critica pubblica contro la dialettica di Hegel[20]:

(DE)

«Wenn ich die allgemeine Darstellung „Frucht“ aus Äpfeln, Birnen, Erdbeeren, Mandeln, Reals bilde, gehe ich weiter und „stelle mir vor“, dass sich „die“ Frucht, meine abstrakte Darstellung, daraus ergibt echte Früchte, sowohl eine Essenz, die außerhalb von mir existiert, als auch die „wahre“ Essenz von Birnen, Äpfeln usw., erkläre ich – mit einem „spekulativen“ Ausdruck – dass „die „Frucht“ ist die „Substanz“ der Birne, des Apfels, der Mandel usw. Deshalb sage ich, dass es für die Birne nicht darauf ankommt, eine Birne zu sein, dass es für den Apfel nicht darauf ankommt, ein Apfel zu sein. Das Wesentliche an diesen Dingen wäre nicht ihre reale, sinnlich erfahrbare Existenz, sondern das Wesen, das ich von ihnen abstrahiert und ihnen zugeschrieben habe, das Wesen meiner Darstellung „der“ Frucht. Ich erkläre also, dass Apfel, Birne, Mandel usw. es sind einfache Existenzweisen, „Wege“ „der Frucht“. Mein endlicher Intellekt, unterstützt durch die Sinnesorgane, „unterscheidet“ sicherlich einen Apfel von einer Birne und eine Birne von einer Mandel, aber mein spekulativer Verstand erklärt diese sinnliche Vielfalt für unwesentlich und gleichgültig. Es sieht im Apfel „das Gleiche“ wie in der Birne und in der Birne das Gleiche wie in der Mandel, nämlich „die“ Frucht. Die einzelnen echten Früchte sind nicht mehr wert als „erscheinende“ Früchte, deren wahres Wesen „die“ Substanz, „die“ Frucht ist. [...] – Der Mineralologe, dessen Wissenschaft sich darauf beschränkt zu sagen, dass alle Mineralien in Wahrheit „das“ Mineral sind, wäre ein Mineralologe – in „seiner Vorstellung“.»

(IT)

«Se io, dalle mele, pere, fragole, mandorle, reali, mi formo la rappresentazione generale "frutto", se vado oltre e immagino che "il frutto", la mia rappresentazione astratta, ricavata dalle frutta reali, sia un'essenza esistente fuori di me, sia anzi l'essenza vera della pera, della mela, ecc., io dichiaro – con espressione speculativa – che "il frutto" è la "sostanza" della pera, della mela, della mandorla ecc. Io dico quindi che per la pera non è essenziale essere pera, che per la mela non è essenziale essere mela. L'essenziale, in queste cose, non sarebbe la loro esistenza reale, sensibilmente intuibile, ma l'essenza che io ho astratto da esse e ad esse ho attribuito, l'essenza della mia rappresentazione "il frutto". Io dichiaro allora, che mela, pera, mandorla, ecc. sono semplici modi di esistenza, modi "del frutto". Il mio intelletto finito, sorretto dai Organi di senso|sensi, distingue certamente una mela da una pera e una pera da una mandorla, ma la mia ragione speculativa dichiara questa diversità sensibile inessenziale e indifferente. Essa vede nella mela la stessa cosa che nella pera, e nella pera la stessa cosa che nella mandorla, cioè "il frutto". Le particolari frutta reali non valgono più che come frutta parventi, la cui vera essenza è "la sostanza", "il frutto". [...] – Il minerologo la cui scienza si limitasse a dire che tutti i minerali sono in verità il minerale, sarebbe un minerologo – nella sua immaginazione.[21]»

Secondo Marx, mentre l'uomo comune sa di non dire nulla di straordinario dicendo che ci sono mele e pere:[22].

