Francesco Maria II della Rovere

condottiero italiano

Francesco Maria II della Rovere (Pesaro, 20 febbraio 1549Urbania, 28 aprile 1631) è stato un condottiero italiano rinascimentale.

Francesco Maria II della Rovere
Francesco Maria II della Rovere ritratto da Federico Barocci nel 1572, Gallerie degli Uffizi
Duca di Urbino
Stemma
Stemma
In carica
PredecessoreGuidobaldo II (1)
Federico Ubaldo (2)
SuccessoreFederico Ubaldo (1)
Annessione allo Stato Pontificio (2)
Nome completoFrancesco Maria Montefeltro della Rovere D'Aragona
Altri titoliDuca di Sora
Signore di Pesaro
Signore di Senigallia
Signore di Fossombrone
Signore di Gubbio
NascitaPesaro, 20 febbraio 1549
MorteUrbania, 28 aprile 1631 (82 anni)
Luogo di sepolturaChiesa del Crocifisso, Urbania
DinastiaMontefeltro della Rovere
PadreGuidobaldo II della Rovere
MadreVittoria Farnese
ConiugiLucrezia d'Este
Livia della Rovere
FigliFederico Ubaldo
ReligioneCattolicesimo
Francesco Maria II della Rovere
Medaglia aurea con il profilo del duca Francesco Maria II
NascitaPesaro, 20 febbraio 1549
MorteUrbania, 28 aprile 1631
Luogo di sepolturaChiesa del Crocifisso, Urbania
ReligioneCattolicesimo
Dati militari
Paese servitoStato Pontificio (bandiera) Stato Pontificio
Forza armataEsercito dello Stato della Chiesa
GradoCondottiero
BattaglieLepanto
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Fu l'ultimo duca di Urbino, duca di Sora, signore di Pesaro, Senigallia, Fossombrone e Gubbio.

Biografia

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Infanzia

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Figlio di Guidobaldo II della Rovere, Duca sovrano di Urbino e Conte di Montefeltro, e di Vittoria Farnese, fu educato rigorosamente e trascorse gli anni tra il 1565 e 1568 alla corte di Spagna.

Avendo Guidobaldo II aderito alla Lega Santa contro i Turchi, in risposta all'appello fatto dal Papa Pio V ai principi cattolici di buona volontà in difesa dell'Europa e della Cristianità dall'invasione musulmana, Francesco Maria II partecipò nel 1571 alla battaglia di Lepanto, alla testa di oltre 2.000 soldati provenienti dal ducato di Urbino. Il giovane erede diede lustro al casato, distinguendosi valorosamente nel conflitto, combattendo a fianco di don Giovanni d'Austria.

Nel 1574, alla morte del padre, gli successe nel ducato. Il rapporto tra i due era stato sempre difficile e contrastato e Francesco Maria inaugurò il proprio dominio con la messa in stato d'accusa dei principali ministri del padre, Antonio Stati e Pietro Bonarelli, il primo processato e condannato a morte, il secondo sfuggito al processo e rifugiatosi dapprima a Ferrara presso Alfonso II d’Este, quindi a Novellara presso il conte Camillo Gonzaga. I due vennero accusati di avere cospirato contro la sua vita e di essersi appropriati di beni del ducato, ma il vero obiettivo del giovane duca era la cattiva amministrazione del padre con l'intenzione di inaugurare un nuovo corso politico ed economico.

Duca di Urbino e Sora

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Ducato di Urbino e Ducato di Sora.

Nel 1580 vendette per 100.000 scudi a Giacomo Boncompagni il Ducato di Sora e Arce, dominio storico della sua famiglia, per far fronte alle difficoltà economiche in cui versava il Ducato di Urbino ereditato dal padre. Ottenne il titolo di “Serenissimo” da Sua Maestà Cattolica il 15 settembre 1585 e lo stesso giorno fu nominato Cavaliere del Tosone d’Oro.

