Ferruccio Vignoli

militare e aviatore italiano durante la seconda guerra mondiale

Ferruccio Vignoli (Bologna, 1906Torino, 11 gennaio 1997) è stato un militare e aviatore italiano, asso dell'aviazione italiana durante la seconda guerra mondiale con cinque abbattimenti certi, cinque in collaborazione e il danneggiamento di ulteriori quattro velivoli nemici. Decorato con una Medaglia d'argento, due di bronzo e due Croci di guerra al valor militare.

Ferruccio Vignoli
NascitaBologna, 1906
MorteTorino, 11 gennaio 1997
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Repubblica Sociale Italiana (bandiera) Repubblica Sociale Italiana
Forza armataRegia Aeronautica
Aviazione Nazionale Repubblicana
CorpoAviazione Legionaria
SpecialitàBombardamento
Caccia
Reparto22ª Squadriglia
8ª Squadriglia
9ª Squadriglia
18ª Squadriglia
151ª Squadriglia, 20º Gruppo, 51º Stormo Caccia Terrestre
Anni di servizio1927-1945
GradoMaresciallo pilota
GuerreGuerra d'Etiopia
Guerra di Spagna
Seconda guerra mondiale
Decorazionivedi qui
dati tratti da Grande Enciclopedia Aeronautica[1]
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Biografia

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Vista frontale di un aereo da trasporto Savoia-Marchetti S.M.75.

Nacque a Bologna nel 1906. Appassionatosi al mondo dell'aviazione conseguì il brevetto di pilota nel corso del 1924.[2] Arruolatosi nella Regia Aeronautica nel 1925, dopo la visita attitudinale presso l'Istituto Medico di Firenze ed una sosta alla caserma Cavour di Roma, entrò alla Scuola Allievi Piloti Militari della Breda di Cinisello Balsamo.[3] Qui divenne pilota militare nell'autunno del 1926, conseguendo il brevetto volando[N 1] a bordo di un biplano Ansaldo SVA.[2] Al termine del periodo di addestramento fu assegnato in servizio dapprima al 21º Stormo Ricognizione Aerea, e poi alla 22ª Squadriglia Bombardamento Diurno.[4] Nel 1935 partì per la guerra d'Etiopia, prestando servizio presso la e 9ª Squadriglia del XXV Gruppo, 7º Stormo dell'Aviazione dell'Africa Orientale. Volando sui bombardieri Caproni Ca.101bis compie numerose missioni di supporto tattico e logistico in Somalia. Ritornato in Patria, decorato con due Croci di guerra al valor militare, nel corso del 1937 fece la controfigura aeronautica dell'attore Amedeo Nazzari nel film Luciano Serra pilota. Il film aveva come regista Goffredo Alessandrini ed egli collaborò alla sceneggiatura di Roberto Rossellini per la parte aviatoria del film.[4]

Nel 1938 partì per combattere volontario nella guerra civile spagnola in forza alla 18ª Squadriglia del 27º Gruppo dell'Aviazione Legionaria, equipaggiata con i bombardieri Savoia-Marchetti S.79 Sparviero.[4] Dopo la fine del conflitto rientrò in Italia, decorato con una prima Medaglia di bronzo al valor militare, per partecipare all'occupazione dell'Albania.[4] Suo fu il primo aereo italiano ad atterrare sull'aeroporto di Tirana.[4] Divenuto pilota collaudatore a Guidonia, alle ore 5.02 del 30 luglio 1939 decollò a bordo di un trimotore da trasporto Savoia-Marchetti S.M.75PD (matricola I-TALO),[5] stabilendo, insieme al tenente colonnello Angelo Tondi, al capitano Roberto Dagasso ed al motorista Aldo Stagliani, il record mondiale di distanza, su circuito chiuso, classe C, percorrendo 12.935,770 km, alla media di 226,195 km/h.[6] L'aereo atterrò sullo stesso aeroporto il 1º agosto successivo.[4] Per questa impresa fu insignito della Medaglia d’argento al valore aeronautico.[4]

Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, partecipò al primo bombardamento a grande raggio sulla rocca di Gibilterra (Guidonia-Gibilterra-Alicante-Guidonia) compiuti da velivoli Savoia-Marchetti S.M.82 Marsupiale, avvenuto il 17 luglio, per cui fu decorato con una seconda Medaglia di bronzo al valor militare.[4]

Nel 1941, durante le riprese del film Un pilota ritorna fece la controfigura dell'attore Massimo Girotti, e durante le riprese aeree a Guidonia pilotò un caccia Hawker Hurricane, catturato dalla Regia Aeronautica a Mostar, in Jugoslavia.[7] Nel corso di quello stesso anno passò in servizio presso la 151ª Squadriglia, 20º Gruppo del 51º Stormo Caccia Terrestre, partecipando alla campagna contro l'isola di Malta.[2] Volando su un caccia Aermacchi C.202 Folgore abbatté tre Supermarine Spitfire.[2] Assegnato nuovamente al Centro Sperimentale di Guidonia, nel 1943 conseguì l'abilitazione di pilota collaudatore e assunse tale incarico presso la Piaggio dove collaudò varie versioni del quadrimotore da bombardamento Piaggio P.108 e dei velivoli CANT Z.[4]

Dopo la proclamazione dell'armistizio dell'8 settembre 1943 rispose all'appello lanciato dal colonnello Ernesto Botto, e aderì alla Repubblica Sociale Italiana.[4] Arruolatosi nell'A.N.R., verso la fine dell'anno entrò in servizio nel 2º Gruppo caccia "Gigi Tre Osei", partecipando fino alla fine della guerra a varie missioni di combattimento sul Nord Italia volando su velivoli Aermacchi C.202, Aermacchi C.205 Veltro, e Messerschmitt Bf 109G. Con l'abbattimento di un caccia Republic P-47 Thunderbolt, e di un bombardiere Martin B-26 Marauder conseguì la qualifica di asso dell'aviazione.[N 2][4]