(DE)

«[...] der Philosoph, wenn er diese Existenzen auf spekulative Weise ausdrückt, etwas Außergewöhnliches gesagt hat. Er vollbrachte ein Wunder, er brachte aus dem unwirklichen geistigen Wesen "die Frucht", die wirklichen natürlichen Wesen, den Apfel, die Birne usw. hervor; das heißt, aus seinem eigenen abstrakten Intellekt, dass er sich selbst als ein außerhalb seiner selbst existierendes absolutes Subjekt darstellt, dass er sich hier als "die Frucht darstellt", er hat diese Früchte "erschaffen", und in jeder Existenz, die er zum Ausdruck bringt, führt er einen schöpferischen Akt aus [...] Er erklärt seine eigene Tätigkeit, durch die er von der Apfeldarstellung zur Birnendarstellung übergeht, zum Selbsttätigkeit des absoluten Subjekts, "der Frucht". – Diese Operation heißt spekulativ ausgedrückt: die Substanz als Subjekt, als inneren Prozess, als absolute Person begreifen, und dieses Begreifen bildet den wesentlichen Charakter des Hegelianischen Methode.»

(IT)

«[...] il filosofo, quando esprime queste esistenze in modo speculativo, ha detto qualche cosa di straordinario. Egli ha compiuto un miracolo, ha prodotto, dall'essere intellettuale irreale "il frutto", gli esseri naturali reali, la mela, la pera, ecc.; cioè, dal suo proprio intelletto astratto, che egli si rappresenta come un soggetto assoluto esistente fuori di sé, che egli si rappresenta qui come "il frutto", ha creato queste frutta, ed in ogni esistenza che esprime, egli compie un atto creativo [...] dichiara la sua propria attività, mediante la quale egli passa dalla rappresentazione mela alla rappresentazione pera, essere l'autoattività del soggetto assoluto, "del frutto". – Questa operazione si chiama, con espressione speculativa: concepire la sostanza come soggetto, come processo interno, come persona assoluta, e questo concepire forma il carattere essenziale del metodo hegeliano

Il sesto capitolo, notevolmente lungo, è scritto quasi per intero da Marx, eccetto poche pagine di Engels. Marx critica vari scritti di Bruno Bauer, accusando quest'ultimo di non saper comprendere le forze motrici della storia: per Bauer le idee astratte sono l'elemento che causa la dinamica storica, mentre secondo Marx le forze che operano reali mutamenti nella storia e nella politica sono i movimenti di massa e in particolare (nell'epoca industriale) le classi operaie inglesi e francesi[23].

(DE)

«Im Allgemeinen können Ideen nicht „etwas umsetzen“. Für die Verwirklichung von Ideen braucht es Männer, die eine praktische Kraft einsetzen.»

(IT)

«In generale, le idee non possono "attuare niente". Per l'attuazione delle idee c'è bisogno degli uomini, i quali impiegano una forza pratica.[24]»

Una parte importante della polemica di Marx verte su alcuni articoli che Bruno Bauer aveva dedicato a quella che lo stesso Bauer aveva definito "La questione ebraica" (Judenfrage), i quali avevano per argomento la posizione che gli ebrei avrebbero dovuto avere nella società tedesca del XIX secolo. Marx (che su questo argomento aveva già polemizzato contro Bauer nel 1844) espone nuovamente la sua critica, accusando fra l'altro Bauer di aver considerato la questione da un punto di vista solo religioso, trascurandone le implicazioni sociali e politiche, e di avere fatto confusione tra l'emancipazione politica e l'emancipazione umana[25].

Sempre nel sesto capitolo Marx contesta le interpretazioni che Bruno Bauer aveva proposto del materialismo filosofico e della Rivoluzione francese, interpretazioni che Marx critica perché idealistiche e fattualmente erronee, ed alle quali contrappone le proprie ricostruzioni[26].

