Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani

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Think tank

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L'Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani promuove una migliore gestione della finanza pubblica.

Chi siamo

L’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani promuove, attraverso analisi, ricerca e comunicazione, una migliore gestione della finanza pubblica e una maggiore comprensione dei conti pubblici nel nostro paese. Gli obiettivi dell’Osservatorio sono: - favorire la trasparenza dei conti pubblici attraverso l’analisi della normativa in materia - analizzare i vantaggi derivanti dalla riduzione del debito pubblico, dalla lotta agli sprechi, all’evasione fiscale e alla corruzione - un sistema di tassazione più efficiente e meno distorsivo - una spesa pubblica snella, moderna e incentrata all'economia di mercato sia a livello centrale che a livello locale

Sito Web
https://osservatoriocpi.unicatt.it/
Settore
Think tank
Dimensioni dell’azienda
2-10 dipendenti
Sede principale
Milano, Milano
Tipo
Istruzione
Data di fondazione
2017
Settori di competenza
Ricerca e Politica

Località

Dipendenti presso Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani

Aggiornamenti

  • La legge Calderoli sull’autonomia differenziata nasce dall’intenzione di alcune regioni di trattenere una maggiore quota delle risorse fiscali generate localmente. Tuttavia, la sua applicazione concreta è complessa, poiché deve garantire i Livelli essenziali delle prestazioni in tutte le regioni. Anzitutto, non è detto che le regioni del Nord riusciranno ad accumulare e trattenere più risorse in eccesso rispetto al Sud, considerando la necessità di equità nella distribuzione delle risorse da parte dello Stato. La legge ha infatti già incontrato ostacoli significativi con le pressioni delle regioni meridionali e l’affermazione del principio di perequazione. Un secondo motivo è che maggiori risorse alle regioni del Nord comportano o un maggior deficit aggregato del sistema Italia (il che non è sostenibile) oppure una sottrazione alle altre regioni (il che è molto difficile da immaginare). Insomma, come spesso accade, non si capisce chi pagherebbe il conto. Ne ha parlato Giampaolo Galli su InPiù: http://tiny.cc/frnazz #OCPI #Editoriali #Autonomia #Differenziata #Regioni #Nord #Sud #Governo #Meloni #Calderoli

  • I risultati delle elezioni europee e lo scioglimento delle Camere in Francia, con il rischio che il partito di Marine Le Pen ottenesse la maggioranza assoluta, hanno riacceso i timori relativi alla stabilità dell’Unione monetaria europea e ai rischi di contagio finanziario, specie nei confronti dei Paesi ad alto debito. In un primo momento i rendimenti dei titoli di questi Paesi hanno infatti seguito quelli francesi. La sconfitta di Le Pen al secondo turno ha in parte rassicurato i mercati finanziari, ma permangono dubbi sulla stabilità politica del Paese. Infatti, la Francia è stata da poco messa sotto procedura di infrazione per deficit eccessivo, il che richiederà un aggiustamento dei conti piuttosto stringente che pare non essere nei programmi dei due partiti vincitori. Se la Francia non implementerà un piano di aggiustamento credibile, i mercati finiranno per richiedere tassi più elevati per detenerne il debito. Nell’eventualità che l’Italia seguisse questo esempio, l’effetto di contagio farebbe sì che anche i nostri costi di finanziamento del debito finirebbero per salire, partendo oltretutto da tassi di interessi molto più elevati. 🔎 Per approfondire leggi la nostra nota: https://lnkd.in/d7UNmPVV #OCPI #Francia #Europa #Elezioni #Spread #Mercati #Finanza #Contagio #Macron #LePen

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  • La spesa per la difesa nei Paesi dell’Unione europea è calata molto dopo la conclusione della Guerra fredda e, soprattutto, dopo le crisi del 2008-2012. L’invasione della Crimea nel 2014 ha invertito la tendenza, e lo scoppio del conflitto russo-ucraino nel febbraio del 2022 ha aumentato notevolmente gli stanziamenti. La spesa per la difesa è così passata dall’1,3% del Pil dell’UE-27 nel 2015 all’1,9% stimato per quest’anno, con 15 Paesi che supereranno il target del 2% (posto dalla NATO). Ma la frammentazione fra Paesi europei limita molto l’efficientamento della spesa, impedendo di sviluppare economie di scala. #OCPI #Difesa #Spesa #SpesaPubblica #Europa #UE #Italia #Nato

