La resilienza di un intervento è un indicatore di sostenibilità fondamentale: la sua capacità di affrontare il tempo, infatti, permette di estenderne la vita utile riducendo il suo impatto in termini di LCA. Nel progetto la sfida più grande è stata quella di rendere una infrastruttura, intesa nel senso più ampio del termine, capace di adattarsi alle profonde modificazioni climatiche causate dal surriscaldamento globale attraverso una somma di tecnologie e un insieme dialogante tra materiali a basso impatto ambientale (rinnovabili, durevoli, riutilizzabili, riciclabili) e conoscenze tecnologiche che sono attualmente a disposizione. Da un punto di vista ambientale la trasformazione dell’area ex-Staveco nel nuovo parco della giustizia di Bologna segue un approccio bio ecosostenibile implemen- tato sin dalle fasi del progetto per potersi integrare in modo organico e non posticcio. Tale approccio promuove concetti legati alla riduzione dell’impatto dell’intervento lungo tutto il suo ciclo di vita (LCA) sia da un punto di vista ambientale (infrastrutture verdi e blu) ma anche economico (manutenzione semplice) e sociale (apertura dell’area alla città). Carlo Terpolilli (capogruppo e progetto architettonico) IPOSTUDIO ARCHITETTI SRL Eutropia Architettura (progetto architettonico) Weber Architects (collaborazione al progetto architettonico e progetto della sostenibilità) Inland (progetto paesaggistico) Epsus Area Proxima (progettazione urbanistica) aei progetti Studio Sazzini (progettazione strutturale) Aicom (progettazione impiantistica e viabilità) Rocco Carbonella (geologia) Giano (archeologia) Enrico Toniato (consulente progetto di conservazione e restauro) Pressentosa Hub (consulente comunicazione) Slim Studio (render)
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