Guglielmo II di Narbona

visconte di Narbona e ultimo re di Arborea

Guglielmo II di Narbona (Narbona, 1383 circa – Verneuil-sur-Avre, 17 agosto 1424) fu visconte di Narbona e giudice di Arborea (come Guglielmo II)[2].

Guglielmo II di Narbona
Assassinio di Giovanni di Borgogna (Guglielmo è l'uomo a sinistra del duca che regge l'ascia)[1]
Giudice di Arborea
come Guglielmo II
Stemma
Stemma
In carica1407 –
1420[2]
Incoronazione13 gennaio 1409
PredecessoreMariano V
Successorecarica abolita
Visconte di Narbona
In carica1397 –
1424
PredecessoreGuglielmo I
SuccessoreGuglielmo III
Conte del Goceano e di Marmilla
Visconte di Bas
come Guglielmo I
In carica1407 –
1420
PredecessoreMariano V
Successorecarica abolita
Nome completoGuillaume Aymeric de Narbonne-Arborée
NascitaNarbona, 1383 circa
MorteVerneuil-sur-Avre, 17 agosto 1424
SepolturaAbbazia di Sainte-Marie de Fontfroide
DinastiaNarbona-Bas
PadreGuglielmo I
MadreGuérine de Beaufort
ConsorteMargherita d'Armagnac,
ultima giudicessa d'Arborea
Guglielmo II di Narbona
NascitaNarbona, 1383 circa
MorteVerneuil-sur-Avre, 17 agosto 1424
Cause della morteucciso in battaglia
Luogo di sepolturaAbbazia di Sainte-Marie de Fontfroide
ReligioneCattolicesimo
Dati militari
Paese servitoGiudicato di Arborea (come monarca)
Regno di Francia
GuerreGuerra dei cent'anni
Guerra sardo-catalana
BattaglieBattaglia di Sanluri (1409)
Tentata presa di Alghero (1412)
Battaglia di Chef-de Caux (1416)
Battaglia di Bernay (1422)
Battaglia di Verneuil (1424)
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Fu inoltre consigliere del re di Francia dal 1418 al 1420 e poi del delfino Carlo nel 1424. Partecipò anche alla guerra dei cent'anni, dalla parte degli armagnacchi.

Origine

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Albero genealogico della famiglia della madre di Guglielmo

Guglielmo, sia secondo la Gran Enciclopèdia Catalana, che secondo Anselme de Sainte-Marie nella Histoire généalogique et chronologique de la maison royale de France, des pairs, grands officiers de la Couronne, de la Maison du Roy et des anciens barons du royaume.... Tome 7 / par le P. Anselme era il figlio primogenito del Visconte di Narbona, Guglielmo I e della moglie, Guèrine de Rogier-Beaufort de Canillac,[3][4] che era figlia di Marquis di Beaufort, signore di Canillac e Caterina, figlia del delfino Beraldo I d'Alvernia[4], come conferma anche la Historia genealogica de la casa de Lara, tomo I.[5]

Guglielmo I di Narbona, sia secondo la Gran Enciclopèdia Catalana, che secondo Anselme de Sainte-Marie nella Histoire généalogique et chronologique de la maison royale de France, des pairs, grands officiers de la Couronne, de la Maison du Roy et des anciens barons du royaume.... Tome 7 / par le P. Anselme era il figlio maschio primogenito del Visconte di Narbona, Aimerico VI e della sua terza moglie, Beatrice d'Arborea,[3][4] che era figlia del Giudice d’Arborea Mariano IV e di sua moglie Timbora di Roccaberti, matrimonio avvenuto nel 1363.[4]

Biografia

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I visconti di Narbona

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Egli era nipote della donnikella Beatrice d'Arborea, una delle figlie del giudice Mariano IV: suo padre, Guglielmo I era infatti il figlio maschio primogenito di Beatrice. Dopo la morte del padre, quando nel 1407 morì Mariano V di Arborea (figlio di Eleonora, sorella di Beatrice) Guglielmo divenne l'erede più prossimo al trono giudicale e giudice de jure.[6]

