Chi siamo

Il Centro studi investimenti sociali, Censis, è un istituto di ricerca, senza scopo di lucro, costituito il 1° gennaio 1964 con l’obiettivo di dare sede permanente agli studi sugli investimenti sociali, sui rapporti tra evoluzione economica e mutamenti sociali e sull'articolazione territoriale dello sviluppo. Dal 1967 pubblica ogni anno il Rapporto sulla situazione sociale del Paese.

Sito Web
http://www.censis.it
Settore
Servizi di ricerca
Dimensioni dell’azienda
51-200 dipendenti
Tipo
Non profit
Data di fondazione
1964

Località

Dipendenti presso Censis

Aggiornamenti

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    Giuseppe De Rita – ideatore, fondatore e oggi Presidente del Censis – è l’uomo che ha portato in Italia la ricerca sociologica sul campo ancor prima che venisse creata una cattedra universitaria di sociologia. Come pochi ha contribuito a descrivere l’Italia nei rapporti periodici come nei suoi articoli per il «Corriere della Sera». In questo libro, scritto insieme al giornalista Lorenzo Salvia, racconta per la prima volta le tappe principali della sua vita intrecciate agli snodi dell’evoluzione politica, sociale ed economica del Paese. Come quando nel 1951 viene «arruolato» nel castello di Sermoneta per i corsi del Movimento ispirato dagli Alleati per defascistizzare l’Italia del Dopoguerra. Da lì nasce una convinzione che manterrà per tutta la vita: l’oligarchia, spesso considerata un pericolo per la democrazia, è in realtà uno strumento necessario per il buon funzionamento delle società moderne. Una idea che si rafforzerà negli anni, durante la sua esperienza allo Svimez, con i suoi viaggi nelle aree interne del Mezzogiorno o nel Belucistan iraniano e poi al Censis. Nel corso della sua vita De Rita incontra, conosce, consiglia (ma litiga anche con) buona parte dei politici e degli imprenditori che hanno guidato il Paese. Tanti gli aneddoti, come la notte in cui sconsigliò (inascoltato) al premier De Mita di introdurre una patrimoniale, i no a chi gli chiedeva un impegno diretto in politica, da Berlusconi a Prodi, o le gelosie della politica sui patti territoriali, inventati da presidente del Cnel. E molte le confessioni personali: gli otto figli, la casa di Courmayeur, l’importanza della fede, la passione per il calcio. A delinearsi in queste pagine è non solo una biografia inedita e appassionante, ma anche una rilettura della storia del Paese attraverso lo sguardo di un suo testimone d’eccezione. 📩 Preordine in libreria e su tutti gli store online.

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    I primi segnali dell'#alzheimer Per molte persone con Mild Cognitive Impairment (#mci) o Disturbo Cognitivo Lieve, i primi segni possono includere la difficoltà a trovare le parole o ad esprimersi o il dimenticare la posizione di alcuni oggetti. In media, trascorrono 2,2 anni prima di una diagnosi definitiva, che avviene spesso intorno ai 69 anni. Tuttavia, quasi il 46% dei pazienti riscontra incertezze da parte del primo medico consultato. Riconoscere e interpretare correttamente questi sintomi è fondamentale per una gestione precoce. 🔗 Leggi qui la sintesi del Rapporto "L’impatto economico e sociale della malattia di Alzheimer dopo la pandemia da Covid-19": https://lnkd.in/dPterag6 #Alzheimer #alzheimersawareness #MCI #SaluteMentale

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    Presentato questa mattina il quarto Rapporto Censis - Associazione Italiana Malattia di Alzheimer. Dopo 25 anni dalla prima rilevazione, facciamo il punto sull'evoluzione della condizione dei malati e delle loro famiglie. 📊Leggi qui la sintesi del Rapporto: https://lnkd.in/dPterag6 La ricerca è stata presentata da Ketty Vaccaro, Responsabile Ricerca biomedica e Salute Censis, e discussa da Patrizia Spadin, Presidente Associazione Italiana Malattia di Alzheimer, Carmine Basilicata, Direzione Programmazione sanitaria del Ministero della Salute, Giovambattista Desideri, Società Italiana d iGerontologia e Geriatria, Beatrice Lorenzin, Presidente Intergruppo parlamentare Alzheimer e Neuroscienze, Camillo Marra, Presidente Società italiana di Neurologia per le Demenze, Alessandro Padovani, Presidente della Società italiana di Neurologia (Sin), Annarita Patriarca, Presidente Intergruppo parlamentare Alzheimer e Neuroscienze, Paolo Maria Rossini, Coordinatore Progetto Interceptor, Direttore Dipartimento Neuroscienze e Neuroriabilitazione San Raffaele di Roma. Ha concluso il dibattito Giuseppe De Rita, Presidente del Censis. #giornatamondialeAlzheimer #WorldAlzMonth

