In matematica, e più precisamente in algebra lineare, la base duale è una particolare base costruita a partire da una base data. Il concetto di base duale è utile nello studio dello spazio duale e dei tensori.
Ogni vettore di può essere espresso in modo univoco come combinazione lineare degli elementi della base:
dove l'ultima notazione è quella cosiddetta di Einstein.
Il risultato dell'applicazione di su è il seguente:
Quindi è l'applicazione che "estrae" da un vettore la -ma componente delle sue coordinate rispetto alla base. Tale applicazione è a volte chiamata proiettore: può infatti essere interpretata come una proiezione sulla retta generata da .
Sia un generico elemento di , cioè una applicazione lineare da a . Applicata su un vettore
produce la relazione:
L'applicazione è quindi univocamente definita da come agisce sugli elementi della base di . D'altra parte la trasforma un vettore in un elemento del campo , per cui la è definita dagli "numeri":
Di conseguenza, la è ottenuta come combinazione lineare degli :
Infatti vale la relazione:
Ogni applicazione in può essere quindi espressa in modo univoco come combinazione lineare delle applicazioni , e pertanto:
è effettivamente una base di , che ha quindi dimensione ;
Un altro modo per esprimere questa dualità si ottiene considerando lo spazio duale di , detto anche spazio biduale di , che si indica con ed è costituito dall'insieme di tutte le applicazioni lineari su . Poiché , come si è visto, è uno spazio vettoriale di dimensione , anche lo è.
Ora risulta cruciale osservare che ogni elemento di resta "naturalmente" associato ad un vettore di . Infatti, è possibile associare ad un vettore di l'applicazione di che agendo sull'applicazione produce lo stesso scalare che produce agendo su :
L'applicazione da in definita da
è un isomorfismo canonico, che non dipende cioè dalla scelta delle basi. Gli spazi e sono quindi naturalmente identificati. Analogamente, gli spazi e sono naturalmente identificati.
Questa dualità fra spazi riflette quella fra le basi: la base duale di è effettivamente . Infatti:
La dualità può essere espressa in modo più evidente interpretando l'applicazione di un funzionale ad un vettore - che fino ad ora abbiamo scritto come mettendo in evidenza che è una applicazione da a - come una applicazione bilineare da a , definita nel modo seguente:
L'applicazione bilineare associa ad ogni coppia di elementi di e di uno scalare. L'operazione può essere intesa in duplice senso: come una applicazione che agisce su un vettore o come un vettore (anzi, ) che agisce su una applicazione .
Così facendo le dualità degli spazi e delle basi possono essere espresse in forma "simmetrica" e sintetica nel modo seguente:
In particolare se tali relazioni si applicano agli elementi delle due basi, si ottiene la relazione originaria:
In matematica, un isomorfismo è naturale se la sua costruzione è univoca, non dipende cioè da nessuna scelta. Come visto sopra, esiste un isomorfismo naturale fra e . Invece in generale non esiste un modo altrettanto naturale di associare gli elementi di a quelli di . Trattandosi di spazi aventi le stesse dimensioni, esiste (per il teorema della dimensione) un isomorfismo fra questi: tuttavia questo isomorfismo, per essere determinato concretamente, dovrà fare riferimento a qualche scelta determinante. La scelta può consistere nella costruzione di una base o di un prodotto scalare per .
Un isomorfismo tra e può essere costruito a partire da una base per . Questa determina una base duale , e l'isomorfismo fra e associa al vettore avente componenti l'applicazione avente uguali componenti rispetto a .
Prendendo un'altra base di partenza, l'applicazione associata a non è però più necessariamente la stessa : in questo senso, l'isomorfismo non è naturale.
È possibile definire un isomorfismo tra e a partire da un prodotto scalare per , cioè una particolare applicazione bilineare:
Grazie a questo prodotto scalare è possibile associare ad un vettore di l'applicazione tale che:
In questa relazione, l'applicazione bilineare di sinistra è quella naturale definita precedentemente, mentre quella di destra è il prodotto scalare su . Qualora si identifichi e in questo modo, anche queste due applicazioni bilineari risultano essere identificate.
Anche in questo caso, l'isomorfismo non è naturale, perché dipende dalla scelta di un prodotto scalare per .
(EN) Lebedev, Leonid P.; Cloud, Michael J.; Eremeyev, Victor A. (2010). Tensor Analysis With Applications to Mechanics. World Scientific. ISBN 978-981431312-4