Altare papale
L'altare papale è un altare maggiore di particolare rilevanza, presso cui solo il papa o pochi altri sacerdoti possono celebrare il rito dell'eucaristia.[1]
Esso è presente nelle basiliche papali e nelle due basiliche pontificie di Loreto e Padova.
Regolamentazione dell'altare
modificaL'utilizzo degli altari papali è stato revisionato dalla Peculiare Ius, lettera apostolica in forma di Motu proprio dell'8 febbraio 1966, emanata da papa Paolo VI.[1]
Prima del 1966, solo il papa o sacerdoti espressamente da lui autorizzati potevano celebrare su un altare papale; da allora la possibilità è stata estesa, limitatamente alle basiliche papali di Roma (Laterano, San Pietro, San Paolo fuori le mura, Santa Maria Maggiore, San Lorenzo fuori le mura) e solo quando non è il Pontefice stesso a celebrare, a:[1]
- qualunque vescovo che accompagni un grande numero di pellegrini
- il cardinale arciprete della basilica di San Pietro o, se egli è defunto o assente da Roma, il suo vescovo ausiliario o un suo delegato
- nell'Arcibasilica Lateranense, il cardinale vicario o il suo vescovo ausiliario
- nella basilica di San Paolo fuori le mura, l'abate di San Paolo
- nella basilica di San Lorenzo fuori le mura, l'abate commendatario.