Proprio a causa del risanamento economico attuato da Francesco Maria II attraverso una saggia gestione ed evitando di gravare i sudditi di tasse, si ricorda come il duca più amato e stimato dal popolo del ducato.[1]

Primo matrimonio

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Nel 1598 la moglie Lucrezia d'Este morì senza aver lasciato eredi. Sull'opportunità di nuove nozze o, in alternativa, di far tornare il ducato, in assenza di eredi alla morte dell'ultimo duca, sotto il dominio papale, il duca interpellò appositamente i suoi sudditi, i quali risposero accoratamente e sollecitarono il quarantanovenne sovrano a nuove nozze.

Secondo matrimonio

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Il 26 aprile 1599 a Casteldurante sposò la cugina Livia della Rovere, più giovane di trentasei anni, per poter dare al ducato un erede che scongiurasse l'estinzione della casata dei Della Rovere e l'annessione nello Stato Pontificio. Il 16 maggio 1605 venne alla luce Federico Ubaldo che, giovanissimo, assunse le redini del ducato e sposò Claudia de' Medici nel 1621, dando a Francesco Maria II una nipotina Vittoria, futura granduchessa di Toscana, ultima esponente diretta dei Della Rovere e unica erede del suo patrimonio allodiale.[2]

Fine del ducato di Urbino e morte

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Federico Ubaldo morì improvvisamente il 29 giugno 1623, lasciando il ducato nuovamente nelle mani del padre il quale il 20 dicembre 1624, rassegnato all'estinzione della casata, sottoscrisse la devoluzione di tutti i feudi rovereschi al papa Urbano VIII, sovrano dello Stato della Chiesa. La devoluzione divenne esecutiva alla sua morte avvenuta a Casteldurante (sua residenza preferita) il 28 aprile 1631, dove fu sepolto nella chiesa del Crocifisso.[3]

Ascendenza

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Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Giovanni della Rovere Raffaello della Rovere  
 
Teodora Manirolo  
Francesco Maria I della Rovere  
Giovanna da Montefeltro Federico da Montefeltro  
 
Battista Sforza  
Guidobaldo II della Rovere  
Francesco II Gonzaga Federico I Gonzaga  
 
Margherita di Baviera  
Eleonora Gonzaga della Rovere  
Isabella d'Este Ercole I d'Este  
 
Eleonora d'Aragona  
Francesco Maria II della Rovere  
Papa Paolo III Pier Luigi Farnese, signore di Montalto  
 
Giovanna Gaetani di Sermoneta  
Pier Luigi Farnese  
Silvia Ruffini Rufino Ruffini  
 
 
Vittoria Farnese  
Conte Ludovico Orsini Niccolò II Orsini, conte di Pitigliano  
 
Elena Conti  
Gerolama Orsini  
Giulia Conti Giacomo Conti  
 
Isabella Carafa  
 

Onorificenze

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Galleria d'immagini

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  1. ^ I della Rovere, p. 14
  2. ^ Fiorani, p. 45
  3. ^ Fiorani, p. 60

Bibliografia

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  • I della Rovere. Piero della Francesca, Raffaello, Tiziano. Catalogo della mostra (Senigallia, Urbino, Pesaro, Urbania, 4 aprile - 3 ottobre 2004) a cura di P. Dal Poggetto, Electa Mondadori, ISBN 88-370-2908-X.
  • Renzo Fiorani, Tra Misa e Metauro. Allegrezze e preoccupazioni per Federico Ubaldo della Rovere, Archeoclub d'Italia, Castelleone di Suasa 2005.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN2517526 · ISNI (EN0000 0001 2117 9546 · SBN VEAV520736 · BAV 495/365748 · CERL cnp00959787 · ULAN (EN500099047 · LCCN (ENn81119762 · GND (DE118965956 · BNF (FRcb12192245g (data) · J9U (ENHE987007271018405171
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