Concerto brandeburghese n. 2

Voce principale: Concerti brandeburghesi.

Il Secondo concerto brandeburghese (BWV 1047) di Johann Sebastian Bach è la risposta in stile italiano (omaggio all'astro trionfante di Vivaldi) al gusto francesizzante del primo concerto. Il concerto italiano si presenta in forma rigorosamente tripartita - allegro, adagio, allegro -, ma Bach vi apporta notevoli modifiche strutturali soprattutto nell'uso degli strumenti. La prima di queste è l'uso della tromba piccola in fa (in omaggio alla tradizione bolognese dei maestri della Cappella di San Petronio); la seconda è nella contrapposizione di un gruppo solistico di strumenti - il cosiddetto "concertino" - all'insieme orchestrale del tutti - il cosiddetto concerto grosso -.

Concerto brandeburghese n. 2
CompositoreJohann Sebastian Bach
Tonalitàfa maggiore
Tipo di composizioneconcerto
Numero d'operaBWV 1047
Epoca di composizione1718
PubblicazioneLipsia nel 1851
Durata media12 min
Organicoflauto dolce, oboe, tromba in fa, violino, archi e continuo
Movimenti
  1. nessuna indicazione di tempo
  2. Andante
  3. Allegro assai

Il secondo elemento di decostruzione strutturale del concerto in stile italiano è dato dall'introduzione, tipicamente bachiana, di una ratio geometrica perfettamente corrispondente al gusto mitteleuropeo legato alla nuova filosofia cartesiana. Dobbiamo al musicologo torinese Alberto Basso l'analisi della stupefacente struttura combinatoria di questa composizione, analisi che qui riportiamo parzialmente:

«Il [primo] movimento consta di 118 misure, 100 delle quali sono affidate al tutti, mentre soltanto 18 vedono impegnati gli strumenti solisti. (...) In quelle 18 battute dei soli si può notare l'applicazione della "formazione" 8 2 8. Le prime 8 battute sono affidate ai soli, considerati a coppie di strumenti "prossimi" in partitura (...) e sempre per una lunghezza di due battute (mis. 9-10, 13-14, 17-18, 21-22) cui corrisponde un intercalare di pari lunghezza del tutti; le successive due battute di quella "formazione" (mis. 29-30) sono realizzate ancora da una coppia di strumenti (ma questa volta si tratta dei due strumenti, tromba e violino, che si trovano all'estremità del "quartetto"), sostenuti, oltre che dal basso continuo, da scarni ed essenziali interventi armonici degli altri due strumenti; le restanti 8 battute (mis. 60-67) sono affidate al blocco quartettistico dei soli. Nei tre momenti dell'articolazione solistica, insomma, si colgono tre impianti strumentali diversi.»

Il secondo movimento è un classico adagio affidato a tre strumenti solisti (tipico della sonata da chiesa di stile italiano), in questo caso flauto, oboe e violino. Il terzo movimento riprende lo spirito geometrico del primo, riproponendo nella sua struttura architettonica un'articolazione formale straordinariamente complessa. L'associazione della tecnica combinatoria numerologica alla spontaneità delle idee è assolutamente caratteristica dello stile bachiano maturo, illuminato da un profondo rigore razionale che fa da piattaforma (secondo l'espressione già usata da A. Basso) all'enorme freschezza dei contenuti melodici.

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