Cinquefrondi
Cinquefrondi (Cincufrùndi oppure Cincrùndi in calabrese[3]) è un comune italiano di 6 238 abitanti della città metropolitana di Reggio
Cinquefrondi comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Calabria |
Città metropolitana | Reggio Calabria |
Amministrazione | |
Sindaco | Michele Conia (lista civica) dal 1-6-2015 (2º mandato dal 22-9-2020) |
Territorio | |
Coordinate | 38°25′N 16°06′E |
Altitudine | 257 m s.l.m. |
Superficie | 29,95 km² |
Abitanti | 6 238[1] (30-04-2023) |
Densità | 208,28 ab./km² |
Comuni confinanti | Anoia, Giffone, Mammola, Polistena, San Giorgio Morgeto |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 89021 |
Prefisso | 0966 |
Fuso orario | UTC 1 |
Codice ISTAT | 080027 |
Cod. catastale | C710 |
Targa | RC |
Cl. sismica | zona 1 (sismicità alta)[2] |
Nome abitanti | cinquefrondesi |
Patrono | san Michele Arcangelo |
Giorno festivo | 8 maggio |
Cartografia | |
Posizione del comune di Cinquefrondi all'interno della città metropolitana di Reggio Calabria | |
Sito istituzionale | |
Geografia fisica
modificaTerritorio
modificaCinquefrondi si trova ai confini della piana di Gioia Tauro[4], a un'altitudine di 257 metri sul livello del mare e il suo territorio ricade in quello del Parco nazionale dell'Aspromonte.
Crea una conurbazione con il comune di Polistena[5].
Origini del nome
modificaSecondo Michele Sarconi, il nome deriverebbe dalle cinque torri che cingevano la fortificazione difensiva[6]. Il conte di Gerace Antonio Caracciolo entrò in possesso della baronia di San Giorgio grazie alla Regina Giovanna I d'Angiò, in seguito acquistò i due casali di Mossuto e Capperano, mentre tra il 1370 e 1389 unificò cinque villaggi, ai quale diede il nome di Quinquefrondium (Cinquefrondi).[7][8][9][10]
Storia
modificaFondazione
modifica«Dice Proclo, che dopo Altano e Morgeto, i Locresi edificarono un Castelletto, il qual hoggi noi chiamiamo Cinquefrondi: Proclo dunque collocando Morgeto tra Altano, e Cinquefrondi.»
Le origini del sito sono descritte soltanto da fonti di tradizione orale e per lo più leggendarie[12], le quali parrebbero indicare che prima dell'insediamento urbano, all'epoca della Magna Grecia, nacquero due templi pagani, mentre la cittadina sarebbe sorta dopo, già in era cristiana[12]. Uno dei templi era dedicato alle Muse[13][14], sui resti dell'altro sarebbe invece sorta, secoli dopo, l'attuale chiesa del SS. Rosario[15][16].
Il tempio delle Muse diede anche il nome, per un certo periodo, alla cittadina, chiamata infatti in latino Templum Musarum[17].
Il monastero
modificaIntorno al IV secolo fu eretto un monastero di monaci basiliani che, abbandonato nel VII secolo, fu in seguito riutilizzato episodicamente sino al 1783 quando il terremoto lo distrusse, radendo al suolo la città[12]. Il monastero dovette essere verosimilmente intitolato a San Filippo d'Argirò, nome con cui è noto oggi e al quale erano intitolati altri edifici analoghi a Pellaro e a Gerace[18] e il Fiore riferisce che nel 1436 sarebbe stato ristrutturato da Franca d'Anoja [...] con breve di papa Eugenio IV[19]. La stessa fonte soggiunge che assunse il nuovo titolo di San Filippo e San Giacomo, passando ai Riformati nel 1596[19].
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Particolare
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Veduta panoramica
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Piano interrato
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I bagni
Età feudale
modificaNel XIV secolo Cinquefrondi faceva parte del feudo di Anoia comprendente le vicine Grotteria, Maropati, Tritanti, Galatro e Plaesano, e assegnato alla famiglia Caracciolo[18]. Nel XVII secolo è attestato l'uso del titolo di marchese di Cinquefrondi[20], che in quel periodo era della famiglia Pescara[6]. La famiglia Giffone, che ottenne il titolo di Marchese di Cinquefrondi nel 1611, nel 1580 aveva fondato (con facoltà di papa Gregorio XIII) il monastero dei Padri osservanti francescani e nel 1695 la chiesa di Santa Maria del Soccorso.
