La basterna era un veicolo di trasporto[1], per uomini e donne oppure solo per donne, nel sistema dei trasporti della civiltà di Roma antica. Mentre la Lettiga era impiegata da ricchi e nobili (uomini e donne), e solo in città, essendo portata sulle spalle da schiavi residenti, la basterna era un mezzo di trasporto extraurbano adatto a tutte le fascie economiche, come qualsiasi tipo di carrozza a cavalli, ma era tirata normalemente da due muli, secondo la ricostruzione fatta per primo da Isaac Casaubon, oppure da buoi[2]. Mentre l'uso delle lettiga era uno status symbol vietato alle prostitute anche se facoltose.[3], l'uso delle basterne fuori città era probabilmente del tutto libero; tuttavia, nel caso che gli animali da tiro impiegati per una basterna, secondo Gregorio di Tours, potevano essere anche tori, è poco pensabile che le basterne potessero circolare liberamente anche in città.

Una basterna trainata de due muli, illustrazione tratta da: A Dictionary of Greek and Roman Antiquities di William Smith
differenza della basterna con la lettiga che era un ricco mezzo di trasporto urbano, condotto da schiavi

Etimologia e definizione della parola basterna

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«vehiculum itineris, quasi viae sternax, mollibus stramentis composita, a duobus animalibus deportata»

La traduzione è: «veicolo itinerante, (quasi viae sternax), composto di morbida paglia, portato da due animali». L'espressione tra parentesi ("quasi viae sternax") è ambigua perché richiama il concetto di cavallo sternace. Essa è da interpretare, secondo una dicotomia presente nel latino medievale ricavabile dal Glossarium ad scriptores mediæ et infimæ latinitatis[5], non nel senso di cavallo imbizzarrito e che disarciona il conducente (caballus pavidus, qui homines rejicit de dorso suo)[6], bensì nel senso di cavallo umile che si sterne (caballus humilis qui se sternit)[7]. In tal caso sternace era un aggettivo che dal latino medievale passa allo italiano medievale con il senso proprio della famiglia etimologica dei verbi sternere, prosternarsi e prostrarsi (non imbizzarririsi). Se ne deduce che le basterne potevano adattarsi a lunghi tragitti fino a prostrare o prosternare, per la fatica, cavalli, muli, buoi o altri animali da tiro.

Ricostruzione della forma di una basterna

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L'interno della basterna era chiamato cavea, e dotato almeno di uno stramentum (lo strumento degli animali per coricarsi e coprirsi), quindi possibilmente di cuscini o letti o meterassi, meno pregiati rispetto a qualli della lettiga

Storia ed evoluzione della basterna romanica

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Il sistema di trasporto delle basterna, di epoca romana, si diffuse dall'Italia alla Gallia e alla Hispania, quindi in altri paesi dell'impero. La nascita successiva di diversi tipi di carrozza e della diligenza ha la sua origine nella basterna romana.

  1. ^ William Smith: "Basterna", articulo en inglese p tratto da: A dictionary of greek and roman antiquities. Londra: John Murray, 1875.
  2. ^ https://www.treccani.it/vocabolario/basterna/
  3. ^ Suet., Dom.,8, 3
  4. ^ Isidoro definizioni (Etimolol LIBER XX, DE VEHICULIS 12.5) https://www.thelatinlibrary.com/isidore/20.shtml
  5. ^ Glossarium e lessico ducange https://svn.code.sf.net/p/ducange/code/xml/[M-Z]
  6. ^ caballus starnax 1. https://mateo.uni-mannheim.de/camenaref/ducange/bd4/DuCange_glossarium_o-z.html
  7. ^ caballus starnax 2. Glossis, aliae Isidori sternaces, apud Sidon. lib. 5. Epist. 14 Gai Sollii Apollinaris Sidonii epistulae et carmina
  8. ^ http://www.vocabolariodantesco.it/voce_prn.php?id=612

Bibliografia

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  • G. Pisani Sartorio, Mezzi di trasporto e traffico in "Vita e costumi dei Romani antichi", Roma 1988
  • K. W. Weeber, Vita quotidiana nell'antica Roma, Newton Compton Editori, 2003