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  • La legge sull’autonomia differenziata mira a fornire un quadro per l’attuazione dell’articolo 116 della Costituzione, che consente il trasferimento di funzioni alle regioni che ne fanno richiesta. Possono essere attribuite alle regioni venti materie “concorrenti” e tre materie attualmente di esclusiva competenza dello Stato (giustizia di pace, istruzione, ambiente e beni culturali). Al netto di possibili vantaggi e svantaggi della nuova norma, l’esito del processo verso l’autonomia differenziata è ancora molto difficile da definire. La legge Calderoli, infatti, non fa una scelta chiara fra due sistemi antitetici, ovvero il federalismo responsabile e la centralizzazione delle risorse. La questione cruciale è come si deciderà il riallineamento delle risorse. Un’altra considerazione da fare riguarda il rischio di avere uno Stato arlecchino, in cui regioni diverse avranno competenze diverse. La norma non impegna lo Stato a garantire una qualche omogeneità nell’attribuzione delle funzioni alle regioni: anche questa scelta, di importanza cruciale, è rimandata al futuro. Al momento, non si può dunque escludere che la legge comporterà rischi sia per i conti pubblici che per il buon funzionamento delle PA. 🔎 Per approfondire leggi la nostra nota: https://lnkd.in/dNpDuSZH #OCPI #Autonomia #AutonomiaDIfferenziata #Legge #Calderoli #Governo #Meloni #Regioni #Economia #SpesaPubblica #ContiPubblici #PA

  • La recente approvazione della legge sull’autonomia differenziata ha suscitato immediatamente una raccolta firme per la sua abrogazione. La nuova norma prevede che le regioni possano ottenere ulteriori forme di autonomia in diverse materie. Tuttavia, la sua applicazione potrebbe portare a un aumento della burocrazia e della confusione. Secondo la Costituzione, Stato e regioni hanno già responsabilità concorrenti in varie materie, e alle regioni è concesso di avere maggiore autonomia in aree specifiche, ma l’introduzione di questa nuova legge potrebbe complicare ulteriormente il quadro legislativo. L’autonomia in settori come i rapporti internazionali o la ricerca scientifica, che dovrebbero restare centralizzati per esigenze di economia di scala, potrebbe risultare inefficace. Inoltre, nonostante l’introduzione della clausola di garanzia dei Lep, il principio di mantenere una parte delle tasse regionali nella stessa regione potrebbe creare disparità tra regioni più ricche e più povere, andando contro l’obiettivo di solidarietà nazionale. Insomma, molte contraddizioni che porteranno a grandi incertezze. Ne ha parlato Carlo Cottarelli su L’Espresso: http://tiny.cc/qim2zz #OCPI #Editoriali #AutonomiaDifferenziata #Autonomia #Regioni #Governo #Meloni #Calderoli

  • Un recente studio della Banca d’Italia ha messo in evidenza i limiti degli incentivi edilizi. Secondo i ricercatori questi incentivi, come il Superbonus e il Bonus facciate, hanno generato un costo totale di 170 miliardi fino a dicembre 2023, mentre il gettito aggiuntivo per lo Stato è stato di soli 70 miliardi. Nonostante abbiano contribuito alla crescita economica del triennio 2021-2023, che è stata del 13,5%, il loro impatto è stato limitato a una cifra che va dal 2,6% al 3,4%. In sostanza, senza di essi la crescita sarebbe stata attorno al 10-11%. Inoltre, con la fine degli incentivi le imprese edili sono ora in difficoltà, e il loro effetto sul Pil futuro è previsto essere nullo. Insomma, rispetto agli incentivi per l’innovazione e la produzione, come Industria 4.0, gli incentivi edilizi si sono rivelati meno efficaci nel sostenere la crescita a lungo termine, evidenziando la necessità di politiche che stimolino sia la domanda che il potenziale di crescita dell’economia. Ne ha parlato Giampaolo Galli su InPiù: http://tiny.cc/9yl2zz #OCPI #Editoriali #Superbonus #BonusEdilizi #Bonus110 #Edilizia #Pil #SpesaPubblica #Keynes

  • Tra i suoi obiettivi, il PNRR mira a ridurre entro giugno 2026 la durata media dei processi civili del 40% rispetto al dato del 2019. I dati del Ministero della Giustizia indicano una riduzione del 17,4% tra il 2019 e il 2023, piuttosto lontana dall’obiettivo. Se infatti la riduzione proseguisse al ritmo attuale, nel 2025 si conseguirebbe un calo del 24%. Sempre nell’ambito della riforma della giustizia prevista nel PNRR, la riduzione dei processi pendenti ha mostrato progressi più promettenti. In particolare, i processi pendenti di primo grado iscritti tra il 2017 e il 2022 hanno registrato nel 2023 una riduzione del 50%, mentre per quelli di secondo grado iscritti tra il 2018 e il 2022 la riduzione è stata del 43,4%. Alla luce del tempo in cui è stato conseguito (un anno) si tratta senz’altro di un buon risultato, soprattutto se si considera che restano ancora due anni per conseguire una riduzione del 90%. Per il raggiungimento di questi obiettivi sono state implementate riforme quali la digitalizzazione dei processi, la promozione di metodi alternativi di risoluzione delle controversie e il miglioramento delle procedure esecutive e tributarie. 🔎 Per approfondire leggi la nostra nota: https://bit.ly/3xCFHT4 #OCPI #Giustizia #GiustiziaCivile #Durata #Processi #Riforma #PNRR #Tribunali #Efficienza #Appello #Cassazione