In polemica con Bauer e i suoi seguaci (che vedevano nel romanticismo l'esito obbligato dell'Illuminismo[27]), Marx ricostruisce la genesi del moderno materialismo, riconoscendo in esso il precursore sia della moderna scienza naturale, sia del socialismo e del comunismo[28]. Nei confronti della Rivoluzione francese Marx manifesta invece, in quest'opera, un atteggiamento piuttosto critico. Secondo Marx, i giacobini francesi hanno, senza volerlo, istituito un nuovo tipo di schiavitù da parte della borghesia[29]:

(DE)

«Robespierre, Saint-Just und ihre Partei fielen, weil sie die alte, realistisch demokratische Gemeinschaft, die auf der Grundlage der wirklichen Sklaverei beruhte, mit dem modernen repräsentativen, geistig demokratischen Staat, der auf der emanzipierten Sklaverei beruhte, gegen die Zivilgesellschaft eintauschten. Was für eine kolossale Illusion, gezwungen zu sein, die moderne Zivilgesellschaft, die Gesellschaft der Industrie, des allgemeinen Wettbewerbs, der frei ihre Ziele verfolgenden Privatinteressen, der Anarchie und der von sich selbst entfremdeten natürlichen und spirituellen Individualität in den Menschenrechten anzuerkennen und zu sanktionieren.»

(IT)

«Robespierre, Saint-Just ed il loro partito sono caduti perché hanno scambiato la comunità antica, realisticamente democratica, che poggiava sul fondamento della schiavitù reale, con lo Stato moderno rappresentativo, spiritualmente democratico, che poggia sulla schiavitù emancipata, sulla società civile. Che colossale illusione essere costretti a rinoscere e sanzionare nei diritti dell'uomo la società civile moderna, la società dell'industria, della concorrenza generale, degli interessi privati perseguenti liberamente i loro fini, dell'anarchia, dell'individualità naturale e spirituale alienata a se stessa.»

Nel settimo capitolo vengono esaminati alcuni contributi apparsi sulla rivista dei Bauer in cui appare l'elitarismo cui è improntata la filosofia baueriana, basata – secondo Marx ed Engels – sul disprezzo per la "massa" e sull'esaltazione dello "spirito" idealisticamente astratto e vuoto[30][31].

L'ottavo capitolo, come già il quinto, è ancora dedicato a "I misteri di Parigi". Qui Marx critica il romanzo di Sue per il suo moralismo di matrice clericale e per il semplicismo delle soluzioni che propone ai mali sociali[30].

Il nono e ultimo capitolo, brevissimo, ha carattere satirico e schernisce la fine ingloriosa della rivista dei Bauer[30][32].

Ricezione

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Appena ricevuta copia del libro, Engels scrisse a Marx:

(DE)

«„Kritische Kritik“ [...] ist wirklich eine gewaltige Sache. Ihre Diskussionen über die Judenfrage, die Geschichte des Materialismus und die „Mystères“ sind großartig und werden von erheblicher Wirksamkeit sein. Aber bei alledem ist die Sache zu weit gefasst. Die souveräne Verachtung, mit der wir beide die „Literatur-Zeitung“ angreifen, steht in starkem Kontrast zu den einundzwanzig Seiten, die wir ihr widmen. Darüber hinaus wird das meiste, was die Kritik der Spekulation und des abstrakten Wesens betrifft, insbesondere für die breite Öffentlichkeit unverständlich bleiben und auch kein allgemeines Interesse finden. Aber ansonsten ist das ganze Buch wunderschön geschrieben und bringt zum Lachen. [...] Auf jeden Fall ist es komisch, dass es vielleicht eineinhalb Blätter von mir und mehr als zwanzig Blätter von dir gibt.»

