Felice Chiarle
Felice Chiarle (Peschiera del Garda, 7 ottobre 1871 – Trambileno, 18 maggio 1916) è stato un militare italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria per il coraggio dimostrato in combattimento nel corso della Strafexpedition del maggio 1916.
Felice Chiarle | |
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Nascita | Peschiera del Garda, 7 ottobre 1871 |
Morte | Trambileno, 18 maggio 1916 |
Cause della morte | caduto in combattimento |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Artiglieria |
Corpo | Alpini |
Grado | Maggiore |
Guerre | Prima guerra mondiale |
Battaglie | Battaglia degli Altipiani |
Comandante di | XVII gruppo artiglieria da montagna del 3º reggimento artiglieria da montagna |
Decorazioni | vedi qui |
Studi militari | Regia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino |
dati tratti da I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro[1] | |
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Biografia
modificaNacque a Peschiera del Garda (provincia di Verona) il 7 ottobre 1871,[1] figlio di Vincenzo, generale del Regio Esercito, e di Anna Pes.[2] Rimasto orfano di madre,[1] fu allevato dal padre in un ambiente caratterizzato dalla disciplina[N 1] All'età di dodici anni iniziò a frequentare il Collegio Militare di Firenze,[1] entrando poi nel 1890[2] nella Regia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino,[1] dalla quale uscì con il grado di sottotenente, assegnato all’arma di artiglieria.[2] Dopo aver frequentato la Scuola di applicazione, nel 1895 fu promosso tenente[1] entrando in servizio nella 3ª Brigata artiglieria da fortezza,[2] dove ricoprì per tre anni l’incarico di Aiutante maggiore.[2] Nel 1900 fu assegnato all’artiglieria da montagna dove rimase fino al 1909, quando promosso capitano entrò in forza al 1º Reggimento artiglieria da montagna,[2] ricoprendo contemporaneamente anche il ruolo di comandante di una compagnia allievi dell’Accademia di Torino. Divenuto maggiore nel settembre 1915,[2] dopo l’entrata in guerra del Regno d'Italia, lasciò il comando in Accademia per formare, ed addestrare, il XVII gruppo artiglieria da montagna[3] del 3º Reggimento.[2] Con il suo reparto partì per il fronte trentino poco prima dell’inizio della grande offensiva austroungarica del maggio 1916.[2]
Assegnato al settore orientale, zona di Trambileno[2] (Vallarsa), operò alle dipendenze del 79º Reggimento fanteria della Brigata "Roma",[2] posizionando le sue batterie sul torrente Leno di Terragnolo[3] al Col Santo, di fronte a Rovereto.[3] Con l’inizio dell’offensiva, il 15 maggio, all’inizio del combattimento sul costone del Pasul[N 2][3] rimase ferito alla testa e a una spalla, rifiutando l’ordine diretto del comandante di reggimento di recarsi al posto di medicazione. Dopo quattro giorni di scontri, il 17 maggio[3] rimasto senza munizioni,[2] ordinò ai pochi artiglieri superstiti di inastare le baionette e con loro si lanciò all’attacco del nemico insieme ai fanti del 79º Reggimento, scomparendo[N 3] per sempre.[3] Per onorarne il coraggio gli fu assegnata la Medaglia d'oro al valor militare[1] alla memoria.[2]
In suo onore gli è stato intitolato l'Istituto comprensivo (scuola primaria e secondaria di primo grado) di Peschiera del Garda,[3] e le caserme di Aosta (Scuola Militare Alpina, in attività), di Lodi (Battaglione Logistico "Legnano", ora dismessa), Castelnuovo del Garda (Comprensorio, sede della "23ª compagnia trasmissioni",ora in dismissione) e Trieste Guardiella (ora polo scolastico).
Onorificenze
modifica— Decreto Luogotenenziale 3 dicembre 1916
Note
modificaAnnotazioni
modifica- ^ In famiglia la disciplina era considerata un valore e un dogma.
- ^ Si trovava presso la 74ª Batteria, la più esposta all'attacco nemico.
- ^ Secondo la testimonianza del sergente Egidio Canepari, riportata sul suo diario il giorno della morte del maggiore Chiarle: Il grido fatidico di "Savoia!", echeggia tra il furore della mischia. Alla nostra destra un pugno di valorosi della 14ª compagnia (Brigata "Roma", n.d.r.), parte alla baionetta; fra di essi vi è pure un gruppo di artiglieri, con alla testa il Maggiore Chiarle. Quegli eroi non tornarono più.
Note
modificaBibliografia
modifica- Andrea Bianchi e Mariolina Cattaneo, I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro, Associazione Nazionale Alpini, 2011, ISBN 978-88-902153-1-5.
- Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 1, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
- Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 2, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
- Alberto Cavaciocchi e Andrea Ungari, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Felice Chiarle
Collegamenti esterni
modifica- Chiarle, Felice, su Combattenti Liberazione, http://www.combattentiliberazione.it. URL consultato il 30 gennaio 2018.
- sito dell'Istituto Comprensivo "Felice Chiarle" di Peschiera del Garda (VR), su scuolepeschiera.it. URL consultato il 29 aprile 2007 (archiviato dall'url originale il 18 dicembre 2014).