British Institutes

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Programmi di amministrazione scolastica

Chi siamo

British Institutes, founded in 1973 and currently working with over 2000 qualified examiners, certifies language skills according to the standards of the Council of Europe (COE) which can be found in the Common European Framework of Reference. British Institutes is an International Member of EALTA "European Association for Language Testing and Assessment". British Institutes is in the UK UCAS "Universities and Colleges Admission Service".

Sito Web
http://www.britishinstitutes.it/treviso
Settore
Programmi di amministrazione scolastica
Dimensioni dell’azienda
2-10 dipendenti
Sede principale
Milano
Tipo
Società privata non quotata
Data di fondazione
1996
Settori di competenza
lingue, inglese per bambini, inglese per adulti e Business English

Località

Dipendenti presso British Institutes

Aggiornamenti

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    Corsi di inglese | British Institutes

    web.britishinstitutes.it

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    Parlare ….. che verbo difficile

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    Journalist- Communication & Marketing Specialist - Writer- ✔️ 1,1 mln visualizzazioni LinkedIn

    "VIENI SOTTO CASA MIA E PARLIAMO" (L'EPOCA della DEREALIZZAZIONE e del VUOTO EMOTIVO, di Valentina Pelliccia): Ho provato a installare e utilizzare TikTok. Cosa ci ho trovato? Solitudine. Le persone si connettono in live, ci passano anche le ore, leggono commenti da parte di sconosciuti, fanno amicizia con sconosciuti, insultano e si fomentano a insultare gli altri. C'è chi si trucca davanti al telefono e gli estranei guardano, c'è chi addirittura lavora e si filma (per legge, andrebbe licenziato, tra l'altro). Poi, la notte c'è chi si addormenta lasciando la videocamera accesa. Insomma, una sindrome Hikikomori a tutti gli effetti. L'adolescente chiuso in camera con in mano un cellulare e tutto il mondo fuori. Si trovano addirittura anche mamme con neonati in braccio o coppie che, anziché dedicare quel tempo sacro "alla coppia", passano il tempo in live. Non critichiamo solo gli adolescenti se anche gli adulti si comportano allo stesso modo, perché i giovani non crescono con le parole dei genitori ma crescono e si formano sulla base delle azioni di questi ultimi. Tutto nasce da un trend, da una moda. Ma, non serve Freud, un trend attecchisce dove c'è terreno fertile. Al di là dell'esplorazione di ciò che non si conosce, al di là della curiosità, al di là dello "stare al passo con i tempi", ho la sensazione che qualcosa non stia funzionando nel modo corretto. Per non parlare del numero esponenziale dei casi di suicidio durante le live: ultimo episodio, Vincent Plicchi. E poi, al di là di tik tok, credete che whattsapp non svolga più o meno la stessa funzione? Whattsapp è utile se si è fisicamente distanti (un altro paese) e allora ci si può videochiamare. Ma se siamo nella stessa città, magari, a 10 minuti di distanza l'uno dall'altra, "vieni sotto casa mia e parliamo". Le persone sono sempre più pigre, sempre meno motivate a uscire da zone di comfort, abituate ad avere tutto subito (un po' come un hamburgher ordinato su glovo e spedito immediatamente a casa mentre sei sdraiato sul divano). E il messaggino whattsapp durante la giornata ti fa sentire meno solo. Apri i social e sono pieni di gente che ti scrive. E tu a volte rispondi, altre no. Sono sempre stata una grande fautrice dei social media (e per coerenza con il post, con voi e soprattutto con me stessa, lo dico: sto su tutti i social, Instagram, facebook, ho whattsapp..) e l'intenzione iniziale era quella di portare sana informazione su queste app, diffondere i miei articoli, le mie poesie, instaurare un confronto sano (che evidentemente è possibile solo qui su linkedin). Ma la dura verità (che nessuno accetterà mai, perché CI VUOLE CORAGGIO ad ammetterlo a noi stessi) è che apriamo whattsapp (e se è Instagram o whattsapp, poco cambia, sempre di rapporti virtuali parliamo) perché, in realtà, quel senso di solitudine appartiene un po' a tutti noi".

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