Post di Plastic Free

𝑴𝑨𝑹𝑬 𝒆 𝑴𝑶𝑵𝑻𝑰. 𝑳𝒂 𝒅𝒖𝒓𝒂 𝒗𝒊𝒕𝒂 𝒅𝒆𝒍 𝒔𝒂𝒍𝒎𝒐𝒏𝒆 𝒂𝒓𝒈𝒆𝒏𝒕𝒂𝒕𝒐. Non gli basta dover risalire la corrente gelida per assicurare protezione alla prole, deve anche lottare contro un vero e proprio avvelenamento che in Nord America ne sta decimando la popolazione. L'industria degli pneumatici utilizza numerosi additivi per migliorare le caratteristiche prestazionali degli stessi. Tra questi, il 6PPD utilizzato come antiozonante, genera dagli sfridi sulle strade per reazione proprio con l'ozono il 6PPD-chinone, una sostanza riconosciuta tossica per la fauna acquatica. Attraverso i noti meccanismi di trasporto il nostro amico salmone argentato, appunto, e in minor misura la cugina trota iridea, vengono in contatto con questo contaminante e ne subiscono le conseguenze. A seguito di una petizione da parte delle Nazioni autoctone S'Klallam e Puyallup, che per secoli hanno convissuto in maniera schiettamente ecosostenibile con il proprio habitat, la U.S. EPA ha preso molto seriamente in carico la questione, implementando, sviluppando e normando nel giro di poche settimane il metodo analitico per le acque superficiali. Maggiori dettagli sulla petizione, sugli effetti e la diffusione della sostanza, sulla metodica analitica possono trovarsi ai seguenti link: https://lnkd.in/d4UghsbU https://lnkd.in/dcJbDYNq https://lnkd.in/d8NXxq4h Il caso è interessante ed emblematico sotto diversi punti di vista: ✅ due Nazioni autoctone, davvero volgarmente chiamate "minoranza", "pellirossa", "indiani", rivendicano un diritto di usufrutto sostenibile della terra dei propri avi ed evocano azioni immediate per contenere un disastro ambientale; ✅ un'agenzia federale prende in carico in maniera molto seria e rapida le istanze di una minoranza, e nessun clamore mediatico viene alimentato su questa circostanza assolutamente secondaria; ✅ l'abbinamento "salmone e pneumatici", il "mare e monti" che proprio non ti aspetti, è un disarmante esempio di nesso di causalità che impone di tenere sempre alta la guardia sull'utilizzo di sostanze chimiche apparentemente distanti da bersagli sensibili.

🏖 Riflessioni di un 𝙁𝙚𝙧𝙧𝙖𝙜𝙤𝙨𝙩𝙤 𝙤𝙧𝙧𝙞𝙙𝙤 𝙚 𝙩𝙤𝙧𝙧𝙞𝙙𝙤 🔥 La #desertificazione della #Sicilia non è inarrestabile, anche se se ne parla almeno dagli anni '70. Ma l'assenza di visione e di una #pianificazioneterritoriale seria rischia di condannare l'isola a morte. La scoperta di un grande giacimento di acque fossili dolci o salmastre, 𝘱𝘰𝘵𝘦𝘯𝘻𝘪𝘢𝘭𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘱𝘰𝘵𝘢𝘣𝘪𝘭𝘪, nella regione dei monti Iblei è stata rilanciata da alcune testate poco addentro alle tematiche ambientali come una soluzione per la grande siccità che sta attanagliando l'isola, e sono in corso doverosi approfondimenti tecnici perché ignorarne l'esistenza ed il potenziale sarebbe certamente l'ennesimo errore di ottusità gestionale. Come rappresenato tuttavia nel post richiamato, che trovo ben scritto perché espone in maniera semplice e schietta il nocciolo delle questioni, in attesa che si dimostri la non scontata sfruttabilita' della risorsa e si realizzino le opere di presa e di depurazione, si dovrebbero riattivare immediatamente gli studi di fattibilità su due fronti, noti da decenni ma mai implementati su larga scala nonostante in altri Paesi dal clima severo siano già realtà: ✅️ il riutilizzo delle acque reflue per scopi irrigui; ✅️ la desalinizzazione delle acque marine.

La capacità di adattamento delle due varietà allo stress idrico è notevolmente diversa, col Maurino che ha una minore efficienza nell’uso dell’acqua rispetto alla Moraiolo, necessitando quindi di strategie agronomiche diversificate

L’acqua é un bene primario che da sempre, salvo qualche parentesi di gestione virtuosa e periodi non siccitosi, se non gestita in maniera corretta ha portato disagi per la sua mancanza a famiglie e imprese. In Calabria oltre il 30% delle famiglie lamenta irregolarità nell'erogazione di acqua. Tutto questo nonostante si sia registrato un aumento delle risorse prelevate. PROPRIO LA CREAZIONE DI NUOVI POZZI, POTREBBE ESSERE UNA SOLUZIONE MA NON È FACILE COME SI PENSA, POICHÉ SE NON PROGETTATI IN MANIERA ADEGUATA RISCHIANO DI SVUOTARE FALDE GIÀ EMUNTE O DI PROVOCARE CEDIMENTI A EDIFICI VICINI. Mancanza di coscienza nel suo uso, gestione sbagliata delle ditte incaricate, condutture ormai obsolete, #globalwarming e problemi di dimensionamento nella progettazione delle nuove opere a causa di dati sfalsati fanno sì che il problema anno dopo anno vada peggiorando. Per quanto riguarda la provincia di Vibo quest’anno si sono avuti cali delle sorgenti tra il 20 e il 40%. Leggevo in un articolo qualche giorno fa che in provincia di Vibo c’è stato un calo del 40% della sorgente Contura per Parghelia, Zambrone e Tropea dove si sta sopperendo con pozzi e bypass insieme ad altri schemi acquedottistici. E sono stati attivati pozzi e integrazioni con schemi idrici per Tropea, Briatico, Filandari e Mileto a causa del calo del 20% dell’acquedotto Poro. Se l’anno scorso i problemi si sono avuti da Luglio in poi anche a causa dell’ingente mole di turisti e le varie defezioni delle vecchie tubazioni, quest’anno è già da qualche mese visto le motivazioni sopra citate che l’hinterland Tropeano e calabrese lamenta la mancanza di questo bene primario. Magari un giorno il problema non esisterà più, nel frattempo usate tutti l’acqua con parsimonia. 💦

Trasformare eventi potenzialmente dannosi in risorse che possono tornare utili sotto tanti aspetti. In questa direzione dovrebbero concentrarsi studi e investimenti produttivi.