Beatrice d'Arborea (in francese Béatrice d'Arborée, 1343 circa-1377), sorella di Ugone III e di Eleonora, fu la terza moglie (1363, appena ventenne) del Visconte di Narbona Aimerico VI (1341-1388), figlio di Aimerico V e di Tiburge de Puisserguier (secondo alcuni storici e genealogisti invece la madre di Aimerico era Caterina di Poitiers)[7]: la casa regnante era quella di Lara (1192-1424), il cui primo esponente fu Pedro Manrique de Lara (1193-1202), succeduto alla famosa viscontessa Ermengarda (1134-1143; 1192-1193). L'erede di Beatrice d'Arborea, che ebbe sette figli, fu Guglielmo I (1363-1397), sposato con Guérine de Beufort-Rogier de Canillac (nipote di Gregorio XI e pronipote di Clemente VI), subentrò al padre. Morto anche costui, ereditò il rango di visconte il suo rampollo Guglielmo II (1397-1424), la cui consorte fu Margherita d'Armagnac.[8]

Ultimo giudice d'Arborea

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Abbazia di Fontfroide: nella cripta sono sepolti i visconti di Narbona
 
Moneta fatta coniare a Sassari nel 1410 da Guglielmo II
 
Carta con il viscontado di Narbona

Guglielmo II, in quanto parente più prossimo di Mariano V di Arborea, diventerà giudice di diritto (1407-1420),[2] ma raggiunse la Sardegna, per l'intronizzazione, solo nel 1409, dove, secondo la Gran Enciclopèdia Catalana, Guglielmo ebbe l'appoggio di Brancaleone Doria.[9]

I visconti di Narbona sono sepolti nella cripta dell'insigne abbazia di Sainte-Marie de Fontfroide: vi furono tumulati Beatrice d'Arborea, suo marito Aimerico VI, il loro figlio Guglielmo I (con l'armatura, vicino alla madre con abito vedovile) e, appunto, il nipote Guglielmo II, ultimo sovrano d'Arborea.[10]

Nel frattempo a reggere effettivamente il giudicato dal 1407 fu Leonardo Cubello, nipote di Nicola d'Arborea e discendente dalla linea maschile giudicale di Ugone II.[11]

Il 6 ottobre 1408 sbarcò a Cagliari il re Martino I di Sicilia, con un forte esercito, quale esponente della casa aragonese, che rivendicava il controllo dell'intera Sardegna. Nello stesso anno, l'8 dicembre, Guglielmo di Narbona arrivò a sua volta nell'isola e fu eletto ufficialmente dalla Corona de Logu giudice di Arborea, conte di Marmilla e del Goceano, visconte di Bas, ad Oristano, il 13 gennaio del 1409.[12]

I due eserciti, quello di Martino e di Guglielmo, si scontrarono quindi nella nota battaglia di Sanluri, il 30 giugno 1409, nel corso della quale le truppe del Narbona furono sbaragliate. Come ulteriore disastro, nonostante la morte di Martino per malaria, vi fu l'occupazione, il 4 luglio, dell'importante città di Villa di Chiesa, da parte del comandante filo-aragonese Giovanni di Sena. Guglielmo perciò tornò in Francia per cercare aiuto, lasciando il governo delle terre sarde al cugino Leonardo Cubello, che fu abile nel difendere Oristano.

Guglielmo II tornò in Sardegna nel 1410, riorganizzò i suoi territori, trasferì la residenza a Sassari e con l'aiuto di Nicolò Doria e Artaldo Alagon (avo del più famoso Leonardo Alagon, ultimo marchese di Oristano), riprese Longosardo. Cercò quindi di occupare la catalana Alghero e vi riuscì brevemente il 5 e 6 maggio del 1412, prima di esserne scacciato dai cittadini.[13]

Estinzione del giudicato d'Arborea

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Giudicato di Arborea.
 
