Giovanni Denaro

militare italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale

Giovanni Denaro (Castanea delle Furie, 1906Tsangarada, 22 marzo 1943) è stato un militare italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Giovanni Denaro
NascitaCastanea delle Furie, 1906
MorteTsangarada, Grecia, 22 marzo 1943
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaGuardia di Finanza
RepartoXIII Battaglione mobilitato
GradoFinanziere
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana di Grecia
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Biografia

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Nacque a Castanea delle Furie (provincia di Messina) nel 1906.[1] Lavorava come coltivatore diretto specializzato nella produzione degli agrumi quando lasciò i campi per assolvere gli obblighi del servizio militare di leva in forza alla guardia di finanza. Prestò servizio dapprima nella Legione allievi di Roma e poi nella legione territoriale di Messina.[1] Posto in congedo nel 1929 riprese il proprio lavoro, venendo richiamato in servizio attivo nel marzo 1942, in piena seconda guerra mondiale.[1] Dal centro di mobilitazione della sua legione fu dapprima assegnato alla Brigata mobilitata per la difesa costiera e poi alla legione di Trieste.[1] Trasferito al XIII battaglione mobilitato, nel novembre dello stesso anno 1942, partiva per l'Albania, raggiungendo successivamente la Grecia.[1] Cadde in combattimento il 22 marzo 1943 a Tsangarada, quando la caserma in cui prestava servizio insieme ad altri 28 comilitoni,[N 1] fu assalita da un gruppo di 300 partigiani greci. Dopo essersi strenuamente difeso, per non essere catturato dai partigiani preferì gettarsi tra le fiamme della caserma che bruciava.[1] Per onorarne il coraggio dimostrato in questo frangente venne decretata la concessione della medaglia d'oro al valor militare.[1] Lasciava la moglie, signora Rosa Minutoli, e quattro figli, Mario, Francesco, Antonio e Marisa.

Onorificenze

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«Durante un attacco portato da soverchianti forze nemiche alla caserma di un piccolo distaccamento isolato di finanzieri di cui faceva parte, concorreva con tutti i compagni alla strenua disperata resistenza protrattasi per oltre tre ore. Rimasto il solo superstite dell’eroico manipolo, esaurite le munizioni e le bombe a mano, impavido tra le macerie dell’edificio quasi completamente distrutto dai ribelli con una mina e già in preda alle fiamme, piuttosto che cedere alle intimazioni degli assalitori che ammirati di tanto ardimento gli offrivano un’onorevole resa, si lanciava risolutamente nel rogo, preferendo alla unica speranza di vita, la sorte dei camerati caduti attorno a lui nel nome d’Italia per la gloria della Patria immortale. Tsangarada (Grecia), 22 marzo 1943.[2]»
— Decreto del Presidente della Repubblica del 15 febbraio 1949.

Annotazioni

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  1. ^ Il presidio era così composto: sottobrigadiere Antonio Delogu (fucilato); sottobrigadiere Raffaello Montanelli (fucilato); appuntato Agostino Maddanu (ferito, superstite); finanziere Emilio Amonini (fucilato); finanziere Arturo Anzalone (morto in combattimento); finanziere Luigi Cacco (fucilato); finanziere Antonio Camera (morto in combattimento); finanziere Berardo D’Alterio (fucilato); finanziere Francesco Del Vecchio (ferito, superstite); finanziere Giovanni Denaro (morto in combattimento); finanziere Mario Dossoni (fucilato); finanziere Stefano Evangelista (fucilato); finanziere Lorenzo Frisenda (fucilato); finanziere Angelo Giordano (fucilato); finanziere Attilio Giordano (morto in combattimento); finanziere Giovanni Idili (ferito, superstite); finanziere Antonio Le Quaglie (fucilato); finanziere Antonino Licata (morto in combattimento); finanziere Cataldo Lo Re (ferito, superstite); ftp. Edmondo Rizzi (fucilato); finanziere Antonino Ruggeri (ferito, superstite); finanziere Francesco Salvati (fucilato); finanziere scelto Biagio Silvestri (fucilato); finanziere scelto Giovanni Scivoletto (fucilato); finanziere Carmelo Sentinella (fucilato); finanziere scelto Pietro Siviero (fucilato); finanziere scelto Giovanni Uberti (fucilato); finanziere scelto Lores Versaldo (morto in combattimento); finanziere scelto Aldo Zappa (ferito, superstite). Dei 18 finanzieri catturati, 16 di essi furono uccisi a sangue freddo nei pressi di un villaggio sulla costa nell'aprile 1943, e sepolti in una fossa comune in un fossato nella zona di Veneto, che è un villaggio sull'Egeo.

Bibliografia

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  • Gabriele Bagnoli, La guardia di finanza nella seconda guerra mondiale, Firenze, Università degli Studi di Firenze, 2014, p. 11.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume secondo (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 231.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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