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Milano, Lombardia 19.166 follower

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Chi siamo

Un mondo migliore. Un mondo nuovo. Ogni giorno. Wired, riconosciuto come la “bibbia” della rivoluzione digitale, è sbarcato in Italia nel 2009 ed è oggi diretto da Federico Ferrazza. Tre sono le "anime" del brand: digitale, magazine ed eventi. Il sito Wired.it conta oltre 5.2 milioni di utenti mensili; il nuovo magazine si presenta con un aspetto molto simile ad un libro - un bookazine - di approfondimento monotematico firmato dai protagonisti della rivoluzione tecnologica in corso a livello internazionale; gli eventi avvicinano il grande pubblico al brand e si traducono in manifestazioni sul territorio, tra i più rilevanti merita una menzione il Wired Next Fest. Seguici anche su Facebook, Twitter, Instagram, TikTok, Pinterest e Youtube @wireditalia

Sito Web
https://www.wired.it/
Settore
Editoria: libri e pubblicazioni periodiche
Dimensioni dell’azienda
201-500 dipendenti
Sede principale
Milano, Lombardia
Tipo
Società privata non quotata

Località

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Aggiornamenti

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    Il 3 luglio segna per l’Unione europea l’inizio dell’obbligo a vendere solo contenitori per le bevande in plastica che presentino un tappo progettato per rimanervi attaccato da un lembo. Come ricorda l’agenzia Ansa, si tratta del cosiddetto tappo solidale, inventato al fine di prevenirne la dispersione nell’ambiente e far sì che i consumatori lo smaltiscano insieme alla bottiglia. E voi, che ne pensate di quest'obbligo? Non siete ancora riusciti a bere senza impicciarvi col tappo? Dai, è facile.

    I tappi attaccati alle bottiglie diventano un obbligo in Europa

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    L’1 luglio 2024 passerà alla storia come il giorno che ha inaugurato la nuova era di Tim, senza rete. In tale data, nello studio milanese del notaio Carlo Marchetti è stato infatti perfezionato l’accordo che prevede la cessione al fondo statunitense Kohlberg Kravis Roberts & Co (Kkr) di Netco, lo spin-off della società di telecomunicazioni che comprende, oltre alla rete fissa, anche Fibercop. Accordo che, come ricorda La Stampa, chiude anche definitivamente le porte della storica sede della società di telecomunicazioni in corso d’Italia a Roma.

    Come cambia Tim, che adesso è una compagnia telefonica senza rete

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    L’influencer economy, percepita quasi come un effetto secondario della rivoluzione digitale, è il fenomeno che ha sconvolto lo stato della società negli ultimi vent’anni, con la creazione di identità individuali e collettive dal nulla e la loro monetizzazione, l’invenzione di nuove carriere e un approccio al lavoro completamente diverso, più amatoriale e meno istituzionale. Ha risemantizzato la definizione di popolarità, intrattenimento e autenticità: le piattaforme social hanno permesso a chiunque di accumulare follower e fan, e gli influencer sono riusciti a raggiungere milioni di persone a un costo decisamente inferiore rispetto a una vecchia campagna pubblicitaria. Per un attimo sembrava realizzarsi il sogno di un’imprenditoria digitale democratica e meritocratica: d’altronde gli influencer vendevano sé stessi e il loro stile di vita, percepito più autentico perché orizzontale e diretto. Parrebbe quasi inverosimile che tale rivoluzione sia passata dai profili Instagram di quelle che prima erano fashion blogger e beauty vlogger. Fa effetto rivedere per esempio il vecchio profilo Flickr di Chiara Ferragni, aperto prima ancora di The Blonde Salad: si discostava totalmente da chi postava paesaggi e tramonti, pubblicava una sorta di diario fotografico in cui esibiva il viso da Barbie, i ciondoli Tiffany, le sciarpone con i teschi, le borse Balenciaga forse comprate su eBay. Nessuno aveva il numero di mi piace e commenti che aveva lei. Nessuno aveva neanche il numero di hater che aveva lei: ma proprio la polarizzazione era la chiave del successo online. L’importante era mantenere gli hater fuori dalla propria community, farli passare per invidiosi e misogini; la community invece veniva coccolata, stabilendo un rapporto di fiducia reciproca con un patto di fede: tu mi dirai come vestirmi, cosa mangiare, che esercizi di ginnastica fare, dove andare in vacanza; ci renderai partecipi della tua vita, dalle storie d’amore ai figli e noi ti daremo la massima fiducia, anche in presenza dell’hashtag #adv. [Questo articolo è originariamente apparso su Wired n.109, in edicola ora]