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    Nel quarto rapporto sulla condizione delle persone con #Alzheimer e le loro famiglie, frutto della collaborazione tra Censis e Associazione Italiana Malattia di Alzheimer iniziata nel 1999, realizzato con il contributo non condizionante di Roche Italia, si rifà il punto sulla loro situazione dopo la pandemia, che ha rappresentato un momento particolarmente drammatico per questi pazienti e per i loro caregiver. Per la prima volta poi è stato realizzato uno studio sulle persone con un disturbo cognitivo lieve e sul loro vissuto, in cui prevalgono i timori per il futuro e le speranze per le nuove terapie ormai all’orizzonte. 📌Per accreditarsi: [email protected] ⬇ Programma dell'evento

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    La normativa attuale (art. 18, L. 247/2012) sancisce l'incompatibilità tra l'esercizio della professione #forense e il #lavoro dipendente. Tuttavia, il contesto professionale si è evoluto: molti #avvocati lavorano esclusivamente per altri studi legali senza una propria clientela o autonomia, trovandosi così privi di adeguate tutele contrattuali.   Alla luce di questa trasformazione, una recente proposta di legge mira a superare l'incompatibilità, consentendo rapporti di lavoro dipendente o parasubordinato presso studi legali o società professionali. 📊 Cosa ne pensano gli avvocati? 🔹 48,7%: ritiene necessario regolamentare la figura del collaboratore di studio, ma senza compromettere la natura del libero professionista 🔸 24,9%: sostiene la necessità di prevedere contratti di lavoro subordinato, soprattutto tra gli avvocati più giovani (il 45,3% degli under 40 è favorevole a questa soluzione) 🔹 24,3%: si oppone alla proposta, con il 12,3% convinto che non serva alcun intervento normativo e che l'incompatibilità vada mantenuta   La proposta solleva un dibattito importante, con posizioni che variano soprattutto in base all'età dei professionisti. 🔗 Leggi qui il Rapporto completo: https://lnkd.in/gvD9HvNv #censis #avvocatura

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    La trasformazione dei consumi audio e video degli italiani • nel 2017 il 25,8% delle famiglie italiane aveva in casa almeno una smart tv (e di queste l’11,4 % aveva solo smart tv e il 14,4% anche la tv tradizionale) e il 71,4% aveva solo tv tradizionali; • nel 2023 il 60,3% dei nuclei famigliari possiede almeno una smart tv, mentre il 36,9% ha solo apparecchi tradizionali; • resta un “nocciolo duro”, rappresentato dal 2,8% delle famiglie (nel 2017 era il 2,9%), dove vivono 1 milione e 400.000 persone, che non hanno in casa neanche un apparecchio televisivo. Si tratta di individui che, nella maggior parte dei casi, hanno deciso di fare a meno della televisione e che difficilmente cambieranno idea a breve. Leggi qui: “La televisione della società connessa”: https://lnkd.in/dZUXnNqW 🖋 Focus di Anna Italia, ricercatrice Censis

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    In un’epoca segnata da emergenze susseguenti, la connessione internet ha assunto un senso sociale centrale per gli italiani. È diventata risorsa irrinunciabile nelle situazioni più critiche, e veicolo comunicativo in quelle di ordinaria quotidianità. Lavoro, studio, tempo libero e relazioni, nessun ambito della vita sembra più esente dall’influenza di internet. L’88,7% degli italiani è convinto che la connettività a internet debba essere considerata come un diritto, al pari della tutela della salute o della previdenza. Vi è una sostanziale unanimità tra le fasce d’età più giovani (18-34) e tra quelle più grandi (35-65 e oltre 65), con quote ampiamente superiori all’80% Per approfondire “La nuova fase della digital life in Italia”: https://lnkd.in/dZUXnNqW 🖋 Focus di Edoardo Manca, ricercatore Censis Censis

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    Nel 2023, la #televisione risulta essere il mezzo di informazione più attendibile per i giovani tra i 14 e i 29 anni, con un tasso di fiducia pari al 71,4%. Al secondo posto per questa fascia di età si colloca la #radio, con il 66,7%. Considerando la popolazione totale, la radio emerge come il mezzo più affidabile, con una percentuale di fiducia del 70,3%, mentre la televisione si posiziona al secondo posto con il 66,7%. Nonostante i siti #web e i social network occupino le posizioni più basse nella categoria dell'affidabilità, gli under 30 anni mostrano una maggiore propensione a fidarsi dei #media digitali rispetto al resto della popolazione. Per approfondire i risultati degli anni precedenti e l’andamento della fiducia nei mezzi di informazione, leggi: “Il web e i social network come fonte di informazione secondo il 19° Rapporto sulla Comunicazione”. 📊 https://lnkd.in/g_TvXCbk 🖋 Focus di Monja Conti Nibali, ricercatrice Censis

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