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  • I tempi della giustizia in Italia sono e rimangono piuttosto lunghi, soprattutto se paragonati a quelli degli altri Paesi europei. Per quantificare i ritardi si utilizza il disposition time (DT), un indice che misura il tempo medio prevedibile dei processi attraverso il rapporto tra il numero di processi pendenti a fine anno e il flusso dei processi conclusi in quell’anno (moltiplicato per 365 per esprimerlo in giorni). Il DT della giustizia civile italiana nel 2018 (ultimo anno disponibile per il periodo precedente alla pandemia) era di ben 7 anni e 3 mesi. Nello stesso anno, il dato sia della Francia che della Spagna era di 3 anni e 5 mesi e quello della Germania era di solo 1 anno e 4 mesi. #OCPI #Giustizia #GiustiziaCivile #Durata #Processi #Riforma #PNRR #Tribunali #Efficienza

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  • Recentemente, il governo ha adottato dei provvedimenti per affrontare il problema delle liste d’attesa in sanità. In particolare, il decreto-legge 73/2024 ha introdotto misure urgenti per ridurre le liste d’attesa, lavorando lungo tre direttrici: la raccolta di informazioni e statistiche sul problema, il rafforzamento delle modalità di erogazione dei servizi e l’aumento delle risorse per il personale. Oltre a interessare l’Italia, quello delle liste d’attesa è un problema comune a molti altri Paesi OCSE. Negli anni, questi Paesi hanno introdotto diverse politiche per intervenire sia sul lato della domanda che su quello dell’offerta di prestazioni sanitaria, senza tuttavia conseguire risultati soddisfacenti. Il decreto del governo si allinea ad alcune delle misure più comuni tra i Paesi OCSE, anche se rimangono diverse criticità sulla tassazione agevolata, sul superamento del tetto di spesa per il personale sanitario e sulle coperture finanziarie. Sarà dunque fondamentale implementare correttamente queste misure e monitorarne gli effetti affinché le liste d’attesa possano essere realmente ridotte. 🔎 Per approfondire leggi la nostra nota: https://bit.ly/3zoS7yE #OCPI #Sanità #Salute #Liste #Attesa #Ospedali #Welfare #SSN #Medicina #Chirurgia #Operazioni

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    Il Programma di Educazione per le Scienze Economiche e Sociali (Peses), promosso dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano con l’intento di offrire agli studenti delle scuole superiori italiane la possibilità di confrontarsi con personalità di rilievo del panorama politico ed economico del nostro Paese, ha concluso il suo primo anno di attività. Nell’anno scolastico 2023/2024 il Programma ha visto la partecipazione di 50 relatori tra economisti, giuristi, imprenditori ed esperti di comunicazione, che hanno realizzato 165 incontri in tutta Italia. Gli istituti che hanno fatto richiesta di adesione sono stati 249, di cui il 57% del Nord, il 16% del Centro e il 27% del Sud. Le richieste accolte sono state pari al 66% di quelle pervenute e hanno seguito un criterio di equilibrio tra macroaree. Le regioni che hanno mostrato maggior interesse per il Programma sono state la Lombardia, il Veneto, la Puglia e la Sicilia. Dal punto di vista del percorso di studi, le scuole visitate, in prevalenza pubbliche, sono state 79 licei, 65 istituti tecnici o professionali e 21 istituti comprensivi. 🔎 Sono aperte le iscrizioni per la nuova edizione del Programma, in partenza a settembre 2024. Per iscrivere il tuo istituto visita la pagina dedicata: https://lnkd.in/eUWkBjWd Hanno partecipato all’iniziativa Giuliano Amato, Lucia Annunziata, Fabrizio Barca, Elisabetta Belloni, Patrizio Bianchi, Tito Boeri, Alberto Bombassei, Renato Brunetta, Marco Buti, Raffaele Cantone, Mara Carfagna, Maria Chiara Carrozza, Marta Cartabia, Sabino Cassese, Roberto Cingolani, Carlo Cottarelli, Ferruccio De Bortoli, Mario Draghi, Oscar Farinetti, Fabio Fazio, Elsa Fornero, Daniele Franco, Roberto Garofoli, Enrico Giovannini, Pietro Grasso, Andrea Illy, Luciana Lamorgese, Fabrizia Lapecorella, Giuseppe Laterza, Beatrice Lorenzin, Emma Marcegaglia, Giuseppe Marotta, Bernardo Mattarella, Luca Montezemolo, Mario Monti, Letizia Moratti, Pier Carlo Padoan, Corrado Passera, Romano Prodi, Alberto Quadrio Curzio, Lucrezia Reichlin, Salvatore Rossi, Ernesto Maria Ruffini, Giuseppe Severgnini, Paola Severino, Domenico Siniscalco, Irene Tinagli, Giovanni Tria, Luciano Violante e Ignazio Visco. #OCPI #Peses #Scuola #Unicatt #Licei #IstitutiTecnici #IstitutiProfessionali #Scuole

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