(IT)

«La Critica critica [...] è proprio una cosa formidabile. Le tue discussioni relative alla questione ebraica, alla storia del materialismo e ai Mystères sono splendide e avranno un'efficacia notevole. Ma con tutto ciò la cosa è troppo ampia. Il disprezzo sovrano con cui noi due attacchiamo la "Literatur-Zeitung", contrasta eccessivamente con i ventuno fogli che le dedichiamo. Inoltre, la maggior parte di ciò che riguarda la critica della speculazione e dell'essenza astratta resterà incomprensibile soprattutto per il gran pubblico, né potrà trovare un interesse generale. Ma altrimenti tutto il libro è scritto magnificamente e fa morire dal ridere. [...] È in ogni modo buffo il fatto che di mio ci sia forse un foglio e mezzo e di tuo più di venti fogli.[33]»

"La sacra famiglia" ebbe scarsa eco all'epoca della sua uscita[34]. Bruno Bauer rispose con una propria recensione in cui, riducendo Engels e Marx a meri epigoni di Feuerbach, li accusò di non avere compreso nulla della sua (di Bauer) filosofia e di avere anzi scientemente distorto il suo pensiero[35]. A questa recensione di Bauer rispose a sua volta un articolo anonimo, che uscì sulla rivista diretta da Moses Hess: l'anonimo accusava Bauer di non aver letto "La sacra famiglia" e di essersi basato in realtà solo su di una precedente recensione di tale libro[36]. Vi furono alcune recensioni favorevoli da parte di esponenti della sinistra hegeliana e di socialisti. Un hegeliano ortodosso, Alexis Schmidt, recensì il libro condannando sia la posizione di Bauer sia quella di Engels e Marx[37].

Nel 1885 Karl Kautsky fece ristampare su "Die Neue Zeit" (la rivista teorica della SPD) il paragrafo del sesto capitolo in cui Marx ricostruiva la storia del materialismo francese e inglese; nel 1892 lo stesso paragrafo fu pubblicato in traduzione russa da Georgij Plechanov[38].

Nel 1895 Lenin lesse l'opera e ne redasse un lungo riassunto manoscritto (che fu pubblicato postumo nel 1932). In esso Lenin osserva che la polemica contro Bauer è spesso inutilmente pedantesca e prolissa, ma che comunque nella "Sacra famiglia" si registra il passaggio di Marx dalla filosofia hegeliana al socialismo[39].

Fu solo nel 1902 che "La sacra famiglia" venne ripubblicata integralmente a cura di Franz Mehring, nel secondo dei tre volumi in cui egli raccolse alcune opere di Marx ed Engels del periodo dal 1841 al 1850[39]. Nella sua introduzione, Mehring scrive[40]:

(DE)

«Die „Allgemeine Literatur-Zeitung“ lebte nur ein Jahr und war bereits seit einigen Monaten tot, als die Heilige Familie erschien. Gegen dieses Buch wurde also von Anfang an der Einwand erhoben, Kanonen auf die Spatzen abzufeuern, und wir haben gerade gesehen, dass Engels selbst dieser Meinung einigermaßen zuneigte. [...] Doch indem Marx die reine Kritik als karikierte Fortsetzung des spekulativen Idealismus bekämpfte, setzte er sich gleichzeitig mit diesem Idealismus auseinander, setzte sich mit seiner eigenen philosophischen Vergangenheit auseinander und ging sogar über den wahren Humanismus Feuerbachs hinaus. . Dies erklärt das leidenschaftliche und tiefe Interesse, das Marx etwas widmete, das an sich kein solches Interesse haben konnte, und es erklärt auch, warum gerade das, was den Zeitgenossen langweilig und langatmig erscheinen konnte, der Nachwelt einen beträchtlichen Genuss verschaffen kann: die Freude, direkt in die intellektuelle Werkstatt eines brillanten Denkers zu blicken und eine große Weltanschauung in der Stunde ihrer Geburt zu überraschen.»

