Flavio Severo

imperatore romano (r. 305-307)

Flavio Valerio Severo, più raramente noto come Severo II (in latino Flavius Valerius Severus; Illiria, III secoloTres Tabernae, primavera/estate 307), è stato un imperatore e militare romano dal 305 al 307 nel contesto dell'organizzazione tetrarchica dell'impero.

Severo
Moneta raffigurante Severo da cesare
Cesare e poi Augusto dell'Impero romano
In carica1º maggio 305 –
307
Incoronazione1º maggio 305
PredecessoreMassimiano (per i territori di competenza amministrati) e Costanzo Cloro (per la carica di Cesare d'Occidente)
SuccessoreMassenzio (per parte dei territori di competenza amministrati) e Licinio (per parte dei territori di competenza amministrati e per la carica di Augusto d'Occidente)
Nome completoFlavius Valerius Severus
NascitaIlliria, III secolo
MorteTres Tabernae, primavera/estate 307
FigliSeveriano

Biografia

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Valerio Severo[1] nacque nelle province illiriche[2] da una famiglia di umili origini.[3]

Era comandante dell'esercito, con un contingente ai suoi ordini.[4] Era amico di Galerio;[3][4] per sua intercessione fu coinvolto nella seconda tetrarchia: il 1º maggio 305, quando Diocleziano e Massimiano lasciarono il potere, Severo fu nominato Cesare d'Occidente del neo-augusto Costanzo Cloro, mentre Massimino Daia assunse la stessa dignità in Oriente, con Augusto Galerio.[2][3][4][5] A Severo fu affidato il governo dell'Italia, della Rezia, del Norico e della diocesi africana.

Costanzo Cloro morì il 25 luglio 306 a Eboracum (York, Regno Unito); le truppe di Costanzo ne acclamarono il figlio Costantino imperatore. Galerio intervenne, offrendo a Costantino di riconoscerlo non come Augusto ma come Cesare, e Costantino accettò; Severo divenne allora augusto (estate 306).[6] Ma il suo potere non era al sicuro, in quanto il 28 ottobre di quello stesso anno Massenzio, figlio di Massimiano, si fece proclamare imperatore dalle truppe a Roma. Anche questa volta Galerio si rifiutò di riconoscere l'usurpatore, e nel 307 inviò Severo (che quell'anno era console assieme a Massimino) da Milano a Roma con un esercito, allo scopo di deporre Massenzio. Poiché, però, gran parte dei soldati di Severo avevano servito sotto Massimiano, dopo aver accettato denaro da Massenzio disertarono in massa Severo. L'Augusto fuggì a Ravenna, dove fu assediato da Massimiano. La città era molto ben fortificata, cosicché Massimiano offrì delle condizioni per la resa che Severo accettò: fu preso da Massimiano e portato sotto scorta in una villa pubblica a Tres Tabernae (nei pressi dell'odierna Cisterna di Latina)[7] nella parte meridionale di Roma, dove fu tenuto come ostaggio.[8] Quando Galerio entrò a sua volta in Italia con un esercito, Massenzio ordinò la morte di Severo, che fu ucciso o costretto ad uccidersi (primavera/estate del 307).[9] Fu sepolto nel mausoleo di Gallieno.[10] Su ordine di Galerio, aveva decretato la soppressione della Guardia Pretoriana, ma ne fu impedito dall'usurpazione di Massenzio, sostenuto proprio dai Pretoriani.[11]

  1. ^ Il nome è attestato in CIL III, 15202, CIL XI, 2928 e sulle monete.
  2. ^ a b Aurelio Vittore, Cesari XL, 1.
  3. ^ a b c Anonimo Valesiano IV, 9.
  4. ^ a b c Lattanzio 18,12.
  5. ^ Lattanzio XIX, 4; Anonimo Valesiano III, 5; Eutropio X, 2,1; Aurelio Vittore, Cesari, XL, 1; Zosimo, II, 8, 1.
  6. ^ Barnes, Constantine and Eusebius, pp. 27–28; Barnes, New Empire, p. 5; Lenski, pp. 61–62; Odahl, pp. 78–79.
  7. ^ Baronio, "Annales Ecclesiastici vol. 1", pp. 769-770.
  8. ^ Barnes, Constantine and Eusebius, pp. 30–31; Elliott, pp. 41–42; Lenski, pp. 62–63; Odahl, pp. 86–87; Potter, pp. 348–49.
  9. ^ Nel Cronografo del 354 (T. Mommsen, M.G.H., Chronica Minora, I, 1892, p. 148) è indicato il 16 settembre come data di morte, tuttavia tale testo è totalmente inaffidabile sotto il profilo cronologico riguardo a questo imperatore. Si veda nel merito R. W. Burgess, Roman Imperial Chronology and Early-Fourth-Century Historiography. The Regnal Durations of the So-called Chronica urbis Romae of the Chronograph of 354, Stoccarda 2014, p. 86.
  10. ^ Epitome de Caesaribus, XL, 3: Severus Caesar ab Herculio Maximiano Romae ad Tres Tabernas exstinguitur, funusque eius Gallieni sepulcro infertur, quod ex urbe abest per Appiam milibus novem. Nella Origo Constantini imperatoris (IV, 10) si riferisce la medesima storia, ma il sepolcro di Gallieno è collocato all'ottavo miglio: Pro Maxentio filio evocatus illuc venit Herculius, qui per peiurium Severum deceptum custodiae tradidit et captivi habitu in Urbem perduxit et in villa publica Appiae viae tricensimo miliario custodiri fecit. Postea cum Galerius Italiam peteret, ille iugulatus est et deinde relatus ad octavum miliarium conditusque in Gallieni monumento. Vedi anche: Giuseppe Zecchini, Ricerche di storiografia latina tardoantica, Roma, L'Erma di Bretschneider, 1993, p. 36 e nota 36, ISBN 88-7062-822-1.
  11. ^ Lattanzio XXVI, 3.

Bibliografia

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Fonti primarie
Fonti primarie
  • Barnes, Timothy. Constantine and Eusebius. Cambridge, MA: Harvard University Press, 1981. ISBN 978-0-674-16531-1
  • Barnes, Timothy. The New Empire of Diocletian and Constantine. Cambridge, MA: Harvard University Press, 1982. ISBN 0-7837-2221-4
  • Elliott, T. G. The Christianity of Constantine the Great. Scranton, PA: University of Scranton Press, 1996. ISBN 0-940866-59-5
  • Lenski, Noel. "The Reign of Constantine", in The Cambridge Companion to the Age of Constantine, Noel Lenski ed., 59–90. New York: Cambridge University Press, 2006. Hardcover ISBN 0-521-81838-9 Paperback ISBN 0-521-52157-2
  • Odahl, Charles Matson. Constantine and the Christian Empire. New York: Routledge, 2004. Hardcover ISBN 0-415-17485-6 Paperback ISBN 0-415-38655-1
  • Potter, David S. The Roman Empire at Bay: AD 180–395. New York: Routledge, 2005. Hardcover ISBN 0-415-10057-7 Paperback ISBN 0-415-10058-5

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