Nel 1703 fu data alle stampe una pubblicazione storica che raccoglieva informazioni sulla città a partire dalle sue origini[21].
Dal sisma del 1783 a oggi
modificaNel 1783 si ebbe la distruzione del paese ad opera del terremoto. Più fonti tramandano che il casale di Giffuni perì[6] e il torrente Giffuni scomparve, mentre apparve un laghetto[22].
Nel XIX secolo la città faceva parte della diocesi di Mileto[6].
Nel 1899 lasciò il paese l'anarchico Giuseppe Condò, il quale emigrò per l'Argentina ove assunse il nome di Josè Martine; qui, nel 1903, prese parte ai tumulti legati alla proclamazione dello stato d'assedio e in tale circostanza ebbe a pugnalare un poliziotto. Fu riconosciuto insano di mente e avviato verso un manicomio criminale, dal quale fuggì per rimpatriare in Calabria. Tornò in Argentina poco dopo, ma nel 1911 fu accusato di fabbricazione di materie esplodenti, processato, riconosciuto innocente, ma espulso. Tornato di nuovo a Cinquefrondi, nel 1913 ne ripartì clandestinamente (non avendo passaporto) stavolta in direzione di New York, ove riprese la militanza anarchica[23].
Nel 1921 l'archeologo Vincenzo De Cristo (originario di Cittanova), forse su indicazione di Paolo Orsi (che ne aveva suggerito la nomina a regio ispettore onorario di Scavi e Monumenti[24]), intraprese operazioni di escavo[25].
Palazzi nobiliari
modificaTutti gli antichi palazzi presenti a Cinquefrondi sono successivi al terremoto del 1783. I più importanti sono:
Società
modificaEvoluzione demografica
modificaAbitanti censiti[26]
Religione
modificaLa religione più diffusa è quella cattolica di rito romano. La città fa parte della diocesi di Oppido Mamertina-Palmi e del vicariato di Polistena. Il territorio comunale attualmente appartiene a un'unica parrocchia, intitolata a San Michele Arcangelo[27].
Sempre in ambito del cattolicesimo sono presenti a Cinquefrondi due istituti religiosi femminili, composti dalle Suore Missionarie del Catechismo e dalla Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista[28], oltre a due congregazioni laiche, l'Arciconfraternita di Nostra Signora del Monte Carmelo e la Confraternita del Santissimo Rosario[29].
Tradizioni e folclore
modifica- Festa patronale di San Michele arcangelo
È la festa del patrono di Cinquefrondi e si tiene insieme a una fiera che dura tre giorni e occupa il centro cittadino. La parte religiosa della festa comprende la processione al seguito della statua della Vittoria dell'arcangelo Michele su Satana, opera di Vincenzo Scrivo.
- Festa di San Rocco
La ricorrenza cade la seconda domenica del mese di settembre, ed è preceduta da una novena. Durante la novena i bambini vanno questuando con vassoi istoiati con icone del santo, per sollecitare offerte con cui si finanzia lo spettacolo dei fuochi d'artificio. Tradizionalmente, sui marciapiedi e negli spazi antistanti le case si realizzano i cosiddetti "deserti", consistenti in sorta di ripari di tavole e pali che hanno un rivestimento interno fatto di canne intrecciate con piante di fiume; nei "deserti", cioè all'interno degli spazi così delimitati, si raffigurano alcune tappe di rilievo della vita di san Rocco (il ritiro in una grotta, la sorgente miracolosa, la cura degli appestati, il carcere, la chiesa). Talora i bambini vi figurano vestiti da carcerati o da ammalati. Si tiene anche una processione in cui alcuni fra i partecipanti hanno il capo coperto dai "pajjaredi" (o "spinati"), che consistono in campane di spine, a forma di pagliaio; questi fedeli seguono il percorso a piedi scalzi.
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Statua di San Michele
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Statua di San Rocco
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Un deserto
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Un "deserto" completo
Economia
modificaL'economia di Cinquefrondi si basa sia sulle attività agricole, con produzione di olive, agrumi, uva e cereali, sia sullo sfruttamento delle attività silvo-pastorali.
Infrastrutture e trasporti
modificaStrade
modificaCinquefrondi è attraversata dalla Strada statale 682 (due svincoli per la cittadina) e dalla Strada provinciale 4.