(IT)

«La "Allgemeine Literatur-Zeitung" visse solo un anno, ed era già morta da qualche mese quando apparve La sacra famiglia. Contro questo libro perciò, già all'inizio, fu sollevata l'obiezione di sparare con i cannoni contro i passeri, e noi abbiamo appunto visto che lo stesso Engels pendeva un po' verso questa opinione. [...] Ma, combattendo la critica pura come un prolungamento caricaturato dell'idealismo speculativo, Marx faceva contemporaneamente i conti con questo idealismo, faceva i conti con il proprio passato filosofico, e andava perfino al di là dell'umanismo reale di Feuerbach [...]. Così si spiega l'appassionato e profondo interesse che Marx dedicò a una cosa che in sé e per sé tale interesse non poteva avere, e si spiega insieme anche perché, proprio ciò che ai contemporanei poté sembrare noioso e prolisso, può procurare ai posteri un godimento considerevole: il godimento di guardare direttamente nell'officina intellettuale di un pensatore geniale e di sorprendere una grande visione del mondo nell'ora della sua nascita.»

Il libro fu poi ripubblicato nel 1932, a cura dello studioso marxista russo Adoratskij, nel quadro delle opere complete di Marx ed Engels. Ne esistono due traduzioni italiane integrali: la prima a cura di Giovanni De Caria (Edizioni Rinascita, Roma 1954), e la seconda a cura di Aldo Zanardo (Editori Riuniti, Roma 1967)[41].

