«La musica, più di ogni altra arte, si basa sulla sincerità: il pubblico se ne accorge se sei sincero o no. Le canzoni scritte in questo modo superano la prova del tempo. La forza degli 883 è questa: non si sono mai sentiti fighi. E in questo modo hanno rappresentato il 90% della popolazione italiana». A Sydney Sibilia brillano sempre gli occhi quando parla dei suoi progetti, è un entusiasta di natura, ma si capisce che alla serie sugli 883 ci tiene particolarmente. Dall’11 ottobre in esclusiva su Sky e NOW, Hanno Ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883 non è solo il racconto della genesi di uno dei dischi più amati di sempre in Italia, ma anche una fotografia appassionata degli Anni 90, periodo in cui lo stesso regista e sceneggiatore è cresciuto. Ne parla Valentina Ariete su La Stampa e in link in bio #883 #musica #serietv
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[…] Ecco un testo scritto da Siegfried Sasson, un soldato ebreo britannico che ha combattuto la prima guerra mondiale: «[…] Penso che la guerra venga volontariamente prolungata da coloro che avrebbero il potere di porvi fine. Ritengo che questa guerra, cominciata come guerra di difesa e liberazione, si sia trasformata in guerra di aggressione e conquista». Eppure a quella guerra è seguita la seconda guerra mondiale, e adesso siamo minacciati dalla terza. Non si può riparare un’ingiustizia con un’altra ingiustizia. Lo rammento ai palestinesi che vogliono, giustamente, correggere l’ingiustizia storica subita per mano di Israele. E lo rammento agli ebrei israeliani che dopo la Shoah ambivano a offrire al mondo standard morali nuovi, umani. A giudicare da quello che succede in questo momento storico, stanno fallendo. Il racconto integrale di Roy Chen è su La Stampa e al link in bio #israele #palestina #gaza
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[…] Bisognerebbe ripartire dalla grammatica di base della civiltà, sapendo, come scrive Roy Chen che “non si ripara un’ingiustizia con un’altra ingiustizia”. Fa male osservare che i bellicosi potenti della Terra sono lontani anni luce da questa visione. Ma, soprattutto, che la politica non ha una visione tout court. Non ha una risposta. Né per il durante, né - tantomeno - per il dopo. Che cosa vuole Netanyahu? E l’Iran? E gli americani? Che cosa vuole l’Europa? Solo la distruzione è certa. Il puzzo mefitico della morte ha sostituito quello della vita. Ed è come se l’intero mondo occidentale lo desse per dato. Chi parla di due popoli e due Stati – soluzione giusta e ovvia - viene preso per pazzo. L’orologio della storia è tornato indietro e il dolore e la follia hanno travolto ogni cosa. Ma la storia non si ferma mai. La storia la fanno gli uomini e le loro scelte. Noi ne siamo parte. Sarebbe bello cominciare a rendersene conto partendo dalla domanda di Ayelet Gundar Goshen: che cosa ci rende ciechi alla sofferenza altrui? L’editoriale integrale del direttore Andrea Malaguti è su La Stampa e in link in bio @andmal65 #mediooriente #7ottobre