Ferrovie
modificaCinquefrondi è stato uno dei capilinea della ferrovia delle cosiddette linee taurensi, che la congiungevano a Gioia Tauro, Palmi e Sinopoli[30].
Amministrazione
modificaNote
modifica- ^ Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 209, ISBN 88-11-30500-4.
- ^ Dati della Piana di Palmi sull'Enciclopedia Treccani
- ^ La conurbazione tra Cinquefrondi e Polistena
- ^ a b c d Attilio Zuccagni-Orlandini, Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia e delle sue isole, Supplemento al volume undecimo di Corografia fisica, storica e statistica del Regno delle Due Sicilie, Firenze, 1845
- ^ NASCITA DI CINQUEFRONDI (RC)
- ^ Monografia da Altanum a Polistena territorio degli Itali-Morgeti, libro documento, pag. 83, 84, 85, 86.
- ^ Delle famiglie nobili napoletane pag. 380, di Scipione Ammirato, famiglia Caracciolo Rossi.
- ^ Conte Antonio Caracciolo († 1389), libro Monografia di Polistena, del sacerdote Domenico Maria Valensise pag. 29.
- ^ Girolamo Marafioti p. 113, Padova, Ad instanza de gl'Uniti, 1601. Ristampa anastatica: editore Arnaldo Forni, 1975 e 1981. Consultabile on line in Google Libri
- ^ a b c Francesco Gerace, Cinquefrondi - Storie e leggende Archiviato l'11 dicembre 2007 in Internet Archive. - sul sito del comune di Cinquefrondi.
- ^ Proclo, Epitome de oraculis (opera perduta).
- ^ Pasquale Scaglione (1808-1880), Storie di Locri e Gerace.
- ^ Scaglione p. 10.
- ^ Floccari p. 26.
- ^ Christian Vannozzi, Un crocevia tra Ionio e Tirreno - Cinquefrondi, "cuore" di Reggio Calabria, su instoria.it
- ^ a b Enzo D'Agostino, Da Locri a Gerace: storia di una diocesi della Calabria bizantina dalle origini al 1480, Rubbettino, 2004 - ISBN 8849811586
- ^ a b Giovanni Fiore, Della Calabria illustrata (opera accresciuta nel 1743 da Fra Domenico da Badolato), tomo secondo, Stamperia Roselli, Napoli, 1743
- ^ Francesco Capecelatro, Angelo Granito (a cura di), Diario di Francesco Capecelatro contenente la storia delle cose avvenute nel reame di Napoli negli anni 1647-1650, volume 2, Editore G. Nobile, 1852
- ^ Francesco Ruffo, Discorso della famiglia Giffone de' marchesi di Cinquefondi con le notizie della sua prima origine, e delle sue discendenze, Napoli, 1703
- ^ Lorenzo Giustiniani, Dizionario geografico ragionato del regno di Napoli, tomo IV, Napoli presso Vincenzo Manfredi, 1802
- ^ Amelia Paparazzo, Calabresi sovversivi nel mondo: l'esodo, l'impegno politico, le lotte degli emigrati in terra straniera - 1880-1940, Rubbettino Editore, 2004 - ISBN 8849809611
- ^ Arturo Zito de Leonardis, Cittanova di Curtuladi, Cosenza, Tip. MIT, 1986
- ^ Edicoladipinuccio sito archeologico
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Parrocchia San Michele A. - Cinquefrondi, su oppido-palmi.chiesacattolica.it. URL consultato l'8 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
- ^ Istituti religiosi femminili della diocesi, su oppido-palmi.chiesacattolica.it. URL consultato l'8 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2015).
- ^ Altri organismi altri organismi della diocesi, su oppido-palmi.chiesacattolica.it. URL consultato l'8 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2014).
- ^ Nicola Caracciolo (a cura di), Italia Nostra 449/2009, Gangemi Editore - ISBN 8849268483
Bibliografia
modifica- Simonetta Valtieri, Stages di restauro a Cinquefrondi, Oppido Vecchia e Roccabernarda, ricerca e formazione a servizio del territorio, Ce.Re.Re. Aprile 2002.
- Vincenzo Guerrisi, Monografia da Altanum a Polistena territorio degli Itali-Morgeti libro documento, 2021, ISBN 9788824953078
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Cinquefrondi
- Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Cinquefrondi
Collegamenti esterni
modifica- Sito ufficiale, su comune.cinquefrondi.rc.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 151622645 · LCCN (EN) no2004096444 · GND (DE) 4557325-6 · J9U (EN, HE) 987007475699005171 |
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