La battaglia di Verneuil, in cui Guglielmo morì

Guglielmo II, secondo la Gran Enciclopèdia Catalana, tornò in Sardegna con un esercito tra il 1415 ed il 1416),[9] ma sicuro di non riuscire a mantenere il suo dominio, alla fine decise di alienare i propri diritti al re d'Aragona Alfonso V il Magnanimo, per una cifra di 100.000 fiorini d'oro, il 17 agosto 1420, segnando quindi la fine del giudicato di Arborea: l'atto fu stilato ad Alghero dal suo procuratore Pietro de Pomairo, in quanto il visconte si trovava già in terra francese; infatti, in quanto marito di Margherita d'Armagnac, prese parte alla guerra civile tra Armagnacchi e Borgognoni[9]; nel 1418, fu catturato a Parigi dai Borgognoni, ma riuscì a fuggire[9]; nel 1419, fu presente all'assassinio di Giovanni senza Paura.[9]

Guglielmo fu dunque l'ultimo sovrano arborense e morì il 17 agosto 1424 nel corso della guerra contro gli Inglesi,[9] nel corso della battaglia di Verneuil,[14] come conferma anche la Chronique de la Pucelle: ou, Chronique de Cousino;[15] fu seppellito, accanto ai suoi antenati, nell'Abbazia di Sainte-Marie de Fontfroide.[16]

Non avendo figli, Guglielmo nel maggio 1424, fece testamento, lasciando la viscontea di Narbona al fratello uterino Pierre de Tinières, nato dalle seconde nozze di sua madre, Guérine de Beaufort con Guillaume de Tinières, che dopo la morte di Guglielmo II, gli succedette come Guglielmo III[9].

La Sardegna non sarà più indipendente e appartenne alla Spagna fino al 1718 quando questa fu sostituita dall'Austria e poi dai Savoia nel 1720: il marchesato di Oristano ebbe, infatti, una vita breve (1420-1478) e a Leonardo Cubello, primo marchese, fu proibito dalla Corona aragonese di fregiarsi del titolo avito di giudice di Arborea.[17]

Guglielmo II è altresì da ricordare perché nel 1410 fece coniare, nella zecca di Sassari, i minuti e le patacchine in mistura d'argento (con l'albero eradicato arborense e la croce patente), uniche monete effettivamente battute nel giudicato di Arborea, dato che non è sufficientemente documentata l'attività di precedenti officine, nonostante presunti ritrovamenti di denari del periodo dei giudici Mariano IV e di Ugone III.[18][19]

Matrimonio e discendenza

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Guglielmo aveva sposato Margherita d'Armagnac[4], dalla quale non ebbe discendenza.[20]

Ascendenza

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Genitori Nonni Bisnonni
Aimerico VI di Narbona Aimerico V di Narbona  
 
Caterina di Poitiers  
Guglielmo I di Narbona  
Beatrice d'Arborea Mariano IV di Arborea  
 
Timbora di Roccaberti  
Guglielmo II di Narbona  
Marquis de Beufort-Rogier-Canillac Guglielmo II Rogier-Beufort  
 
Guérine de Canillac  
Guérine de Beufort-Rogier-Canillac  
Caterina d'Alvernia Beraldo I d'Alvernia  
 
Maria de la Vie  
 

Bibliografia

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Fonti primarie

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Letteratura storiografica

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  • AA. VV., Genealogie medioevali di Sardegna, Cagliari, Due D editrice mediterranea, 1983.
  • Angelo Castellaccio-Mariano Sollai,, Monete e monetazione giudicale: la scoperta dei denari d'Arborea, Pisa, 2D Editrice Mediterranea, 1986.
  • Charles Boyer, Abbaye de Fontfroide, Narbona, Lacour, 1932.
  • Alessandra Cioppi, Battaglie e protagonisti della Sardegna medioevale, Cagliari, AM-D, 2008.
  • Luisa D'Arienzo, Documenti sui visconti di Narbona e la Sardegna, 2 vol., Padova, CEDAM, 1977.
  • Vincenzo Dessì, Nella Zecca di Sassari: monete di Guglielmo III di Narbona, Sassari, Dessì, 1898..
  • Jacques Michaud-André Cabanis, Histoire de Narbonne, Toulouse, Michaud, 2004.
  • Héléna Philippe, Les origines de Narbonne, Toulouse, Edité par Privat, 1937.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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