Nel dopoguerra continuò la sua attività di pilota collaudatore con il velivolo STOL dell'Aeronautica Umbra e l'Alaparma 75 Baldo.[4] Dopo aver lavorato come istruttore a Bologna e Lugo di Romagna, nel 1954 fu chiamato dal presidente dell'Aero Club di Torino, Gianni Agnelli, a ricoprire l'incarico di Capo pilota istruttore.[4] Trasferitosi a Torino continuò a svolgere anche l'attività di collaudatore, volando sull'anfibio Nardi FN.333 Riviera, gli alianti Morelli M-100 e M-200,[N 3] e di un autogiro derivato dal Bensen B7M, primo del suo genere a volare in Italia,[8] e gli sperimentali Evans VP-1 e VP-2.[4] Nel 1955 fu insignio della Medaglia d'argento al valor militare. Con l'Alaparma 75 Baldo fu vincitore, insieme ad Alfredo Adorni, della Mille Miglia Aerea, categoria aerei da turismo con motore di 3.500 cc di cilindrata,[N 4] svoltasi a Bari il 23 settembre 1951.[9]

Rimase in attività fino al 1991, quando rimasto vittima di un grave incidente di volo all'età di 85 anni, abbandonò l'attività di pilota istruttore.[2] Aveva al suo attivo 23.000 ore di volo. Si spense a Torino l'11 gennaio 1997.[4] Una via di Guidonia Montecelio porta il suo nome.

Onorificenze

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«Pilota da caccia, audace ed aggressivo, prendeva parte a venticinque aspri combattimenti impegnati nel cielo di Malta, contro formazioni avversarie, abbattendo due aerei nemici e contribuendo all'abbattimento di altri. Cielo di Malta, 1 giugno-4 dicembre 1942
«Volontario in missione di guerra per l'affermazione degli ideali fascisti, partecipava in qualità di 2° pilota a molti bombardamenti di centri vitali della resistenza nemica molto distanti dalla base, dando costante prova, sotto la intensa e precisa reazione antiaerea, di fermezza e coraggio. In un combattimento contro la caccia avversaria, contribuiva efficacemente alla difesa della formazione. Cielo di Spagna, marzo-aprile 1938
«Partecipava in qualità di pilota al primo bombardamento di Gibilterra. Superando grandi difficoltà derivanti dall'impiego di un velivolo di nuovo tipo, affrontava vittoriosamente, dopo sette ore di volo alturiero, la difesa contraerea della munita piazzaforte avversaria. Portava così a distanza fino ad oggi mai raggiunta, un forte carico offensivo che sorprendeva il nemico per la potente efficacia dell'azione, riaffermando anche sulle estreme rive del Mediterraneo il dominio dell'ala fascista. Cielo di Gibilterra, 18 luglio 1940
«Seconda pilota a bordo di aeroplano da bombardamento, partecipava a numerosi voli, alcuni dei quali compiuti al limite dell'autonomia. In condizioni atmosferiche avverse, in bombardamenti da bassa quota, univa alla sua esperienza di volo caldo entusiasmo e sprezzo del pericolo, cooperando validamente alla ottima riuscita dei bombardamenti. Cielo della Somalia, 2 novembre 1935-16 gennaio 1936
«Pilota di apparecchio plurimotore, durante numerose azioni belliche, dimostrava chiaramente di essere animato da ardente entusiasmo e da sicura fede. Nella febbre del combattimento, con calma, freddezza e grande perizia, efficacemente cooperava alla buona riuscita dell'operato del primo pilota. Nei momenti di maggior difficoltà, nei bombardamenti e nei mitragliamenti a bassa quota, sempre dimostrava un sereno e immutabile sprezzo del pericolo. Cielo della Somalia, 4 ottobre 1935-8 maggio 1936

Annotazioni

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  1. ^ Sotto la guida del maresciallo Todi aveva compiuto i primi voli su di un Aviatik residuato bellico, e a bordo di uno di essi abbe un incidente, capottando in fase di atterraggio, senza alcuna conseguenza fisica.
  2. ^ Inoltre gli vennero attribuiti in collaborazione altri cinque abbattimenti: 1 Supermarine Spitfire, 2 Republic P-47 Thunderbolt, 1 North American P-51 Mustang, 1 Curtiss P-40 Hawk, e il danneggiamento di ulteriori 3 aerei, 1 Boeing B-17 Flying Fortress, 1 Consolidated B-24 Liberator, 1 North American B-25 Mitchell.
  3. ^ Realizzati dai fratelli Alberto e Pietro Morelli.
  4. ^ I due volarono appunto per 1.000 miglia alla media di 178,623 km/h.

Bibliografia

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  • Nino Arena, Le aquile della Tre Osei. Storia del comandante Drago e della sua squadriglia (1940-1945), Milano, Ugo Mursia Editore, 1999.
  • (EN) Chris Dunning, Combat Units od the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-871187-01-X.
  • Paolo Gariglio, Ferruccio Vignoli Pilota. L'aquila dal cuore umano, Cantalupa, Effatà Editrice, 2019.
  • I Reparti dell'Aeronautica Militare Italiana, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1977.
Periodici
  • Distanza in circuito chiuso, in L'Ala d'Italia, n. 15, Roma, Editoriale Aeronautica, agosto 1939, pp. 2-5.

Collegamenti esterni

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