  1. ^ Nicolao Merker, Introduzione, in Engels-Marx 1986, p. 17.
  2. ^ Engels-Marx 1972, p. 4.
  3. ^ 29. Fischer: Vorrede zum ersten Buch wider Oekolampad, Akademie Verlag. URL consultato il 10 agosto 2023.
  4. ^ Inhaltsverzeichnis, Peter Lang. URL consultato il 10 agosto 2023.
  5. ^ Frank Hillebrandt, Was ist der Gegenstand einer Soziologie der Praxis?, transcript Verlag, 31 dicembre 2015, pp. 15–36. URL consultato il 10 agosto 2023.
  6. ^ Torsten Oppelland, Historische Narrative als Identitätskern von Parteienfamilien?, Verlag Barbara Budrich, 27 giugno 2012, pp. 52–68. URL consultato il 10 agosto 2023.
  7. ^ 2. KAPITEL, Die heilige Familie, De Gruyter, 31 dicembre 1968, pp. 209–213. URL consultato il 10 agosto 2023.
  8. ^ Karl Marx-Friedrich Engels - Die heilige Familie - VI. Kapitel, su www.mlwerke.de. URL consultato il 10 agosto 2023.
  9. ^ Friedrich Engels. Navy, Akademie Verlag, 31 dicembre 1984, pp. 567–576. URL consultato il 10 agosto 2023.
  10. ^ a b c Editionsrichtlinien der Marx-Engels-Gesamtausgabe (MEGA), De Gruyter Akademie Forschung, 31 dicembre 1993, pp. 15–42. URL consultato il 10 agosto 2023.
  11. ^ a b Rütten & Loening GmbH, su Lexikon des gesamten Buchwesens Online. URL consultato il 10 agosto 2023.
  12. ^ a b Thomas Paine, Die Rechte des Menschen, De Gruyter, 31 dicembre 1983, ISBN 978-3-11-264232-0. URL consultato il 10 agosto 2023.
  13. ^ Kurt Koszyk, Hans Adler (Hrsg.): Literarische Geheimberichte. Protokolle der Metternich-Agenten. Band I: 1840–1843; Band II: 1844–1848. — Köln: informationspresse c. w. leske / Frankfurt/Main und Köln: Europäische Verlagsanstalt GmbH (I) 1977, (II) 1981 (= ilv leske republik. Materialien zum Vormärz, Bd. 5), (I) XIV, 263 Seiten mit Abb., (II) 259 Seiten mit Abb., in Publizistik, vol. 33, n. 2-3, 1988-06, pp. 614–614, DOI:10.1007/bf03653658. URL consultato il 10 agosto 2023.
  14. ^ Bericht über den 3. Frankfurter Hygienetag ¿Basishygienische Maßnahmen¿ am 10. November 2007 im Kommunikationszentrum am Krankenhaus Nordwest, Frankfurt am Main, in Krankenhaus-Hygiene Infektionsverhütung, vol. 30, n. 1, 2008-02, pp. 11–14, DOI:10.1016/j.khinf.2007.11.010. URL consultato il 10 agosto 2023.
  15. ^ Verzeichnis nicht überlieferter Briefe von Friedrich Engels (Januar 1849 bis Dezember 1850), Akademie Verlag, 31 dicembre 1981, pp. 1445–1449. URL consultato il 10 agosto 2023.
  16. ^ K. Marx, lettera a Feuerbach dell'11 agosto 1844, citata nella Introduzione di Nicolao Merker, in Engels-Marx 1986, p. 10 (le omissioni fra parentesi quadre sono così nel testo di Merker).
  17. ^ Nicolao Merker, Introduzione, in Engels-Marx 1986, pp. 7, 10-1 e 13.
  18. ^ Nicolao Merker, Introduzione, in Engels-Marx 1986, p. 13.
  19. ^ Nicolao Merker, Introduzione, in Engels-Marx 1986, pp. 7-8.
  20. ^ a b c Nicolao Merker, Introduzione, in Engels-Marx 1986, p. 18.
  21. ^ Engels-Marx 1972, pp. 71-2.
  22. ^ Engels-Marx 1972, p. 74.
  23. ^ Nicolao Merker, Introduzione, in Engels-Marx 1986, pp. 18-9.
  24. ^ Engels-Marx 1972, p. 155.
  25. ^ Engels-Marx 1986, p. 105. Cfr. le note in calce di N. Merker, n. 40, ibid., e n. 47, p. 112.
  26. ^ Nicolao Merker, Introduzione, in Engels-Marx 1986, p. 19.
  27. ^ Engels-Marx 1972, p. 163.
  28. ^ Engels-Marx 1972, p. 172.
  29. ^ Engels-Marx 1972, p. 160.
  30. ^ a b c Nicolao Merker, Introduzione, in Engels-Marx 1986, p. 20.
  31. ^ Engels-Marx 1986, p. 141.
  32. ^ Engels-Marx 1986, pp. 158-9.
  33. ^ Lettera di Engels a Marx, 17 marzo 1845, citata da Franz Mehring nella sua Introduzione a "La sacra famiglia", in Engels-Marx 1972, p. 330.
  34. ^ Nicolao Merker, Introduzione, in Engels-Marx 1986, p. 17.
  35. ^ Bruno Bauer, Caratterizzazione di Ludwig Feuerbach, in Engels-Marx 1972, pp. 313-7.
  36. ^ Anonimo, San Bruno contro gli autori della "Sacra famiglia", in Engels-Marx 1972, pp. 323-5.
  37. ^ Nicolao Merker, Introduzione, in Engels-Marx 1986, pp. 17-8.
  38. ^ Nicolao Merker, Introduzione, in Engels-Marx 1986, pp. 20-1.
  39. ^ a b Nicolao Merker, Introduzione, in Engels-Marx 1986, p. 21.
  40. ^ Franz Mehring, Introduzione a "La sacra famiglia", in Engels-Marx 1972, p. 335.
  41. ^ Aldo Zanardo, Avvertenza, in Engels-Marx 1972, p. LXXI.

Bibliografia

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  • Friedrich Engels - Karl Marx, La sacra famiglia ovvero Critica della critica critica. Contro Bruno Bauer e soci, a cura di Aldo Zanardo, traduzione di Aldo Zanardo, Roma, Editori Riuniti, 1972 [1967].
  • Friedrich Engels - Karl Marx, La sacra famiglia. Guida alla lettura, a cura di Nicolao Merker, traduzione di Aldo Zanardo, Roma, Editori Riuniti, 1986, ISBN 88-359-2937-7.

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