Giovanni di Dara
Giovanni di Dara (IX secolo – IX secolo) è stato un vescovo e scrittore siro.
Giovanni di Dara vescovo della Chiesa ortodossa siriaca | |
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Incarichi ricoperti | Metropolita di Dara |
Nato | IX secolo |
Ordinato presbitero | IX secolo |
Nominato vescovo | IX secolo |
Deceduto | IX secolo |
Biografia
modificaNon si sa molto della sua vita. In compenso ci sono rimaste le sue opere, costituite da trattati di teologia scritti in lingua siriaca.
Ministro della Chiesa ortodossa siriaca, fu metropolita di Dara (oggi Oğuz), nei pressi di Mardin, nell'attuale Turchia.
Fu contemporaneo di Dionisio di Tel Mahre († 845). Il quale, secondo quanto riportato da Gregorio Barebreo, si rivolse a Giovanni nella parte finale dei suoi Annali[1], lamentandosi delle proprie disgrazie e pregando per una morte prossima che lo liberasse dagli affanni[2].
Opere
modifica- Un commentario della Gerarchia celeste e della Gerarchia ecclesiastica di Pseudo-Dionigi l'Areopagita.
- Un trattato sulla resurrezione dei corpi, in quattro libri.
- Un trattato sull'eucaristia (in latino De oblatione).
- Un trattato sul sacerdozio, in quattro libri.
- Un trattato sull'anima.
- Un'anafora della liturgia della Chiesa ortodossa siriaca.
Edizioni moderne
modifica- Jean Sader (a cura di), La "De oblatione" de Jean de Dara, Corpus Scriptorum Christianorum Orientalium, vol. 308-309 (ser. Scriptores Syri, vol. 132-133), Lovanio, Peeters, 1970
- Baby Varghese (trad.), The Commentary of John of Dara on the Eucharist, ser. Moran Etho 12, Gorgias Press, 2011
Note
modifica- ^ Gli Annali di Dionisio di Tel Mahre sono andati perduti. Tutto ciò che conosciamo è costituito da citazioni di Michele il Siro, dell'anonima Cronaca del 1234, di Elia di Nisibi, e di Gregorio Barebreo.
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«Nello stesso tempo gli Arabi portarono calamità su calamità con la loro intollerabile confisca di proprietà. Dionisio così scrisse a Giovanni di Dara: "Non credo sia necessario appesantire la tua comprensione enumerando tutte le calamità che mi affliggono, da farmi passare ogni notte senza dormire e ogni giorno senza riposare. Sorvolerò tutte queste preoccupazioni e pensieri che mi abbattono, che mi bruciano il cuore e mi danneggiano il corpo (perché le mie ossa decadono in risposta ai dolori del cuore). Quindi piango e mi lamento della vita, uomo sfortunato che sono, perché a causa dei miei peccati sono costretto a bere questa coppa, cosicché soffro e il mio cuore è colpito con dolore ogni volta che i miei occhi vedono i disastri e le sofferenze inflitte ai figli della Chiesa. Ogni giorno i nostri dolori aumentano, e solo una liberazione da questi mi rimane, quella della morte, della quale sono assetato come per una cosa buona e benvenuta." Con queste parole quell'uomo ferito terminò la sua cronaca.»
Bibliografia
modifica- Jean Sader, articolo "Jean de Dara", Dictionnaire de spiritualité, Beauchesne, 1974, pp. 467-468
- Jean Sader, Le lieu de culte et la messe syro-occidentale selon le "De oblatione" de Jean de Dara, Orientalia Christiana Analecta 223, Roma, 1983
- Giuseppe Furlani, "La psicologia di Giovanni di Dara", Rivista degli Studi Orientali 11, 1926-28, pp. 254-279
- Carl Anton Baumstark, "Iwannis von Dara über Bardaisan", Oriens Christianus III, 8 (30), 1933, pp. 62-71
- Michel Breydy, "Les compilations syriaques sur le sacerdoce au IXe siècle: Jean de Dara", Symposium Syriacum 1976, Orientalia Christiana Analecta 205, Roma, 1978, pp. 267-293
- Jobst Reller, "Iwannis von Dara, Mose bar Kepha und Bar Hebräus über die Seele, traditiongeschichtlich untersucht", in: Gerrit J. Reinink, Alex C. Klugkist (dir.), After Bardaisan: Studies on Continuity and Change in Syriac Christianity (in Honor Professor Han J. W. Drijvers), Orientalia Lovaniensia Analecta 89, Lovanio, Peeters, 1999, pp. 253-268
Voci correlate
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