    L'epoca degli influencer è davvero finita

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    Le aziende non trovano circa metà dei laureati che cercano. Avviso di cui tenere conto per le future matricole. Gli studenti che in questo momento sono alle prese con gli esami di maturità, molto presto si troveranno a dover fare una scelta importante per la loro vita. Infatti, nel corso dell’estate dovranno decidere a quale università iscriversi e, quindi, da quale porta fare il proprio ingresso nel mondo del lavoro. Questa decisione viene indirettamente influenzata anche dalla tenuta economica del nostro paese. E per prenderla in maniera totalmente conscia, diventa utile analizzare il report 2023 che Unioncamere ha realizzato in sinergia con il ministero del Lavoro e delle politiche sociali sulle opportunità di lavoro per i laureati. Nel dettaglio, lo scorso anno le imprese italiane dell’industria e dei servizi hanno pianificato l’assunzione di oltre 768mila laureati, un dato pari al 13,9% dei 5,5 milioni totali di contratti di lavoro programmati. Allo stesso tempo, esse hanno però fatto fatica a trovare quasi la metà dei laureati ricercati, ovvero 376mila figure professionali.

    I 10 profili di laureati che le aziende cercano di più (e che non trovano)

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    Lo scontro tra Unione europea e Apple sale di livello. E fa sospettare che il colosso di Cupertino sia la testa d’ariete di un cambio d’approccio (o forse una ribellione) di tutta la Silicon Valley, di cui a pagare il prezzo sarebbero gli utenti europei. Prima di capire quale sia lo scenario che potrebbe prefigurarsi, riavvolgiamo il nastro di qualche giorno. Lo scorso 24 giugno, l’Unione europea ha annunciato che potrebbe a breve multare Apple per aver violato il Digital markets act (Dma), il nuovo regolamento pensato per incentivare la concorrenza e arginare gli abusi di posizione dominante da parte di Big Tech. La ragione di questa multa – trovate una spiegazione più dettagliata qui – è che, secondo l’Unione Europa, Apple impedirebbe agli sviluppatori di app di indirizzare liberamente gli utenti dell’App Store verso alternative più economiche. Se l’indagine preliminare della Ue venisse confermata, Apple potrebbe ricevere una multa fino a 38 miliardi di dollari (il 10% del suo fatturato annuo, come da termini del Dma).

    Apple ha deciso di ribellarsi alle regole dell'Europa?

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    Nubi sul mondo delle auto elettriche. Vendite che non soddisfano le aspettative, difficoltà relative alla catena di approvvigionamento, problemi di sicurezza. Sono queste le cause alla base di una vera e propria moria delle case automobilistiche statunitensi produttrici di auto elettriche, tra le quali l’ultima in ordine di tempo, come riporta Il Sole 24 Ore, è la californiana Fisker.

    I produttori di auto elettriche che stanno fallendo

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    Arriva il superbonus assunzioni 2024. Le aziende che assumono lavoratori a tempo indeterminato hanno diritto a pagare meno tasse. Lo stabilisce il decreto attuativo firmato a quattro mani dal ministro dell’Economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti e dalla collega titolare del dicastero del Lavoro e delle politiche sociali Marina Elvira Calderone, come riporta Il Sole 24 Ore.

    Come funziona il Superbonus assunzioni, lo sconto sulle tasse per chi assume a tempo indeterminato

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