Dario Pirlone (Genova, 1914El Alamein, 24 ottobre 1942) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Dario Pirlone
NascitaGenova, 1914
MorteEl Alamein, 24 ottobre 1942
Cause della morteMorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaArtiglieria
CorpoRegio corpo truppe coloniali della Libia
SpecialitàParacadutisti
Reparto185º Reggimento artiglieria paracadutisti "Folgore"
Anni di servizio1933-1942
GradoSergente maggiore
GuerreGuerra d'Etiopia
Seconda guerra mondiale
CampagneCampagna del Nord Africa
BattaglieSeconda battaglia di El Alamein
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959) [1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Biografia

modifica

Nacque a Genova nel 1914, figlio di Luigi e Angela Ferrabone.[2] Orfano di guerra, nel marzo 1933 si arruolò volontario nel Regio Esercito, arma di artiglieria, assegnato in servizio nel 2º Reggimento artiglieria pesante campale di stanza a Acqui venendo promosso sergente nell'aprile 1934.[2] Trattenuto in servizio attivo, il 28 febbraio 1935 partì volontario per l'Africa Orientale dove prendeva parte alla guerra d'Etiopia con il grado di sergente maggiore.[2] Rientrato in Italia nel 1937 ed ammesso in servizio permanente effettivo, dopo avere superato con successo l'esperimento pratico di paracadutista, fu mandato in Africa Settentrionale Italiana nel luglio 1940, trasferito nel I battaglione nazionale paracadutisti del Regio corpo truppe coloniali della Libia.[2] Catturato a Sidi el Barrani, riuscì a fuggire facendo rientro nelle nostre linee italiane dopo qualche mese. Inviato in licenza premio in Italia, raggiunse a Tarquinia, dove era in formazione, la 185ª Divisione paracadutisti "Folgore".[2] Assegnato al I gruppo del 185º Reggimento artiglieria, partì poi per l'Africa per la terza volta nel luglio 1942.[2] Cadde in combattimento il 24 ottobre 1942 durante la seconda battaglia di El Alamein, e fu successivamente decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Onorificenze

modifica
«Comandante di un pezzo anticarro impegnato da forte formazione di carri armati di fanteria nemica, riusciva, dopo strenua lotta, ad infliggere al nemico sensibili perdite, catturando con ardita mossa lo equipaggio di un carro colpito. Successivamente, avuto immobilizzato il pezzo, feriti i suoi serventi, ferito egli stesso gravemente alle gambe, incitava i dipendenti a non perdersi d’animo ed a continuare a combattere con le bombe a mano ed i pugnali. Sopraffatto dal nemico, irrompente nella postazione, vincendo lo strazio del suo corpo martoriato, sorreggendosi con uno sforzo supremo sulle gambe maciullate, scaricava la pistola sul nemico e gridando: « Voi non mi avrete vivo -Viva l’italia », cadeva da prode. El Alamein (A.S.), 24 ottobre 1942.[3]»
— Decreto del Presidente della Repubblica del 17 dicembre 1953.[4]
  1. ^ Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare 1965, p.98.
  2. ^ a b c d e f g Combattenti Liberazione.
  3. ^ Quirinale - scheda - visto 23 marzo 2023
  4. ^ Registrato alla Corte dei conti il 21 gennaio 1954, Esercito, registro 3, pagina 261.

Bibliografia

modifica
  • Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 98.

Voci correlate

modifica

Collegamenti esterni

modifica