Iperomocisteinemia

omocistemia
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L'iperomocisteinemia è una concentrazione elevata nel sangue dell'omocisteina (detta omocisteinemia). L'omocisteina è un amminoacido derivato dalla metionina e che svolge il ruolo di metabolita intermedio nella trasformazione nuovamente in metionina o in cisteina. È considerato un fattore di rischio[1].

I valori di riferimento sono < 13 micromoli/litro negli uomini, < 10,1 micromoli/litro nelle donne, < 11,3 micromoli/litro nei ragazzi fino a 14 anni.[2]

Eziologia

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L'iperomocisteinemia è un sintomo di alcune patologie, ereditarie e no, e di stili di vita errati:[2]

In caso di omocistinuria da MTHRF i valori ematici sono più alti dalle 10 alle 50 volte, mentre le altre cause e patologie danno aumenti solitamente più contenuti.

Effetti

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L'iperomocisteinemia è stata inserita dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) tra i fattori di rischio cardiovascolare, cerebrovascolare e del sistema vascolare periferico.[5][6]

Valori elevati di omocisteinemia sono ritenuti di volta in volta di portare a un aumento del rischio di:

Alcuni studi la associano anche a osteoporosi, diabete[8] e a numerosi problemi correlati alla gravidanza[9], dall'aumento della sindrome di Down all'aumento dei casi di aborto spontaneo. In quest'ambito, tuttavia, si concentrano forti contestazioni e vari risultati contraddittori[10].

Per i rischi legati alla malattia coronarica, tromboembolia e ictus sono stati presentati vari studi che ai più paiono del tutto convincenti; tuttavia, non mancano anche qui (come del resto per molti fattori di rischio legati all'aterosclerosi e alle malattie ischemiche) perplessità e contestazioni. Queste riguardano sia la valutazione di pericolosità da attribuire dell'aumento dell'omocisteina in sé, sia l'efficacia del suo abbassamento mediante la comune terapia: ad esempio, uno studio[11] mostrerebbe che la terapia e l'abbassamento dell'omocisteina non porterebbe comunque a una diminuzione del rischio di tromboembolia sintomatica profonda.

Aterosclerosi

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  • l'omocisteina si lega ai radicali liberi metallici, provocando un danno ossidativo sulle LDL,
  • formazione di foam cells (cellule schiumose), per la perdita della capacità epatica di captare le LDL circolanti causata dall'aumentato uptake dei macrofagi dei recettori per le LDL.

Ipertensione

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  • per la perdita di vasodilatazione con conseguente ipertensione; ciò è dovuto al legame dell'omocisteina con metaboliti radicalici che bloccano i fattori di rilassamento NO-mediati.

Procoagulazione

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  • può attivare fattori procoagulanti,
  • può inattivare i fattori anticoagulanti,
  • può determinare un danneggiamento degli endoteli vascolari,
  • fa aumentare la crescita della muscolatura liscia,
  • fa aumentare l'aggregazione piastrinica per effetto sulla ciclossigenasi.

Danno al tessuto connettivo

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  • danno all'elastina e al collagene per la formazione di legami crociati dovuto all'inibizione della lisil-ossidasi (si formano legami con lo ione rame dell'enzima con l'omocisteina)
  • eccesso di solfatazione dei proteoglicani con i fibroblasti che aumentano il legame con le lipoproteine.

Neurotossicità

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  • ATP deplezione PPAR-mediata, con malfunzionamento dei meccanismi riparativi del DNA metilato-correlati
  • alterazione dei meccanismi omeostatici del neurone per divergenza di diversi metabolismi cellulari.

Embriotossicità

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  • per alterazione del rapporto della s-adenil-metionina/s-adenosil-omocisteina, che determina un'alterazione della DNA-metilazione, essenziale per la corretta espressione dei geni.

Trattamento

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Acido folico.

I livelli di omocisteina vengono ridotti principalmente mediante l'assunzione di acido folico. Quasi sempre a questa prescrizione si aggiungono vitamine del gruppo B (B6, B12), che sono comunque di minore impatto terapeutico. Per le forme di minore importanza (o borderline) si può tentare una cura semplicemente con una dieta molto ricca di verdura cruda.

L'acido folico è contenuto in questi alimenti, ma è una sostanza piuttosto deperibile, dal momento che si degrada facilmente con la cottura, l'esposizione alla luce, in presenza di alcuni conservanti, con il congelamento, ecc; quindi si consiglia che il consumo di verdura cruda riguardi il prodotto fresco, non congelato, conservato lontano dalla luce, ecc.

  1. ^ Herold G., Medicina Interna. Compendio essenziale per la pratica clinica, Parma, Monduzzi Editoriale, 2012, p. 289, ISBN 978-88-6521-025-3.
  2. ^ a b Catalano R., Rosso V., Spaccamiglio A., Omocisteina e iperomocisteinemia, su flipper.diff.org. URL consultato il 13 novembre 2008.
  3. ^ Miller JW, Nadeau MR, Smith D, Selhub J, Vitamin B-6 deficiency vs folate deficiency: comparison of responses to methionine loading in rats, in American Journal of Clinical Nutrition, vol. 59, maggio 1994, pp. 1033–1039.
  4. ^ Copia archiviata (PDF), su asl2.liguria.it. URL consultato il 31 luglio 2009 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2016).
  5. ^ Jean-Charles Fruchart, PhD; Melchior C. Nierman, MD; Erik S. G. Stroes, MD, PhD; John J. P. Kastelein, MD, PhD; Patrick Duriez, PhD, Atherosclerosis: Evolving Vascular Biology and Clinical Implications - New Risk Factors for Atherosclerosis and Patient Risk Assessment, in Circulation., vol. 109, 2004, pp. III-15 - III-19, DOI:10.1161/01.CIR.0000131513.33892.5b.
  6. ^ O. Nygard, S.E. Vollset, H. Refsum et al., Total plasma homocysteine and cardiovascular risk profile. The Hordaland Homosycteine Study., JAMA (274), 1526-33 (1995)
  7. ^ (Homocysteine, MTHFR 677C →T polymorphism,and risk of ischemic stroke: results of a meta-analysis. Kelly et al, Neurology 2002; Aug 27;59(4):529-36) conferma tale dato (OR = 1.23 (95% CI, 0.96 to 1.58;p=0.1)).
  8. ^ Prevenzione Cardiovascolare - Salute cardiovascolare e fattori di rischio emergenti: l'omocisteina, su prevenzione-cardiovascolare.it. URL consultato il 31 luglio 2009 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  9. ^ Gravidanza patologica da carenza di folati - Theramex Archiviato il 30 maggio 2009 in Internet Archive.
  10. ^ Maddalena L. Zighetti e Marco Cattaneo, Metabolismo dell’omocisteina e rischio di ritardata crescita fetale intrauterina (abstract), in La Rivista italiana di Ostetricia e Ginecologia, Rostigin, ISSN 1824-0283 (WC · ACNP). URL consultato il 26 dicembre 2015 (archiviato il 29 ottobre 2013).
  11. ^ (Ray JG et al, Annals 2007;early release)
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